Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/03/2011 @ 09:07:05, in Europa, visitato 1551 volte)
Il sindaco di Šurice, gli zingari vengano a noi
Zoltán Végh, il sindaco del villaggio di Šurice, nella regione di Banská
Bystrica, ha sostenuto che sarebbe felice di veder aumentare il numero di
abitanti di etnia Rom nel suo villaggio.
Il sindaco Végh non è comunque un apostolo della fratellanza fra genti diverse
ma piuttosto un uomo pratico e concreto ufficialmente consapevole del fatto che
ad un maggior numero di zingari corrisponderebbe, per la municipalità di Šurice
una maggiore allocazione di fondi pubblici anche in proporzione al numero di
abitanti.
Alla prosperità del villaggio manca, insomma, un maggior tasso di natalità ed
una bella e prolifica comunità Rom. “L’anno scorso sono morte 11 persone ed è
nato un solo bambino. Il fattore principale è la mancanza di cittadini Rom, che
normalmente hanno famiglie numerose”.
Végh vorrebbe vedere la sua gente, invece, crescere e moltiplicarsi perché se ci
fossero bambini ci sarebbe anche un asilo ed una scuola. Con solo 13 ragazzini
sotto i 15 anni questo non è ovviamente, ne economico e neanche possibile.
Zingari o meno occorre un miracolo, la popolazione di Šurice è attualmente
composta da 500 anime in rapida diminuzione.
Di Fabrizio (del 15/03/2011 @ 09:27:39, in Italia, visitato 1865 volte)
Segnalazione di Stojanovic Vojislav
Consiglio Comunale CITTŔ DI TORINO
MOZIONE N. 8 PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CASTRONOVO, CASSANO, FERRANTE E
SILVESTRINI IN DATA 14 APRILE 2009
Approvata dal Consiglio Comunale in data 3 marzo 2011
OGGETTO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NAZIONE ROM.
Il Consiglio Comunale di Torino,
PREMESSO CHE
- l'8 aprile si celebra in tutto il mondo il "Romano Dives", la Giornata
internazionale della nazione Rom, in ricordo di quell'8 aprile del 1971 quando a
Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e si costituì
la Romani Union, la prima organizzazione mondiale dei Rom riconosciuta dall'ONU
nel 1979;
- tale giornata è un momento importante per il popolo Rom e per l'umanità intera
che può dirsi civile soltanto se a tutti i popoli è riconosciuta la pari
dignità;
RICONOSCE E FA PROPRIA
la ricorrenza dell'8 aprile, impegnandosi a diffonderne il valore e il
significato alle istituzioni e alla cittadinanza attraverso tutti i mezzi a sua
disposizione;
IMPEGNA
Il Sindaco e la Giunta a:
1) attivarsi affinché venga divulgata, al di là dei pregiudizi, la conoscenza
della storia e della cultura di Rom e Sinti;
2) vegliare affinché questa parità venga fattivamente realizzata e non rimanga
un mero proclama, avviando politiche attive anche per il superamento della
ghettizzazione nei campi, per il contrasto di ogni forma di xenofobia e per il
miglioramento della coesione e dell'inclusione sociale.
Espressioni di voto
FAVOREVOLI
BONINO GIAN LUIGI
BRUNO GIUSEPPE MAURIZIO
CASTRONOVO GIUSEPPE
CENTILLO MARIA LUCIA
CUGUSI VINCENZO
FERRANTE ANTONIO
GALLO DOMENICO
GALLO STEFANO
GENISIO DOMENICA
GENTILE LORENZO
GIORGIS ANDREA
LAVOLTA ENZO
LO RUSSO STEFANO
OLMEO GAVINO
PETRARULO RAFFAELE
RATTAZZI GIULIO CESARE
SALINAS FRANCESCO
TEDESCO GIULIANA
TROMBINI CLAUDIO
ZANOLINI CARLO
CONTRARI
BRESCIA MARIO
SAVINI MANUELA
ASTENUTI
BOERO VALTER
CUNTRŇ GIOACCHINO
SCANDEREBECH FEDERICA
VENTRIGLIA FERDINANDO
NON PARTECIPANTI
ANGELERI ANTONELLO
FIORINO SALVATORE
SALTI TIZIANA
Desideriamo invitarvi a partecipare alla serata "CHI SONO I NUOVI
ITALIANI?", organizzata, in occasione del 150° anniversario
dell'Unità d'Italia, dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Olgiate
Molgora LC, in collaborazione con l'Associazione La Conta, che
ci sarà alle ore 21,00 di sabato 19/03/2011, con ingresso libero e
gratuito, presso la sala Civica di Viale Sommi Picenardi a Olgiate Molgora
(Lecco).
