Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 15/02/2006 @ 00:01:40, in media, visitato 1718 volte)
La notizia è del mese scorso. E' che il "Grande Fratello" non l'ho mai visto in italiano, figuriamoci in croato! "I cant believe. This is real racial tragedy. Im shocked to see gypsy on TV in the 1st place . To see him wins, make my stomach turn." (non c'è bisogno di tradurre, vero?) Questa perla e altre variazioni sul mal di stomaco, le ho trovate stasera, su un forum di discussione di neonazisti suprematisti bianchi. SHOCCANTE: UNO ZINGARO MUSULMANO (NON BIANCO) VINCE IL GRANDE FRATELLO CROATO. Sarà, ma per me questi purissimi ariani che perdono il tempo a guardarsi il grande fratello e lo commentano pure su internet, in una specie di seduta di autocoscienza, son meglio dei MONTY PYTHON. Consigliato se volete farvi due ghignate alle spalle altrui. Immaginateli col busto di Wagner sulla mensola, in pantaloncini corti e la lattina di birra in mano... in preda al sacro furore per quel rom (musulmano) che ha violato la sacralità del loro teleschermo.
Di Fabrizio (del 14/02/2006 @ 10:52:48, in casa, visitato 3150 volte)
Sempre un problema l'inverno... soprattutto se è inverno davvero. L'anno scorso era andata meglio.
Da: Egle Kucinskaite su Baltic_Roma
Aleksandras Stankevicius (Unione delle Comunità Rom della Lituania 'Roma Mission') con altri Rom di Lituania ha ricevuto indiscrezioni sulla demolizione di case abitate da Rom nel villaggio di Dorozhny (Guryevo) nella regione di Kaliningrad (Federazione Russia).
Su internet ho trovato altre informazioni. Risulta che l'azione sia iniziata già in novembre e continui tuttora. Ci sono similitudini con quanto fece l'anno scorso il comune di Vilnius (LT), interrotto grazie alle pressione esercitata dalla società civile; come allora lo scopo è colpire “i trafficanti di droga” ma si concentra sulle case Rom costruite senza i dovuti permessi. Richiamo poi l'attenzione sulle temperature che qui raggiunge l'inverno.
I nostri contatti a Kaliningrad sono molto timorosi nell'esporsi, nessuno di loro ha accesso ad internet o in è in grado di comunicare via sms.
Oleg Kozlovsky (delegato di International Roma Union per gli stati baltici e la CSI) ci ha informato su una sua recente visita nella località, dove ha potuto incontrare le autorità. A breve dovrebbe tor are a Minsk e darci più notizie.
In Lituania i Rom pensano che i media e le organizzazioni dei diritti umani dovrebbero prestare attenzione a questo caso.
Riferimenti (dalla stampa russa)
Premessa: una delle mie difficoltà
ricorrenti, è l'immagine associata alla parola “Zingari”.
Nelle discussioni, nei ragionamenti, si passa dall'estremo del
“ladro, rapitore di bambini” a quello della
“povera vittima, un po' tonta” ... alla fine,
anche le persone di mentalità più aperta, quelli che
“vorrei tanto aiutarli, ma devono collaborare” mi
fanno cadere i ...sentimenti con le loro lodi a dei poveracci che
sanno suonare magnificamente il violino.
Premesso che conosco tra Rom e Sinti, sia
gente povera (ma povera sul serio!) che fior di musicisti; quanti
pensate che siano? Cosa sapete degli altri che sono la maggioranza,
se non il sentito dire?
Leggevo di recente un commento su
ImmagineAfrica:
ad un convegno di un oratore africano si diceva: “Che tipo,
che simpatico! Però è intelligente!!”... come
se l'intelligenza non fosse un dato scontato (sto parlando
dell'oratore africano e non di Calderoli, se non si fosse capito).
