Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 23/11/2005 @ 02:40:52, in casa, visitato 1808 volte)
Comunicato stampa: Comunità di Sant'EgidioCon l'arrivo del freddo a Roma arrivano gli sgomberi di zingari Urgente un tavolo per alternative reali e non per interventi-tampone Con un tempismo che solo alla burocrazia può riuscire, questa mattina, a ridosso di un altro intervento solo alcuni giorni fa, in concomitanza con l'arrivo del freddo, sono state sgomberate da Via Aldisio a San Basilio 15 famiglie di zingari (un centinaio di persone di cui la metà bambini). Le loro baracche (presenti da molti anni, prima abitate da italiani) sono state rase al suolo dalle ruspe. Tra le persone vittime dello sgombero molti sono i bambini iscritti a scuola nei dintorni, un uomo emiplegico e alcuni anziani. Alle famiglie non è stata presentata nessuna formale ordinanza di sgombero o "sfratto". Gli zingari (tutti presenti a Roma da molti anni) sono stati invitati ad andarsene, e successivamente le baracche sono state demolite. La città non ha bisogno di interventi senza ritorno e miopi. Nessuna urgenza o rischio di ordine pubblico appare in questo caso né immediato né reale, anche se l'ordinanza, è stato detto, proviene dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. Si è trattato di un intervento su un piccolo agglomerato, su una via secondaria, su un terreno di scarso interesse pubblico. La Comunità di Sant'Egidio ritiene immotivato lo sgombero e non compatibili con il livello di civiltà di una città come Roma iniziative che colpiscono famiglie insediate da anni nel tessuto comunale senza un progetto organico, contestuale, di accoglienza. La Comunità di Sant'Egidio chiede immediati interventi di assistenza per le famiglie rimaste senza un riparo, per il sostegno scolastico, e l'apertura di un tavolo urgente con le istituzioni per individuare soluzioni alternative e praticabili, secondo standard accettabili per la dignità della città e delle persone coinvolte.
Roma, 22 novembre 2005
Piazza di S. Egidio, 3/a - 00153 ROMA - Tel +39.585661 - Fax +39.58566331
Il Corriere della sera - 22.11.2005 - 69 Hits
Milano - Le diverse periferie. Richieste e bisogni dei cittadini
Di Alessandro Balducci*
I disordini in Francia hanno spinto al centro dell'attenzione il problema delle periferie. In Italia non abbiamo costruito negli anni '60 e '70 enormi concentrazioni di edilizia sociale come è successo in Francia, ma anche noi dobbiamo interrogarci su quali domande emergono dalle diverse periferie che nella grande metropoli non sono più solo i quartieri popolari ai confini del Comune. Ci sono periferie interne fatte di baracche e di aree industriali dimesse che ospitano insediamenti illegali di immigrati, fatte di campi nomadi improvvisati. Queste periferie esprimono una domanda di politiche abitative di prima accoglienza che debbono essere in grado di dare una risposta civile a popolazioni urbane che non possiamo ignorare.
Ci sono le periferie pubbliche, grigie e dure, di Milano e dei comuni della prima cintura che in assenza di una continuità nella politica della casa sono diventate spesso concentrazione di fenomeni di disagio: in alcuni quartieri le case vengono occupate abusivamente oppure vengono legalmente assegnate a famiglie multiproblematiche che si vanno ad aggiungere a una popolazione prevalentemente anziana, spaventata e sola.
Propongono una domanda di riqualificazione che è anche di appartenenza alla comunità urbana, di interruzione della catena della emarginazione che unisce il quartiere popolare al lavoro precario, all'esposizione alla violenza da parte di gruppi organizzati, al vivere accanto a fenomeni di disagio sociale. È una domanda complessa, perché chiede alle politiche un approccio multi-settoriale, uscendo dalla logica della riqualificazione edilizia che da sola può fare ben poco. Ci sono infine periferie nella metropoli, dove le tensioni del mercato abitativo di Milano hanno spinto gruppi sociali a reddito medio-basso nella miriade di villette a schiera o di piccoli condomini. Queste popolazioni esprimono una domanda di politiche per la mobilità che rendano meno difficoltoso muoversi, ma anche di interventi capaci di conferire urbanità a brani di territorio che rischiano di trasformarsi in non luoghi, con tutte le connesse implicazioni di marginalità progressiva per le popolazioni che vi abitano. Se non vogliamo essere colti di sorpresa dobbiamo ascoltare le domande che emergono dalle diverse periferie.
*Direttore del Dipartimento di Architettura e Pianificazione Politecnico di Milano
Di Fabrizio (del 23/11/2005 @ 07:59:11, in casa, visitato 2157 volte)
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"Possibilità unica" di risolvere la crisi
By Dominic Casciani BBC News Community affairs
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Per i sostenitori della campagna, mai come ora i Comuni hanno avuto "la probabilità migliore" di risolvere la crisi nazionale dei siti di sosta ed i conflitti con i sedentari. |
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THE GYPSY CONTROVERSY LATEST STORIES
AROUND THE COUNTRY Minety example Travellers bought their land, but do they have the right to stay?
