Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:51:58, in Italia, visitato 1617 volte)
Segnalazione di Tom
Welschen
Tor Sapienza, "No allo sgombero etnico"
Un gruppo di cittadini di Tor Sapienza sta protestando contro lo sgombero di
un piccolo insediamento di rom rumeni in via Massimo Campigli nel VII municipio.
I cittadini, in tutto una decina, per la maggior parte donne e operai del
quartiere, sono fermi davanti al piccolo insediamento con cartelli che dicono
"No allo sgombero etnico".
"Queste persone, in tutto 13-14 persone con bambini piccoli, non ci hanno mai
dato fastidio - dice Irma Vari una delle cittadine scese in piazza contro lo
sgombero - non è possibile che vengano sgomberati senza una soluzione
alternativa".
Il piccolo campo doveva essere sgomberato il 7 aprile scorso ma, spiegano i
manifestanti, sono state raccolte una ventina di firme nel quartiere ("comprese
quelle della farmacia e del tabaccaio", specifica la signora Vari) e una lettera
è stata inviata al sindaco Alemanno contro il provvedimento.
"Sabato scorso sono venute le forze dell'ordine e i militari con i cani per lo
sgombero - continua la donna - ci siamo opposti perché non è giusto. Gli
abitanti del campo sono brave persone, mai un furto subito dal quartiere, né
fuochi anzi, loro mandano i loro bambini a scuola e qui nessuno subisce fastidi
da loro".
Questa mattina doveva avvenire lo sgombero ma ancora non si è visto nessuno,
dicono i manifestanti. Tra gli abitanti dell'insediamento c'è anche un anziano
italiano che riceve la "minima" di pensione
(15 aprile 2009)
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:39:08, in casa, visitato 1895 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
23 Aprile 2009
via Ampère, 2 Milano - MM2 fermata PIOLA, tram 23
EMERGENZA ROM?
Esperienze di ricerca su alcune baraccopoli italiane ed europee
Mentre nel campo della ricerca sociale si affinano e si diffondono
esperienze e metodi per indagare i complessi fenomeni associati al disagio
abitativo delle popolazioni Rom, il dibattito sulle politiche, in Italia e in
particolar modo a Milano, segnala lo scarto tra le misure securitarie e
repressive promosse dalle istituzioni e le istanze per un intervento ispirato ai
principi dell’integrazione sostenuto insieme da studiosi, ricercatori e
operatori del sociale. A partire dalla presentazione di alcune esperienze di
ricerca, il seminario intende offrire uno spazio di riflessione su questi temi
per stimolare un approccio diverso da quello dettato dalle logiche
dell'emergenza
Prima Parte - AULA U.2 Le condizioni abitative dei Rom nella ricerca
sociale
ore 9.30 introduzione
Anna Nufrio, Politecnico di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
ore 10.00 presentazione
Il progetto EU - ROMA Una ricerca europea sulle condizioni abitative
dei Rom in Italia, Grecia, Romania e Regno Unito
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
ore 11.30 dibattito Fare ricerca nelle baraccopoli: esperienze e metodi
a confronto coordina: Federica Verona
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
Anna Rita Calabrò, Università di Pavia
Giovanni Semi, Università degli Studi di Milano
Giovanni La Varra, Politecnico di Milano
Seconda Parte - AULA GAMMA Dalla ricerca alle politiche per gli
insediamenti Rom
ore 14.30 presentazione "Favelas di Lombardia: la seconda indagine sugli
insediamenti Rom e Sinti" Una ricerca dell’Osservatorio regionale per
l’integrazione e la multietnicità
Maurizio Ambrosini, Università degli Studi di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
ore 16.00 dibattito L’intervento nei campi a Milano: discriminazione o
politiche dell’abitare? coordina: Gloria Pessina
Livio Neri, referente Lombardia ASGI - Associazione Studi Giuridici
sull’Immigrazione
Tommaso Vitale, Università Statale Milano Bicocca
Maurizio Pagani, Opera Nomadi Milano
Massimo Mapelli, Casa della Carità, Milano
Marco Trezzi, Caritas Ambrosiana
ore 17.00 proiezione Il film: "Via San Dionigi, 93: storia di un campo
rom" (2007)
Introduzione a cura dei registi
Tonino Curagi e Anna Gorio
a cura di
Anna Nufrio
Antonio Tosi e Paolo Cottino
con la collaborazione di
Giovanni La Varra
Valentina Gurgo
coordinamento
Gloria Pessina gloria.pessina@gmail.com
DiAP
Dipartimento di Architettura e Pianificazione
Politecnico di Milano
via Bonardi 3
20133 Milano - Italia
Laboratorio di Cooperazione allo Sviluppo
Il volume "Favelas di Lombardia"
è scaricabile dal sito: www.ismu.org/orim
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:01:53, in scuola, visitato 1771 volte)
Da
Czech_Roma
Prague Daily Monitor 10 Aprile 2009 - di Veronika Rodriguez
Un quarto delle scuole eliminano i bambini rom quando li trovano
difficili
Piuttosto che lottare con i giovani rom, gli insegnanti li trasferiscono in
scuole speciali.