In particolare la serata sarà dedicata alla conoscenza della cultura del popolo
Rom in Italia, attraverso la loro musica, i loro canti e le loro danze, in una
ritrovata unità multiculturale ed inclusiva dei rom che abitano i nostri
territori. Parteciperà alla serata Ernesto Rossi, studioso dei Rom
e Sinti nonché presidente dell'Associazione "Aven Amentza - Unione di Rom e
Sinti" e dell'Associazione "ApertaMente di Buccinasco" che ci
parlerà delle condizioni di vita dei Rom e dei Sinti in Italia e della loro
cultura. Parteciperà altresì La Nuova Untza! un gruppo canoro/musicale
rom di quattro musicisti (fisarmonica, chitarra, violino e clarinetto) più
alcuni ballerini, diretto da Marian Badeanu, "Director" che
animeranno una vera e propria festa Rom con splendidi canti, danze e musiche
tradizionali/popolari Rom. La serata si concluderà con un buffet, offerto a
tutti i presenti.
[...]
La Nuova UNTZA! Gruppo canoro/musicale rom, costituito
normalmente da 4 elementi (una fisarmonica, un violino, una chitarra ed una
tromba o sassofono) ma che nelle feste tradizionali può comprendere fino a circa
10 musicisti/cantori/ballerine/i, condotta da Marian Badeanu, "Director",
violino solista e direttore del complesso, erede dell'associazione musicale "Untza!",
fondata anni fa da musicisti immigrati a Milano, per far conoscere le musiche ed
i canti tradizionali/popolari rom in particolare e più in generale dell'area dei
balcani. Marian Badeanu 'Director' ha ispirato, e partecipato con Loredana
e Ciprian, figli d'arte, al film/documentario "Miracolo alla
Scala" di Claudio Bernieri, originale remake del "Miracolo
a Milano" di De Sica e Zavattini, definito da Ermanno Olmi
"un utile e bel documento".
Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica all'iniziata di cui
sopra e/o diffondere la stessa tra le persone che ne possono esservi
interessate. Vi ringraziamo in anticipo.
Di Daniele (del 14/03/2011 @ 10:54:39, in Europa, visitato 1790 volte)
Da
Roma_Daily_News
Iangreen.org - I rom vivono in povertà
Ci sono quasi 2,2 milioni di persone rom che vivono in Romania, il 75%
dei quali vive in povertà. Poiché l'UE dichiara il 2010 come l'anno per
combattere la povertà e l'esclusione sociale, la fondazione Proton inizia ad
esplorare nuove opportunità di trasformare la vita per la comunità rom.
Č ampiamente accettato che c'è un grande bisogno, tra i rom, d'istruzione,
alloggio, assistenza sanitaria e identità. Senza un miglioramento di queste
quattro grandi aree di necessità, il ciclico problema della povertà non può
essere superato. Nel dicembre 2009 il dipartimento della commissione europea per
l'occupazione, affari sociali e pari opportunità, ha pubblicato
il seguente video ed articolo sul proprio sito web.
"I rom hanno i stessi sogni e speranze per il futuro come tutti gli europei:
ad esempio, avere una buona educazione ed una carriera appagante e d'integrarsi
nella società. Sebbene la discriminazione contro i membri di questa importante
minoranza è ancora diffusa, ci sono esempi che i rom possono realizzare i propri
sogni. Gli stati membri della UE insieme con le istituzioni della Comunità
Europea, promuovono l'inclusione sociale dei rom e danno loro supporto per
accedere all'istruzione, per trovare un lavoro e per partecipare alla vita
pubblica. Questo cortometraggio si concentra sul caso dell'Ungheria e mostra
esempi di iniziative che aiutano i rom a partecipare attivamente al
miglioramento delle loro vite."
La fondazione Proton ha lavorato da diversi anni al fianco della
King's Contruction, una
società di sviluppo immobiliare che mette a disposizione una terra ed alloggi a
prezzi accessibili nella zona di Costanza. Usando questa conoscenza ed
attraverso la sua rete, la fondazione Proton ha recentemente iniziato a
dialogare con i potenziali partner e con le organizzazioni per esplorare modi di
lavorare insieme per fornire una risposta ai bisogni del popolo rom che vive in
Romania.
Nel gennaio 2010 Amnesty
International ha pubblicato il seguente rapporto nel proprio sito web:
"Ci sono quasi 2,2 milioni di rom in Romania – che costituiscono circa il 10%
della popolazione totale. Come conseguenza di una diffusa discriminazione, il
75% dei rom vive in povertà, rispetto al 24% dei romeni e al 20% degli
ungheresi, la più grande minoranza in Romania. I livelli di salute fisica e
delle condizioni di vita dei rom, sono tra i peggiori del paese.
Anche se alcuni rom vivono in strutture permanenti con diritto di locazione,
molte altre abitazioni di vecchia data rom, sono considerate dal governo come
"temporanee" e non ufficiali ed i loro abitanti non hanno nessuna prova di
locazione, il che aumenta la loro vulnerabilità allo sfratto.
