Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 06/02/2010 @ 09:01:49, in media, visitato 1596 volte)
In questi giorni ho rischiato la solita indigestione di
notizie e buone parole sulla Giornata della Memoria. Non sarebbe male (anzi,
credo che il suo scopo sia proprio questo) che questa Memoria si spalmasse su
tutto l'anno e non su di una settimana. Riporto l'articolo che segue, perché
dopo molte parole giuste e altrettanta retorica, mi sembra una descrizione
sintetica e asciutta (un buon bigino, insomma) di cosa successe
Marsal@.it di Giorgia Troiani
Quello che è successo 65 anni fa è ben noto alla memoria collettiva, nonostante
ciò penso sia bene ricordarlo ai più giovani e a chi poca memoria storica.
La data simbolica scelta è quella del 27 gennaio, perché proprio quel giorno,
nel 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa arrivarono presso la città
polacca di Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento e liberandone i
pochi superstiti.
Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di
sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di
incredibile efferatezza.
Tra il 1939 e il 1945 si consumò in Europa la più grande tragedia della storia,
nota col nome di Shoa, cioè lo sterminio del popolo ebreo e, non solo.
Tredici milioni di uomini vennero ridotti in cenere, uccisi, massacrati,
di questi, 6 milioni erano ebrei provenienti dall’Europa centro orientale, dalla
Francia, dall’Olanda e dall’Italia, gli altri 7 milioni furono definiti dai
nazisti untermenschen, cioè dei sottouomini: rom e sinti, più comunemente detti
zingari, disabili, prostitute, alcolisti, omosessuali, malati di mente,
categorie non omologabili alla visione del nazifascismo.
Queste categorie incarnano l’idea di alterità, diversi da tutto ciò che è l’idea
di buono. Intollerabile per la cultura nazifascista.
Il nazifascismo si basa su un elemento fondamentale:disuguaglianza tra gli
uomini, dimostrata con pretese scientifiche.
Gli ebrei sono coloro che hanno rifiutato il Cristo, che non vogliono accettare
la verità, hanno una coscienza attiva.
Mentre per gli zingari si tratta di a-sociali, perché non vivono secondo i
criteri della cultura dominante, hanno un’idea altra di come si vive, sono
pacifici, hanno valori di maggiore libertà, spregiudicatezza, e apertura nei
confronti della vita.
Ancora oggi i rom sono indifesi e pochi sanno che lo status di vittime di
nazifascismo non è stato ancora loro riconosciuto.
Quindi i crimini tremendi di violenza, di odio, non furono commessi solo contro
il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie “diverse”, ma in un certo senso
contro tutta l’umanità, perché l’olocausto è stata la sconfitta dell’uomo e
della sua intelligenza, giacchè usò il suo sapere per scopi criminali,
tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era
allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere
intere popolazioni.
E’ bene non dimenticare che anche la concezione del fascismo in Italia è stata
razzista, basti pensare alle leggi del 1938 in difesa della razza italiana, che
causarono l’espulsione di tutti gli ebrei dalle scuole e dagli uffici pubblici.
A guerra finita quando il mondo “si svegliò” si domandò com’era stato possibile
quel crimine così violento e soprattutto quali comportamenti e azioni mettere in
atto per scongiurare che accadesse di nuovo.
Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque nel
1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni
Unite con lo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti
inalienabili di tutti gli uomini in ogni nazione.
Su questa giornata sono stati scritti libri, articoli, e per me scrivere con la
mia piccola penna significa far rivivere la mia memoria storica, perché sono
convinta che la memoria serva per il passato, ma anche per il presente per
costruire il futuro, un futuro migliore.
Di Fabrizio (del 07/03/2010 @ 09:45:09, in media, visitato 1443 volte)
Da
Romanian_Roma
04/03/2010 - Dalla settimana scorsa abbiamo deciso di fare un'analisi
approfondita dei principali giornali locali in Romania, cercando di testare il
livello esistente di anti-ziganismo, come riflesso nei giornali.
Il risultato è stato piuttosto sorprendente anche per noi.