Questa è la situazione in un quarto delle scuole ceche. I maestri spesso
resistono a lavorare con bambini problematici, siano bambini con handicap o
bambini romanì. I bambini nelle scuole sono ancora divisi in categorie: "bianchi
e sani" e gli "altri".
Classe ideale - solo bambini bianchi
Questo è quanto mostra un'estesa ricerca dell'agenzia GAC e di "Persone in
difficoltà". La ricerca condotta da "Persone in difficoltà" si basa su oltre 500
ore di interviste in 104 scuole in otto regioni del paese. Si focalizza su aree
con un'alta [percentuale di] popolazione rom. "Persone in difficoltà" ha
parlato con bambini, genitori, insegnanti e assistenti.
"Le scuole e i loro insegnanti ancora non si avvicinano in maniera paritaria
ai bambini con certi svantaggi," ha detto Zdeněk Svoboda di "Persone in
difficoltà".
La ricerca mostra che anche se alcune scuole stanno provando a lavorare con i
bambini romanì, altre tentano ancora di limitare il numero di bambini che
potrebbero richiedere attenzioni e cure maggiori. Bambini con handicap fisici o
mentali, stranieri e la soprattutto Rom cercano con difficoltà un posto nelle
scuole normali.
Inoltre l'alto numero di studenti nelle classi obbliga le scuole ad
introdurre limitazioni. A causa di ciò è impossibile offrire sufficiente
attenzione a quei bambini che ne hanno bisogno.
"Circa un terzo delle scuole è adatta ad accettare un'ampia gamma di
studenti con speciali esigenze educative. Abbiamo registrato una tendenza ad
eliminare i bambini che richiedono assistenza speciale o quelli che sono
difficili da gestire," ha detto Svoboda.
Un terzo dei bambini rom non frequenta la scuola normale
Più grandi d'età e di livello, meno bambini rom nelle classi. "La
possibilità di un bambino rom di rimanere nella classe che ha iniziato a
frequentare è del 50%" riporta lo studio della GAC.
I giovani rom lasciano i loro compagni di scuola soprattutto nel terzo e nel
quinto grado. Perciò molti genitori scelgono di iscrivere i loro figli
immediatamente in una scuola speciale. Su di un campione di 10, due ragazze e
tre ragazzi rom lasciano le scuole normali. Così un terzo di loro frequenta
altro delle scuole normali.
Superiori alla media ma vogliono essere cuochi
"Un quinto dei bambini romanì che hanno preso parte alla ricerca sono stati
ritenuti sopra la media dai loro insegnanti," ha notato il sociologo Ivan Gabal.
Sono spesso bambini che provengono da famiglie che parlano il ceco con uno
standard sopra la media.
Tuttavia, quasi nessuno di loro vuole essere dottore o avvocato. Quando il
sociologo ha chiesto ai bambini sui loro piani futuri, molti volevano diventare
cuoco. "Quella è la professione a cui la maggior parte è esposta nel suo
ambiente," ha detto Gabal.
Soltanto il 20% dei bambini rom nominano una professione che richiede
un'alta istruzione scolastica, e solo l'8% vorrebbe studiare all'università.
Il Ministero: è una corsa a lunga distanza
Le scuole non sono molto preparate ad accettare questi studenti. Solo il 35%
delle scuole assumono almeno un pedagogo speciale. Se c'è qualche problema, le
scuole tendono a rivolgersi alla polizia piuttosto che tentare di cooperare con
la famiglia.
"I Rom sono spesso percepiti come senza interesse nell'istruzione, che non
meritano fiducia e incapace di mantenere l'impegno. Gli intervistati vedono
queste caratteristiche come innate," ha detto Zdeněk Svoboda.