BACKGROUND Q&A: Travellers and the law
YOUR VIEWS Tory traveller proposals BBC action network
SEE ALSO: MPs demand Gypsy site law change 07 Nov 04 | UK Action against Gypsies is delayed 02 Nov 04 | Somerset 'Effigy' gypsies unite at bonfire 31 Oct 04 | Southern Counties What this Traveller girl wants 28 Oct 04 | UK Rural England, Gypsies and land reform 16 Sep 04 | UK
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I nuovi obblighi per i comuni di aiutare Nomadi e Viaggianti a trovare i luoghi possono risolvere le tensioni locali, annuncia in una conferenza la Gypsy and Traveller Law Reform Coalition.
Ma Nomadi e politici dicono che occorre ancora molto lavoro per generare il dialogo con la gente stanziale. L'appello arriva dopo un anno di grandi tensioni sugli insediamenti non autorizzati. Con le nuove misure, i comuni devono includere i bisogni di Nomadi e Viaggianti nei loro programmi sulla casa. Devono anche lavorare per incontrare le esigenze di luoghi di sosta, come pure favorirne l'acquisto di appezzamenti da parte dei gruppi itineranti ed essere di sprone perché ne vengano costruiti ed attrezzati dal privato sociale. Le misure sono arrivate dopo una lunga campagna per far prendere atto ai comuni della drastica scarsità nazionale di luoghi di sosta. I promotori della campagna sostengono che questa scarsità porta agli insediamenti illegali perché non ci sono posti dove fermarsi. Diverse battaglie della corte stanno continuando attorno ai maggiori insediamenti non autorizzati in tutto il paese. Il più grande tra gli sgomberi preannunciati, vicino a Basildon, si pensa costerà almeno 1 milione di sterline. Speranze ed aspettative Lord Avebury, Liberal Democratico che ha sostenuto la causa dei Nomadi e Viaggianti, dice durante la conferenza che presto i comuni non avranno più scuse per non iniziare a risolvere i problemi che hanno condotto a significative tensioni locali.
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"Questo è un momento di speranza e l'aspettativa," ha detto Lord Avebury. "Infine abbiamo una formula che può risolvere i problemi di sistemazione. E una volta risolto quello, si potranno affrontare gli altri problemi sociali che ne derivano. |
"Ci devono essere occasioni per la gente di agire e parlare assieme - può succedere che i problemi siano troppo grandi o insolubili, ma se state viaggiando insieme, il minimo che può nascere è un dialogo" Rev. Michael Hore, Cottenham |
"Per la prima volta ci sono comuni disposti a collaborare a vicenda su ciò che occorre fare così possiamo ipotizzare assieme, e accordarci, sul numero di siti necessari" Len Smith, della Gypsy and Traveller Law Reform Coalition, dice che è "interesse di tutti" la costruzione di nuove aree di sosta. "Il governo sta approntando nuovi piani regolatori - questo Congresso sta valutando queste nuove funzioni ed assicurandosi che tutti i consegnatari relativi siano consapevoli di che cosa fare perché il sistema funzioni e siano creati quei siti di cui c'è un disperato bisogno." Il Reverendo Michael Hore, rettore di Cottenham, porta ad esempio l'esperienza nel suo villaggio di Cambridgeshire come avvertimento e segno di speranza. Le tensioni sono aumentate in 2003 dopo che ad un sito di sosta si era allargato con l'arrivo di molti altri viaggiatori irlandesi. Mentre le tensioni rimangono alte, il reverendo Hore ha detto che là era iniziato il dialogo fra gli abitanti ed i viaggianti e che ciò ha iniziato a migliorare la situazione. "Sono state dette cose terribili che hanno trasceso nel razzismo," continua "ma ci devono essere occasioni per la gente di agire e parlare assieme".
"Può succedere che i problemi siano troppo grandi o insolubili, ma se state viaggiando insieme, il minimo che può nascere è un dialogo"
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Di Fabrizio (del 23/11/2005 @ 09:15:46, in lavoro, visitato 1945 volte)
CACAK - Mercoledì 16 novembre 16.37 - Sono comuni le discriminazioni tra i richiedenti lavoro che siano di etnia rom o disabili. Sasa Obradovic, direttore dell'Amministrazione Nazionale dell'Impiego di Cacak, dice che ciò può essere vero, anche se [invece] non sussistono discriminazioni di genere. "Le discriminazioni di genere non sono un problema a Cacak, dato che il 53% degli occupati è di sesso femminile e il 47% maschile, ma esistono discriminazioni verso i Rom e chi ha disabilità specifiche." Ha aggiunto che la sua amministrazione sta sviluppando un programma per l'impiego di persone disabili, che coinvolgerà tanto gli addetti dell'amministrazione che i datori di lavoro, con l'approntamento di spazi di lavoro specifici e il pagamento dell'80% dello stipendio alla persona disabile.