In una sola settimana abbiamo trovato decine di articoli razzisti - abbiamo
selezionato per la traduzione un numero di loro da giornali differenti di
differenti zone della Romania. In questi articoli abbiamo trovato insulti e
derisioni all'Olocausto, Rom presentati come:
stupratori, allergici al lavoro e mendicanti, una maledizione per la
Romania, criminali professionali, la Romania è troppo clemente, i bambini
Rom dovrebbero camminare 5 chilometri per andare a scuola…
Ecco il peggio:
Qual è il nostro problema con i Rom? Bene, di sicuro non è lo stesso con
cui Antonescu si è confrontato quando decise di deportare il Virus. Allora,
zingari, zlatari e corturari han fatto di modo di alimentare col cibo dei
Rumeni le loro cattive abitudini, dal furto agli scandali che hanno
provocato attorno a loro. Ora la situazione è ancora peggiore...
Antonescu è responsabile della morte di centinaia di migliaia di Ebrei e Rom
durante la II guerra mondiale.
Full document is available here
http://www.policycenter.eu/pressfeb.doc
Policy Center for Roma & Minorities
Bucharest, 010152, Intrarea Rigas 29A, Ap. 31, Sect. 1, Romania.
Tel. 0040 742379657
Fax: 0040 318177092
www.policycenter.eu
Di Fabrizio (del 10/03/2010 @ 08:54:08, in media, visitato 1646 volte)
18/03/2010 Ora: 20,45 Centro Socio Culturale Coop, viale Italia (lato
sinistro negozio Coop, MM1 Sesto Marelli), Sesto San Giovanni
Costo: gratuito
RASSEGNA DI FILM E VIDEO SU LAVORO E TEMI SOCIALI Serata dedicata ai Rom e
ai Sinti. Fiori di campo, di Carlo Rota, Italia, 1999, 35'.
Un viaggio che si è svolto nell'area emiliana parmense, tra gli zingari di
casa nostra, così vicini alle nostre città, ma così lontani dal nostro modo di
vivere. Compagno di viaggio nel documentario è Santino Spinelli, unico Rom in
Europa titolare di una cattedra universitaria in Tziganologia, conferitagli
dall'Ateneo di Trieste nel 2002. I Rom sono un popolo completamente senza voce,
antico e moderno nello stesso tempo, dalla ricchezza culturale sconosciuta.
Noialtri, di Silvia Giralucci, Italia, 2008, 17’30’’. Quando il Comune di
Venezia nel 2008 stava per dare il via ai lavori di costruzione di un villaggio
per una quarantina di famiglie di Sinti a Mestre, la protesta degli abitanti
della zona arrivò a bloccare l’inizio dei lavori. Un racconto in tre tempi che
delinea la complessità di una situazione dove si mescola il clima politico di
un’Italia sempre più intollerante, i pregiudizi sempre più radicati nei
confronti dei nomadi e la vita quotidiana nei campi Sinti.
http://www.sestosg.net/pls/portal30/EVENTI.DYN_EVENTO_1.show?p_arg_names=id&p_arg_values=13940
Di Fabrizio (del 15/03/2010 @ 09:14:29, in media, visitato 1983 volte)
Da Demetrio Gomez
Carlos Mendoza è un giornalista Rrom honduregno e presenta un notiziario; è stato nominato come miglior
presentatore dell'anno, aiutiamolo a vincere, entrate nell'evento e votate per
lui. Diffondete. Grazie!
(cliccare su
Presentador de Noticias)
Di Fabrizio (del 01/04/2010 @ 09:12:59, in media, visitato 1644 volte)
giovedì 8 aprile 2010 alle ore 21.00
-
SOCE, circolo Arci (v.
Matteotti 16, Ciriè, TO)
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen è la storia di una ragazza Rom che
abita con i suoi in un quartiere popolare alla periferia di Torino. Il racconto
in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita
stanziale, le relazioni con i parenti che ancora vivono nomadi, i contrasti e le
incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con gli altri,
i Gagè. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l’ anziana nonna che
ancora vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che ha documentato
negli anni la vita quotidiana della piccola comunità, scopriamo una realtà
sconosciuta che fino ad oggi abbiamo voluto conoscere solo attraverso gli
stereotipi e i luoghi comuni. Ma il documentario non è soltanto la storia di una
famiglia, di fatto chi parla è una ragazza di oggi che cresce inseguendo i
propri sogni di adolescente, combattendo contro i pregiudizi e le tradizioni di
una cultura difficile da accettare...
Premio ‘UCCA – Venticittà’ e Menzione speciale della giuria nella sezione
Anteprima Doc del Bellaria Film Festival 2009. ‘Stella del Meeting – Cinema
contro il razzismo’ alla XV edizione del Meeting Internazionale Antirazzista di
Cecina (2009).
