Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 05/07/2005 @ 23:59:00, in Europa, visitato 5417 volte)
In un post recente è saltato fuori il nome di Soros...
personaggio che ogni tanto emerge in queste cronache. Rispolverato dall'archivio
di Pirori:
George Soros è conosciuto nel mondo occidentale come un finanziere americano d'assalto, che verso la metà degli anni '90 diede origine a un memorabile crack borsistico.
Negli ultimi 10 anni, ha finanziato direttamente o tramite fondazioni, tutta una serie di iniziative rivolte all'Europa dell'Est, al Medio Oriente e all'America Centrale e Meridionale. Tra l'altro, anche radio, corsi scolastici, siti internet gestiti da OnG Romani. Qualcuno, dice anche partiti...
Capitalista selvaggio o filantropo?
Un circostanziato atto di accusa lo reperite qui:
George
Soros: Mago imperiale e agente doppio?
Sta di fatto che buona parte del materiale estero che traduco, mi arriva da organismi Rom che sono finanziati dalla fondazione Soros.
Per capire qualcosa di +, potete vedere il video preparato da Radio Rota, dove Soros e i suoi collaboratori illustrano la propria attività
(english only)
Video 256:
http://medorek.ecn.cz:8080/ramgen/radiorota/2003/decadeofroma/roma1.rm
Video ISDN:
http://medorek.ecn.cz:8080/ramgen/radiorota/2003/decadeofroma/romauuisdn.rm
(necessita di RealPlayer - scaricabile gratuitamente da
http://italy.real.com/freeplayer_r1p.html)
Direte, troppo comodo trincerarsi dietro i giudizi altrui. Metti caso che a qualcuno interessasse come la penso:
- se fossero veri metà dei pregiudizi che la gente ha sugli zingari, non ci vedrei niente di male che qualcuno insegnasse finalmente loro come si ruba senza finire al gabbio. Anzi: MAX RESPECT
- a ogni Rom che si rispetta è capitato nella sua vita di incontrare il classico idealista di sinistra (o magari cattolico), invece dell'amministratore pubblico scandalizzati che nella ricchezza occidentale ci fosse chi viveva ancora con standard medievali... INACCETTABILE! Qualche volta si è collaborato perché la situazione cambiasse, spesso (senza dare la colpa a nessuno) ci si è persi di vista quando le eccessive differenze spaventavano.
Soros però ha portato 2 novità: i soldi e sbocchi professionali qualificati, a chi i soldi li rispetta ma (quando va bene) il massimo del lavoro è la bassa manovalanza.
- Abituati da secoli ad essere chiamati in causa e poi abbandonati, i Rom lo sanno di essere parte in gioco nella partita che nell'Est Europa stanno giocando Europa e Stati Uniti. Ormai alla disperazione, cacciati in Occidente da un nuovo olocausto (e in Occidente costretti all'illegalità o rinchiusi nei campi di raccolta per clandestini), prendono quel che possono (anche dal diavolo in persona) e in silenzio, mostrano che si può progredire se qualcuno offre loro l'opportunità.
Di Fabrizio (del 04/07/2005 @ 18:19:10, in Europa, visitato 4400 volte)
Intervista alla radio tedesca su Deutschlandfunk
- 29/06/05. Riportata su: Roma_Benelux
Rom mendicanti: "Famiglie poverissime che
vogliono credere ai miracoli" (Bild: AP)
- Il business della povertà
- con false promesse i trafficanti attraggono in Occidente i bambini
dall'Europa dell'Est
In Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria centinaia di migliaia di Rom
vivono in situazione di povertà, senza assistenza medica, riscaldamento o acqua
corrente. La vita di ogni giorno è segnata dall'aperta discriminazione, alti
tassi di disoccupazione, mancanza di scolarizzazione e di possibilità di
sviluppo. Le organizzazioni criminali approfittano del desiderio di una vita
migliore. Il rapporto di Christiane Feller da Bruxelles.
Frida Uyttebrouck è nuovamente di pattuglia. Da anni assieme a due colleghi
questa poliziotta controlla che tutto sia in ordine nelle strade del centro di
Bruxelles. Una donna con accanto un bambino piccolo è seduta sul ciglio del
marciapiedi.. Stendono la mano. Gentilmente i poliziotti chiedono i documenti.
Quelli della donna sono a posto. Ma quel bambino di tre anni, le dice la
poliziotta, dovrebbe essere al nido d'infanzia e non a mendicare per strada.
Madri mendicanti con i figli di dodici anni, arrivate nell'Unione Europea a
guadagnarsi il pane pulendo i vetri delle macchine agli incroci di Bruxelles,
sono comuni in tutte le grandi città. Ma quello che i guidatori vedono con
disturbo, è una vera pena per Valeriu Nicolae, Rom:
"Molti bambini scappano da casa, da condizioni di povertà estrema
che non sono in grado di sopportare. Qualcuno ha subito violenza, o i loro padri
sono alcolizzati. Arrivano nelle grandi città della Romania, Slovacchia, Bulgaria
e Moldavia (vedi NDR).