Tra gente di origine nomade e no, i rapporti sono ancora più
primitivi: si vive a fianco a fianco da secoli, ci si incrocia, si
vede l'altro, ma neanche ci si parla o tantomeno si da ascolto
all'altro. Insomma, non si è neanche sfiorati dal dubbio che
l'altro possa avere qualcosa da dire o condividere.
Questi i ragionamenti che facevo mentre
leggevo lo scambio di opinioni su Allgypsies
tra Zafar, un gajo del Pakistan, e Mengro, capocantiere della Florida
di origine romanì. L'argomento è di quelli trattati in
un mare di blog, e trovo affascinate come Mengro usi tutti gli
stereotipi che ci fanno paura della sua origine (sentirsi emigrati a
vita, non appartenere ad una patria, la diffidenza verso l'autorità,
un diverso codice linguistico e morale) per dare un senso compiuto e
positivo al suo discorso. Facendo patrimonio della propria
differenza.
Ciao Zafar,
Anche se non sei Rom, viene dalla stessa parte del mondo da dove
arrivarono i nostri antenati: il Pakistan. Parli una lingua che è
vicina al romanès. Abbiamo un DNA e tratti genetici simili.
Citavi un articolo sulla guerra in Iran (QUI,
in inglese ndr), che non è un tema specifico del nostro
gruppo, e che però da una descrizione accurata di dove tutti
siamo diretti.
Probabilmente si arriverà ad una guerra con l'Iran ed
inoltre, visto che sei Americano di discendenza pakistana, entrambi
perderemo nel contempo la “libertà” della nostra
nazione. I fascisti sembra che abbiano quasi completato il cambio di
gestione. Hanno “tarato” le macchine elettorali (Dibold)
così non avrà più importanza come potremo
esprimerci col voto. Hanno il possesso del Congresso, perché
gli stessi banchieri internazionali che muovono Bush, controllano
virtualmente anche il Congresso. La Corte Suprema è ormai
complice. I media sono proprietà degli stessi banchieri. Sono
tutti quelli che investono in “fondi elettorali”, non
come noi che ci restano i “fondi comuni”.
Poi ci sono quelli non possono o non vogliono votare, e il loro
voto finisce appannaggio di quei “fondi elettorali”,
perché la cosiddetta democrazia US si è ridotta a
comperare e pagare i voti.
Cosa potrà fare uno dei nostri ragazzi zingari?
Nascondersi, suppongo, mischiarsi agli altri e sperare per il meglio.
Cos'altro fare? Lo sapevi che un gran numero di persone
dell'amministrazione US ha simpatie per i nazisti? Prescot, il padre
di Bush, durante la guerra riciclò i fondi di Hitler, soltanto
che poi quei fondi vennero congelati per altri 10 anni. Se l'avessimo
fatto tu o io, ci avrebbero sparato. Il padre di Karl Rove (ndr.)
era un nazista e suo nonno, che di nome allora faceva Roverer,
costruì Buchenwald. Suo padre fabbricava lo Zyklon B che gassò
i nostri antenati. E quanto altro si potrebbe scoprire!
Dopo la guerra, molti nazisti riparono qui e offritrono i loro
servigi in cambio di una nuova identità e documenti personali.
C'è da sorprendersi: i nazisti stanno terminando ora il loro
lavoro, dopo essersi tramutati in American neo-cons/Republicans.
Tempi spaventosi, amico mio.
Un'altra cosa che accomuna fascisti ed estremisti di destra è
di cercare capri espiatori per giustificare le loro azioni. Durante
la II guerra mondiale identificarono i pubblici colpevoli negli
Ebrei, continuando poi con gli Avventisti del 7° giorno, gli
omosessuali, Zingari, Massoni e tanti altri. Hitler ha rappresentato
quello che la mitologia di Thule e il compositore Wagner intendevano
per eroe. Ed è vivo tuttora.