Gli sgombri forzati violano gli standard legali regionali ed internazionali
della Romania come quelli contenuti nella Convenzione internazionale sui diritti
economici, sociali e culturali e la Convenzione europea sui diritti dell'uomo
che esige che tutte le persone debbano avere un livello minimo di sicurezza nel
diritto di proprietà, garantendo loro la tutela legale nei confronti degli
sfratti, delle molestie e di altre minacce.
"Siamo zingari ed è per questo che non ci ascoltano" - Monika, maggio
2009.
Più di cento persone rom - incluso famiglie con bambini – vivono in baracche di
metallo vicino ad una fabbrica di depurazione in Romania, dopo che sono stati
sfrattati con la forza dalle loro case, secondo un nuovo rapporto di oggi di
Amnesty.
Il rapporto, Trattati come rifiuti: case dei rom distrutte e salute a rischio
in Romania, racconta come il popolo rom è stato sfrattato con la forza dalle
autorità comunali da un edificio nel centro di Miercurea Ciuc – il capoluogo
della provincia di Harhita nel centro della Romania. La maggior parte sono stati
riaccolti dalle autorità in capanne di metallo alla periferia della città,
dietro un impianto di depurazione. Alcuni hanno deciso di trasferirsi in una
discarica vicino, piuttosto che vivere vicino al depuratore.
Erszebet, che vive accanto agli impianti di depurazione con il marito e nove
figli, ha riferito ad Amnesty International com'è la vita in una capanna di
metallo: "E' stretta, quando tutta la famiglia va a dormire non ci entriamo. Non
possiamo fare il bagno, non ci possiamo lavare. E' troppo piccola. Non vogliamo
che le ragazze più adulte fanno il bagno davanti al loro padre."
Le capanne di metallo temporanee e le baracche sono vicine al depuratore, nei
300 metri di protezione stabiliti dalla legge romena per separare le case da
potenziali rischi di tossicità. La mancata tutela del diritto alla salute è
un'altra violazione degli obblighi nazionali ed internazionali della Romania.
Ilana ha raccontato ad Amnesty International: "Le case si riempiono di
quell'odore. Di notte... i bambini si coprono la faccia con i cuscini. Non
vogliamo mangiare quando sentiamo l'odore... ho avuto un altro bimbo che è morto
a quattro mesi... non voglio perdere gli altri miei figli."
Le autorità romene devono fermare lo sgombero forzato delle famiglie rom e
riposizionare immediatamente quelli che vivono da anni in condizioni pericolose
vicino a discariche di rifiuti, impianti di depurazione o aree industriali alla
periferia della città, ha dichiarato Amnesty International. L'organizzazione
chiede al governo della Romania di riformare la propria legislazione sugli
alloggi per incorporare gli standard internazionali sui diritti umani e con
particolare attenzione agli alloggi.
Halya Gowan, Direttore del programma europeo di
Amnesty International,
ha dichiarato: "In tutto il paese le famiglie rom sono state sfrattate dalle
loro case contro la loro volontà. Quando questo accade, non solo perdono le loro
case, perdono i loro averi, i loro rapporti sociali, i loro accessi al lavoro ed
ai servizi dello stato.
"Questo modello di sgomberi forzati, senza un'adeguata consultazione,
comunicazione o sistemazione alternativa, perpetua la segregazione razziale e
viola gli obblighi internazionali della Romania. Il calvario delle famiglie rom
è proseguito per sei anni, ora è il momento per le autorità locali di fornire
loro un alloggio adeguato vicino a servizi e strutture e in un luogo sicuro e
sano. Qualcosa deve accadere adesso. Un esempio dev'essere impostato – gli
sgomberi forzati devono essere fermati ed il diritto alla casa dev'essere
garantito. E questo può e dovrebbe essere fatto dalle autorità di Miercurea Ciuc".
Da
Roma_Italia
Gentilissimi, con la presente desidero presentarvi le proposte artistiche
di Alexian Santino Spinelli per l'anno 2011. Per maggiori informazioni e
contenuti come: discografia, gallery fotografica, mp3 e video vi invitiamo a
clikkare sui seguenti link:
- Mp3
-
Foto
-
Video
-
Discografia
Le proposte artistiche di Alexian Santino Spinelli
Alexian Ta Le Chave (Alexian e i suoi figli)
clikka qui
per scaricare la scheda artistica e altre foto
guarda il video 1
guarda il
video 2
Romano Drom
Viaggio Concerto nella musica Rom con Orchestra Europea per la Pace e
Alexian Group. Musiche testi e arrangiamenti originali di Alexian Santino
Spinelli
guarda il sito
Alexian Romani Orkestar E' un fantastico viaggio con danze e musiche per
conoscere la varietà ed il grande fascino di una cultura millenaria.