Anche lì le loro condizioni sono misere. L'Occidente sembra loro il paradiso. I
criminali lo sanno."
Europol, la polizia europea dell'Aia, preferisce mantenere il silenzio sulla
natura di queste bande. Ma si da per certo negli uffici dell'Organizzazione dei
Migranti (OIM) a Bruxelles: i Rom di solito non sono i colpevoli, ma le
vittime di questi crimini.
Valeriu Nicolae, 35 anni, è lui stesso nato in una povera famiglia Rom della
Romania. Ma ha avuto la fortuna di poter studiare grazie ad una borsa di studio:
"Anch'io sono cresciuto accanto ad una discarica, ho frequentato le
scuole differenziali e parlavo il rumeno a fatica. Poi mi fecero un test di
intelligenza e scoprirono che non ero affatto stupido". Da circa due
anni Valeriu Nicolae è a capo di ERIO, European Roma Information Office
di Bruxelles. Il compito di questa organizzazione è di funzionare come lobby,
bussando alle porte degli uffici dell'Unione, ai parlamentari e alle autorità
del Belgio, e portare testimonianza sui problemi del suo popolo, in particolare
dei bambini. Nicolae descrive così i metodi di lavoro delle bande criminali:
"Vanno dalle famiglie e dicono loro: Ci cureremo dei bambini e vi
faremo avere tanto denaro. Comprano i bambini per 100 $. Poi dicono che i loro
figli studieranno francese e vivranno in case bellissime. Mostrano delle
fotografie e concludono dicendo che loro figlio sarà di ritorno tra un anno.
Chi è alla miseria, vuole credere ai miracoli."
Chi si è occupata di questa situazione è Roeli Post. La Commissaria EU si
è recata ben 43 volte in Romania negli ultimi sei anni. Nei ghetti rumeni, la
donna olandese ha detto di aver trovato condizioni neanche da terzo, ma da
quarto mondo. La povertà da un lato è un grave problema per i Rom, dice Roeli,
e nel contempo un lucroso affare per le bande criminali di tutta Europa: "Direi
che il Belgio è soprattutto un paese di transito, dove i bambini arrivano per
essere smistati in altre nazioni, ad esempio, Francia, Italia o Austria. Mi
sembra che sia un problema europeo e non specificamente belga."
Le radici della mendicità dei Rom, la loro povertà e mancanza di
prospettive, sono analizzate in un rapporto della George Soros Foundation.
Assieme alla Banca Mondiale ha lanciato "Il decennio dell'inclusione dei
Rom, dal 2005 al 2015"., un percorso di inclusione per otto paesi
dell'Europa centrale e orientale finanziato anche dalla Commissione Europea: Bruxelles
intende investire 30 milioni di Euro per combattere la povertà nei ghetti, che Kósáne Kovács,
ex ministra ungherese dell'Educazione, membro del Parlamento Europeo e Rom lei
stessa, definisce peggiori di quelle dell'Africa.
Non sono solo le gang criminali a sfruttare la povertà. Racconta ancora
Valeriu Nicolae che a volte nei ghetti si presenta qualcuno che offre tra 5.000
e 20.000 Euro per un fegato o un rene. Il peggio, termina Nicolae, è che spesso
si trova qualcuno disposto a vendere il proprio rene.
© 2005
Approfondimenti:
Luci e ombre sul decennio dei Rom:
Di Fabrizio (del 03/07/2005 @ 12:19:38, in Europa, visitato 2220 volte)
Source:
- European Court of Human Rights (press release), France - 30 Jun 2005 - 365 30.6.2005
La Corte Europea dei Diritti Umani (Strasburgo) si riunirà il 6 luglio alle 14.00 per esaminare un ricorso contro lo stato di Bulgaria.
Il caso riguarda l'uccisione di Kuncho Angelov e di Kiril Petkov (entrambe di 21 anni) da parte della polizia militare durante un tentativo di arresto. Entrambe erano arruolati nell'esercito. Furono arrestati all'inizio del 1996 per ripetute assenze giustificate e adibiti alla costruzione di appartamenti e altri progetti civili.
Il 15 luglio 1996 evasero rifugiandosi a casa della nonna di Angelov. Entrambe erano disarmati. Il comando militare, identificato dove i due avrebbero potuto nascondersi, inviò una squadra per procedere al loro arresto. Avendo precedenti per furto, i militari furono istruiti di far uso delle armi se ci fossero stati tentativi di fuga.
