Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 23/06/2005 @ 15:05:54, in Europa, visitato 4424 volte)
Da Osservatorio sui Balcani
Bulgaria: un nazionalismo di sinistra? 23.06.2005
"Bulgari riconquistiamoci la Bulgaria". Lo slogan è di ATAKA, coalizione patriottico-nazionalista che i sondaggi danno al 2,4% alle imminenti elezioni politiche. Vogliono ripulire la Bulgaria dagli zingari, uscire dalla NATO, ritirarsi dall'Iraq e si dichiarano "contro" gli omosessuali, i turchi e l'imperialismo americano
Di Panajot Angarev – Dnevnik Selezionato e tradotto a cura di Bulgaria-Italia
13 giugno, quartiere "Krasna poljana", Sofia. La sala della biblioteca locale "Cirillo e Metodio" è gremita di persone anziane, che aspettano l'incontro con i leader della nuova coalizione "Ataka".
Il locale è tappezzato di manifesti con l'immagine del suo leader, il giornalista Volen Siderov, il quale, con uno sguardo severo, richiama: "Bulgari, riconquistiamoci la Bulgaria". La scelta del posto dell'incontro non deve essere casuale.
Solo ad un centinaio di metri dalla biblioteca inizia il quartiere rom "Fakulteta". Dall'altra parte nell'adiacente Zapaden park, invece, si trova il quartiere "Zaharna fabrika", diventato famoso per lo scontro tra bulgari e rom.
A cinque minuti dall'inizio, accompagnati da esclamazioni "Bravo", da applausi e baci virtuali, nella piccola sala entrano con passo deciso Siderov, l'ex presidente di SDS Petar Beron, l'ex deputato di NSDV Stela Bankova e il leader del Partito Nazional-patriottico Bulgaro (BNPP) Petar Manolov.
Questi sono i leader della coalizione, definita dai sociologi come la possibile sorpresa delle elezioni.
Secondo MBMD, a due settimane dalle elezioni, il 2,7% dei bulgari voterebbero per "Ataka". L'agenzia "Alfa Research" da un 1,6%, mentre NZIOM definisce la coalizione come una delle quattro al limite della barriera del 4%.
L'elettorato di "Ataka", secondo i sociologi, è caratterizzato da una cattiva condizione materiale e sociale, bassa istruzione, da una forte rabbia sociale e predisposizioni estremamente negative verso i partiti esistenti.
"Ataka" dichiara come obiettivi comuni la Bulgaria mononazionale, la lotta alla criminalità zingara e al narcotraffico, l'uscita dalla NATO, dall' Iraq, dal FMI e dalla Banca Mondiale; la rinegoziazione dei capitoli chiusi con la UE; l'annullamento del contratto di chiusura della centrale atomica AEZ "Kozludui"; la revisione dei contratti di privatizzazione; il passaggio della produzione, del commercio e delle banche in mani bulgare; la confisca dei patrimoni illegalmente acquisiti; un processo ai traditori della Patria.
Nazionalismo, patriottismo, giusta vendetta - "L"Ataka" si pone l'obiettivo strategico di essere presente in Bulgaria. Tali partiti esistono in tutti i paesi europei. Noi siamo un'organizzazione patriottica e nazionalistica. Non dobbiamo temere una tale definizione", dichiara agli ascoltatori il leader Volen Siderov.
Secondo lui, il nazionalista è colui che ama estremamente la sua Patria. "Ataka è una formazione che disturba perché chiede vendetta, chiede revisione, chiede l'espropriazione dei beni del Re che non sono mai stati suoi", dichiara ancora Siderov.
"In Bulgaria la gente vive sotto il terrore degli zingari, in assenza di sanzioni. Il potere ha abdicato. Questa è una discriminazione contro i bulgari in Bulgaria alla quale va posto fine", continua il leader sotto le approvazioni dei presenti.
Dalle sue parole risulta chiaro che i colpevoli dell'attuale situazione in Bulgaria sono i partiti che governano dal 1997 ed i loro partner. Siderov non menziona BSP, il che lascia pensare che BSP faccia eccezione.
"Noi dobbiamo tenere lontani dal potere i partiti etnici e separatisti", dice ancora il leader. Secondo lui, l'ex commissario per l'allargamento dell'UE, Gunter Ferhoigen) è "quel buffone con la specifica faccia da pedofilo" – definizione approvata a risate dai presenti.
Secondo le parole di Petar Beron, invece, "Ataka", della quale è vice-presidente, non è contro gli zingari ma contro la "zigania" (termine dispregiativo usato in gergo per riferirsi alla miseria e al disordine, ndr). "Noi non siamo contro i turchi, siamo contro un ministro che chiama i suoi dipendenti "gjaur" (termine che deriva dal turco per indicare gli infedeli, ndr). Siamo contro i tentativi del Comitato mondiale ebreo di governare il Ministero degli Esteri bulgaro", aggiunge.