Nonostante tutto ciò, non rimprovera solamente gli insegnanti. "C'è bisogno
di interconnessione tra un numero di settori. I Ministeri dell'Istruzione, del
Lavoro e degli Affari Sociali dovrebbero lavorare assieme al cambiamento. Si
dovrebbero stabilire condizioni differenti," ha detto.
Il Ministro dell'Istruzione Ondřej Liška, vuole cambiare la situazione.
"Intendo creare le condizioni che potrebbero permettere di costruire una buona
scuola per tutti. Significa una scuola, in cui agli insegnanti siano offerte
buone condizioni per il loro lavoro e dove i bambini abbiano una buona
istruzione senza differenza di origine etnica," ha detto.
Translated with permission by the Prague Daily Monitor.
Da
Roma_ex_Yugoslavia
La Società Amala Roma sta invitando musicisti semiprofessionisti ad un
laboratorio musicale e culturale che avrà luogo a Lubiana e altri posti in
Slovenia.
L'obiettivo principale è l'educazione alla musica e alla tecnologia di
studio. Attraverso laboratori sulla storia della musica rom, storia della world
music, teoria musicale e vari generi musicali, ci piacerebbe educare e
qualificare musicisti rom semiprofessionisti a suonare e comporre in differenti
stili e non solo musica rom tradizionale. Questo aiuterà la loro integrazione
nella società moderna e nella moderna scena musicale.
Il progetto è co-sponsorizzato dall'Unione Europea, Fondo Sociale.
Contattare:
Composer Imer Traja Brizani
Amala Roma Society
Nusdorferjeva 17
1000 Ljubljana
SLOVENIA
traja@brizani.si
http://www.brizani.si
phone: +386 41 711 295
Di Fabrizio (del 15/04/2009 @ 09:39:59, in Europa, visitato 1916 volte)
Da
Nordic_Roma
YLE.fi 08/04/2009
Image: Kia-Frega Prepula / YLE
L'8 aprile segna il giorno internazionale dei Rom, in cui si celebrano la
storia e le tradizioni rom. Tuttavia, pochi membri della minoranza rom di
Finlandia osservano pubblicamente la giornata, per apprensione verso le reazioni
della maggioranza.
Anche se i membri della minoranza rom di Finlandia vorrebbero celebrare la
giornata rom, molti dicono di tenere un basso profilo per evitare di attirare
l'attenzione su di loro. Solo nelle più grandi città della Finlandia
meridionale, la giornata rom diventa una tradizione.
"Non possiamo riunirci liberamente per celebrare la giornata internazionale
dei Rom. Se un gruppo di noi andasse al ristorante, è improbabile che a tutti
sia concessa l'entrata. Le festività della giornata Rom più probabilmente
porterebbero a problemi con la popolazione maggioritaria," dice Leif Svart, che
vive a Kokkola, nella Finlandia occidentale.
"Abbiamo paura ad uscire dalla città perché temiamo la reazione della
gente. Naturalmente, abbiamo anche sviluppato esperienze precedenti. Siamo
pronti a credere che non ci permetteranno di entrare dovunque," dice Aila
Lindeman.
"I Rom Raramente Sono Visti come Individui"
Lindeman dice che quello che più la fa arrabbiare dei Finlandesi è che non
riconoscano i Rom come individui.
"La gente che appartiene alla maggioranza non è raggruppata come un unico
grande gruppo, ed è una cortesia che vorremmo fosse applicata anche a noi," dice
Lindeman.
In Finlandia, il giorno internazionale dei Rom viene osservato dal 2005.
I Rom, le cui radici risalgono all'India medioevale, arrivarono in Finlandia
nel XVI secolo.
YLE
Da
Roma_in_Americas
Carissimi,
Volevo soltanto lasciarvi i miei auguri per questa Pasqua, ma ho trovato
delle brutte notizie sul nostro popolo in Cile: un gruppo di circa 300 gadje
lo scorso giovedì hanno bruciato le tende e 4 veicoli dei Rom a Puerto Montt,
Cile meridionale.
www.adnradio. cl/nota.aspx? id=793064 - 39k (in spagnolo ndr)
I problemi stanno iniziando anche in Sud America.