Durante l'operazione, Angelov e Petkov furono colpiti da diversi colpi di arma da fuoco. Feriti e portati all'ospedale di Vrasta, vi arrivarono già morti. I colpi erano entrati alla schiena, durante il loro tentativo di fuga.
Testimoni oculari dicono che anche dei bambini hanno corso il rischio di essere colpiti. ma alle loro rimostranze, i genitori si sono trovati le armi puntate addosso.
Fonte: Roma_Rights
Di Fabrizio (del 02/07/2005 @ 19:07:57, in Europa, visitato 2071 volte)
Da: The Scotsman
Thu 30 Jun 2005 - 9:06am (UK)
By Brian Farmer, PA
Richard Howitt, parlamentare laburista britannico e incaricato del parlamento europeo per le regioni
orientali, ha espresso il proprio disappunto per la decisione del Ministero degli Interni di rimpatriare Elton Ismaili, 19 anni, richiedente asilo dl Kossovo e arrivato in Gran Bretagna cinque anni fa.
Ismaili aveva abbandonato il proprio villaggio dopo che era stato bombardato e che i suoi genitori e
fratelli erano stati uccisi. Caricato su un camion da uno zio, in Inghilterra era stato accolto da parenti ed era in grado di garantire la sua personale indipendenza. Ora è trattenuto presso il centro di immigrazione vicino a Heathrow per essere rimpatriato.
Gruppo Kosovo_Roma_News
Di Fabrizio (del 26/06/2005 @ 01:29:12, in Europa, visitato 2493 volte)
Fonti:
- Secondo l'agenzia cinese Xinhua la Germania starebbe provvedendo al rimpatrio forzato non solo dei richiedenti asilo dal Kossovo, ma anche di profughi dall'Iraq e dall'Afghanistan
- L'agenzia Tanjug ha organizzato una conferenza stampa (il testo in inglese QUI). Presentato il film "Senza una Casa, Senza un Tomba" del giornalista Azir Jasari di Pristina.
Bekim Syla, del Centro Documentazione dei Rom ed Ashkali e Bashkim Ibishi, membro del Kosovo and Ashkali Forum, hanno incontrato il rappresentante ONU per i Rifugiati e i Dispersi Interni. Hanno espresso la loro forte contrarietà all'accordo siglato tra l'UNMIK e il governo tedesco, definendolo un esperimento condotto sulla pelle di chi non si può difendere. Invitano quanti abbiano a cuore la sorte di queste persone, a firmare l'appello online su: http://www.sivola.net/download/kossovo.htm (QUI l'elenco dei firmatari) A sua volta, Walter Kalin, il rappresentante ONU, ha ricordato che un consistente numero di rifugiati interni sono tuttora costretti in campi sosta improvvisati, senza nessuno che voglia prendersi cura della loro situazione.
- Secondo la BBC (che riporta KosovaLive) Il responsabile della missione UNMIK, Soeren Jessen-Petersen, assieme al Primo Ministro Kossovaro Bajram Kosumi, hanno affermato che il ritorno dei profughi (particolarmente i Serbi) è una priorità della loro agenda politica, e che si impegneranno a garantire la loro sicurezza.
- Lunedì 27 giugno al Parlamento Europeo a Bruxelles si terrà un'iniziativa pubblica, promossa dal gruppo dei Verdi, a cui interverranno rappresentanti del Forum dei Rom, dell'ERRC e dell'Agenzia per il Ritorno dei Rifugiati.
Quadri per il Kossovo Vendita benefica delle tele di Ilanna Mandel a favore delle famiglie in Kossovo che vivono nei campi profughi in aree tossiche. Contattare per email: ISMandel@telus.net
Sulla situazione in Kossovo:
Di Fabrizio (del 23/06/2005 @ 15:05:54, in Europa, visitato 4423 volte)
Da Osservatorio sui Balcani
Bulgaria: un nazionalismo di sinistra? 23.06.2005
"Bulgari riconquistiamoci la Bulgaria". Lo slogan è di ATAKA, coalizione patriottico-nazionalista che i sondaggi danno al 2,4% alle imminenti elezioni politiche. Vogliono ripulire la Bulgaria dagli zingari, uscire dalla NATO, ritirarsi dall'Iraq e si dichiarano "contro" gli omosessuali, i turchi e l'imperialismo americano
Di Panajot Angarev – Dnevnik Selezionato e tradotto a cura di Bulgaria-Italia
13 giugno, quartiere "Krasna poljana", Sofia. La sala della biblioteca locale "Cirillo e Metodio" è gremita di persone anziane, che aspettano l'incontro con i leader della nuova coalizione "Ataka".
Il locale è tappezzato di manifesti con l'immagine del suo leader, il giornalista Volen Siderov, il quale, con uno sguardo severo, richiama: "Bulgari, riconquistiamoci la Bulgaria". La scelta del posto dell'incontro non deve essere casuale.