Una musica romanì originale legata da sempre ai momenti più importanti della
vita: nostalgia, passione, energia, sensualità, allegria si succedono in una
colorata festa Rom da ballare e da cantare
Formazione da 18 elementi
guarda il
video
Eurotour
Un percorso musicale e canoro nella lingua romaní dei Rom abruzzesi per un
viaggio ideale attraverso l'intimità di un‚arte assolutamente originale.
(in formazione da 4 a 7 elementi)
guarda l'Alexian Group in concerto
- Malay
Gipsy
- Echi
d'Oriente
- Oci
Ciornia
Concerto per il PORRAJMOS
il genocidio dimenticato dei Rom e Sinti.
Canti e poesie della memoria in lingua romaní
clikka qui
Io Ac-Canto a Dio
Canti religiosi dei Rom italiani
guarda
Alexian in concerto a Jubilmusic
Teatro Romanó
"Duj Furàtte Muló" - "Due volte morto"
dramma bilingue di Santino Spinelli e Daniele Ruzzier
Lettura scenica con musiche, canti e danze romanès originali
interpreti :
"Alexian" Santino Spinelli (Fisarmonica, canto e voce recitante)
Silvia Faugno (voce recitante, danza e percussioni)
Musiche originali di Alexian Santino Spinelli
Coreografia di Silvia Faugno
regia: Santino Spinelli
guarda il
video
Su richiesta è possibile organizzare settimane culturali dedicate alla
cultura romani, possiamo realizzare:
- un'esposizione di arte storia e cultura Romani,
- seminari su storia, olocausto, lingua, cultura, tradizioni,
- corsi di aggiornamento per insegnanti,
- proiezioni film e video con dibattito,
- presentazione del nuovo libro del Dott. Spinelli "O Romano Gi - Saggi di
letteratura romanì" Roma, Edizioni Romanì, 2010,
- Concerto e/o recital Alexian
- Teatro Rom
PROGETTI
SPECIALI
Se siete interessati ad inserire l'evento nelle vostre programmazioni, non
esitate a contattarci,
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Di Fabrizio (del 13/03/2011 @ 09:55:46, in Italia, visitato 2502 volte)
Da
Redattore Sociale
Per il presidente della Casa della Carità il presidio sociale non è più
nelle condizioni di aiutare le famiglie che ci abitano. Il progetto del comune
prevede di trasformarlo in un campo di transito. "Č tutto sospeso"
MILANO - "Non c'è chiarezza sul futuro del campo rom di via Idro. Così non si
può lavorare": per don Virginio Colmegna il presidio sociale gestito dalla Casa
della carità, di cui è presidente, non è più nelle condizioni di aiutare i 115 rom harvati italiani che ci abitano. Il progetto del
Comune prevede di trasformarlo in un campo di transito. "Č tutto sospeso, non
c'è idea di come sistemare chi ora ci vive".
Dopo lo sgombero di tre famiglie abusive settimana scorsa, 12
associazioni della zona (tra cui Anpi, i comitati dei genitori delle
scuole di via S. Mamete e via Russo, il Comitato Vivere in zona 2 e il
Pd locale) hanno firmato un appello in cui chiedono alla giunta Moratti
come abbia intenzione di spendere i fondi messi a disposizione dal
ministero dell'Interno. Per l'emergenza rom in tutta Milano infatti sono
stati stanziati 13 milioni di euro, di cui 5 sarebbero destinati alla
struttura via Idro per riconvertirla in un campo di transito. Progetto
che alle associazioni non piace. "Come hanno gestito i campi in questi
anni? Hanno controllato gli ingressi e garantito sicurezza a tutti?".
Il timore è che si trasformi in qualcosa di ingovernabile. "Non ci
fidiamo della Moratti, della Lega nord e delle loro promesse. Spendono i
nostri soldi solo per demolire. Anzi a loro interessa far passare in
televisione e sui giornali il messaggio che combattono l'illegalità e
sono dalla parte dei cittadini: alimentano solo la paura senza
preoccuparsi di trovare soluzioni!".
Nel campo di via Idro non esistono contatori individuali della corrente
elettrica. E così viene sospesa ogni volta che la morosità "collettiva"
del campo raggiunge livelli insostenibili. Le associazione chiedono "la posa di contatori personalizzati che li ponga nelle condizioni di pagare
le bollette o andare incontro alla sospensione della fornitura in caso
di morosità in modo individuale e non collettivo. Come in tutti i
condomini, le utenze vengono sospese solo alla famiglia morosa". (dp)
Di Fabrizio (del 13/03/2011 @ 09:31:05, in Europa, visitato 1459 volte)
Da
Czech_Roma
Un racconto sul razzismo ceco
Prague, 6.3.2011 16:50, Slávek Pařenica, translated by Gwendolyn Albert
Cari lettori,
Grazie per la pazienza che dedicherete alla lettura di questa storia. E' una
storia reale su persone reali. Soltanto i nomi dei luoghi e delle persone sono
stati cambiati. Non comprendiamo quante storie simili si sviluppino
costantemente attorno a noi.
