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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 09/10/2012 @ 09:22:33, in Italia, visitato 1220 volte)

Martedì 16 ottobre 2012 dalle 16.30
Roma, Teatro Palladium - piazza B. Romano 8 (metro Garbatella)

di Associazione 21 luglio

Il 16 ottobre 2012, giornata che ricorda la deportazione degli ebrei della città di Roma avvenuta nel 1943, l'Associazione 21 luglio organizza una serata di approfondimento, dibattito, cultura e musica per riflettere su quali siano le migliori politiche da promuovere per un superamento definitivo dei "mega campi monoetnici" all'interno dei quali negli ultimi decenni sono state concentrate in Italia le popolazioni rom e sinte.

Parteciperanno tra gli altri: Dezideriu Gergely (direttore del Centro Europeo per i Diritti dei Rom); Emma Bonino (vice presidente del Senato); Nando Sigona (ricercatore presso il Centro Studi sui Rifugiati dell'Università di Oxford); Pietro Marcenaro (presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato) e tanti altri. Concerto dei Musikanti di Balval, del maestro Jovica Jovic e del sassofonista Gabriele Coen.

La serata sarà allietata inoltre da piatti della cucina rom.

 
Di Fabrizio (del 13/10/2012 @ 09:18:07, in Italia, visitato 1528 volte)

Di Davide Zaccheo

Foto fatta a giugno durante la festa IO NON SGOMBERO durante la quale ragazzi italiani del quartiere e ragazzi rom del campo hanno realizzato quel bellissimo murales fatto sulla parete posteriore di un container. Murales che è stato distrutto da Roma Capitale insieme al container. (cliccare sull'immagine per scaricarla a grandezza naturale)

Tra i giorni di lunedì 8 e martedi 9, i circa 170 rom di Tor de Cenci che da 10 giorni il comune aveva parcheggiato nell'ignobile e disumano centro di accoglienza del Comune di Roma all'ex fiera di Roma, sono stati trasferiti in via definitiva nel campo di Castel Romano. Sono stati trasferiti dopo quattro giorni di sciopero della fame, costretti dalle vergognose condizioni in cui sostavano nel centro di accoglienza nel quale dormivano ammassati in mezzo a pidocchi pulci e topi.

La visita del sindaco Alemanno e la promessa che il nuovo campo sarebbe stato pronto per lunedì li ha convinti ad interrompere lo sciopero della fame tra sabato e domenica. Il lunedì stesso si è proceduto alle prime assegnazioni delle casette e al trasferimento dei primi nuclei nel nuovo campo. Già martedì 9 tutta la comunità si trovava a Castel Romano. Le famiglie sono state sistemate in 44 casette. Ci si è accorti però che non tutte le casette erano agibili (in alcune mancava ancora la corrente elettrica, in altre l'acqua etc.) e quindi alcuni nuclei familiari in attesa dell'"agibilità" della loro casa, hanno dormito ammassati in casette di parenti e dintorni.

Il nuovo campo si trova limitrofo all'altro campo che ospita già 900 persone. La maggioranza è bosniaca e una altra buona parte è serba. Come è noto Castel Romano si trova su una strada a scorrimento veloce che è la via Pontina con intorno solo prati e boschi. Da anni i Rom di questa comunità combattono insieme alle associazioni presenti al campo per l'istituzione di una fermata dell'autobus che li porti al più vicino punto di contatto con la civiltà che è il capolinea della metro b di Roma "Eur Fermi". Circa 300 minori del campo percorrono ogni giorno 30 km all'andata e 30 km al ritorno per raggiungere tutte le scuole di ogni ordine e grado in cui sono iscritti, e solo questo dovrebbe far riflettere sulle politiche di integrazione che il comune di Roma ha attuato negli ultimi dieci anni.

Insieme ai bambini di Castel Romano ci sono da oggi anche i bambini di Tor de Cenci, quelli che fino a ieri impiegavano dieci minuti per raggiungere la scuola, quelli che potevano restare fino alle 16.00 insieme con tutti gli altri bambini italiani e stranieri, quelli che infine incontravano i loro compagni di classe in giro per il quartiere anche quando non c'era la scuola. Ora non lo possono fare più. Non lo possono fare più neanche i loro ex vicini di casa macedoni e bosniaci che sono stati trasferiti nel nuovo campo attrezzato de La Barbuta, un campo costruito al confine con la pista di atterraggio del secondo aeroporto di Roma che si chiama Ciampino. Anche per loro, i tempi e le distanze sono raddoppiati.