Solo ad un centinaio di metri dalla biblioteca inizia il quartiere rom "Fakulteta". Dall'altra parte nell'adiacente Zapaden park, invece, si trova il quartiere "Zaharna fabrika", diventato famoso per lo scontro tra bulgari e rom.
A cinque minuti dall'inizio, accompagnati da esclamazioni "Bravo", da applausi e baci virtuali, nella piccola sala entrano con passo deciso Siderov, l'ex presidente di SDS Petar Beron, l'ex deputato di NSDV Stela Bankova e il leader del Partito Nazional-patriottico Bulgaro (BNPP) Petar Manolov.
Questi sono i leader della coalizione, definita dai sociologi come la possibile sorpresa delle elezioni.
Secondo MBMD, a due settimane dalle elezioni, il 2,7% dei bulgari voterebbero per "Ataka". L'agenzia "Alfa Research" da un 1,6%, mentre NZIOM definisce la coalizione come una delle quattro al limite della barriera del 4%.
L'elettorato di "Ataka", secondo i sociologi, è caratterizzato da una cattiva condizione materiale e sociale, bassa istruzione, da una forte rabbia sociale e predisposizioni estremamente negative verso i partiti esistenti.
"Ataka" dichiara come obiettivi comuni la Bulgaria mononazionale, la lotta alla criminalità zingara e al narcotraffico, l'uscita dalla NATO, dall' Iraq, dal FMI e dalla Banca Mondiale; la rinegoziazione dei capitoli chiusi con la UE; l'annullamento del contratto di chiusura della centrale atomica AEZ "Kozludui"; la revisione dei contratti di privatizzazione; il passaggio della produzione, del commercio e delle banche in mani bulgare; la confisca dei patrimoni illegalmente acquisiti; un processo ai traditori della Patria.
Nazionalismo, patriottismo, giusta vendetta - "L"Ataka" si pone l'obiettivo strategico di essere presente in Bulgaria. Tali partiti esistono in tutti i paesi europei. Noi siamo un'organizzazione patriottica e nazionalistica. Non dobbiamo temere una tale definizione", dichiara agli ascoltatori il leader Volen Siderov.
Secondo lui, il nazionalista è colui che ama estremamente la sua Patria. "Ataka è una formazione che disturba perché chiede vendetta, chiede revisione, chiede l'espropriazione dei beni del Re che non sono mai stati suoi", dichiara ancora Siderov.
"In Bulgaria la gente vive sotto il terrore degli zingari, in assenza di sanzioni. Il potere ha abdicato. Questa è una discriminazione contro i bulgari in Bulgaria alla quale va posto fine", continua il leader sotto le approvazioni dei presenti.
Dalle sue parole risulta chiaro che i colpevoli dell'attuale situazione in Bulgaria sono i partiti che governano dal 1997 ed i loro partner. Siderov non menziona BSP, il che lascia pensare che BSP faccia eccezione.
"Noi dobbiamo tenere lontani dal potere i partiti etnici e separatisti", dice ancora il leader. Secondo lui, l'ex commissario per l'allargamento dell'UE, Gunter Ferhoigen) è "quel buffone con la specifica faccia da pedofilo" – definizione approvata a risate dai presenti.
Secondo le parole di Petar Beron, invece, "Ataka", della quale è vice-presidente, non è contro gli zingari ma contro la "zigania" (termine dispregiativo usato in gergo per riferirsi alla miseria e al disordine, ndr). "Noi non siamo contro i turchi, siamo contro un ministro che chiama i suoi dipendenti "gjaur" (termine che deriva dal turco per indicare gli infedeli, ndr). Siamo contro i tentativi del Comitato mondiale ebreo di governare il Ministero degli Esteri bulgaro", aggiunge.
Lui ritiene che finora si è taciuto sulla coalizione perché i suoi oppositori cercavano di nasconderla, mentre ormai sono spaventati dalla probabilità che la nuova formazione possa entrare a far parte del Parlamento.
Petar Beron è categorico che alle elezioni "Ataka" prenderà tra 7 e 9 % dei voti. E' per questo che i media ci rappresentano come fascistoidi, spiega Beron.
Più moderata nelle dichiarazioni è Stela Bankova grazie alla sua esperienza politica, accumulata nel Parlamento. Lei fu tra i deputati che votarono contro la ratifica dei trattati con la NATO e con la UE e contro la decisione di mandare dei soldati in Iraq.
Secondo lei, la Bulgaria si deve ritirare subito dall'Iraq, non deve permettere la disposizione delle basi americane militari sul nostro territorio e deve rifiutare la chiusura dei blocchi 3 e 4 della centrale nucleare "AEZ Kozludui".