Lui ritiene che finora si è taciuto sulla coalizione perché i suoi oppositori cercavano di nasconderla, mentre ormai sono spaventati dalla probabilità che la nuova formazione possa entrare a far parte del Parlamento.
Petar Beron è categorico che alle elezioni "Ataka" prenderà tra 7 e 9 % dei voti. E' per questo che i media ci rappresentano come fascistoidi, spiega Beron.
Più moderata nelle dichiarazioni è Stela Bankova grazie alla sua esperienza politica, accumulata nel Parlamento. Lei fu tra i deputati che votarono contro la ratifica dei trattati con la NATO e con la UE e contro la decisione di mandare dei soldati in Iraq.
Secondo lei, la Bulgaria si deve ritirare subito dall'Iraq, non deve permettere la disposizione delle basi americane militari sul nostro territorio e deve rifiutare la chiusura dei blocchi 3 e 4 della centrale nucleare "AEZ Kozludui".
L'origine di "Ataka" - La coalizione è stata costituita nel mese di maggio dal nuovo partito "Ataka", dall'Unione delle forze patriottiche e dei militari di riserva "Zashtita" (difesa), dal partito "Movimento nazionale per la salvezza della Patria", dal BNPP e dal circolo politico " Zora" (aurora). Questo è successo un mese dopo che Volen Siderov aveva creato l'omonimo partito.
In quella occasione ha dichiarato: "La riunione costitutiva mette le basi ad un movimento organizzato pro-bulgaro. Che cercherà di realizzare tutte le idee che io predico da anni: patriottismo e nazionalismo."
Oltre a Siderov, Beron e Bankova, della direzione della coalizione fanno parte anche il deputato della quota civica della coalizione "Per la Bulgaria" Ognian Saparev, il presidente di "Zashtita" Jordan Velichkov, il leader del partito "Movimento nazionale per la salvezza della Patria" Ilia Kirov, il capo redattore del giornale " Nova zora" Mincho Minchev, Stanislav Stanilov e Rumen Vodenicharov, Mincho Hristov e Ivan Antonov. Una buona parte tra di loro fa anche il capolista della formazione.
Fonti del Ministero dell'Interno hanno raccontato a "Dnevnik" che poco prima che si costituisse la coalizione, a Sofia si sono trovati a più riprese i rappresentanti di organizzazioni nazionalistiche nel tentativo di unificarsi in vista delle elezioni. Non è stato concluso nulla per via delle divergenze sulla conduzione della linea politica .
Nello stesso tempo anche Siderov fa appelli all'unificazione di tutte le forze nazionaliste in una coalizione. In una sua dichiarazione del febbraio 2005, che si trova nel suo sito - atakabg.com - , lui insiste sulla consolidamento dei nazionalisti, perché "senza una formazione patriottica nessuno degli attuali partiti cambierà la faccia e il proprio modo di svendersi e inginocchiarsi di fronte agli interessi altrui".
Professori, poeti e ex impiegati dei servizi segreti - alla base della coalizione - Secondo alcuni ex militari, il circolo politico "Zora" sarebbe il nucleo ideologico alla base di "Ataka". Il circolo è stato formato nell'area del giornale "Nova Zora", il quale si è assunto il ruolo di organo di partito della coalizione. Vengono pubblicate tutte le notizie, dichiarazioni e appelli della formazione.
Una parte dei membri del consiglio editoriale del giornale fanno anche parte del comitato promotore e del quartier preelettorale di "Ataka". Si tratta del capo redattore Mincho Minchev, famoso come il poeta ferroviere con alcuni libri pubblicati, ex capo redattore del settimanale "Voce del trasporto", Stanislav Stanilov e Rumen Vodenicharov – uno dei fondatori di SDS nel 1989, il quale nel 1992, insieme a Velko Valkanov, si presentò alle elezioni presidenziali per conto di BSP.
Del consiglio editoriale fanno anche parte Boncho Asenov – un vecchio impiegato dei servizi segreti, autore di libri dopo 1989 sull'operato dei servizi e il docente Nako Stefanov. Il docente è anche presidente del consiglio di controllo dell'associazione "Consiglio nazionale bulgaro per la pace" che pretende di essere un'organizzazione pacifista, fondata per lottare contro ogni azione militare.