Adesso l'America fondamentalista e neo-con/Republicans ha fatto
dei musulmani nel loro complesso il nuovo terrore ovvero, i capri
espiatori di oggi. E chi sarà il prossimo? Le pulizie etniche
hanno un grande fascino sulle masse. Così mi chiedo, i
prossimi saranno quelli con la pelle scura? Gli Asiatici? Gli
Zingari? I Nativi Americani? Non lo so, ma so che questo può
succedere ancora e che... non c'è niente di nuovo sotto il
sole.
La solita vecchia storia con un nome diverso.
Abbi cura di te,
Mengro, the Road Scholar
Di Fabrizio (del 14/02/2006 @ 00:41:16, in Regole, visitato 1819 volte)
Vi ricordate di Alessandra Genovesi-Bogicevic? Dovreste!(scusate, di solito ho un approccio + soft) Comunque ha scritto:
Ciao, volevo segnalarti questa importante sentenza: Con una sentenza del 6 febbraio 2006 il tribunale di Sabac (Serbia) ha condannato un dipendente del centro ricreativo "Krsmanovaca" di Sabac colpevole di aver impedito nel 2000 l'accesso al centro suddetto a tre giovani rom proprio a causa della loro appartenenza etnica. La sentenza è importante perchè si tratta della prima condanna comminata per atti di razzismo nel territorio di Serbia e Montenegro. Saluti Alessandra
Di Fabrizio (del 13/02/2006 @ 11:06:56, in Italia, visitato 1933 volte)
Su Romanolil alcuni interventi e riflessioni prese dal convegno di Padova di sabato scorso. Intanto frego due foto, gli articoli li leggete QUI & QUI
Invitamo tutti giovedì 23 febbraio 2006, alle ore 17.30 al Palazzo del Plenipotenziario in piazza Sordello n.43 a Mantova alla presentazione del libro Porrajmos, altre tracce sul sentiero di Auschwitz Istituto di Cultura Sinta, Mantova, 2006
Intervengono: Bernardino Torsi, Presidente Associazione Sucar Drom; Fausto Banzi, Assessore Provinciale alle Politiche Sociali; Albino Portini, Presidente del Consiglio Comunale a Mantova; Yuri Del Bar, Consigliere Comunale a Mantova; Barbara Nardi, Istituto di Cultura Sinta.
Per informazioni, ics@sucardrom.191.it
Il Porrajmos fu messo in atto in un periodo in cui la civiltà occidentale era al culmine del suo sviluppo culturale ed economico. È stato generato dalla stessa Europa cristiana e cattolica in cui viviamo oggi. Ecco perché ci appartiene intimamente. Negare questo evento equivale a legittimare un’oltraggiosa indifferenza segno di una cecità pericolosa e potenzialmente suicida per l'Europa.
In Italia le popolazioni sinte e rom non hanno ancora ricevuto nessun riconoscimento ufficiale per le persecuzioni su base razziale subite durante la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il Giorno della Memoria non ricorda lo sterminio subito dalle popolazioni sinte e rom. Nel 2005, per la prima volta dopo sessanta anni, un’amministrazione statale, il Comune di Mantova, chiede ufficialmente perdono a tre sinte sopravvissute al Porrajmos, riconoscendo la persecuzione razziale subita. I fondi destinati alla ricerca storiografica sono inesistenti. La raccolta dei documenti e delle testimonianze nella maggioranza dei casi sono addirittura ostacolati. Pochissime sono le risorse offerte per le pubblicazioni frutto di lavori supportati in modo volontario da ricercatori e studiosi.
Fare educazione significa non accettare più nessuna manifestazione di razzismo, discriminazione e segregazione.
Questo libro intende essere strumento per le scuole, rivolto sia agli insegnanti sia agli studenti, per conoscere un pezzo della nostra storia italiana ed europea, ascoltando la voce dei testimoni diretti.
Ciò che accade oggi in Italia alle popolazioni Sinte e Rom è anche il risultato di questo oblio, di questa ipocrita indulgenza nei confronti della memoria storica. I Rom e i Sinti sono scacciati, mal tollerati e rinchiusi nei “campi nomadi”. A queste popolazioni, italiane da generazioni, viene ancora negato il diritto di essere parte integrante e interagente del nostro Paese.