L'origine di "Ataka" - La coalizione è stata costituita nel mese di maggio dal nuovo partito "Ataka", dall'Unione delle forze patriottiche e dei militari di riserva "Zashtita" (difesa), dal partito "Movimento nazionale per la salvezza della Patria", dal BNPP e dal circolo politico " Zora" (aurora). Questo è successo un mese dopo che Volen Siderov aveva creato l'omonimo partito.
In quella occasione ha dichiarato: "La riunione costitutiva mette le basi ad un movimento organizzato pro-bulgaro. Che cercherà di realizzare tutte le idee che io predico da anni: patriottismo e nazionalismo."
Oltre a Siderov, Beron e Bankova, della direzione della coalizione fanno parte anche il deputato della quota civica della coalizione "Per la Bulgaria" Ognian Saparev, il presidente di "Zashtita" Jordan Velichkov, il leader del partito "Movimento nazionale per la salvezza della Patria" Ilia Kirov, il capo redattore del giornale " Nova zora" Mincho Minchev, Stanislav Stanilov e Rumen Vodenicharov, Mincho Hristov e Ivan Antonov. Una buona parte tra di loro fa anche il capolista della formazione.
Fonti del Ministero dell'Interno hanno raccontato a "Dnevnik" che poco prima che si costituisse la coalizione, a Sofia si sono trovati a più riprese i rappresentanti di organizzazioni nazionalistiche nel tentativo di unificarsi in vista delle elezioni. Non è stato concluso nulla per via delle divergenze sulla conduzione della linea politica .
Nello stesso tempo anche Siderov fa appelli all'unificazione di tutte le forze nazionaliste in una coalizione. In una sua dichiarazione del febbraio 2005, che si trova nel suo sito - atakabg.com - , lui insiste sulla consolidamento dei nazionalisti, perché "senza una formazione patriottica nessuno degli attuali partiti cambierà la faccia e il proprio modo di svendersi e inginocchiarsi di fronte agli interessi altrui".
Professori, poeti e ex impiegati dei servizi segreti - alla base della coalizione - Secondo alcuni ex militari, il circolo politico "Zora" sarebbe il nucleo ideologico alla base di "Ataka". Il circolo è stato formato nell'area del giornale "Nova Zora", il quale si è assunto il ruolo di organo di partito della coalizione. Vengono pubblicate tutte le notizie, dichiarazioni e appelli della formazione.
Una parte dei membri del consiglio editoriale del giornale fanno anche parte del comitato promotore e del quartier preelettorale di "Ataka". Si tratta del capo redattore Mincho Minchev, famoso come il poeta ferroviere con alcuni libri pubblicati, ex capo redattore del settimanale "Voce del trasporto", Stanislav Stanilov e Rumen Vodenicharov – uno dei fondatori di SDS nel 1989, il quale nel 1992, insieme a Velko Valkanov, si presentò alle elezioni presidenziali per conto di BSP.
Del consiglio editoriale fanno anche parte Boncho Asenov – un vecchio impiegato dei servizi segreti, autore di libri dopo 1989 sull'operato dei servizi e il docente Nako Stefanov. Il docente è anche presidente del consiglio di controllo dell'associazione "Consiglio nazionale bulgaro per la pace" che pretende di essere un'organizzazione pacifista, fondata per lottare contro ogni azione militare.
Il suo presidente è Velko Valkanov, ex deputato della sinistra, leader della Unione antifascista bulgara, nata dalla Unione dei combattenti contro il fascismo e il capitalismo. Nel sito dell'Unione - bas-bg.org - si leggono dichiarazioni contro le basi militari degli USA in Bulgaria, testi sul nazismo e su Hitler, testi in difesa di Slobodan Miloshevich, testi contro il governo degli USA.
Altri due membri del consiglio editoriale – Venzislav Nachev, un letterato con varie pubblicazioni, e Marin Beloev, figurano nel consiglio pubblico dell'Unione Nazionale Patriottica "Patria". Fondata nel 2001, partono proprio da lì i primi passi del circolo politico "Zora", uno dei promotori dell'Unione.
Alle ultime elezioni parlamentari L'Unione ha sostenuto la coalizione "Patria e sinistra" promossa dai Verdi di Bulgaria e dal Club Politico "Ekoglasnost", che ha raccolto lo 0,48% dei voti. Nella dichiarazione costitutiva della Unione Nazionale Patriottica "Patria" si trovano ugualmente i termini "stato mononazionale, indipendenza nazionale, non adesione ai blocchi politico–militari, revisione delle privatizzazioni e annullamento dei contratti illeciti e svantaggiosi".
L'Unione "Zashtita" avrebbe un ruolo in "Ataka", anche se secondo ex ufficiali sarebbe solo una struttura vuota. A causa di divergenze interne della formazione, tanti dei suoi membri sono passati all'Unione della Dignità Nazionale "Granit" - granite.hit.bg -, diretta dal poeta Rumen Leonidov.
