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Scozia
Di Fabrizio (del 07/04/2008 @ 08:55:58, in casa, visitato 2287 volte)

Da British_Roma

Lucas Dudi non si lamenta della sua vita a Glasgow. "La mia sistemazione è buona. Tutto è a posto. Non c'è lavoro in Slovacchia. C'è lavoro a Glasgow, e così sono venuto qui."

Come molti lavoratori migranti dalla Slovacchia, lavora nell'industria alimentare, con uno stipendio che non gradito a molti scozzesi ma è attraente per chi arriva da paesi dove c'è un alto tasso di disoccupazione. Lavora nel processo alle patate. Altri slovacchi sono impiegati nell'inscatolamento della carne, in altri campi alimentari e nel lavaggio delle auto.

Ma Dudi, che condivide un confortevole appartamento al piano terra con la sua famiglia, è tra i fortunati. Migliaia di lavoratori slovacchi e le loro famiglie sono arrivati a Glasgow nel 2004, quando il  loro paese si è unito alla UE. Molti sono rom - dall'est estremo della Slovacchia, che fuggono da persecuzioni ed esclusioni tra cui la disoccupazione.

La sfida posta ai servizi sociali dell'area sud di Glasgow è stata immensa. Le famiglie migranti hanno richiesto uno sforzo al NHS (Servizio Sanitario Nazionale) e alle scuole, oltre che alla polizia.

Attraverso accordi e collaborazioni molte di queste agenzie dicono che grandi progressi sono stati fatti nell'affrontare i problemi più seri. Ma altri ammoniscono che i rom slovacchi continuano a sovraccaricare riguardo gli slum abitativi e le agenzie di collocamento.

Per paradosso, quando un gruppo pone domande dirette ai servizi locali, i rom tendono ad essere profondamente sospettosi delle autorità ed hanno basse aspettative di aiuto sociale. Ma portano significanti problemi speciali. Per contrasto, ad esempio, gli immigranti polacchi - che tendono ad essere ben organizzati e i cui numeri includono interlocutori di lingua inglese - i rom  slovacchi sono esclusi dalla casa [...] La maggior parte delle agenzie hanno lottato per comunicare con loro e la traduzione rimane il problema più grande.

Diverse agenzie hanno fatto stime differenti sul numero degli arrivati, la cui cifra oscilla dai 1000 ai 3000 individui o forse più. Molti abitano in case affittate privatamente, spesso di dubbia qualità - una situazione esacerbata dal sovraffollamento. In situazioni limite si sono incontrate famiglie di 14 persone in appartamenti a due stanze ed altri che ospitano tre famiglie in un unico spazio. Questo crea problemi in particolare con i servizi sanitari ed i rifiuti.

Anche se di bassa qualità, la casa non è economica. Qualcuno paga sino a 650 sterline al mese per un appartamento base, e queste case sono spesso legate a disoccupazione, con la sistemazione ritirata se il lavoro manca.

Anna Lear, direttrice della Govanhill Housing Association, è allarmata dalla mancanza di politiche sulle condizioni degli immigrati slovacchi. La sua organizzazione ha rinnovato circa 2000 proprietà abitative nell'area, teme che molto lavoro andrebbe perso a causa del deterioramento delle proprietà.

Quest'associazione sta portando avanti una dettagliata ricerca su uno delle quattro strade chiave che forniscono alloggio a molti dei migranti slovacchi, in un quadrato costituito da Calder Street, Dixon Avenue, Westmoreland Street e Annette Street. Sono incluse proprietà davvero povere. Dice Lear: "Abbiamo nuovamente scene di povertà comparabili agli slums degli anni '60".

"In certe case le condizioni sono terribili. La gente continua a pagare 650 sterline al mese per un appartamento con blatte, ratti, insetti o deve si deve cucinare con un fornellino a gas.

Non c'è niente di nuovo, fa notare. Le condizioni erano molto dure prima degli ultimi arrivi. "Abbiamo contato 600 appartamenti sfitti nell'area. I problemi non sono nuovi, ma il cambio della popolazione rendono tutto più difficile."

La popolazione base di Govanhill è di circa 10.000. Così, a seconda che siano qui 1000, 1500 o 2000 rom slovacchi, c'è una crescita tra il 10% e il 20%. Fa notare che "Se avessimo il 20% d'aumento nell'uso della scuola, lavoro sociale, casa e così via, ci sarebbero le possibilità di fare pressione." Ma è la casa l'elemento chiave: "Vorremmo vedere i governi locali e centrali impegnarsi per ammodernare le rimanenti proprietà."