La maggior parte della gente non è cattiva. Non vorrebbe far del male a
nessuno - almeno non intenzionalmente. Come tutti sanno, la strada per l'inferno
è pavimentata di buone intenzioni. Stiamo tutti vivendo le nostre vite. Per la
maggior parte facciamo del nostro meglio per vivere come ci è possibile, e non
siamo abbastanza consapevoli di come siamo collegati agli altri, di come una
parola può migliorare o peggiorare la vita di qualcuno. Una parola pronunciata,
oppure no, ed una vita umana può puntare in una direzione completamente
differente.
La nostra storia inizia in un negozio di alimentari in una città di
provincia. E' un negozio piccolo e carino, ben tenuto da un proprietario
simpatico, un vecchio gentiluomo che vi ha lavorato tutta la vita. Amava il suo
lavoro sin dai giorni in cui tutto apparteneva allo stato, e nell'ambito delle
sue possibilità ha fatto del suo meglio, come gestore, per avere scorte di
prodotti freschi (anche quando la selezione era più povera), cosicché i suoi
clienti potessero sempre acquistare al meglio ed essere felici di tornare.
Sapeva benissimo che non avevano molta scelta, che non c'era una vasta gamma di
prodotti, ma anche così.
Poi venne la rivoluzione ed all'inizio degli anni '90 aprì la sua propria
attività. Era il SUO negozio di alimentari. Lo amava sinceramente e gli affari
fiorirono. Non divenne mai un miliardario, ma non gli andò mai male. Era felice.
Così questo proprietario (lo chiameremo Novotný) gradualmente ampliò la gamma
dei prodotti ed inoltre dopo il 2000 estese l'orario di apertura del negozio
[...]. Ovviamente, i suoi prezzi non potevano competere con gli ipermercati, ma
anche così aveva abbastanza clienti - grazie soprattutto all'atteggiamento del
suo staff ed alla qualità dei prodotti. Era anche accessibile a chi viveva lì
attorno.
Ad un certo punto a luglio qualcuna del suo staff andò in congedo di
maternità. Stanco di lavoro extra, il signor Novotný decise di assumere una
nuova venditrice. Mise un cartello "Personale cercasi".
Jarmila Demeterová è una zingara - così la chiamano, lei non si preoccupa se
adoperano il termine "Romnì" o "zingara". Tutti e due possono essere usati bene,
o in senso peggiorativo. Sono in cinque in famiglia. Suo padre beveva parecchio
e sua madre amava la famiglia con tutto il cuore e si prese cura di loro.
Jarmila è andata a scuola, era un'alunna nella media. Non stupida, ma neanche un
genio. Soltanto una ragazza normale - con la pelle leggermente più scura degli
altri. Terminati gli studi ha fatto apprendistato come addetta alle vendite.
Jarmila faceva la spesa regolarmente al negozio del signor Novotný. Le
piaceva lì, più che altro perché non aveva la sensazione di non essere
benvenuta. Nessuno la seguiva con sospetto mentre faceva acquisti, cosa che
accadeva di solito negli altri negozi. Da un lato capì perché era così. Sapeva
molto bene che alcuni zingari rubano e non lavorano, e comprendeva il malessere
che incontrava, la mancanza di fiducia. Ciò non significa che non la
preoccupava. In verità talvolta anche lei era stata tentata di rubare qualcosa
negli ipermercati - se tutti ti guardano come un ladro, allora diamogli una
ragione - ma non l'aveva mai fatto.
Il cartello "Personale cercasi" pendeva da diversi giorni alla porta del
negozia e Jarmila continuava a passarci davanti. Pensò che doveva chiedere del
lavoro, ma aveva paura di essere umiliata un'altra volta. Nessuno le aveva mai
detto direttamente che non l'avrebbero assunta perché era una zingara, ma a
volte gli occhi dicono più delle parole.
Alla
fine ebbe il coraggio di chiedere per il lavoro. Mentre entrava nel negozio dove
per tanto tempo aveva fattola spesa, il cuore le batteva forte, come succede a
ogni ragazza di 19 anni in cerca di lavoro.
"Capo, c'è qui una ragazza interessata al lavoro di vendita. Per favore,
aspetta qui un momento, il capo sarà qui subito."
Questo trattamento dignitoso e gradevole la sorprese, e si calmò un poco. Ci
vollero pochi secondi perché il signor Novotný uscisse dal suo ufficio, ma a
Jarmila parve un'ora.
"Salve signorina. Prego, venga nel mio ufficio."
Il signor Novotný conosceva Jarmila di vista. Sapeva che era una cliente
abituale, che era ben educata, tranquilla e vestita decentemente. Le piaceva.