Forte affinità con l'Unione Nazionale Bulgara - Anche solo in una lettura di sfuggita dei testi di programma s'impone l'affinità di "Ataka" con l'Unione Bulgara Nazionale (bgns.net) di Boian Rassate, anche se lui non fa parte della coalizione.
Nel sito di "Ataka" c'è un link con la home page dell'Unione nazionale di Rassate. L'Unione è fondata prevalentemente da giovani ed è membro del Fronte Nazionale Europeo che unisce le organizzazioni nazionaliste del Vecchio continente.
La formazione si dichiara per "l'indipendenza dell'Europa", contro l'allargamento della UE all'Israele e alla Turchia, in difesa di un "nuovo ordine mondiale" contro l'imperialismo degli USA e contro gli omosessuali. Rappresentanti proprio di questa organizzazione hanno protestato il mese scorso contro i rom nel quartiere "Zaharna fabrika".
Secondo fonti ufficiose, ci sarebbe una tacita intesa di aiuto da parte dei membri dell'Unione Nazionale Bulgara ad "Ataka" per le elezioni riguardo i manifesti e il volantinaggio. Proprio i giovani di Rassate sarebbero gli agitatori di "Ataka" nei forum di Internet.
Dalla rete loro i fanno instancabilmente appelli a votare per "Ataka". E puniscono con epiteti spietati chiunque osi ricordare che nel Codice Penale c'è una esplicita disposizione che prevede fino a tre anni di reclusione per "istigazione all'odio razziale".
Finanziamento – tema tabù - Ci autofinanziamo, ci finanziamo anche con le donazioni di simpatizzanti, chiediamo alla gente di copiare i ritratti del leader e dei candidati. Questo sarebbe, secondo Stela Bankova, il lato finanziario della formazione politica.
"Ataka" non ha diritto a sovvenzioni perché finora non ha mai partecipato alle elezioni. E' vero che non dispone di messaggi elettorali sui media come gli altri partiti ma sul canale via cavo "SKAT" dalla mattina alla sera girano filmati su incontri e discorsi preelettorali di Volen Siderov.
Dogan: Questo è un tumore normale - "E' normale che in un paese ci sia un voto filonazionalista. Gruppi del genere sono sempre "anti", non hanno un'identità ed un programma, cercano sempre il nemico e il colpevole, ed è probabile che possano raccogliere qualche voto proprio sulla base della campagna negativa." Così si è espresso domenica scorsa Ahmed Dogan al quale è stato chiesto se c'è una frattura nel modello etnico bulgaro.
Secondo Dogan, tali processi ci sono sia in Austria, che in Francia. " Ma questo è un tumore normale che può essere estirpato, se la società decide di farlo" - ha concluso il leader di DPS (Movimento dei diritti e libertà, il partito che raccoglie gran parte dei voti della minoranza turca di Bulgaria, ndr) |
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Altre notizie
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Dalla mailing list Bulgarian_Roma
Bruxelles, 21 giugno 2005
Elezioni in Bulgaria: La partecipazione dei Rom può battere la discriminazione
Parlando dei problemi che si prospettano in Bulgaria sul rispetto dei diritti dei Rom, a due mesi dalla sigla dell'accordo sull'accesso alla UE, la parlamentare olandese Els de Groen del gruppo dei Verdi, ha fatto appello ai Rom e al parlamento per aumentare la partecipazione dei Rom alle prossime elezione del 25 giugno. Riportiamo:
"La Bulgaria oggi affronta una seria sfida per confermare i suoi progressi democratici e di essere pronta a far parte della UE su un piano paritario. Le elezioni rappresentano il simbolo più importante di sviluppo democratico e di come i cittadini rispettino la democrazia e si impegnino nel processo democratico. La UE vuole che la Bulgaria si impegni seriamente nello sviluppo del processo e dei criteri democratici."
De Groen continua:
"La partecipazione delle minoranze etniche alle elezioni è importante e necessaria nelle società democratiche, ma i principali partiti in Bulgaria contano un numero insignificante di candidati di origine Rom nelle loro liste."
"I partiti politici dovrebbero smettere di manipolare i Rom. Ci sono accuse di voti che sarebbero comprati con soldi o con alimenti. E' anche inaccettabile il risorgere di sentimenti antirom tanto nei principali gruppi politici che in quelli più estremisti."
"Fatti simili non sono compatibili con le risoluzioni del Parlamento Europeo sui Rom, che invece richiedono di aumentare la loro rappresentazione politica nei paesi candidati..."
"Il mio semplicissimo messaggio ai Rom è: ANDATE e VOTATE il giorno 25 perché dal vostro VOTO dipende la CAPACITA' di combattere la DISCRIMINAZIONE."