(testo tratto dall'introduzione del libro)
I testi del volume sono tratti dal lavoro dello storico Luca Bravi.
La pubblicazione del volume è stata curata da: Barbara Nardi, Stefano Liuzzo, Davide Gabrieli, Luca Dotti e Carlo Berini.
Un ringraziamento a: Denis Gabrieli, Ilaria Ferretti, Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani, Tiziana Gavilli, Maika Ecezzimbergher, Rita Scapinelli, Fabio Norsa e Maria Bacchi.
Di Fabrizio (del 13/02/2006 @ 01:47:11, in Europa, visitato 1767 volte)
Budapest, 10 febbraio (MTI) - Secondo quanto pubblicato venerdì
scorso dal quotidiano Nepszabadsag, i sentimenti anti-immigrati
rimangono sostanzialmente invariati in Ungheria, tendendo anzi a
diminuire rispetto all'anno precedente, ma cresce l'attitudine più
propriamente razzista.
Il 25% degli Ungheresi rifiuta del tutto che il paese accolga i
richiedenti-asilo, il 70% considererebbe ogni caso singolarmente e il
6% non opporrebbe alcun problema. Questi i dati emersi da un
sondaggio della società Tarki.
Nel merito di quanti valuterebbero singolarmente ogni richiesta,
l'83% non accetterebbe “Arabi”. Il 75% non accetterebbe
Cinesi, Zingari e Russi e due terzi non gradirebbe Rumeni.
La maggior parte degli intervistati ritiene sbagliato rifiutare
l'asilo, ma nella pratica rifiuterebbe qualsiasi richiesta
dall'estero – esclusi quanti di etnia ungherese, in altre
parole, dice la ricerca, la xenofobia aperta viene mascherata..
Le precedenti inchieste di Tarki, condotte annualmente, mostrano
che il sentimento anti-immigrati raggiunse il picco nel 1990,
decrescendo poi gradualmente sino al 2003.
Fonte: Hungarian_Roma
(segnalazione precedente ndr.)Il 5 gennaio 2006 Francesco Rutelli, dalle pagine di Europa, ha fatto il suo esordio elettorale su una problematica vissuta dai Sinti e dai Rom. O meglio ha espresso il suo personale pensiero, purtroppo condiviso da molti leader politici italiani, sui problemi dei minori rom che partecipano all'economia familiare. Naturalmente, come aveva già fatto in passato da Sindaco di Roma, ha affrontato la questione nel peggiore dei modi o come molti commentatori hanno affermato si è allineato e ha sorpassato le più becere posizioni dei leghisti alla Borghenzio.
Ma cosa ha detto il Presidente della Margherita? Si è chiesto, "con una nota politicamente scorretta”, “perché ammettiamo aree di esclusione dei diritti umani universali?” Fino qui tutto bene e anzi abbiamo esultato: finalmente un politico italiano si accorge che in Italia alle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom non vengono riconosciuti i diritti sanciti dall’ONU.
Ma è stato solo un momento perché Rutelli ha immediatamente preso la tangenziale leghista.
Il ragionamento di Rutelli segue questo percorso: “conosco un giustificazionismo sociale che invece non si può giustificare: è la loro cultura, fatta anche di espedienti. Costringere centinaia di bimbi ad andare per strada a rubare sarebbe un espediente? Quei ragazzini hanno gli stessi diritti dei nostri figli.” E continua imperioso: “Devono andare a scuola.”
Ma bene Rutelli, peccato che l’Italia nega l’applicazione della Raccomandazione n. R (2000) 4 del Consiglio d’Europa sulla scolarizzazione dei fanciulli sinti e rom. E questa condizione porta a pratiche di tentata assimilazione e continuata segregazione sulle Minoranze Etniche e Linguistiche Sinte e Rom (Raccomandazione n. 1557/2002 del Consiglio d’Europa, ripresa dall’ultima Risoluzione dell’Unione Europea).