Quello che è stato appena detto è anche il continuo di questa storia che è realmente la storia di una volontà di integrazione. La comunità di Tor de Cenci è stata per cinque anni letteralmente assediata dalle istituzioni con il preciso fine di sgretolarne il vissuto, e soprattutto la parte buona di quel vissuto.

Ma la battaglia continua, continua con le proposte alternative dell'autorecupero, del sostegno economico all'alloggio, del cambiamento delle politiche sugli sfratti. Continua sempre e senza scoraggiarsi con la scolarizzazione dei minori. I Rom di Tor de Cenci continuano a combattere ed è proprio per questo che ovunque si trovano per me sono e saranno sempre i "I Rom di Tor de Cenci".

 
Di Fabrizio (del 14/10/2012 @ 09:15:55, in Italia, visitato 1819 volte)

Da Martesana2

Nei giorni scorsi presso il centro polifunzionale situato al centro del campo rom di via Idro si è riunita la commissione coesione sociale del consiglio di zona 2.
Molti consiglieri sorpresi nel vedere per la prima volta questa bella struttura; ancor di più nell'apprendere che la corrente elettrica con cui era illuminato il centro proveniva da un allacciamento abusivo in quanto A2a e l'amministrazione comunale da circa 2 anni non hanno ancora risolto il contenzioso aperto mettendo finalmente in sicurezza la cabina elettrica e sopratutto l'intero campo dove con l'inverno è a repentaglio la salute degli abitanti, vecchi e bambini in particolare.
Una discussione interessante che ha visto la partecipazione diretta di alcuni rom e associazioni del territorio.

Qui di seguito la delibera approvata dalla commissione:

AL SINDACO DI MILANO
ALL’ASSESSORE ALLA SICUREZZA E COESIONE SOCIALE
ALL’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI E SERVIZI PER LA SALUTE
AI GRUPPI CONSIGLIARI DEL COMUNE DI MILANO

Considerato
Che il documento intitolato Progetto rom, sinti e caminanti 2012-2015 (Proposta del Comune di Milano del 6 luglio 2012) è stato fatto pervenire ai Consigli di Zona con la richiesta che essi fornissero liberamente eventuali contributi prima della stesura finale del progetto stesso (comunemente denominato "Piano Rom").
Che il Consiglio di Zona 2 apprezza tale iniziativa, come tutte quelle che vanno nella direzione di un maggiore coinvolgimento dei Consigli di Zona nelle decisioni che riguardano il territorio milanese, e desidera offrire il proprio contributo.

Visti:

  • Il Progetto rom, sinti e caminanti 2012-2015;
  • la delibera approvata dal Consiglio di Zona 2 in data 5 giugno 2012, intitolata "Progetto di Riqualificazione del campo rom di via Idro";
  • la delibera approvata dal Consiglio di Zona 4 in data 6 settembre 2012 dal titolo "Osservazioni Piano Rom";
  • il progetto di "Villaggio solidale" presentato da alcune associazione della zona 2, inerente il campo di via Idro;
  • le osservazioni presentate durante le commissioni Coesione Sociale, Inclusione e Sicurezza della zona 2 del 17 luglio 2012 e 23 luglio 2012;
  • il documento Dall’emergenza alla Normalità, della Consulta rom e sinti di Milano;
  • il documento di Amnesty International Tolleranza zero verso i rom. Sgomberi forzati e discriminazione verso i rom a Milano.

In relazione al testo del Progetto rom, sinti e caminanti 2012-2015 il Consiglio di Zona 2 chiede:

Che si preveda anche nei successivi passaggi della stesura e messa in pratica del Progetto rom, sinti e caminanti 2012-2015, il coinvolgimento, dei rappresentanti delle comunità rom, sinti e camminanti, dei Consigli di Zona, degli enti non-profit che lavorano con le dette comunità e che venga conseguentemente costruito un calendario di incontri a scadenza regolare.

Che siano inserite nel piano tutte le informazioni sui fondi stanziati per l’anno in corso e sulla previsione di quelli "impegnabili" dal 2013 al 2015 per capitoli di spesa. A tal fine è necessario che si faccia chiarezza in merito alle risorse impiegate negli ultimi anni, sempre per capitoli di spesa (sgomberi, manutenzioni ordinarie e straordinarie, fondi girati per le attività di assistenza affidate agli Enti no-profit ecc..), con particolare riferimento al "piano Maroni" (si veda Progetto rom, sinti e caminanti 2012-2015, p. 3).