Il suo presidente è Velko Valkanov, ex deputato della sinistra, leader della Unione antifascista bulgara, nata dalla Unione dei combattenti contro il fascismo e il capitalismo. Nel sito dell'Unione - bas-bg.org - si leggono dichiarazioni contro le basi militari degli USA in Bulgaria, testi sul nazismo e su Hitler, testi in difesa di Slobodan Miloshevich, testi contro il governo degli USA.
Altri due membri del consiglio editoriale – Venzislav Nachev, un letterato con varie pubblicazioni, e Marin Beloev, figurano nel consiglio pubblico dell'Unione Nazionale Patriottica "Patria". Fondata nel 2001, partono proprio da lì i primi passi del circolo politico "Zora", uno dei promotori dell'Unione.
Alle ultime elezioni parlamentari L'Unione ha sostenuto la coalizione "Patria e sinistra" promossa dai Verdi di Bulgaria e dal Club Politico "Ekoglasnost", che ha raccolto lo 0,48% dei voti. Nella dichiarazione costitutiva della Unione Nazionale Patriottica "Patria" si trovano ugualmente i termini "stato mononazionale, indipendenza nazionale, non adesione ai blocchi politico–militari, revisione delle privatizzazioni e annullamento dei contratti illeciti e svantaggiosi".
L'Unione "Zashtita" avrebbe un ruolo in "Ataka", anche se secondo ex ufficiali sarebbe solo una struttura vuota. A causa di divergenze interne della formazione, tanti dei suoi membri sono passati all'Unione della Dignità Nazionale "Granit" - granite.hit.bg -, diretta dal poeta Rumen Leonidov.
Forte affinità con l'Unione Nazionale Bulgara - Anche solo in una lettura di sfuggita dei testi di programma s'impone l'affinità di "Ataka" con l'Unione Bulgara Nazionale (bgns.net) di Boian Rassate, anche se lui non fa parte della coalizione.
Nel sito di "Ataka" c'è un link con la home page dell'Unione nazionale di Rassate. L'Unione è fondata prevalentemente da giovani ed è membro del Fronte Nazionale Europeo che unisce le organizzazioni nazionaliste del Vecchio continente.
La formazione si dichiara per "l'indipendenza dell'Europa", contro l'allargamento della UE all'Israele e alla Turchia, in difesa di un "nuovo ordine mondiale" contro l'imperialismo degli USA e contro gli omosessuali. Rappresentanti proprio di questa organizzazione hanno protestato il mese scorso contro i rom nel quartiere "Zaharna fabrika".
Secondo fonti ufficiose, ci sarebbe una tacita intesa di aiuto da parte dei membri dell'Unione Nazionale Bulgara ad "Ataka" per le elezioni riguardo i manifesti e il volantinaggio. Proprio i giovani di Rassate sarebbero gli agitatori di "Ataka" nei forum di Internet.
Dalla rete loro i fanno instancabilmente appelli a votare per "Ataka". E puniscono con epiteti spietati chiunque osi ricordare che nel Codice Penale c'è una esplicita disposizione che prevede fino a tre anni di reclusione per "istigazione all'odio razziale".
Finanziamento – tema tabù - Ci autofinanziamo, ci finanziamo anche con le donazioni di simpatizzanti, chiediamo alla gente di copiare i ritratti del leader e dei candidati. Questo sarebbe, secondo Stela Bankova, il lato finanziario della formazione politica.
"Ataka" non ha diritto a sovvenzioni perché finora non ha mai partecipato alle elezioni. E' vero che non dispone di messaggi elettorali sui media come gli altri partiti ma sul canale via cavo "SKAT" dalla mattina alla sera girano filmati su incontri e discorsi preelettorali di Volen Siderov.
Dogan: Questo è un tumore normale - "E' normale che in un paese ci sia un voto filonazionalista. Gruppi del genere sono sempre "anti", non hanno un'identità ed un programma, cercano sempre il nemico e il colpevole, ed è probabile che possano raccogliere qualche voto proprio sulla base della campagna negativa." Così si è espresso domenica scorsa Ahmed Dogan al quale è stato chiesto se c'è una frattura nel modello etnico bulgaro.
Secondo Dogan, tali processi ci sono sia in Austria, che in Francia. " Ma questo è un tumore normale che può essere estirpato, se la società decide di farlo" - ha concluso il leader di DPS (Movimento dei diritti e libertà, il partito che raccoglie gran parte dei voti della minoranza turca di Bulgaria, ndr) |
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Altre notizie
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Dalla mailing list Bulgarian_Roma
Bruxelles, 21 giugno 2005
Elezioni in Bulgaria: La partecipazione dei Rom può battere la discriminazione
Parlando dei problemi che si prospettano in Bulgaria sul rispetto dei diritti dei Rom, a due mesi dalla sigla dell'accordo sull'accesso alla UE, la parlamentare olandese Els de Groen del gruppo dei Verdi, ha fatto appello ai Rom e al parlamento per aumentare la partecipazione dei Rom alle prossime elezione del 25 giugno. Riportiamo:
"La Bulgaria oggi affronta una seria sfida per confermare i suoi progressi democratici e di essere pronta a far parte della UE su un piano paritario. Le elezioni rappresentano il simbolo più importante di sviluppo democratico e di come i cittadini rispettino la democrazia e si impegnino nel processo democratico. La UE vuole che la Bulgaria si impegni seriamente nello sviluppo del processo e dei criteri democratici."
