Da
British_Roma
Lucas Dudi non si lamenta della sua vita a Glasgow. "La mia sistemazione è
buona. Tutto è a posto. Non c'è lavoro in Slovacchia. C'è lavoro a Glasgow, e
così sono venuto qui."
Come molti lavoratori migranti dalla Slovacchia, lavora nell'industria
alimentare, con uno stipendio che non gradito a molti scozzesi ma è attraente
per chi arriva da paesi dove c'è un alto tasso di disoccupazione. Lavora nel
processo alle patate. Altri slovacchi sono impiegati nell'inscatolamento della
carne, in altri campi alimentari e nel lavaggio delle auto.
Ma Dudi, che condivide un confortevole appartamento al piano terra con la sua
famiglia, è tra i fortunati. Migliaia di lavoratori slovacchi e le loro famiglie
sono arrivati a Glasgow nel 2004, quando il loro paese si è unito alla UE.
Molti sono rom - dall'est estremo della Slovacchia, che fuggono da persecuzioni
ed esclusioni tra cui la disoccupazione.
La sfida posta ai servizi sociali dell'area sud di Glasgow è stata immensa.
Le famiglie migranti hanno richiesto uno sforzo al NHS (Servizio Sanitario
Nazionale) e alle scuole, oltre che alla polizia.
Attraverso accordi e collaborazioni molte di queste agenzie dicono che grandi
progressi sono stati fatti nell'affrontare i problemi più seri. Ma altri
ammoniscono che i rom slovacchi continuano a sovraccaricare riguardo gli slum
abitativi e le agenzie di collocamento.
Per paradosso, quando un gruppo pone domande dirette ai servizi locali, i rom
tendono ad essere profondamente sospettosi delle autorità ed hanno basse
aspettative di aiuto sociale. Ma portano significanti problemi speciali. Per
contrasto, ad esempio, gli immigranti polacchi - che tendono ad essere ben
organizzati e i cui numeri includono interlocutori di lingua inglese - i rom
slovacchi sono esclusi dalla casa [...] La maggior parte
delle agenzie hanno lottato per comunicare con loro e la traduzione rimane il
problema più grande.
Diverse agenzie hanno fatto stime differenti sul numero degli arrivati, la
cui cifra oscilla dai 1000 ai 3000 individui o forse più. Molti abitano in case
affittate privatamente, spesso di dubbia qualità - una situazione esacerbata dal
sovraffollamento. In situazioni limite si sono incontrate famiglie di 14 persone
in appartamenti a due stanze ed altri che ospitano tre famiglie in un unico
spazio. Questo crea problemi in particolare con i servizi sanitari ed i rifiuti.
Anche se di bassa qualità, la casa non è economica. Qualcuno paga sino a 650
sterline al mese per un appartamento base, e queste case sono spesso legate a
disoccupazione, con la sistemazione ritirata se il lavoro manca.
Anna Lear, direttrice della Govanhill Housing Association, è allarmata dalla
mancanza di politiche sulle condizioni degli immigrati slovacchi. La sua
organizzazione ha rinnovato circa 2000 proprietà abitative nell'area, teme che
molto lavoro andrebbe perso a causa del deterioramento delle proprietà.
Quest'associazione sta portando avanti una dettagliata ricerca su uno delle
quattro strade chiave che forniscono alloggio a molti dei migranti slovacchi, in
un quadrato costituito da Calder Street, Dixon Avenue, Westmoreland Street e
Annette Street. Sono incluse proprietà davvero povere. Dice Lear: "Abbiamo
nuovamente scene di povertà comparabili agli slums degli anni '60".
"In certe case le condizioni sono terribili. La gente continua a pagare 650
sterline al mese per un appartamento con blatte, ratti, insetti o deve si deve
cucinare con un fornellino a gas.
Non c'è niente di nuovo, fa notare. Le condizioni erano molto dure prima
degli ultimi arrivi. "Abbiamo contato 600 appartamenti sfitti nell'area. I
problemi non sono nuovi, ma il cambio della popolazione rendono tutto più
difficile."
La popolazione base di Govanhill è di circa 10.000. Così, a seconda che siano
qui 1000, 1500 o 2000 rom slovacchi, c'è una crescita tra il 10% e il 20%. Fa
notare che "Se avessimo il 20% d'aumento nell'uso della scuola, lavoro sociale,
casa e così via, ci sarebbero le possibilità di fare pressione." Ma è la casa
l'elemento chiave: "Vorremmo vedere i governi locali e centrali impegnarsi per
ammodernare le rimanenti proprietà."
Basta dare un occhio ai due lati di Allison Street, la via pubblica
principale di Govanhill, per scoprire le condizioni degli edifici. Una finestra
si apre al cielo, con la pioggia che cade sulle scale ed un gruppo di piccioni
vi staziona. Gran parte della scala è coperta di escrementi d'uccelli.