Che in vista del censimento previsto vengano attentamente vagliati i dati già in possesso dell’amministrazione, in modo da evitare lo spreco di risorse, razionalizzando l’operazione e rendendone i risultati più durevoli nel tempo. Il censimento dovrà avere esclusivamente caratteristiche socio-anagrafiche e rispettare appieno le norme sulla privacy. Al fine di una corretta raccolta e valutazione dei dati e per evitare sprechi, venga prevista nel progetto la sospensione degli allontanamenti nei campi informali per un periodo congruo.

Che, in collaborazione con i rappresentanti delle comunità rom sinte e camminanti, i Consigli di zona, e gli enti no-profit che operano con tali comunità, vengano individuate e rese pubbliche le priorità di intervento sulla base dei dati emersi.

Che nel testo del Progetto rom, sinti e caminanti 2012-2015 siano citati dati ricavabili da precedenti inchieste e censimenti relativi anche ai campi comunali o "regolari", soprattutto per quanto riguarda il grado di scolarizzazione e di occupazione lavorativa, dati probabilmente diversi da quelli relativi ai campi informali o "irregolari" (forniti in sintesi citando uno studio della Casa della Carità nell’attuale versione del Progetto rom, sinti e caminanti 2012-2015, p. 4), ma che mancano nel testo. Nella bozza del progetto, infatti, l’ipotesi del "superamento dei campi come modello abitativo stabile" (ibidem), che riguarderebbe anche i campi comunali, si presenta come ispirata dai dati citati, riguardanti però i soli campi informali (i cosiddetti campi "irregolari"). Probabilmente si tratta di una svista. La consequenzialità del ragionamento dalle sue premesse, infatti, così com’è sembra basarsi su una supposta equivalenza dei dati sui campi informali con quelli sui campi comunali tutta da dimostrare. Consigliamo di rivedere questo punto del testo.

Che venga rimessa in discussione l’idea del "superamento dei campi" come principale linea-guida del piano, o che comunque venga meglio giustificata e riempita di un significato non rigidamente appiattito sulla questione abitativa. Questo, per non limitare in partenza la gamma delle soluzioni possibili, tenuto conto che problematiche diverse nelle singole e peculiari realtà dei campi necessitano di soluzioni diverse. Suggeriamo di parlare in alternativa, nel testo definitivo, di "superamento del degrado dei campi" o di "superamento della marginalità" per la popolazione rom, sinta e camminante.

Che sia prevista nel testo la riqualificazione e la messa in sicurezza dei campi comunali, anche nell’ottica del superamento delle condizioni di degrado, di emarginazione e per migliorare la vivibilità degli stessi (allegata mozione Consiglio di Zona 2 sul Campo di Via Idro).

Che si preveda il coinvolgimento nei comitati di gestione dei campi regolari dei Consigli di Zona interessati.

Che si eviti di usare nel testo la parola "integrazione", che è possibile in molti casi sostituire con la parola "cittadinanza", e che si evitino riferimenti ovvi e superflui alla legalità e al rispetto delle leggi.

Che sia più precisamente delineato nel progetto il percorso di accompagnamento sociale che si intende attuare, che deve prevedere figure di mediatori culturali e percorsi formativi finalizzati, per ciò che riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro. A questo proposito è importante riattivare esperienze di lavoro tramite cooperative sociali (quali la Laci Buti di via Idro) favorendo anche la qualificazione professionale dei soci lavoratori onde poter consentire alle stesse di operare sul mercato e di essere in grado di acquisire commesse sia da parte di soggetti privati che da parte delle pubbliche amministrazioni (inizialmente anche mediante affidamenti diretti). E’ fondamentale che i primi ad affidare commesse a queste cooperative siano il Comune e gli Enti come l’AMSA. La stessa manutenzione ordinaria e straordinaria dei campi può essere affidata a tali cooperative. Si devono in generale favorire le forme di auto imprenditorialità, come, per esempio, la nascita di cooperative di artisti e musicanti di strada o la raccolta di materiali di recupero (ferro, ecc.). Il comune può inoltre sostenere progetti validi ideati da persone rom sinte e camminanti e/o da associazioni loro vicine, e/o farsi partner nella partecipazione di tali progetti a bandi di finanziamento indetti da altri enti pubblici e privati. Ultimo, ma non per importanza, il Comune di Milano deve farsi promotore di azioni specifiche finalizzate all’emersione del lavoro sommerso, essendo questa tipologia di lavoro molto diffusa nella popolazione rom e sinta.