De Groen continua:
"La partecipazione delle minoranze etniche alle elezioni è importante e necessaria nelle società democratiche, ma i principali partiti in Bulgaria contano un numero insignificante di candidati di origine Rom nelle loro liste."
"I partiti politici dovrebbero smettere di manipolare i Rom. Ci sono accuse di voti che sarebbero comprati con soldi o con alimenti. E' anche inaccettabile il risorgere di sentimenti antirom tanto nei principali gruppi politici che in quelli più estremisti."
"Fatti simili non sono compatibili con le risoluzioni del Parlamento Europeo sui Rom, che invece richiedono di aumentare la loro rappresentazione politica nei paesi candidati..."
"Il mio semplicissimo messaggio ai Rom è: ANDATE e VOTATE il giorno 25 perché dal vostro VOTO dipende la CAPACITA' di combattere la DISCRIMINAZIONE."
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Di Fabrizio (del 26/06/2005 @ 01:29:12, in Europa, visitato 2493 volte)
Fonti:
- Secondo l'agenzia cinese Xinhua la Germania starebbe provvedendo al rimpatrio forzato non solo dei richiedenti asilo dal Kossovo, ma anche di profughi dall'Iraq e dall'Afghanistan
- L'agenzia Tanjug ha organizzato una conferenza stampa (il testo in inglese QUI). Presentato il film "Senza una Casa, Senza un Tomba" del giornalista Azir Jasari di Pristina.
Bekim Syla, del Centro Documentazione dei Rom ed Ashkali e Bashkim Ibishi, membro del Kosovo and Ashkali Forum, hanno incontrato il rappresentante ONU per i Rifugiati e i Dispersi Interni. Hanno espresso la loro forte contrarietà all'accordo siglato tra l'UNMIK e il governo tedesco, definendolo un esperimento condotto sulla pelle di chi non si può difendere. Invitano quanti abbiano a cuore la sorte di queste persone, a firmare l'appello online su: http://www.sivola.net/download/kossovo.htm (QUI l'elenco dei firmatari) A sua volta, Walter Kalin, il rappresentante ONU, ha ricordato che un consistente numero di rifugiati interni sono tuttora costretti in campi sosta improvvisati, senza nessuno che voglia prendersi cura della loro situazione.
- Secondo la BBC (che riporta KosovaLive) Il responsabile della missione UNMIK, Soeren Jessen-Petersen, assieme al Primo Ministro Kossovaro Bajram Kosumi, hanno affermato che il ritorno dei profughi (particolarmente i Serbi) è una priorità della loro agenda politica, e che si impegneranno a garantire la loro sicurezza.
- Lunedì 27 giugno al Parlamento Europeo a Bruxelles si terrà un'iniziativa pubblica, promossa dal gruppo dei Verdi, a cui interverranno rappresentanti del Forum dei Rom, dell'ERRC e dell'Agenzia per il Ritorno dei Rifugiati.
Quadri per il Kossovo Vendita benefica delle tele di Ilanna Mandel a favore delle famiglie in Kossovo che vivono nei campi profughi in aree tossiche. Contattare per email: ISMandel@telus.net
Sulla situazione in Kossovo:
Di Fabrizio (del 02/07/2005 @ 19:07:57, in Europa, visitato 2072 volte)
Da: The Scotsman
Thu 30 Jun 2005 - 9:06am (UK)
By Brian Farmer, PA
Richard Howitt, parlamentare laburista britannico e incaricato del parlamento europeo per le regioni
orientali, ha espresso il proprio disappunto per la decisione del Ministero degli Interni di rimpatriare Elton Ismaili, 19 anni, richiedente asilo dl Kossovo e arrivato in Gran Bretagna cinque anni fa.
Ismaili aveva abbandonato il proprio villaggio dopo che era stato bombardato e che i suoi genitori e
fratelli erano stati uccisi. Caricato su un camion da uno zio, in Inghilterra era stato accolto da parenti ed era in grado di garantire la sua personale indipendenza. Ora è trattenuto presso il centro di immigrazione vicino a Heathrow per essere rimpatriato.