Basta dare un occhio ai due lati di Allison Street, la via pubblica principale di Govanhill, per scoprire le condizioni degli edifici. Una finestra si apre al cielo, con la pioggia che cade sulle scale ed un gruppo di piccioni vi staziona. Gran parte della scala è coperta di escrementi d'uccelli.

Mucchi di rifiuti, confezioni di giocattoli e tubi che escono dal suolo non sono rari nelle corti interne. Qualcosa o qualcuno ha fracassato le finestre, con le inferriate della scala tagliate e "fissate" con compensato. Altri hanno messo un avviso comunale sulla presenza di veleno per ratti.

Gli slovacchi condividono gli spazi con alcuni residenti locali meno desiderabili. I graffiti indicano il mari di aghi scartati probabilmente lasciati da alcune persone indigene.

Il consiglio ha difficoltà nell'affrontare il sovraccarico dei residenti che, per paura di perdere le loro case, colluderanno spesso con i proprietari nel fornire dati imprecisi [...]

Lentamente si affrontano i problemi di comunicazione. La Govanhill Housing Association ha ingaggiato uno studente slovacco dell'Università di Glasgow per sviluppare il lavoro. Nel frattempo, altre due slovacche, Lydia Zelmanova e Marcela Adamova, sono stati impiegati da Oxfam e dalla Glasgow Braendam Link per aiutare le famiglie migranti nell'accedere ai servizi e offrire loro aiuto per l'emergenza. Anche se Zelmanova è tornata in Slovacchia il mese scorso, le posizioni sono state formalizzate e la Community Health Care Partnership ha assunto la direzione dei lavori, impiegata da NHS e il suo rimpiazzo è in divenire.

Prima di lasciare, Zelmanova ha detto a The Herald che le lacune nel sistema stavano conducendo alla frode e allo sfruttamento. Anche se gli interventi sono principalmente intesi per affiancare i servizi sociali e sanitari, la maggior parte degli interventi richiesti riguarda il  lavoro. Dice: "La gente pagherà per ottenere il lavoro per diverse settimane, ma allora non ce ne sarà più. E' stato detto loro che se desiderano un secondo lavoro debbano pagare £50-200."

Zelmanova aggiunge quanto le frodi fossero comuni. I lavoratori la cui occupazione termina sono rimandati a casa, dice, mentre alcune bande di malavitosi continuano ad esigere i benefici quali gli accreditamenti di imposta sui figli. Adamova ha detto che parecchi casi sono stati segnalati all'autorità.

Dicono i lavoratori slovacchi che questi problemi vengono affrontati dando lezioni di inglese, così che siano meno dipendenti dai loro sfruttatori. Questi corsi sono offerti, ma la richiesta supera l'offerta.

Adamova dice che pure la sistemazione è un problema arduo da affrontare, parzialmente perché i migranti tollerano condizioni peggiori dei locali. "Molto slovacchi non direbbero di vivere in sovraffollamento, perché per noi è comune da tre generazioni vivere in due stanze."

D'altra parte, i lavoratori credono che i proprietari siano degli sfruttatori. Molti non hanno contratto d'affitto e le somme richieste sono alte. "Se termina il lavoro, l'agenzia non pagherà l'affitto," spiega Adamova. "Per terminare, abbiamo degli homeless."

Mike Dailly, della Govan Law Centre, dice che finché non ci sono soluzioni complessive, la legge dovrebbe essere in grado di fornire una vita migliore ai lavoratori migranti. Questo è il motivo per cui si srta progettando un centro legale a Govanhill, dice."Gli avvocati non hanno tutte le soluzioni ma la gente ha i suoi diritti."

C'è molta manipolazione ed i Rom stanno tollerando le condizioni degli slums. Molta gente è cosciente dei limiti dei problemi. Sono membri di un'etnia che negli anni è stata un capro espiatorio e non vogliamo che questo succeda a Glasgow.

I programmi per il centro legale hanno una solida base e potrebbe essere in servizio in una coppia dei mesi se si potesse assicurare un contributo finanziario sufficiente.

Spiega Dailly che se il centro aiuterà i migranti slovacchi, sarà comunque a disposizione per chiunque abiti l'area. "Srà er chiunque secondo i nostri criteri si trovi in stato di necessità." Questo approccio dovrebbe mitigare le tensioni sociali, ragiona Dailly.

Una delle sfide per la polizia è data dagli atteggiamenti sociali differenti dei rom e degli altri residenti di Govanhill. In particolare, molte delle famiglie slovacche gradiscono riunirsi sulle vie nella prima sera e più tardi nella notte, non causando danni ma disturbando altri residenti.

Tutte queste cose assieme creano tensioni sociali e dividono la gente," dice Dailly. "La comunità può declinare se non è indirizzata."

By STEPHEN NAYSMITH, Society Editor