Il Presidente della Margherita, crogiolandosi nella sua ignoranza, continua: “E se è comprovato che vengono schiavizzati e sfruttati, vanno sottratti ai loro padroni”.
Naturalmente la notizia ha fatto il giro d’Italia, ripresa da tutti i giornali nazionali, offrendo ottime uscite soprattutto ai giornali più schierati. Il messaggio lanciato in Italia che capeggiava su tutte le testate nazionali era: “basta ipocrisia, liberiamo i bambini rom”.
Anche un bambino capirebbe che il messaggio lanciato da Rutelli è: i rom sfruttano i bambini, liberiamoli.
Ma Rutelli è un fiume in piena e non si fa attendere una nota di compiacimento: “Avevo varato [da Sindaco di Roma] delle ordinanze con cui assicuravamo servizi prima inesistenti alle comunità rom”.
È tutto da ridere o meglio da piangere. Ricordiamo a tutti i lettori che la Giunta Rutelli ha creato quel mostro che prendeva il nome di Casilino 700, dove ha ammassato più di un migliaio di Rom Europei (ex Yugoslavia e Romania) lasciandoli senz’acqua, senza luce e con ben diciotto bagni chimici. Non contento ha osteggiato per mesi, nel 1997, l’organizzazione Medici Senza Frontiere che aveva il progetto di portare l’acqua potabile a centinaia e centinaia di bambini rom. Veramente da non credere… Invitiamo tutti i nostri lettori, quando sono a Roma, di farsi un giro al Casilino 900 che ha fatto inorridire il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Alvaro Gil-Robles. Ma gli esempi sono molteplici.
Torniamo alla problematica sollevata da Rutelli: la partecipazione dei minori rom all’economia familiare.
Se siamo d’accordo con il Presidente della Margherita che lo sfruttamento dei minori deve essere combattuto siamo però consapevoli che tale odiosa pratica riguarda per fortuna un’esigua minoranza di bambini rom e che nella maggior parte dei casi sono le stesse comunità rom che mettono fine a tale pratica.
Diversa è la questione della partecipazione dei minori rom europei all’economia familiare. Parliamo di minori rom europei perché per quanto riguarda i minori sinti e rom italiani è da diversi decenni che non partecipano più all’economia familiare. Il fenomeno, secondo la nostra esperienza, può essere semplificato con una parola: povertà. Aggiungendo che la povertà è accompagnata da gravi negligenze dello stato e delle amministrazioni locali.
I Rom Europei che arrivano in Italia subiscono oltremodo politiche discriminatorie, emarginanti e segreganti che già sono applicate con metodo scientifico verso i Sinti e i Rom Italiani.
Famiglie intere scappano dai loro paesi d’origine per i conflitti etnici e le guerre civili e l’Italia nega a loro i più elementari diritti.
Segregati nei “campi nomadi” delle grandi città italiane, e non solo, i Rom Europei vivono situazioni inumane senza acqua, luce, servizi igienici e sono costretti a mendicare per le strade il sostentamento giornaliero.
Esplicativa è la situazione dei Rom provenienti dalla regione di Craiova in Romania, ultimi arrivati in Italia (per inciso, tutti i Rom Romeni in Italia arrivano dalla zona di Craiova).
In quella regione sono continue azioni di pulizia etnica, supportate sia dalle amministrazioni locali sia dagli organi di polizia (fonte, Dipartimento di Stato Americano) che hanno portato ad una situazione drammatica le popolazioni rom presenti. Il Sindaco di Craiova, Solomon, in un’intervista rilasciata il 4 maggio al giornale rumeno Gardianul ha dichiarato: "Io ci piscio su questi figli di puttana, zingari vagabondi …". Solomon, nel suo discorso di trecento parole, esprime il suo giudizio sui Rom così: "merde" "idioti" "imbroglioni" "puzzolenti". Si consideri che i Rom sono l’otto per cento della popolazione. È naturale che intere famiglie scappino da questa situazione ma arrivano in Italia e la situazione anche se migliore è pur sempre molto drammatica. Anche grazie alla Legge Bossi-Fini. Il risultato è il vedere i bambini che insieme ai genitori cercano di sbarcare il lunario ogni giorno, nella maggioranza dei casi suonando per le nostre strade o nelle metropolitane.