Gruppo Kosovo_Roma_News
Di Fabrizio (del 03/07/2005 @ 12:19:38, in Europa, visitato 2220 volte)
Source:
- European Court of Human Rights (press release), France - 30 Jun 2005 - 365 30.6.2005
La Corte Europea dei Diritti Umani (Strasburgo) si riunirà il 6 luglio alle 14.00 per esaminare un ricorso contro lo stato di Bulgaria.
Il caso riguarda l'uccisione di Kuncho Angelov e di Kiril Petkov (entrambe di 21 anni) da parte della polizia militare durante un tentativo di arresto. Entrambe erano arruolati nell'esercito. Furono arrestati all'inizio del 1996 per ripetute assenze giustificate e adibiti alla costruzione di appartamenti e altri progetti civili.
Il 15 luglio 1996 evasero rifugiandosi a casa della nonna di Angelov. Entrambe erano disarmati. Il comando militare, identificato dove i due avrebbero potuto nascondersi, inviò una squadra per procedere al loro arresto. Avendo precedenti per furto, i militari furono istruiti di far uso delle armi se ci fossero stati tentativi di fuga.
Durante l'operazione, Angelov e Petkov furono colpiti da diversi colpi di arma da fuoco. Feriti e portati all'ospedale di Vrasta, vi arrivarono già morti. I colpi erano entrati alla schiena, durante il loro tentativo di fuga.
Testimoni oculari dicono che anche dei bambini hanno corso il rischio di essere colpiti. ma alle loro rimostranze, i genitori si sono trovati le armi puntate addosso.
Fonte: Roma_Rights
Di Fabrizio (del 04/07/2005 @ 18:19:10, in Europa, visitato 4401 volte)
Intervista alla radio tedesca su Deutschlandfunk
- 29/06/05. Riportata su: Roma_Benelux
Rom mendicanti: "Famiglie poverissime che
vogliono credere ai miracoli" (Bild: AP)
- Il business della povertà
- con false promesse i trafficanti attraggono in Occidente i bambini
dall'Europa dell'Est
In Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria centinaia di migliaia di Rom
vivono in situazione di povertà, senza assistenza medica, riscaldamento o acqua
corrente. La vita di ogni giorno è segnata dall'aperta discriminazione, alti
tassi di disoccupazione, mancanza di scolarizzazione e di possibilità di
sviluppo. Le organizzazioni criminali approfittano del desiderio di una vita
migliore. Il rapporto di Christiane Feller da Bruxelles.
Frida Uyttebrouck è nuovamente di pattuglia. Da anni assieme a due colleghi
questa poliziotta controlla che tutto sia in ordine nelle strade del centro di
Bruxelles. Una donna con accanto un bambino piccolo è seduta sul ciglio del
marciapiedi.. Stendono la mano. Gentilmente i poliziotti chiedono i documenti.
Quelli della donna sono a posto. Ma quel bambino di tre anni, le dice la
poliziotta, dovrebbe essere al nido d'infanzia e non a mendicare per strada.
Madri mendicanti con i figli di dodici anni, arrivate nell'Unione Europea a
guadagnarsi il pane pulendo i vetri delle macchine agli incroci di Bruxelles,
sono comuni in tutte le grandi città. Ma quello che i guidatori vedono con
disturbo, è una vera pena per Valeriu Nicolae, Rom:
"Molti bambini scappano da casa, da condizioni di povertà estrema
che non sono in grado di sopportare. Qualcuno ha subito violenza, o i loro padri
sono alcolizzati. Arrivano nelle grandi città della Romania, Slovacchia, Bulgaria
e Moldavia (vedi NDR).
Anche lì le loro condizioni sono misere. L'Occidente sembra loro il paradiso. I
criminali lo sanno."
Europol, la polizia europea dell'Aia, preferisce mantenere il silenzio sulla
natura di queste bande. Ma si da per certo negli uffici dell'Organizzazione dei
Migranti (OIM) a Bruxelles: i Rom di solito non sono i colpevoli, ma le
vittime di questi crimini.
Valeriu Nicolae, 35 anni, è lui stesso nato in una povera famiglia Rom della
Romania. Ma ha avuto la fortuna di poter studiare grazie ad una borsa di studio:
"Anch'io sono cresciuto accanto ad una discarica, ho frequentato le
scuole differenziali e parlavo il rumeno a fatica. Poi mi fecero un test di
intelligenza e scoprirono che non ero affatto stupido". Da circa due
anni Valeriu Nicolae è a capo di ERIO, European Roma Information Office
di Bruxelles. Il compito di questa organizzazione è di funzionare come lobby,
bussando alle porte degli uffici dell'Unione, ai parlamentari e alle autorità
del Belgio, e portare testimonianza sui problemi del suo popolo, in particolare
dei bambini. Nicolae descrive così i metodi di lavoro delle bande criminali:
"Vanno dalle famiglie e dicono loro: Ci cureremo dei bambini e vi
faremo avere tanto denaro. Comprano i bambini per 100 $. Poi dicono che i loro
figli studieranno francese e vivranno in case bellissime. Mostrano delle
fotografie e concludono dicendo che loro figlio sarà di ritorno tra un anno.