Lui non era mai stato razzista. Era un uomo d'affari, ed i clienti sono clienti,
non importa il loro colore. Dopo una breve intervista, decise di dare una
possibilità a Jarmila. Concordarono un periodo standard di prova di tre mesi, lo
stipendio iniziale e le altre condizioni. Jarmila non diede molta attenzione a
questi dettagli. Era contenta di avere un lavoro, e cominciò a sognare un posto
suo dove vivere - anche se amava la sua famiglia, voleva un po' di privacy. Era
grata al signor Novotný.
Passato il periodo di prova di tre mesi, Jarmila aveva acquisito una notevole
esperienza di lavoro. Non era perfetta, ma non lo è nessuno quando si impara un
nuovo lavoro. Bisogna dire che scuola e apprendistato sono un po' differenti -
ma lei era competente ed imparava in fretta. Le piaceva lavorare per quanto il
lavoro possa essere piacevole - quasi nessuno di noi in realtà si rallegra di
andare a lavorare, ma sapete tutti cosa intendo.
Un ano dopo, Jarmila era una venditrice esperta. Era veloce, amichevole,
molte persone avevano di lei una buona opinione.
Un giorno, era al servizio dei clienti, come al solito. C'erano poche persone
nel negozio, e tra loro un gruppetto di giovani uomini.
"Vedete quella cioccolata?"
"Hm, dovrebbe stare sull'autostrada E55, non ad importunare la gente qui in
negozio. Andiamocene prima di prendere l'epatite."
I giovani non hanno parlato esattamente a voce alta, ma le loro parole sono
state udite. Gli altri clienti non ci hanno fatto attenzione. Nessuno vuole
problemi inutili. Anche Jarmila li ha ignorati, anche se si sentiva
terrorizzata. Da tempo non sentiva discorsi simili e non era abituata. Talvolta
basta qualche parola per ricordarsi molto in fretta del passato.
Non era finita. I giovani tornarono nel piccolo negozio sempre più spesso, ed
i loro attacchi si intensificarono. Una volta, il signor Novotný ne fu testimone
e si intromise.
"Signori, c'è qualche problema?"
"Non per noi, sei tu quello col problema, vecchio."
"Uscite o chiamerò la polizia."
Gente come quella di solito non ha molto coraggio. Mormorarono qualcosa del
tipo ci vediamo dopo e lasciarono il negozio.
Quando il signor Novotný tornò a lavoro il giorno dopo, c'erano graffiti su
tutta la vetrina, con scritto "Morte agli zingari", ecc.
La cosa si ripetè, ma ciò non fu il peggio. Successe che i clienti smisero di
venire. I giovani non entrarono più, ma ogni tanto vennero lasciate all'ingresso
uova e verdure marce, o altre cose simili. I clienti smisero di trovare
piacevole il negozio.
Il treno aveva lasciato la stazione e non si poteva più fermarlo.
Pochi mesi dopo, sulla vetrina apparve un cartello "IN VENDITA".
The opinions published in our Commentary section do not necessarily
reflect the standpoint or opinions of the editors of news server Romea.cz or the
ROMEA civic association.
Di Fabrizio (del 12/03/2011 @ 09:49:33, in Europa, visitato 1614 volte)
Segnalazione di Lorenzo Bagnoli
Approvata con 576 voti a favore, 32 contrari e 60 astenuti la relazione di
Lívia Járóka, popolare ungherese e unica eurodeputata rom. Il prossimo 5 aprile
la Commissione presenterà la propria versione dell'attesa Strategia
STRASBURGO - In attesa che il prossimo 5 aprile la Commissione europea presenti
la propria versione dell'attesa Strategia europea per l'inclusione dei rom,
il Parlamento europeo ha finalizzato oggi la propria proposta in materia.
Approvando con 576 voti a favore, 32 contrari e 60 astenuti la relazione di
Lívia Járóka, popolare ungherese e unica eurodeputata rom, il PPE riafferma la
necessità di assumere un approccio comune per affrontare l'integrazione
socio-economica della più vasta minoranza etnica europea. I 10-12 milioni di rom
che vivono sul territorio dell'Ue soffrono una discriminazione sistematica e
combattono contro "un livello intollerabile di esclusione" e violazioni dei
diritti umani, afferma la risoluzione degli europarlamentari. I recenti fatti,
in particolare le espulsioni da Francia e Italia, hanno ampiamente dimostrato
che la questione rom non conosce confini nazionali: l'Europa avverte quindi la
necessità pressante di prendere l'iniziativa e dettare agli Stati nazionali la
linea da percorrere. Fulcro della proposta del PPE è infatti la richiesta di
introdurre standard comunitari obbligatori di integrazione e la possibilità di
imporre penalità ai governi nazionali che non li rispettano.