Per quanto riguarda gli allontanamenti dai campi informali:

- Che siano innanzitutto previsti dei percorsi che possano aiutare gli abitanti di tali campi a superare la propria condizione di irregolarità sul piano abitativo. Essi devono essere coinvolti nella costruzione di un progetto condiviso che, con il supporto di esperti e mediatori culturali, possa condurre alla soluzione del problema senza la necessità dell’allontanamento forzato e nel rispetto del diritto all’autodeterminazione del singolo.
- Che gli allontanamenti siano eventualmente effettuati solo come ultima risorsa, dopo che sia stata presa in considerazione ogni altra alternativa possibile.
- Che siano effettuati nel rispetto del diritto e degli standard internazionali. Le tutele procedurali richieste dal diritto internazionale sui diritti umani devono essere poste in essere prima dell’effettuazione di ogni sgombero, in particolare i requisiti della consultazione reale per considerare ogni alternativa possibile, della fornitura di informazioni sullo sgombero, di adeguato preavviso, di rimedi effettivi, di indennizzi e di adeguato alloggio alternativo.
- Che vengano adottate misure, incluse linee guida, per garantire che tutti i funzionari coinvolti siano dotati di indicazioni chiare sulle garanzie che devono essere prese, affinché le operazioni avvengano legalmente e in conformità con gli obblighi esistenti.
- Che, nel caso dei residenti in campi già chiusi o in fase di chiusura che hanno già accettato soluzioni alternative di alloggio, sia garantita loro la sicurezza del possesso. Che sia garantita, non solo l’assistenza ed il supporto immediati, ma che gli stessi siano assicurati nel tempo. A tal fine è fondamentale che i competenti uffici comunali – meglio se decentrati e/o collegati con i Consigli di Zona - siano messi in condizione di funzionare".

Che in ogni caso le iniziative che questo piano metterà in atto (le quali, lo ribadiamo, devono essere frutto di processi decisionali ampiamente partecipati e condivisi, che dovranno coinvolgere soprattutto i diretti interessati e i loro rappresentanti), abbiano carattere duraturo e non seguano logiche emergenziali.

 
Di Fabrizio (del 16/10/2012 @ 09:15:32, in Italia, visitato 1473 volte)

Bem Viver cafe’ è il BAR EQUOSOLIDALE del sud ovest

Giovedì 18 ottobre alle 21.00 una serata per affrontare i luoghi comuni e conoscere persone vere
Bem Viver - circolo cooperativo ACLI CORSICO via Monti, 5 - tel. 02 - 44 05 929 e-mail: bemviver@aclimilano.com

Ore 20,00
Buffet a Km 0
Prodotti del COMMERCIO EQUOSOLIDALE delle COOP. SOCIALI e AGRICOLTURA BIOLOGICA con prodotti equi e delle cascine

Ore 21,00
Le nostre amiche e i nostri amici sinti
Presentazione di esperienze di lavoro con le bambine e i bambini del Terradeo

Ore 21,30
Parliamo con Augusto Luisi e Ernesto Rossi dell’Ass. Apertamente
Parliamo con Don Massimo di Casa della Carità sulla questione rom a Milano: case, sgomberi, campi, accoglienza, progetti di integrazione.
..

 
Di Sucar Drom (del 18/10/2012 @ 09:08:50, in Italia, visitato 1298 volte)
 
Di Fabrizio (del 21/10/2012 @ 09:17:48, in Italia, visitato 1494 volte)

Desideriamo invitarvi a partecipare alla rassegna "HO INCONTRATO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI" IV Edizione, organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con l'Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti", Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e la Redazione di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo – Milano, che ci sarà, con ingresso ad offerta libera, a partire da giovedì 25 ottobre 2012, alle ore 21.00, alla CGIL Salone Di Vittorio - Piazza Segesta 4, con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano

PROGRAMMA DELLA RASSEGNA

  • Giovedì 25 ottobre 2012 alle 21,00 – Presentazione del libro "ME ROM" di Erica Rodari, Ed. Puntorosso – 2012, con la partecipazione di Erica Rodari e di Fabrizio Casavola che, anche con la proiezione di documentari inediti, ci parleranno, delle persecuzioni subite negli ultimi anni, dalle genti Rom, in particolare dopo il decreto "emergenza rom" dell'ex ministro Maroni.
    Il libro "ME ROM" di Erica Rodari, Ed. Puntorosso – 2012 - Stiamo assistendo al crescere dell'interesse e dell'attenzione nei confronti dei Rom. Forse è proprio una reazione dei "giusti" alle persecuzioni particolarmente accanite di cui sono stati oggetto negli ultimi anni nel nostro paese. In particolare dopo il decreto 'emergenza rom' dell'ex ministro Maroni.
    In questo libro/dossier abbiamo cercato di mettere in fila gli episodi più significativi nel bene e nel male: da una parte la violenza istituzionale e il razzismo e dall'altra le voci e gli atti di tanti cittadini che si sono opposti e si sono spesi in prima persona. Il quadro che ne vien fuori offre vari spunti di riflessione perché è uno spaccato del momento che stiamo vivendo in una società sempre più spezzata, amara ma per nostra fortuna ancora vitale.
  • Martedì 13 novembre 2012 alle ore 21,00 – Incontro "Il quartiere Terradeo: un'esperienza positiva" con la partecipazione di Ernesto Rossi, dell'Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e dell' Associazione "ApertaMente di Buccinasco" che ci parlerà della storia condivisa di questo quartiere singolare di Buccinasco.
  • Giovedì 13 dicembre 2012 alle ore 21,00 – Presentazione del libro "I ROM DI VIA RUBATTINO: Una scuola di solidarietà" di Elisa Giunipero e Flaviana Robbiati, Ed. Paoline – 2011, con la partecipazione di Fabrizio Casavola ed alcune delle Insegnanti di Via Rubattino che ci parleranno del libro e di quella esemplare esperienza di solidarietà
    Il libro "I ROM DI VIA RUBATTINO: Una scuola di solidarietà" di Elisa Giunipero e Flaviana Robbiati, Ed. Paoline – 2011 - Milano, 19 novembre 2009: la baraccopoli di via Rubattino, occupata da circa trecento rom, viene sgomberata dalle forze dell'ordine. Per la prima volta, si crea una mobilitazione di cittadini in favore dei rom: alcuni milanesi aprono la porta della propria casa per dare ospitalità ad alcune famiglie che non avrebbero alternative reali alla strada.
    Questo libro racconta la straordinaria avventura di incontro, solidarietà, amicizia tra un quartiere di Milano e i rom, avventura iniziata con l'iscrizione a scuola di alcuni bambini rom da parte della Comunità di Sant'Egidio. La scuola si è rivelata infatti il primo luogo di integrazione, non facile ma possibile.
    La storia dei rom di via Rubattino ha risvegliato pensieri e azioni di solidarietà anche in altri quartieri di Milano e in altre città. La rete di simpatia, buon senso, generosità, voglia di cambiare che ha circondato i rom di via Rubattino ha molto da dire al clima di antigitanismo che sembra crescere in Europa.
    Gli autori di questo libro sono tanti perché quella raccontata qui è una storia collettiva: maestre, genitori e alunni delle scuole, sacerdoti, volontari, cittadini, giornalisti. Scritto come cronaca diventa testimonianza di percorsi possibili e stimolo a cercare strade di integrazione, unico futuro possibile.
    Questo libro ha il grande vantaggio di guardare in faccia la realtà così com'è, senza aggiunte né proclami, allo scopo di provare a identificare una via da percorrere.

Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica alle iniziative di cui sopra e/o diffondere le stesse tra le persone che ne possono esservi interessate. Vi ringraziamo in anticipo.

 
Di Fabrizio (del 25/10/2012 @ 09:10:01, in Italia, visitato 2312 volte)

Graziano Halilovic, nato in Italia da genitori bosniaci, è oggi il Presidente dell'Associazione Romà Onlus, un'organizzazione che crede fermamente nell'importanza dell'istruzione delle giovani generazioni Rom e che lavora affinché le due comunità, Rom e italiani, da secoli conviventi nella penisola, imparino finalmente a conoscersi e rispettarsi.