Chi è alla miseria, vuole credere ai miracoli."
Chi si è occupata di questa situazione è Roeli Post. La Commissaria EU si
è recata ben 43 volte in Romania negli ultimi sei anni. Nei ghetti rumeni, la
donna olandese ha detto di aver trovato condizioni neanche da terzo, ma da
quarto mondo. La povertà da un lato è un grave problema per i Rom, dice Roeli,
e nel contempo un lucroso affare per le bande criminali di tutta Europa: "Direi
che il Belgio è soprattutto un paese di transito, dove i bambini arrivano per
essere smistati in altre nazioni, ad esempio, Francia, Italia o Austria. Mi
sembra che sia un problema europeo e non specificamente belga."
Le radici della mendicità dei Rom, la loro povertà e mancanza di
prospettive, sono analizzate in un rapporto della George Soros Foundation.
Assieme alla Banca Mondiale ha lanciato "Il decennio dell'inclusione dei
Rom, dal 2005 al 2015"., un percorso di inclusione per otto paesi
dell'Europa centrale e orientale finanziato anche dalla Commissione Europea: Bruxelles
intende investire 30 milioni di Euro per combattere la povertà nei ghetti, che Kósáne Kovács,
ex ministra ungherese dell'Educazione, membro del Parlamento Europeo e Rom lei
stessa, definisce peggiori di quelle dell'Africa.
Non sono solo le gang criminali a sfruttare la povertà. Racconta ancora
Valeriu Nicolae che a volte nei ghetti si presenta qualcuno che offre tra 5.000
e 20.000 Euro per un fegato o un rene. Il peggio, termina Nicolae, è che spesso
si trova qualcuno disposto a vendere il proprio rene.
© 2005
Approfondimenti:
Luci e ombre sul decennio dei Rom:
Di Fabrizio (del 05/07/2005 @ 23:59:00, in Europa, visitato 5419 volte)
In un post recente è saltato fuori il nome di Soros...
personaggio che ogni tanto emerge in queste cronache. Rispolverato dall'archivio
di Pirori:
George Soros è conosciuto nel mondo occidentale come un finanziere americano d'assalto, che verso la metà degli anni '90 diede origine a un memorabile crack borsistico.
Negli ultimi 10 anni, ha finanziato direttamente o tramite fondazioni, tutta una serie di iniziative rivolte all'Europa dell'Est, al Medio Oriente e all'America Centrale e Meridionale. Tra l'altro, anche radio, corsi scolastici, siti internet gestiti da OnG Romani. Qualcuno, dice anche partiti...
Capitalista selvaggio o filantropo?
Un circostanziato atto di accusa lo reperite qui:
George
Soros: Mago imperiale e agente doppio?
Sta di fatto che buona parte del materiale estero che traduco, mi arriva da organismi Rom che sono finanziati dalla fondazione Soros.
Per capire qualcosa di +, potete vedere il video preparato da Radio Rota, dove Soros e i suoi collaboratori illustrano la propria attività
(english only)
Video 256:
http://medorek.ecn.cz:8080/ramgen/radiorota/2003/decadeofroma/roma1.rm
Video ISDN:
http://medorek.ecn.cz:8080/ramgen/radiorota/2003/decadeofroma/romauuisdn.rm
(necessita di RealPlayer - scaricabile gratuitamente da
http://italy.real.com/freeplayer_r1p.html)
Direte, troppo comodo trincerarsi dietro i giudizi altrui. Metti caso che a qualcuno interessasse come la penso:
- se fossero veri metà dei pregiudizi che la gente ha sugli zingari, non ci vedrei niente di male che qualcuno insegnasse finalmente loro come si ruba senza finire al gabbio. Anzi: MAX RESPECT
- a ogni Rom che si rispetta è capitato nella sua vita di incontrare il classico idealista di sinistra (o magari cattolico), invece dell'amministratore pubblico scandalizzati che nella ricchezza occidentale ci fosse chi viveva ancora con standard medievali... INACCETTABILE! Qualche volta si è collaborato perché la situazione cambiasse, spesso (senza dare la colpa a nessuno) ci si è persi di vista quando le eccessive differenze spaventavano.