Mucchi di rifiuti, confezioni di giocattoli e tubi che escono dal suolo non
sono rari nelle corti interne. Qualcosa o qualcuno ha fracassato le finestre,
con le inferriate della scala tagliate e "fissate" con compensato. Altri hanno
messo un avviso comunale sulla presenza di veleno per ratti.
Gli slovacchi condividono gli spazi con alcuni residenti locali meno
desiderabili. I graffiti indicano il mari di aghi scartati probabilmente
lasciati da alcune persone indigene.
Il consiglio ha difficoltà nell'affrontare il sovraccarico dei residenti che,
per paura di perdere le loro case, colluderanno spesso con i proprietari nel
fornire dati imprecisi [...]
Lentamente si affrontano i problemi di comunicazione. La
Govanhill Housing Association ha ingaggiato uno studente slovacco
dell'Università di Glasgow per sviluppare il lavoro. Nel frattempo, altre due
slovacche, Lydia Zelmanova e Marcela Adamova, sono stati impiegati da Oxfam e
dalla Glasgow Braendam Link per aiutare le famiglie migranti nell'accedere ai
servizi e offrire loro aiuto per l'emergenza. Anche se Zelmanova è tornata in
Slovacchia il mese scorso, le posizioni sono state formalizzate e la Community
Health Care Partnership ha assunto la direzione dei lavori, impiegata da NHS e
il suo rimpiazzo è in divenire.
Prima di lasciare, Zelmanova ha detto a The Herald che le lacune
nel sistema stavano conducendo alla frode e allo sfruttamento. Anche se gli
interventi sono principalmente intesi per affiancare i servizi sociali e
sanitari, la maggior parte degli interventi richiesti riguarda il lavoro.
Dice: "La gente pagherà per ottenere il lavoro per diverse settimane, ma allora
non ce ne sarà più. E' stato detto loro che se desiderano un secondo lavoro
debbano pagare £50-200."
Zelmanova aggiunge quanto le frodi fossero comuni. I lavoratori
la cui occupazione termina sono rimandati a casa, dice, mentre alcune bande di
malavitosi continuano ad esigere i benefici quali gli accreditamenti di imposta
sui figli. Adamova ha detto che parecchi casi sono stati segnalati all'autorità.
Dicono i lavoratori slovacchi che questi problemi vengono
affrontati dando lezioni di inglese, così che siano meno dipendenti dai loro
sfruttatori. Questi corsi sono offerti, ma la richiesta supera l'offerta.
Adamova dice che pure la sistemazione è un problema arduo da
affrontare, parzialmente perché i migranti tollerano condizioni peggiori dei
locali. "Molto slovacchi non direbbero di vivere in sovraffollamento, perché per
noi è comune da tre generazioni vivere in due stanze."
D'altra parte, i lavoratori credono che i proprietari siano
degli sfruttatori. Molti non hanno contratto d'affitto e le somme richieste sono
alte. "Se termina il lavoro, l'agenzia non pagherà l'affitto," spiega Adamova.
"Per terminare, abbiamo degli homeless."
Mike Dailly, della Govan Law Centre, dice che finché non ci sono
soluzioni complessive, la legge dovrebbe essere in grado di fornire una vita
migliore ai lavoratori migranti. Questo è il motivo per cui si srta progettando
un centro legale a Govanhill, dice."Gli avvocati non hanno tutte le soluzioni ma
la gente ha i suoi diritti."
C'è molta manipolazione ed i Rom stanno tollerando le condizioni
degli slums. Molta gente è cosciente dei limiti dei problemi. Sono membri di
un'etnia che negli anni è stata un capro espiatorio e non vogliamo che questo
succeda a Glasgow.
I programmi per il centro legale hanno una solida base e
potrebbe essere in servizio in una coppia dei mesi se si potesse assicurare un
contributo finanziario sufficiente.
Spiega Dailly che se il centro aiuterà i migranti slovacchi,
sarà comunque a disposizione per chiunque abiti l'area. "Srà er chiunque secondo
i nostri criteri si trovi in stato di necessità." Questo approccio dovrebbe
mitigare le tensioni sociali, ragiona Dailly.
Una delle sfide per la polizia è data dagli atteggiamenti
sociali differenti dei rom e degli altri residenti di Govanhill. In particolare,
molte delle famiglie slovacche gradiscono riunirsi sulle vie nella prima sera e
più tardi nella notte, non causando danni ma disturbando altri residenti.
Tutte queste cose assieme creano tensioni sociali e dividono la
gente," dice Dailly. "La comunità può declinare se non è indirizzata."
By STEPHEN NAYSMITH,
Society Editor