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Di Fabrizio (del 22/06/2005 @ 02:50:09, in Europa, visitato 2137 volte)
Il concorso televisivo "Czech Idols" è terminato domenica scorsa, con la vittoria del rocker Vlastimil Horvath, un ex carpentiere di 27 anni. Il fatto che Horvath sia di origini Rom, ha agitato le acque dei sociologi, convinti che la società ceca abbia un vero e proprio rifiuto verso la minoranza Rom. Telespettatori di ogni età, abituati a collegare ai Rom ogni peggior difetto, hanno contribuito con il loro voto alla vittoria di Vlastimil Horvath. Commenta Roman Kristof, esperto di problematiche Rom: "E' la conferma di ciò che ripeto da anni. Ad eccezione degli skinheads, la maggioranza della popolazione non è razzista nel senso del colore della pelle. I problemi con i Rom, per quanto riguarda l'opinione pubblica, sono di natura sociale e non etnica"
Mentre le discussioni vertevano sulla possibile integrazione dei Rom e sul superamento del classico razzismo imputato alla società maggioritaria, DZENO pubblicava una storia di diverso tenore, che in quei giorni era quasi passata inosservata:
L'Istituto Oncologico Masaryk di Brno spesso ospita raccolte d'arte ed esposizioni, per rallegrare la degenza dei ricoverati. Una mostra inaugurata lo scorso 2 giugno, comprendeva quadri di valore, che però il proprietario non si era premurato di assicurare. In seguito al ricovero di una donna Rom, il gallerista e la direzione dell'ospedale hanno concordemente sospeso la mostra sino alla dimissione della paziente, perché: "L'andirivieni dei parenti della paziente, avrebbe potuto anche causare confusioni e turbative"
Tra le voci più critiche contro la decisione dell'ospedale, quella di Jana Hrovathova, direttrice del Museo per la Cultura Rom di Brno.
Dalla mailing list Czech_Roma
Di Fabrizio (del 20/06/2005 @ 20:17:45, in Europa, visitato 2352 volte)
COMUNICATO STAMPA
'ANCHE I RICHIEDENTI ASILO E I MIGRANTI HANNO DIRITTI': RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SUI CPTA IN ITALIA
L'Italia sottopone a detenzione un numero sempre crescente di richiedenti asilo, in violazione degli standard del diritto internazionale dei rifugiati. Nel suo ultimo rapporto, Presenza temporanea, diritti permanenti, presentato oggi a Roma, Amnesty International rivela una serie di violazioni dei diritti umani cui i cittadini stranieri vengono sottoposti durante la detenzione nei Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta), ed esprime preoccupazione circa la possibilita' che problemi simili possano verificarsi anche nei centri di identificazione.
'La detenzione e' una sanzione estrema per le persone che non hanno commesso alcun illecito penale. I richiedenti asilo possono essere detenuti soltanto in circostanze eccezionali, come prescritto dagli standard internazionali', si legge nel rapporto. 'Similmente, la detenzione dei migranti entrati o presenti in Italia senza autorizzazione andrebbe applicata soltanto nelle circostanze previste dalla legge, e conformemente ai principi internazionali dei diritti umani'.
Ogni anno l'Italia espelle o rifiuta l'ingresso a migliaia di cittadini stranieri, alcuni dei quali richiedenti asilo, sulla base del loro tentato o effettivo ingresso illegale o soggiorno irregolare.
Nell'attesa dell'espulsione, molte di queste persone sono detenute nei Cpta, a volte anche fino a 60 giorni.
La legislazione entrata in vigore due mesi fa consente la detenzione della maggior parte dei richiedenti asilo in 'centri di identificazione' mentre le loro richieste di asilo vengono esaminate con una procedura accelerata.
Il rapporto contiene dettagliate denunce secondo cui persone detenute nei Cpta sono state sottoposte ad aggressioni fisiche da parte di agenti delle forze dell'ordine e del personale di sorveglianza e alla somministrazione eccessiva e abusiva di sedativi e tranquillanti. Molte persone incontrano difficolta' nell'accedere alla consulenza di esperti,
necessaria a contestare la legalita' della loro detenzione e del relativo ordine di espulsione. La tensione nei centri e' alta, con frequenti proteste, inclusi tentativi di fuga e alti livelli di autolesionismo. I centri sono spesso sovraffollati, con strutture inadeguate, condizioni di vita contrarie alle norme dell'igiene e cure mediche non soddisfacenti.
Gli Stati detengono la potesta' di controllare l'ingresso, il soggiorno e l'espulsione dei cittadini stranieri dal proprio territorio.
Essa, tuttavia, deve essere esercitata nel rispetto delle leggi e degli standard internazionali in materia di diritti umani e di diritti dei rifugiati. L'esercizio della sovranita' statale non puo' avvenire a scapito dei diritti umani fondamentali dei richiedenti asilo e dei migranti, qualunque sia il loro status giuridico.