Soros però ha portato 2 novità: i soldi e sbocchi professionali qualificati, a chi i soldi li rispetta ma (quando va bene) il massimo del lavoro è la bassa manovalanza.
- Abituati da secoli ad essere chiamati in causa e poi abbandonati, i Rom lo sanno di essere parte in gioco nella partita che nell'Est Europa stanno giocando Europa e Stati Uniti. Ormai alla disperazione, cacciati in Occidente da un nuovo olocausto (e in Occidente costretti all'illegalità o rinchiusi nei campi di raccolta per clandestini), prendono quel che possono (anche dal diavolo in persona) e in silenzio, mostrano che si può progredire se qualcuno offre loro l'opportunità.
Di Fabrizio (del 06/07/2005 @ 22:33:40, in Europa, visitato 3365 volte)
Durante lo scorso fine settimana, si è svolta a Svidnik (Slovacchia Orientale) una esibizione a cui hanno partecipato associazioni di volontariato del Pronto Soccorso di tutta Europa.
L'evento, FACE 2005, si svolgeva per la prima volta nei sui 18 anni di storia, in territorio slovacco, organizzato dalla Croce Rossa nazionale e da quella locale.Vi hanno preso parte 900 partecipanti. Non ci sarebbe niente di male, se gli organizzatori non avessero previsto un contest che purtroppo riflette in pieno il razzismo della società slovacca.
Riporta la stampa (Korzár, 4 luglio): «Probabilmente è stata una prova difficile per molti concorrenti, ma è stata molto apprezzata la ricostruzione di un tipico matrimonio zingaro, che si teneva al suono della loro piacevole musica. Come succede abitualmente, gli invitati al matrimonio hanno cominciato a picchiarsi e due uomini si sono feriti gravemente. Uno aveva un coltello infilzato nello stomaco e l'altro in gola. Grazie all'abilità della truccatrice Maria Hoškova, le ferite erano ricostruite perfettamente. "Non è stato facile ricreare artificialmente ferite del genere. E' stato difficile ricreare gli intestini e ho dovuto lavorare con impegno e a lungo," ci ha detto. La troupe rumena è riuscita a separare quanti ballavano dai feriti, riuscendo a salvarli; i polacchi invece hanno fallito. Gli invitati li hanno coinvolti nel ballo, hanno rubato loro gli attrezzi medici, minacciati con i coltelli e bloccati dal portare soccorso ai feriti. Visto che la prova doveva svolgersi in soli dieci minuti, sono stati penalizzati con parecchi punti dalla giuria. Ma il pubblico si è divertito." Probabilmente non era intenzione degli organizzatori offrire un quadro così razzista della società slovacca, ma quale impressione possono aver riportato quei 900 partecipanti di tutta Europa?
La Croce Rossa Slovacca (SČK) si vanta di aiutare i sofferenti e i bisognosi... Perché non riesce a cogliere la differenza tra il cosiddetto divertimento e la diffamazione di un popolo? O vuole forse ingraziarsi l'opinione pubblica? Protestiamo contro il modo in cui la comunità Rom è stata raffigurata durante FACE 2005 e chiediamo scuse pubbliche non solo ai cittadini Rom che vivono in Slovacchia, ma anche a tutti i partecipanti a quella esibizione.
Vi chiediamo di inviare la vostra protesta a:
e alle altre organizzazioni che hanno preso parte a FACE 2005.
RPA©
Di Fabrizio (del 15/07/2005 @ 02:23:35, in Europa, visitato 1873 volte)
Da Dzeno Association©
14. 7. 2005 - Domenica scorsa, appena prima di mezzanotte, ignoti hanno cosparso di benzina porte e persiane di una casa dove dormivano due famiglie di Rom. Poi hanno dato fuoco al liquido.
Per fortuna non ci sono stati feriti e la casa, per quanto danneggiata, è intatta. I colpevoli di quella che può sembrare una ragazzata, rischiano almeno 8 anni di carcere, ma la pena può aumentare se l'incendio ha motivazioni razziali. Il commissario Strupek, della polizia di Rozmital Pod Tremsinem dove è avvenuto l'incidente, non si è sbilanciato sulle motivazioni dell'incidente. Ha però ammesso che la polizia cittadina sta indagando su precedenti incendi dolosi che avevano implicazioni razziali.
Le vittime sono sicure che si sia trattato di un atto razzista. Hanno stilato una lista dei possibili attentatori, che comprende anche un ex membro della polizia locale, da cui sarebbero stati minacciati più volte. Le famiglie avevano montato le persiane alla finestre, proprio a causa di incidenti passati, quando venivano lanciate pietre contro i vetri. [...]