Jorge Lolja
Ricevo da
Marta Pistocchi
Tornano a grande richiesta i MUZIKANTI di BALVAL al Cicco Simonetta!
via
Cicco Simonetta 16, Milano
giovedì 16 aprile doppio appuntamento
ore 19 aperitivo e inaugurazione della mostra di Gianmarco Capraro "ancora FACCE
DA CICCO" - ritratti dei soci
condita da incursioni muzikali e dal risotto di luis
ore 22 concerto!
muzike balcaniche, anime rom, ritmi dispari e danze sinuose
vi aspettiamo, tanti e belli
domenica 19 aprile 2009 dalle 14.30 alle 23.30
al BLOOM via Curiel
39, Mezzago (MI)
Ore 14.30 come preparare il tradizionale gulasch ungherese.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA tel. 348/4168698 039/623853 ENTRO GIOV. 16 APRILE
Ore 17.30 I Rom e l'azione pubblica
Gruppi zigani sono molti e differenti. Abitano da secoli il tessuto urbano
d'Europa. Sono parte integrante della storia italiana. Spesso, tuttavia, le
politiche nei loro confronti assumono tratti marcatamente discriminanti.
E' possibile una politica che sappia trovare delle risposte alternative
all'isolamento delle minoranze e sperimentare forme alternative di convivenza?
Affronteremo tali questioni con gli autori del libro "I Rom e l'azione
pubblica": Giorgio Bezzecchi, esperto di processi e politiche di mediazione
culturale, Maurizio Pagani, Presidente dell'Opera Nomadi di Milano e Tommaso
Vitale, ricercatore di Sociologia.
Ore 19.30 Gulasch Concerto (cena + concerto) 15.00 €
Janos, violinista ungherese che ha lavorato con Moni Ovadia, prepara il celebre
piatto: “il gulasch” con contorno di tradizionali gnocchetti.
A conclusione della cena Janos delizia i suoi ospiti con il suo violino e dà
inizio ad un concerto composto dai brani della tradizione ungherese rumena,
bulgara e klezmer! Un’ insolita esibizione in cui Janos racconta la sua vita,
aneddoti della sua carriera violinistica, barzellette spesso assurde e sempre
esplosive.
Ore 21.30 film - commedia VUOTI A RENDERE di Jan Sverak, regista ceco.
il film sarà proiettato da martedì 14 a domenica 19 aprile.
Di Fabrizio (del 14/04/2009 @ 09:21:42, in Italia, visitato 1634 volte)
Segnalazione di
Eugenio Viceconte: La cooperativa ROM Artezan, di Japigia,
Bari, partecipa alla colonna di soccorsi dalla Puglia.
dal nostro inviato GIANLUIGI DE VITO
CAMARDA (L’AQUILA) - Michele, 35 anni, è barese di Putignano. Prima del lunedì
della grande scossa erano in servizio come ogni giorno nella stazione di Tivoli.
Dopo la tragedia hanno preso la licenza e sono tra i guardiani tuttofare del
campo di Paganica. Massimo è al cellulare e direziona lo sguardo verso di noi:
"Ragazzi, quel furgone va scaricato da un’altra parte, c’è gente che non ha
ancora le tende e la roba, ma bisogna andare nei paesi qui attorno". Certo, la
disperazione è altrove. Paganica è la somma di tre tendopoli bene allestite
ormai. Tre campi che hanno come cinta una lunga fila di container pieni. Ma
non di tutto quel che serve. Alle 10 di sera nelle due tensostrutture finiscono
di cenare i soccorritori. Sono cotti più delle patate e del tacchino servito nel
piatto. Fuori c’è il cartello che la dice lunga sul bisogno urgente di ritorno
alla normalità: "Partita di calcio Scapoli-Paganica".
La seconda squadra è corretta dal prefisso "ex". Già ex Paganica. I bambini
continuano a prendere a calci a un pallone sotto i riflettori alimentati dal
gruppo elettrogeno. Gli anziani sono ancora fuori anche se il freddo non ha
allentato la morsa. Si tira fino a tardi fuori dalla tenda. Perché dentro c’è
poco, c’è l’indispensabile; fuori c’è un un via-vai da ipermercato all’aperto,
che almeno spegne la paura e fa sentire tutti meno soli. Una donna
sull’ottantina s’avvicina e bisbiglia: "Avete qualche paio di mutande?". Certo
che sì. Un altro anziano, più giovane d’età ma costretto al bastone per le
ferite durante la fuga dopo una scossa ammicca di continuo le palpebre umide di
lacrime e parla a voce alta: "Adesso state qui, ma tra un mese? Non potete
lasciarci soli. Come staremo tra un mese?". Massimo sale su uno dei furgoni dei
volontari baresi arrivati per la quinta volta da Bari. Direzione Camarda. Più
su, si snodano serpentoni di curve che ti fanno perdere la conta dei chilometri.