L'appuntamento su
Facebook
Di Fabrizio (del 02/04/2010 @ 09:16:18, in media, visitato 2742 volte)
Segnalazione di
Paolo Teruzzi
CE.A.S. CENTRO AMBROSIANO DI SOLIDARIETA'ONLUS venerdì 9 aprile 2010 dalle 18.30 alle 20.00
Via Marotta 8 - Milano
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen REGIA:
LAURA HALILOVIC
ANNO: 2009
DOCUMENTARIO - DURATA 50'
PRODUZIONE: ZENIT ARTE AUDIOVISIVE in collaborazione con RAI TRE, ARIA VIVA
"Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen" E' la storia di una ragazza Rom che abita
con i suoi in un quartiere popolare alla periferia di Torino.
Il racconto in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova
vita stanziale, le relazioni con i parenti che ancora vivono nomadi, i contrasti
e le incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con gli
altri, i Gagé.
Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora
vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che ha documentato negli
anni la vita quotidiana della piccola comunità, scopriamo una realtà sconosciuta
che fino ad oggi abbiamo voluto conoscere solo attraverso gli stereotipi e i
luoghi comuni. Ma il documentario non è soltanto la storia di una famiglia, di
fatto chi parla è una ragazza di oggi che cresce inseguendo i propri sogni di
adolescente, combattendo contro i pregiudizi e le tradizioni di una cultura
difficile da accettare.
E' l'opera prima dell'emergente regista LAURA HALILOVIC
LA REGISTA LAURA HALILOVIC SARA' PRESENTE IN SALA
Di Fabrizio (del 02/04/2010 @ 09:48:43, in media, visitato 1644 volte)
Da
Roma_Daily_News
Cari colleghi,
The European Library ha lanciato questo mese una nuova esposizione chiamata
"A
Roma Journey".
Fornisce emozionanti contenuti sul ricco patrimonio culturale dei Rom in
Europa; potete vedere una collezione unica di libri di testo, rari manoscritti,
fotografie, dipinti, registrazioni e video dal mondo dei Rom. Rarità includono
il primo
dizionario nelle lingue romanes-serba-tedesca, edito in un campo di
concentramento durante la II guerra mondiale,
racconti e canzoni tradizionali, e lettere che esplorano le
esperienze di una famiglia rom in Scandinavia.
L'esposizione "A Roma Journey" è stata composta dal Dipartimento per
la Digitalizzazione della Libreria Nazionale di Serbia, con l'aiuto di The
European Library. Gran parte degli attuali contenuti è stata fornita dal nostro
curatore ed esperto sul campo: Dragoljub Acković. La collezione "Europe's
Memorabilia" proviene dalle Librerie Nazionali di Danimarca, Moldavia e
Georgia e dal Phonogrammarchiv dell'Accademia Austriaca delle Scienze.
[...]
Molte grazie per la vostra collaborazione [nel diffondere questa notizia]
I migliori saluti
Aubéry Escande
Communication and Editorial manager
The European Library
Phone: +31 (0)703 140 824
Email: aubery.escande@kb.nl
Skype: aubery.escande
Di Fabrizio (del 05/04/2010 @ 09:42:51, in media, visitato 2188 volte)
PRODUZIONI, EMITTENTI, RESPONSABILI DI SALE CINEMATOGRAFICHE, ASSOCIAZIONI,
italiane o estere, interessate alla distribuzione del documentario ME SEM ROM,
possono contattare Ermelinda Coccia all'indirizzo e-mail:
ermelinda.coccia@libero.it
ME SEM ROM essendo un lungometraggio autoprodotto necessita della collaborazione
di coloro che hanno la possibilità di divulgare ulteriormente il prodotto.
SINOSSI:
Gli ultimi mesi di vita del più grande campo rom d'Europa, raccontati da una
bicicletta che trasporta lo spettatore dalla Roma che tutti conoscono a quella
rimasta nell'ombra.
AUTORI: Ermelinda Coccia, Davide Falcioni, Andrea Cottini
INFO:
www.casilino900documentario.blogspot.com
Di Fabrizio (del 07/04/2010 @ 09:16:45, in media, visitato 1553 volte)
Scrive Isabella da Livorno
Ora, che il Tirreno scriva le locandine per vendere le copie del suo
giornale e non per informare, ormai, lo sappiamo. Che gli "zingari" siano
odiati da tutti, pure, e che nemmeno i sacerdoti della Chiesa livornese
nutrano nei loro confronti sentimenti positivi, pure questa è cosa nota.