La strategia proposta dal PPE si propone come innovativa in quanto si basa su
una valutazione dei fattori socio-economici legati all'emarginazione dei rom,
invece di concentrarsi esclusivamente su fattori etnici e culturali. Inoltre
Járóka propone di stilare una mappa dell'esclusione, individuando le
microregioni dove povertà e segregazione sono più accentate. Sull'occupazione,
la strategia Ue dovrà assicurare un accesso effettivo al mercato del lavoro,
oltre a misure di contrasto al lavoro sommerso e in favore dell'assunzione di
rom nell'amministrazione pubblica. Per quanto riguarda l'educazione, i deputati
chiedono ai governi nazionali di impiegare un numero maggiore di mediatori e
insegnanti rom nelle scuole per garantire l'educazione anche nella loro lingua.
Inoltre il Parlamento denuncia le "discutibili operazioni di rimpatrio" di
cittadini rom verificatesi in vari Stati membri che hanno creato un "clima di
paura e inquietudine" fra la popolazione rom, e che hanno innalzato il livello
di "razzismo e discriminazione". Per questa ragione la Strategie europea dovrà
combattere ogni forma di violazione dei diritti fondamentali, inclusi "la
discriminazione, la segregazione, i discorsi d'incitazione all'odio, il
profiling etnico, il rilevamento illegale delle impronte digitali, nonché lo
sfratto e l'espulsione illegali".
Infine il PPE chiede la creazione di enti europei di sostegno, sotto la
supervisione dell'esistente Task Force per i Rom (creata in seno alla
Commissione Ue), per assicurare un uso più mirato dei fondi europei a
disposizione dei governi nazionali e locali. I deputati chiedono poi alla
Commissione di prevedere finanziamenti ad hoc, nel quadro della politica di
coesione, per sostenere la Strategia Ue per i rom.
La Commissione dovrebbe presentare la sua proposta il 5 aprile. Il testo
dovrebbe poi passare al Consiglio europeo del 24 giugno: l'inclusione dei rom è
una delle priorità della presidenza semestrale dell'Ungheria, che ha collaborato
strettamente con la Járóka nella definizione di una strategia comune. (mm)
Di Fabrizio (del 12/03/2011 @ 09:20:11, in Italia, visitato 3014 volte)
Il mio intervento all'iniziativa di "Sinistra Ecologia e Libertà" in zona 2 a
Milano, lo scorso 10 marzo. Prima di dimenticarmi, c'è una
PREMESSA [incredibile! c'erano anche "i miei amici" ]
Chi mi conosce sa già di cosa parlerò e probabilmente sta sbuffando - vediamo
di non deluderlo.
Si tratta di stretta attualità: proprio una settimana fa nel campo comunale
di via Idro sono state sgomberate 4 famiglie, 3 delle quali vi risiedevano dalla
sua formazione; una addirittura sulla carta d'identità aveva segnato proprio
"via Idro 62". In compenso, i residenti abusivi nel campo sono ancora al loro
posto.
Visto che c'erano degli allacciamenti abusivi alla cabina elettrica, è stato
divelto tutto il quadro, così hanno tolto la corrente anche a chi aveva un
regolare contatore.
RISULTATO: 4 famiglie sono a spasso per la città, forse sotto casa vostra.
Ora tutte le famiglie hanno allacci elettrici volanti, e naturalmente abusivi.
Insomma, vorrei PARLARE CHIARO con voi.
Uno si chiede se TUTTO CIO' HA UN SENSO. Io lo chiedo alla sinistra.
Perché dalla destra so cosa aspettarmi (e se lo so io, forse lo sanno anche
gli elettori); ma la sinistra, a parte protestare contro i BARBARI, cosa
propone?
C'è un equivoco buonista: SI FA FINTA CHE IL PROBLEMA NON ESISTA ed intanto
quel problema marcisce.
Questa sinistra ha idea di quanti campi nomadi ci siano in città? Quanti
siano regolari e quanti no? Quanti siano i Rom e i Sinti in città e nel
circondario?
Forse conosce solo il nome di qualche associazione che se ne occupa, perché
preferisce star zitta e delegare.
IN CITTA' NON ESISTE UNA POLITICA che affronti il problema, al limite c'è la
destra, che lo sposta di qua e di là.
COME NON ESISTE PIU' UNA POLITICA CHE SI RIVOLGA ALLE PERIFERIE.
TRADUCO IN POLITICHESE: nei giorni pari si critica DE CORATO, ed in
quelli dispari, per mancanza di idee, si finisce ad appoggiare PENATI alle
elezioni (quello che diceva "...non sono mica i Gipsy King!").
Parlando invece della zona 2, non ce ne preoccupiamo perché quei Rom siano i
più belli, ma perché sono qua da più di 40 anni.
Le proposte ci sono, mi riferisco al lavoro del TAVOLO ROM, presentato lo
scorso maggio, che fornisce indicazioni pratiche nel campo della casa e del
lavoro.
Soprattutto, non promette soldi, ma investe il necessario. Viceversa, sinora
la destra ha sbandierato somme da capogiro ("abbiamo messo sul piatto 13
milioni, non potete dire che siamo razzisti"), senza che nessuno abbia visto
un euro.