Ma non sono tanti. Sulla strada principale è parcheggiato un autobus di linea,
vecchiotto. Ci dormono in una ventina: sono quelli che hanno la casa in piedi,
ma la stessa paura di morte del lunedì nefasto. E nel campo, poco più sotto, non
ci sono ancora tende per tutti. Lo psicologo milanese Salvatore Cascone parla
con Massimo e gli svela che ha chiamato rinforzi da un comune lombardo:
"Arrivano nelle prossime ore squadre di volontari che sono in grado di fare una
disinfestazione, essenziale per allargare il campo lì ai bordi del fiume". Bordi
ancora al buio perché non c’è luce per tutto. Anche Roberta Tondo giunta da
Trevi (Lazio) dopo aver lasciato il figlio 15enne alla madre, si sfoga col
carabiniere leccese: "Ho un anziano disabile che non può più dormire in auto, ho
dovuto litigare per avere una tenda".
Una dozzina di chilometri più avanti, passando da una Onna ridotta a briciole ma
che è illuminata a giorno almeno lì dove i carrozzoni dei media hanno stanziato
i camper e le parabole, s’arriva a Filetto. Non sembra la frazione di Aquila.
Eliana Spagnola, delle Misericordie, dormiva nell’auto. È lei che ha le chiavi
del magazzino. La richiesta è la stessa. "Intimo uomo donna e coperte". Non
bastano mai. "Siamo 300 in tutto, 180 sono nelle tende, altri 180 sono fuori",
motiva la richiesta Eliana. Il ritorno a Paganica serve per fare il punto con i
soccorritori della Croce Rossa: medici e militari esperti nella logistica.
Arrivano richieste da Picenze di Barisciano, Poggio Picenze, Fontecchio e Ocre.
Servono, aceto, intimo, bacinelle, scarpe, stoviglie di plastica, pettini,
spazzolini, saponette. Difficile capire.
La Protezione Civile e la Prefettura dell’Aquila continuano a invitare tutti a
evitare il "turismo solidale", perché "è tutto sotto controllo". Ma dai contatti
e dai faccia faccia si capisce che ci sono tendopoli di "serie A" e di "serie
B". E, soprattutto si capisce che la macchina degli aiuti sarà pure perfetta, ma
solo mediaticamente. Le fessure lasciate vuote, a sei giorni dal sisma, ci sono
eccome. Epperò la babele dei soccorsi è altrettanto dannosa. E allora la colonna
di aiuti partita da Bari stamani ha una destinazione diversa: Bazzano. Due
furgoni e un pick-up della Polizia Provinciale. E un furgone è guidato dai rom
della cooperativa di Japigia, "Artezian" che ha raccolto in giro per la
provincia assieme all’associazione "Osservatorio Sud", il carico di aiuti
organizzato da più enti e associazioni. Da Cassano la quota più consistente
grazie ai volontari della "Fratres" che hanno messo in moto un vorticoso
passaparola che ha fruttato più di mille euro utilizzati per l’acquisto dei
materiali richiesti.
13 aprile 2009
Di Fabrizio (del 14/04/2009 @ 09:16:51, in Europa, visitato 1636 volte)
Da
Romano_Liloro
Mentre i Rom di tutto il mondo hanno celebrato l'8 aprile la loro Giornata
Internazionale, in Kosovo, nei fatti, c'era ben poco da celebrare.
Questi bambini di Cesmin Lug e del Campo di Osterode nel Kosovo, chiedono di
avere salvate le loro vite dall'avvelenamento nel sito più tossico dell'Europa
orientale, dove sono stati piazzati dalle Nazioni Unite (vedi
QUI ndr). Nella protesta, i loro striscioni proclamavano "Dio ci salvi
dall'UNHCR" e "Benvenuti nell'inferno di Kouchner", mentre altri chiedevano
di essere salvati dall'avvelenamento da piombo. Accusavano Bernard Kouchner, ex
Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite ed ora
Ministro degli Esteri francese, di aver fallito di salvarli come aveva promesso.
Attualmente ci sono 83 morti tra quanti vivono in questi campi.
Pictures courtesy of Kosovo Medical Emergency Group and Society for
Threatened Peoples International:
http://www.toxicwastekills.com/page22.html
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