Come intervenire per i Rom Romeni?
1) Riconoscendo a loro il diritto di asilo e lo status di profughi.
2) Offrendo una casa e facendoli uscire dalle logiche ghettizzanti dei “campi nomadi”.
3) Facendoli partecipare alle decisioni sul loro futuro, alla stesura e realizzazione dei progetti e a tutte quelle iniziative che li vedano coinvolti.
4) Imporre alla Romania, tramite l’Unione Europea, il riconoscimento dello status di Minoranze Etniche Linguistiche alle diverse Comunità presenti e l’attuazione di programmi contro la xenofobia, la discriminazione e la segregazione razziale.
Il tutto lo possiamo riassumere con tre parole chiave: interazione, partecipazione, mediazione culturale.
In ultimo, chiediamo al Presidente della Margherita, Francesco Rutelli, di informarsi e di approfondire i problemi, smettendola di gareggiare con i leghisti su chi la spara più grossa contro le ventinove Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali ed Europee Sinte e Rom.
Di Fabrizio (del 12/02/2006 @ 13:19:10, in Italia, visitato 2382 volte)
Dall'archivio di Pirori, un articolo di un anno fa che può tornare ancora utile: Giovedi 17 Marzo 2005 ore 00:47:17 i signori lettori mi scuseranno se parlerò di politica e non del signor B.
Sfido chiunque non sia lombardo a parlare bene di Milano. So già cosa ne salta fuori: è una città grigia, è la tana della Lega, è pure la capitale politica del Berluska. Lo so, ci sono nato e ci vivo, e mi pare inutile ricordare che Milano ne ha per tutti i gusti: c'è la Lega e il Leonkavallo; qui hanno mosso i primi passi tanto il Berluska che quel Cofferati che sino a qualche tempo fa sembrava l'unico politico di sinistra capace di fare qualcosa di nuovo, qui c'è la città triste e qui lavorò Leonardo progettando soluzioni urbanistiche che sarebbero ancora oggi all'avanguardia...
Bisogna essere milanesi per conoscere gli spazi a misura d'uomo di questa città. Ad esempio, sino a una decina di anni fa, frequentavo a Monza, il giovedì mattina, la fiera del bestiame. Raggiungibile facilmente dalla tangenziale est e non lontana dalla stazione ferroviaria. Immaginate, in mezzo alla città, un grande recinto con tettoie metalliche, dove trovare cavalli, asini, pecore, capre, mucche, galline. Dove si potevano acquistare calessi, birocci e selle (di tipo inglese o americano). Con il mercatino nelle strade adiacenti, per chi cercasse coltelli, anfibi, giubbe militari, frustini, sottosella. Un residuato di campagna dove era bello andarci con i figli, che abituati alla città e alla televisione giravano con la bocca aperta (ma lo sappiamo che si divertono anche i genitori). L'avevo scoperto (naturalmente) grazie ai Rom di Milano, eredi di una tradizione di allevatori di cavalli. Era la classica fiera dove potevi incrociare l'allevatore che parlava in Bresciano, il nobile che aveva la sua scuderia, e il Rom. Miscuglio di lingue e dialetti, ma i nomadi (rigorosamente maschi) ne facevano parte e ne erano fieri, perché non solo lavoravano, ma erano consci della loro arte. I ragazzi cominciavano a frequentarlo attorno ai dieci anni. Lì vicino, una piccola trattoria di quelle di una volta, dove concludere gli affari con vino e salamella.