Quanto proposto dal TAVOLO ROM prevede soluzioni differenti a seconda delle
caratteristiche delle varie comunità, e può applicarsi anche al nostro
caso. Difatti in via Idro c'è chi ha già acquistato un terreno dove trasferirsi,
chi lo farebbe e chi intende rimanere se il campo fosse risistemato. Tutti
obbligati a rimanere perché il comune non ha rispettato le sue promesse di
finanziare queste 3 possibilità.
Se l'avesse fatto, il campo vedrebbe ora una cinquantina di presenze, e dal
punto di vista dei numeri sarebbe sicuramente gestibile con più facilità.
DI COSA CI SAREBBE BISOGNO? Di risistemare i bagni, collegare le colonnine
antincendio, ripristinare la cabina elettrica con contratti a forfait per le
famiglie (come da loro richiesto), di risistemare il fondo stradale perché il
campo non si allaghi quando piove. Il tutto, con gare d'appalto che finalmente siano regolari. Insomma, ROBA NORMALISSIMA, questo il guaio
in un paese dove si promettono sempre i miracoli e si dimentica l'ordinaria
amministrazione.
Esiste al campo una cooperativa che da oltre 20 anni si occupa di
manutenzione del verde. Ed è senza lavoro, anche se il campo si trova immerso in
uno dei pochi polmoni verdi della zona.
Non usciremo da questa storia, se non si capisce il valore di quest'area: una
cerniera tra il parco Lambro, il parco della Martesana e quello della Media
Valle del Lambro. Un'area che dobbiamo valorizzare, visto che non ci sono tanti
spazi verdi in zona.
Ma bisogna anche rendersi conto che il destino del campo e quello di polmone
verde sono legati tra loro. Se il campo dovesse sparire per qualche strana
ragione, sappiamo che da anni ci sono forti appetiti immobiliari su quella zona.
TERMINANDO: I rom non si limitano a rubarvi le autoradio. Non ci crederete,
leggono anche con attenzione i giornali. Una delle notizie più gettonate al
campo è quella di De Corato che giudica del tutto regolare la famosa questione
della
BATCAVERNA del figlio della Moratti. Siamo indecisi:
- Ci costruiamo un rifugio antiaereo (che sarà ovviamente condonato)?
- O invitiamo DE CORATO ad una grigliata?
Nel caso, fateci sapere il telefono del vicesindaco.
La più giovane, una ragazzina, sgranocchia un pezzo di focaccia:
Sono arrivati alle 7 di mattina. Ti lasciano sotto la pioggia. Dovevo
scaldare il latte per mio figlio di 4 mesi e non potevo, perché avevano tolto
l'elettricità. Ma intanto davano da mangiare ai cuccioli di cane. "Che carini!"
dicevano.
La più anziana è come un fiume in piena. Ci conosciamo da oltre 20
anni; i miei figli e i suoi nipoti sono praticamente cresciuti assieme. Mi
investe con frammenti di frase, ripetendomi cose che io e lei sappiamo a
memoria.
Mi hanno portato via la mia casetta. Capisco se fosse stata rubata, ma
l'avevo pagata tutta coi miei soldi.
Ho 62 anni, sono italiana e non rubo. Quando io e mio marito avevamo un
negozio, ci siamo dissanguati con le tasse, e siamo finiti qui.
Mi hanno messo per strada solo perché sono una zingara. Mi cacciano e non ho
più dove andare.
Mi hanno detto vai via, e poi mi hanno chiesto "Dove dormirai stanotte?".
"Sotto quell'albero," ho risposto,.
Ma ti rendi conto? Sono cardiopatica, ho il pace-maker e mi hanno dovuto
mettere nell'ambulanza perché stavo male, e la dottoressa mi ripeteva che dovevo
andare via. Ma con che cuore?? Io ho forse cacciato di casa quella dottoressa?
Se avessi rubato, non sarei qui. Ma se fossi stata una ladra o una
extracomunitaria, avrei avuto un aiuto.
Vorrei avere un mitra qua tra le mani. Farei una strage, credimi, ho perso
ogni speranza.
I miei vestiti, sono nella casa che mi hanno sequestrato, ed io sono qui...
Eppure questo campo l'ho fatto anch'io, sono andata in piazza assieme a tutti
quando chiedevamo acqua e luce. Guardami in che condizione sono...
E poi ricomincia, arrabbiandosi con me, con i politici, con i
giornalisti. Deve sfogarsi, sa che nessuno vuole ascoltarla.
Io, forse ho fatto troppa abitudine a ragionare, mediare, spiegare. Ma
poi torno a casa con la stessa rabbia di questa gente e mi stanco di dover
essere sempre diplomatico. Non servirà a nulla, ma uno sgombero sono
persone, beni, affetti, sicurezze, che ogni volta sono messi in discussione.
Ecco cosa state leggendo.
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