In passato nella repubblica Ceca si sono verificati diversi incendi dolosi a danno di famiglie Rom. Il più noto avvenne nel 1998 nella città di Kremov, quando una bottiglia incendiaria fu lanciata in un appartamento dove dormivano 6 persone.. Una donna di 48 anni venne ustionata gravemente. Anche se i responsabili dell'atto confessarono la loro colpa, contro di loro non venne prese alcun provvedimento.
Di Fabrizio (del 17/07/2005 @ 04:21:01, in Europa, visitato 1960 volte)
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Immigrati. Vivono in mezzo a noi, da anni ormai.
Organizzai la prima mostra sull'immigrazione straniera a Milano, più di
20 anni fa.
Vent'anni significa che questo fenomeno è cambiato varie volte, non
solo per i paesi d'origine, ma anche sulle motivazioni che spingono in
Italia questa gente. |
Si pensa, per un riflesso automatico, al
disperato che scappa dalla miseria e dalla guerra, che arriva su gommoni
stracarichi o nascosto dentro un TIR.
Ci sono casi simili, e sono anche tanti. Sono i casi più visibili ed
etichettabili. Ma emigra anche chi aveva un buon lavoro, una casa, un
titolo di studio. Gente che parte perché, esattamente come noi, vuole
migliorare e affrontare nuove sfide. Diviene sempre più assurdo un
mondo dove le merci e le informazioni girano da un angolo all'altro del
pianeta, ma questo diritto è negato alle persone.
Dietro ognuno di loro, una storia.Come quella pubblicata qualche
giorno fa da Gabriela Pentelescu:
"Noi all'estero a lavorare, i nostri figli a casa soli e infelici" |
Di Fabrizio (del 19/07/2005 @ 15:01:02, in Europa, visitato 2763 volte)
Roma Resource Centre UK - Lunedì 18 luglio 2005
COMUNICATO STAMPA
L'INGRESSO DELLA ROMANIA NELL'UNIONE EUROPEA DEV'ESSERE RIMANDATO?
In riferimento al caso sollevato dalla Corte Europea dei Diritti Umani contro il governo della Romania (rif. http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=145 ndr) e all'accusa di corruzione sollevate contro la polizia che partecipò al pogrom nella città di Hadareni nel 1993, sollevata dalla superstite Floarea-Maria Zoltan, è intervenuto Olli Rehn, Commissario Europeo per l'Allargamento della Comunità:
Berlino, 12 luglio - "Spero che la Bulgaria e la Romania intervengano in tempo con riforme effettive, altrimenti si dovrà posticipare il loro ingresso nella Comunità."
Commenta Floarea-Maria Zoltan: "Il ricorso di Strasburgo mostra che il governo rumeno i diritti umani sono un pretesto di facciata, e ancora non intende affrontare le proprie responsabilità sulle violente uccisioni e le distruzioni delle proprietà dei Rom.
L'offerta di un compenso riparatore non può soddisfare il bisogno di giustizia di quanti hanno perso i loro familiari, sono dovuti scappare dal paese, mentre quanti sono rimasti continuano a vivere nella povertà e senza assistenza sanitaria. [Questa] è la colpa del governo, che continua a non riconoscere le proprie responsabilità, arrivando invece a dipingere le vittime come criminali e non perseguendo quanti furono colpevoli. A nostro avviso, c'è bisogno di un controllo severo e continuo, che dimostri che quelle autorità siano conformi alle legge e norme sui diritti umani, rumene, europee ed internazionali.
Non c'è dubbio che in 12 anni,la Romania non abbia mostrato umanità o considerazione alcuna per le vittime di Hadareni, incluso donne e bambini, in particolare: il diritto alla giustizia, il diritto ad essere protetti contro simili atti, il diritto allacasa e all'assistenza sociale, il diritto di esistere, quello all'educazione e all'assistenza sanitaria. Mancano solo due anni all'ingresso nella Comunità Europea, e sembra difficile che in soli due anni la Romania possa fare quanto non ha fatto in 12.
C'è urgente bisogno che sia riaperto il caso di Hadareni, e che i colpevoli a tutti i livelli siano assicurati alla giustizia. Sarebbe questo un segnale forte verso il crescente sentimento razzista che spira in Romania e in Europa. Altrimenti, chiediamo che l'ingresso della Romania nella Comunità Europea sia rimandato sino a quando i cittadini Rom non siano effettivamente uguali agli altri di fronte alla legge e vedano rispettati i loro diritti come tutti gli altri".
[...]
Mrs Floarea-Maria Zoltan, M.A., Co-ordinator, Roma Resource Centre, Commissioner for women and family, International Romani Union
Prof. T. A. Acton, M.A., D.Phil., (Oxon.), F.R.S.A., Vice-Chairman, Roma Resource Centre
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