Di Fabrizio (del 24/11/2005 @ 01:51:40, in Regole, visitato 1595 volte)
Pagina interessante (che riuscirei anche a tradurvi se avessi tempo e voglia, sorry ma mi mancano tutti e due..), con il resoconto del dibattito alla Camera dei Comuni sullla situazione di Nomadi e Viaggianti. Molto "english" e civile il tono, forse troppo. Soprattutto stupisce che per ogni dibattito in corso il cittadino britannico può leggere gli interventi senza diventare matto e (addirittura!) commentare o contattare il proprio deputato.
Di Fabrizio (del 24/11/2005 @ 02:22:35, in Italia, visitato 4086 volte)
I carabinieri fiorentini indagano sui furti nelle case. Anche l'edizione locale della Repubblica vigila (23 novembre 2005). Peccato che sia una bufala degli anni '20.
21.11.2005
Negli ultimi decenni il numero di sfollati interni (IDPs) è drammaticamente in aumento. Guerre civili ed umanitarie, lotta al terrorismo, fondamentalismi religiosi o economici, costringono le popolazioni a migrare in modo forzoso. Una tesi di laurea
Di Francesca Cazzato
Cari compagni e amici, desidero darvi un aggiornamento della situazione rumeni di Casoria, a circa 20 giorni dallo pseudo-sgombero. Sebbene non se ne parli più sui media e le istituzioni ci abbiano del tutto abbandonato, la situazione mi pare ancora drammatica. Abbiamo circa 60 persone a Scampia (tra baracca degli slavi, chiesa dei Gesuiti e chiesa degli evangelici); circa 30 a Torre del Greco in uno stabile fatiscente, minacciate dalla polizia e altre 11 a Bari che chiedono di tornare. Parecchi sono in giro per l'Italia, senza sapere dove andare e cosa fare, aspettando ancora una risposta dalle istituzioni. Con il freddo incipiente e la pioggia, la situazione si fa sempre più critica. Già una bambina, Rebecca, è stata ricoverata da noi per disidratazione al Cardarelli (in seguito è emersa una immunodeficienza congenita, su cui il freddo o le infezioni avrebbero potuto essere fatali); un altro bimbo disabile e debole di cuore, Emanuel, che aveva quasi avuto un collasso a Gianturco per la paura, sta rifacendo le analisi al Policlinico, in preda a crisi di pianto e ansia; infine, diversi neonati in strada soffrono di bronchite cronica, che potrebbe degenerare. Vorrei allertare gli avvocati Valle e Simona dello studio Coccia, perché, nel caso malaugurato di una sciagura si prendessero i provvedimenti legali del caso: si tratterebbe di omicidio colposo per i responsabili di quest'azione così idiota e dalle cosneguenza così drammatiche. Nel frattempo, vorrei ancora una volta sollecitare le istituzioni a non ignorare oltre questo dramma silenzioso che si compie sotto i nostri occhi e a predisporre un'accoglienza d'emergenza per questa gente, indifesa e smarrita sul nostro territorio, che almeno in quello schifo di baracche aveva un punto di riferimento in un ambiente così differente e potenzialmente ostile a loro. Vorrei inoltre invitare i giornalisti a non dimenticare le dramnmatiche conseguenze di quello che Zanotelli ha definito uno sgombero degno di un regime dittatoriale del sud del mondo. A tutti gli altri amici, operatori sociali e compagni vorrei dire di non abbassare la guardia e se possibile di farsi venire idee su possibili soluzioni di accoglienza temporanea, in vista di prospettive più solide che ancora non si intravvedono però all'orizzonte. Ma la Chiesa che aspetta ad aprire le porte, visto che non lo fa il Comune di Napoli o la Provincia? Prego tutti di farsi sentire sull'argomento e fare proposte concrete, ciao e buon lavoro a tutti,
Marco Nieli, vicepresid. Opera Nomadi di Napoli
Di Fabrizio (del 24/11/2005 @ 12:33:41, in Regole, visitato 7262 volte)
La Commissione Europea Network of Legal Experts in non-discrimination ha pubblicato un'analisi comparata delle leggi antidiscriminatorie nei 25 Stati Membri - dedicando un documento ad ogni paese. Il rapporto inoltre confronta similitudini e contrasti tra le differenti leggi nazionali, identifica sviluppi ed aspetti comuni. [...]
Il rapporto è disponibile in lingua inglese, francese e tedesca.
