Da
Vita
di Sara De Carli (s.decarli@vita.it)
21/01/2008
Apre domani a Roma la Conferenza europea sulla popolazione rom. Una
"prima volta" per l'Italia, un evento di cui si parla dall'estate scorsa e che
nel corso dei mesi si è caricato tanto di attese quanto dei toni dell'emergenza.
Cristina De Luca (sottosegretario alla Solidarietà sociale) la presenta
come una Conferenza che avrà sì un focus sulla Romania, «ma che mira a
tenere assieme tutti gli aspetti e a riunire tutti gli attori, perché non c'è
sicurezza senza integrazione. Ci aspettiamo anche indicazioni concrete per
capire dove investire più risorse». Marcella Lucidi (sottosegretario
all'Interno) spiega che individuare rappresentanti rom non è facile, ma precisa
che «la Conferenza è un'occasione per fare proposte. Speriamo che questa sia la
Conferenza dei fatti, non delle polemiche».
Già, perché la Conferenza è nata sotto il segno delle polemiche. È critico
Massimo Converso, presidente di Opera Nomadi: «La Conferenza è prematura,
inutile e demagogica: sarebbe stato meglio aspettare i dati dell'indagine
promossa dal tavolo interministeriale, che entro sei mesi farà la prima
rilevazione nazionale della presenza di rom e sinti». Ma come, e la ricerca che
presenterà il professor Mannheimer? «Quella è solo una ricerca sugli
atteggiamenti razzisti degli italiani nei confronti dei rom, nulla che non
sappiamo già». Critico era stato anche Carlo Berini, membro di Sucar Drom
e del coordinamento Rom e sinti insieme: il punto più caldo era quello della
scarsa partecipazione di rom e sinti. Sapete infatti quanti rom sono stati
invitati? Cinque. Ci saranno Dana Varga, consigliere personale del primo
ministro romeno per i rom; Rudko Kawczynski, presidente del Forum europeo rom e
camminanti; Andrzej Mirga, dell'Osce; Alexian Santino Spinelli, docente
universitario e musicista, che presenterà una mostra sul porrajmos e Ceija
Stojka, reduce di Auschwitz. Certo, ci saranno i membri delle associazioni
impegnate contro la discriminazione dei rom (sia rom che non), che
parteciperanno ai panel su scuola, casa e diritti, ma interventi di rom da
programma non sono previsti nelle tavole rotonde, dove il dibattito sarà più
concreto: quella con governatori, sindaci e prefetti (con Gad Lerner) e quella
di respiro europeo (con Gianni Riotta).
Carlo Berini tuttavia, dopo l'intervista alla Lucidi pubblicata su Vita, ha
ridimensionato i suoi dubbi, convinto anche dal fatto il Consiglio d'Europa –
che in un primo momento voleva disertare l'evento – ha aderito nella persona di
Alexander Vladychenko. Per don Massimo Mapelli, della Casa della Carità,
la Conferenza sarà l'occasione «per uscire dalla logica dell'emergenza.
Fondamentale in questo senso la presenza di personalità europee», mentre per
Carla Osella, presidente di Aizo, bisognerà «evitare di focalizzarsi solo su
rom romeni e sicurezza». Per lei l'obiettivo sono i nuovi fondi per i progetti
promossi dal ministero della Solidarietà sociale (già stanziati 5 milioni di
euro) e il riconoscimento dei rom come minoranza etnica. A rassicurare tutti
sono i sottosegretari coinvolti. Entusiasti gli intellettuali rom e sinti:
Eva Rizzin, di OsservAzione, dottore di ricerca in geopolitica e
geostrategia e Alexian Santino Spinelli vedono nella Conferenza la prima
occasione data dal Governo per una reale partecipazione dei rom e sinti. Resta
critico invece Radames Gabrielli, presidente di Nevo Drom: «il Governo
non ci interpella perché vuole trovare solamente dei Sinti e Rom che abbiano una
laurea o un diploma. Rari da trovare per svariati motivi». Lui ha la quinta
elementare, precisa, ma è presidente di un'associazione fatta dagli stessi rom e
sinti. Perché lui a Roma non è stato invitato?
Segui il dibattito su Vita:
Conferenza sui rom: Marcella Lucidi risponde alle polemiche
Conferenza sui Rom: le associazioni ora promuovono il Governo
Conferenza su Rom: vengo anch'io, che ho la V elementare
Rom in Italia: un
report critico spedito alle Nazioni Unite