Devo ammettere però che vedere tutte e tre queste cose riassunte in un
articolo di cronaca, questa mattina.. mi ha turbato non poco.
Per chi si fosse perso la notizia: "dieci nomadi circondano e derubano
religioso", sfilandogli di tasca 320 euro. Certo, chi ha voluto leggere
l'articolo, come al solito, scopre che solo il giornalista (e pare anche il
parroco) ha la certezza di come si sono svolti i fatti: in realtà il diacono
si è accorto dell'ammanco dei soldi soltanto quando i rom se ne sono andati.
Niente flagranza di reato e, per quel che ne so, in Italia vige ancora
l'innocenza fino a prova contraria.
Credo sia scontato ma opportuno sottolineare che i mezzi di informazione
possono svolgere, attraverso il linguaggio che scelgono di usare, un ruolo
attivo nel fomentare diffidenza, razzismo e xenofobia. Inoltre l'enfasi
attribuita a episodi di cronaca riguardanti rom, migranti e in genere
"l'altro"; la "etnicizzazione" dei reati e delle notizie e più in generale
la drammatizzazione e criminalizzazione dei fenomeni migratori sono tutti
elementi che contribuiscono a creare un'informazione distorta e xenofoba.
Nel sito della campagna "Giornalisti contro il razzismo",
sostenuta da alcuni Ordini dei giornalisti di altre città, si riporta la
volontà di mettere al bando parole con una connotazione negativa, come
quelle usate nell'articolo: "nomadi" e "zingari" o come come "clandestino",
"extra-comunitario" e "vu-cumprà", con la convinzione che un linguaggio
corretto e appropriato, quindi rispettoso di tutti, sia la premessa
necessaria per fare buona informazione.
C'è da tempo una discussione su questo che la nostra stampa locale sembra
ignorare del tutto.
Sarebbe davvero troppo chiedere al Tirreno di interrogarsi su questo?
Di Fabrizio (del 12/04/2010 @ 09:47:11, in media, visitato 2053 volte)
Segnalazione di Barbara Stazi
Inchiesta su razzismo e linguaggio dei media a partire dagli episodi di
Casilino 900, pubblicata e radiodiffusa in occasione del 21 marzo 2010, Giornata
internazionale contro il razzismo, a cura di radio Meridiano 12. Le inchieste di
Radio Meridiano 12, contro il razzismo, l'informazione che non discrimina.
Roma, 9 aprile 2010. Qual è il rapporto tra i mezzi di informazione e la
comunità Rom? L’informazione che raggiunge i cittadini è distorta? I titoli dei
quotidiani, i lanci dei notiziari televisivi, i mass media in genere. Che
reazione provocano? Raccontano fatto o suscitano emozioni?
La prima delle inchieste di Radio Meridiano 12 indagherà questi argomenti,
attraverso la voce dei rom e degli altri cittadini, le testimonianze di
operatori del settore. Fra integrazione mancata, informazione distorta e annunci
dell’amministrazione comunale.
"In media Rom" è la prima di un ciclo di inchieste di analisi del fenomeno
razzista nel nostro Paese, a partire della realtà romana attraverso
un'informazione che non discrimina, ma promuove la conoscenza, l'integrazione e
la pacifica convivenza con le minoranze etniche presenti nella nostra società.
Le inchieste di Radio Meridiano 12 saranno fruibili sul sito
radiomeridiano12.com.
L’appuntamento è mensile, ogni sui 97.5 FM ed è iniziato il 20 Marzo 2010. A
cura di Serena Benedetti, Riccardo Di Vanna, Alessandra Fantini, Fabio Ferri,
Luigi Frattolillo, Andrea Nuzzaco, Emanuela Pendola, Massimo Pittarello.
Al seguente link, l'inchiesta radiofonica andata in onda sabato 20 marzo 2010:
http://www.radiomeridiano12.com/index.php?option=com_content&view=article&id=214&Itemid=105
Nelle foto: centrodestra o centrosinistra non fanno differenza, riguardo ai
Rom. E la stampa non manca mai di fomentare il fuoco della discriminazione
razziale.
Contatti: Radio Meridiano 12 - V.le dei Salesiani, 17 - 00175 Roma - tel.
06.7480006 -
97.5@radiomeridiano12.com
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