Vi e' una crescente restrizione dell'accesso ai Cpta e le richieste avanzate da Amnesty International sono state sinora rifiutate.
Per quanto non sia possibile confermare la totale veridicita' di tutte le denunce concernenti i centri, queste sono rese credibili dal loro numero, coerenza e regolarita', e dalle conclusioni degli organismi intergovernativi e di serie organizzazioni non governative nazionali e internazionali.
Molte persone nei Cpta incontrano difficolta' nell'accedere alla procedura di asilo, con il conseguente rinvio in paesi dove sono a rischio di gravi violazioni dei diritti umani. Durante l'ultimo anno, piu' volte l'Italia ha espulso interi gruppi di persone detenute dopo essere giunte via mare, senza un'adeguata considerazione di ogni situazione individuale, in violazione degli standard internazionali dei diritti umani e del diritto dei rifugiati. Il modo in cui il governo affronta gli arrivi via mare sta seriamente compromettendo il diritto fondamentale di chiedere asilo e il principio di non-respingimento, che proibisce il rinvio forzato di chiunque verso un territorio in cui possa esservi un rischio di violazioni gravi dei diritti umani.
Amnesty International ha elaborato una serie di raccomandazioni, che chiede alle autorita' italiane di considerare in via prioritaria.
In tali raccomandazioni vengono sottolineati i principali standard internazionali gia' applicabili alle persone trattenute nei Cpta e nei centri di identificazione e sono evidenziate linee guida sulle procedure di 'rinvio forzato' di cittadini stranieri, adottate dal Consiglio dei Ministri del Consiglio d'Europa nel maggio 2005 e nelle quali si richiamano i diritti esistenti sulla base delle norme internazionali.
Secondo l'organizzazione per i diritti umani, 'e' giunto il momento che le autorita' italiane riconsiderino profondamente la loro attuale politica, legislazione e prassi circa la detenzione, le condizioni ed il trattamento dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo, assicurandone un adeguamento agli standard internazionali dei diritti umani e del diritto dei rifugiati'.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 20 giugno 2005
Copia del rapporto completo, Italia: Presenza temporanea, diritti permanenti. Il trattamento dei cittadini stranieri detenuti nei 'centri di permanenza temporanea e assistenza' e' disponibile alla pagina:
http://www.amnesty.it/pressroom/documenti/italiacpta.html
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
da ilPASSAPORTO.it: Asilo politico, apre a Roma un nuovo centro per l'accoglienza e l'integrazione - di Tecla Biancolatte
ROMA - E’ una struttura "solare" - la definizione è del sindaco di Roma Walter Veltroni - quella che ospita il Centro Cittadino per le politiche dell’Asilo e delle Migrazioni. Due piani di 1100 metri quadri a via Assisi, nel quartiere Tuscolano della capitale, che accoglieranno 150 persone richiedenti diritto d’asilo e le associazioni che si occupano di loro. Il progetto, finanziato dal Fondo Sociale Europeo... [continua]
E poi, mi spammo da solo: http://www.sivola.net/download/kossovo.htm
(in 7 lingue, non avete scampo!)
Di Fabrizio (del 17/06/2005 @ 23:27:57, in Europa, visitato 1974 volte)
A proposito dei due ultimi post sulle espulsioni in atto in Italia e in tutta Europa, sono disponibili nell'area download:
- La risoluzione del Parlamento europeo su Lampedusa - 14 aprile 2005
- La proposta di risoluzione comune sui Rom del Parlamento Europeo
(ringrazio VIA ADDA NON SI CANCELLA)
- e il rapporto INTERNATIONAL HELSINKY FEDERATION FOR HUMAN RIGHT sulla situazione dei Rom nei paesi europei
Vi invito nuovamente (chi se ne fosse scordato) a firmare la petizione online contro i rimpatri forzati
Di Fabrizio (del 17/06/2005 @ 16:27:59, in Europa, visitato 2095 volte)
Ricevo quasi contemporaneamente da Asmet Elezovski, attivista Rom della Macedonia; Karin Waringo, giornalista; da Claudia Tavani in Gran Bretagna e dal Kosovo Roma and Ashkali Forum, un invito a firmare contro la deportazione forzata dei Rom verso il Kossovo.
Il caso più eclatante è quello della Germania, ma questi "rimpatri" stanno avendo luogo in tutta Europa e anche in Italia.
E' quindi importante che giungano molte adesioni anche dall'Italia.
Per questo, ho preparato una traduzione della petizione anche in lingua italiana, e la possibilità di inviare la vostra adesione online al comitato promotore. Per un confronto, ho tenuto a margine anche i testi della petizione in inglese e romanès. Vi basta collegarvi a: http://www.sivola.net/download/kossovo.htm e compilare il form.
In calce, troverete anche un facsimile per chi volesse approntare una raccolta di firme tradizionale.
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