Rimedi e sanzioni nelle leggi non discriminatorie
Il network di esperti ha poi pubblicato un nuovo rapporto esaminando il concetto di "sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive" - con quanto comportano nello sviluppo di Direttive sull'Uguaglianza Razziale e nell'Impiego. Sullo sfondo, il rapporto affronta lo sviluppo e il significato del concetto in Europa di legge sull'uguaglianza dei sessi (comprese le sue origini storiche) e sulla legislazione europea in generale. Di seguito affronta gli standard legislativi del diritto internazionale; per terminare coi rimedi e le sanzioni previste nel quadro specifico delle direttive EU, con i relativi conguagli e risarcimenti.
Attualmente questa parte è disponibile in inglese. A breve seguiranno le versioni in francese e tedesco. Tommaso Vitale e Daniele segnalano anche questo articolo di Repubblica
Lo sgombero di un campo
nomadi in Italia
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Il rapporto integrale è scaricabile qui:
Il resoconto annuale indica i nomadi e gli ex cittadini sovietici
come le popolazioni più soggette a violenza ed emarginazione
Razzismo, il rapporto della Ue
"I Rom sono i più discriminati"
di CRISTINA NADOTTI
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ROMA - Sono i Rom la popolazione più discriminata in Europa, subito dietro a loro i cittadini dell'ex Unione Sovietica. Il rapporto annuale dell'European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia, l'organismo dell'Unione Europea che ha il compito di fornire agli stati membri informazioni e dati sul razzismo, la xenofobia, l'islamofobia e l'antisemitismo, e di formulare piani di intervento per contrastarli, denuncia oggi che i Rom, che il rapporto indica come zingari, sono il gruppo etnico che deve affrontare maggiori discriminazioni nel lavoro, nell'alloggio e nell'istruzione. I Rom, scrive il rapporto, sono vittime di continue violenze razziste.
Il rapporto sottolinea che "La storia particolare e le caratteristiche della popolazione degli stati membri dell'Unione" sono tra le cause di questa avversione nei confronti di questo popolo e degli ex cittadini sovietici. Il rapporto include una valutazione generale in cinque aree di ricerca: la legislazione, l'occupazione, l'accoglienza, l'istruzione, la violenza e i crimini razziali. "Ci sono - si legge nella relazione - alcuni esempi di "buone pratiche" sia degli stati nucleo della Ue che dei nuovi membri, ma è chiaro che molti stati rimangono molto indietro".
I bambini Rom esclusi dall'istruzione. Sono la Repubblica Ceca, la Spagna e l'Ungheria i paesi che discriminano maggiormente i Rom, che in questi stati hanno maggiori difficoltà a essere accolti. Ma in molti paesi, sottolinea il rapporto, nelle scuole i bambini Rom sono concentrati in classi speciali, con la tendenza a bollarli come non adatti alla scolarizzazione o con difficoltà di apprendimento"
La nuova Ue e le etnie. Gli esperti europei sottolineano che con l'allargamento dell'Unione la composizione etnica dell'Europa è mutata, e con essa anche le vittime delle discriminazioni. Si fa distinzione tra i paesi occidentali, che hanno una lunga tradizione di migranti e di razzismo, xenofobia e discriminazione, e quelli orientali, dove c'è una maggiore omogeneità etnica. Questo spiega in parte il triste primato dei Rom, che hanno una lunga storia di migrazione ( e discriminazione) anche nei nuovi stati membri dell'Ue, quali la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia.
"E' anche per questo che la maggior parte dei rapporti dei dieci nuovi stati dell'Ue si concentra principalmente o unicamente sulla questione dei Rom", scrive il resoconto e bisogna tenere in considerazione che la Commissione Europea ha imposto ai nuovi membri di migliorare i diritti e l'accoglienza delle minoranze Rom come requisito per entrare nella Ue".
(23 novembre 2005)
La segnalazione della REUTERS (in inglese)
Di Fabrizio (del 24/11/2005 @ 19:31:45, in media, visitato 1916 volte)
Di Fabrizio (del 25/11/2005 @ 04:03:46, in Italia, visitato 1902 volte)
ricevo da Manlio MeleMILANO E I ROML'INTEGRAZIONE POSSIBILE
Incontro pubblico
Mercoledí 30 novembre, ore 20:00 - Presso la sede della UIL Via A. Campanini, 7 - Milano
Intervengono:GIUSEPPE LARASPresidente dell'Assemblea dei Rabbini d'Italia SANTINO SPINELLIVice Presidente del Parlamento della Romaní Union Internazionale Docente di Lingua e Cultura romaní presso l'Università degli studi di Trieste MANLIO MELESegreteria dell'Associazione Radicale Enzo Tortora Introduce:LEONARDO DONOFRIOSegretario Generale della UIL-Scuola Milano Modera:DANIELE NAHUM Segreteria dell'Associazione Radicale Enzo Tortora
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