Ricevo da Maria Grazia Dicati
Villafranca Padovana : Una cosa è certa : la famiglia di etnia rom che da
oltre due anni vive in una roulotte parcheggiata nel terreno della parrocchia di
Ronchi di Campanile, con il consenso del parroco don Antonio Bigolin, non ha
alcuna probabilità di ottenere la residenza nel Comune di Villafranca
Padovana.
La richiesta avanzata dal sacerdote un mese fa di concedere la residenza ai sei
componenti della famiglia rom (padre, madre e quattro figli) è stata respinta
proprio in questi giorni dall'amministrazione comunale.
Alla base del "no" c'è la mancanza dei requisiti fondamentali previsti dalla
legge. E per farlo non c'è stato bisogno della famosa ordinanza antisbandati
promossa dal sindaco di Cittadella Massimo Bitonci, che a Villafranca non è
stata adotta, ma è bastato applicare le leggi esistenti.
«Proprio venerdì è stata firmata un'ordinanza di diniego della residenza, perché
non ci sono i presupposti di legge per concederla - dice in merito alla vicenda
il vicesindaco di Villafranca, Giuseppe Conte - Quella di Ronchi è una
situazione ormai diventata insostenibile. Abbiamo avuto anche un incontro con
don Antonio, dove abbiamo cercato di fargli capire che comprendiamo il suo senso
di carità, ma che non è il caso di andare oltre con questa situazione. Lo
abbiamo invitato ad allontanare i rom dal terreno della canonica. Non solo per
non continuare ad alimentare i malumori e i problemi che da tempo lamentano i
cittadini. Ma anche per salvaguardare l'incolumità stessa del sacerdote, che già
in qualche occasione è stata messa a rischio». Lui però non ha dato ascolto agli
amministratori e ha continuato dritto per la sua strada.
Tensione anche fra il consiglio pastorale e don Antonio Bigolin, parroco di
Ronchi di Campanile, Neppure il parroco fa mistero del fatto che questo suo
spirito di carità non sia totalmente condiviso dal consiglio pastorale; i membri
del consiglio vorrebbe infatti che don Antonio si impegnasse anche in altre
forme di carità.
Una vicenda che ha portato a Ronchi di Campanile anche due inviati della Curia
che ieri mattina hanno fatto visita al parroco, come lui stesso ha confermato,
per affrontare il problema.
"In modo sereno abbiamo parlato della situazione - ha detto don Antonio -, hanno
appoggiato questo mio impegno di carità e si sta concordando il modo più
opportuno per spiegare alla comunità questo impegno e il mondo dei rom. Il
consiglio pastorale non è d'accordo con quello che faccio, voglio ricordare che
per questo non vengono toccati i soldi della parrocchia".
Sul fronte della richiesta della residenza per la famiglia rom, avanzata dal
sacerdote un mese fa in Comune, don Antonio ha precisato: "Mi è stato detto dal
sindaco che non ci sono i requisiti per concedere la residenza, i bambini vanno
a scuola e il papà sta cercando lavoro e una volta che l'avrà trovato se ne
riparlerà.
Non fanno accattonaggio, stanno cercando di sistemarsi"
«Il capofamiglia sta cercando lavoro - ha detto il sacerdote - abbiamo stilato
un curriculum, ma non è facile trovare. Tre dei quattro bambini vanno a scuola.
Non è vero che creano confusione, me lo hanno confermato le insegnanti. Sono
persone rispettose che hanno bisogno di aiuto e quello che faccio per loro non
lo faccio con i soldi della parrocchia come qualcuno insinua».
Barbara Buretta