Quel posto, l'ho conosciuto che era già in declino. Si sa, il progresso. Vorrei invitarvi ad andarci prima che sia troppo tardi e sparisca o si snaturi del tutto: è in via Mentana angolo Procaccini, a Monza. Ora, capitemi bene, la mia non è nostalgia ma curiosità. Il progresso avanza anche fuori Italia, ma perché da noi queste "distrazioni" dal panorama urbano sono destinate a perdersi e in Francia ogni schifosa cantina di campagna diventa un museo? Perché negli Stati Uniti, in Inghilterra, Germania (per non parlare della Scandinavia) tengono alla loro storia e la valorizzano, mentre da noi la difesa delle tradizioni è sinomino di movimenti razzisti? Non sarebbe più interessante (anche economicamente, intendo) una grande città che oltre alle fiere, coltivasse il turismo anche per i suoi abitanti?
C'è una risposta logica: il declino di certe attività, tra cui l'allevamento e il commercio di cavalli. Qualche riga fa, accennavo a quello che vedo quando sono fuori Italia. Anche voi amereste viaggiare, se foste nati come me tra la Pirelli, la Falck e la Marelli. Di quelle fabbriche, oggi non c'è rimasto niente. Al loro posto, altrettanto squallido, il nuovo polo universitario della Bicocca che, anche se firmato Renzo Piano, è solo una gettata di cemento con vari parallelepipedi. E Tronchetti Provera graziato dal Comune, che si ritrova tra le mani un capitale immobiliare favoloso. Oppure, capannoni industriali in disuso, a perdita d'occhio. Capannoni che finché restano in disuso, saranno il rifugio di Ucraini, Moldavi, Rumeni e Rom arrivati qua con mezzi di fortuna. Per carità, non ce l'ho con loro! In 10 anni, quei capannoni ne han visto di tutte le razze, ma mentre si protesta perché dei poveri cercano un rifugio, nessuno trova niente da dire a chi li lascia lì inutilizzati. Non occorre grande fantasia per capire che chi si rifugia lì non troverà un domani diverso, se non si è capaci di risolvere i problemi di chi è Rom, ma abita in questa città da 40 anni ed è alle prese con un'altrettanto grave crisi politica ed occupazionale epocale. In quei fabbricati si lavorava il ferro e attorno c'era campagna. Non occorrerebbe neanche tanto spazio o tanta spesa, per riadattarne qualcuno a terreno di allevamento o piccola officina tradizionale, perché no, con scuola annessa. Con una convenzione regionale, riqualificando l'occupazione tradizionale di un popolo in crisi. E cominciando, nel contempo, ad operare positivamente contro l'abusivismo, degli occupanti e dei proprietari.
Eppure, scorro TUTTI i programmi elettorali, e quelle cose che ho così chiare in testa sembrano UTOPIA. Ma chi, se non gli amministratori pubblici, dovrebbe interessarsene?. ...ma, se non si trattasse di Rom, ma di confrontare gli appetiti immobiliari in Italia e le prassi che all'estero funzionano da 30 anni, mi capireste?
PS ad un certo punto, aggiungevo tra i commenti: Era da un po' che volevo scriverne di quel posto a Monza, sapevo che non era in buone acque. Stamattina ci son tornato per parlare con gli espositori e i negozianti. Troppo tardi. La Fiera ha chiuso. Eppure, oltre alle salamelle, si mangiava anche la trippa! Ma era chiusa anche la trattoria. Comunque, per il mese prossimo ho in mente altre idee, sempre su questo argomento. Farò sapere.
PPS le altre idee ce le ho ancora... un po' di pazienza e le rimetto in ordine.
E' allestita fino al 17 febbraio la mostra fotografica di Vittorio Dotti, alla Libreria Ponchielli di Cremona.
Alcune suggestioni dell'autore
Notre nature est dans le mouvement. (Pascal)
Tutte le nostre attività sono legate all’idea di viaggio. E a me piace pensare che il nostro cervello abbia un sistema informativo che ci dà ordini per il cammino, e che qui stia l...
|