Nato in Italia quasi quaranta anni fa, Graziano non è un cittadino italiano, ma il figlio di immigrati bosniaci che vive da sempre con permesso di soggiorno. C'è di più, dai documenti Graziano risulta contemporaneamente nato ed entrato in Italia il 7 ottobre del 1972: il suo venire al mondo nel nostro paese è stato considerato dalla burocrazia un vero e proprio passaggio di frontiera.

Sposato e padre di ben sette figli, Graziano ha messo radici profonde a Roma e qui lavora con impegno ed entusiasmo nell'Associazione di cui è presidente: Romà Onlus. L'integrazione, ci spiega, è una parola ambigua e un processo complesso, punto di arrivo di un percorso fatto di conoscenza reciproca e rispetto. Romà Onlus promuove e organizza progetti che coinvolgono soprattutto le giovani generazioni Rom, ragazzi di seconda o terza generazione, ai quali si vuole insegnare l'importanza dell'istruzione e insieme ai quali si vuole costruire il futuro di una comunità sempre più integrata. Come? Studiando per costruirsi una posizione nel presente, ma anche recuperando la memoria del passato e il legame con la tradizione, entrando in contatto con la propria cultura, una cultura dall'identità singolare e plurale, nomade, al tempo stesso, e imparando a diffonderla e a farla conoscere.

Buona visione!

Guarda le altre storie di Permesso di soggiorno: http://www.avoicomunicare.it/it/

 
Di Sucar Drom (del 09/11/2012 @ 09:08:02, in Italia, visitato 1161 volte)
 
Di Fabrizio (del 13/11/2012 @ 09:15:59, in Italia, visitato 1527 volte)



Il problema sicurezza è stato spesso al centro del dibattito politico tanto da segnare intere campagne elettorali e l'azione di molte amministrazioni locali. Chi può dirsi veramente ed integralmente sicuro?

A Roma questo si è tradotto in una dizione molto presente tra gli ultimi argomenti di conversazione della politica, della società civile e della magistratura: Piano Nomadi. La questione non riguarda amministrazioni solamente di destra, anche le politiche di Veltroni per i Rom della città non si sono distanziate molto da ciò che accade oggi. La differenza è di genesi e legittimità. Il progetto attuale trova la sua origine politica dal neologismo berlusconiano Emergenza Rom, coniato nel 2009. Da quel momento nella Capitale si sono succeduti 470 sgomberi, sono stati chiusi 10 grandi campi e sono stati spesi 60 milioni di euro. Dopo più di tre anni, e nonostante le proteste da parte delle associazioni che da sempre lavorano affianco dei Rom, siamo giunti ad un giro di boa. La Repubblica esce con un dossier on-line che inquadra il problema e ne evidenzia alcune problematiche, come:

1. l'esagerazione delle dimensioni del problema,

2. provvedimenti contrari al diritto internazionale,

3. mancato rispetto della volontà delle persone,

4. creazione di mega-campi incontrollati alla periferia della città.

Tale politica, come denunciano le associazioni di settore, fa oggi i conti con un alto prezzo in termini di integrazione, risorse mal spese, sicurezza e credibilità del nostro Paese in Europa sul tema dei diritti umani.

I dati sulla popolazione Rom a Roma fotografano però una situazione molto chiara: sono circa 7000 i Rom della città (lo 0,002% della popolazione della capitale) di cui il 50% di minori (il 35% non supera i 14 anni). Stiamo parlando di una popolazione estremamente giovane, formata per lo più di bambini. Non stupisce quindi che sono i bambini i più colpiti dal Piano Nomadi. I tanti sgomberi che hanno interessato la capitale hanno di fatto impedito a molti bambini di avere una continuità scolastica a spese di scolarizzazione ed integrazione.

Il Piano Nomadi ha poi pesato per 60 milioni di euro sulle casse dell'amministrazione comunale, anche se "con 35-40 milioni di euro", ha commentato Stasolla, presidente di 21 luglio, associazione nata per difendere i diritti dell'infanzia, "avremmo potuto dare casa a tutti i rom e sinti nei campi del nostro Paese. Ne avanzavano 15" conclude Stasolla "per dare case agli italiani". La Banca Mondiale ha dichiarato che "l'integrazione completa dei Rom potrebbe garantire un incremento di circa 0,5 miliardi all'anno per le economie di alcuni paesi" e in questo non è da escludersi l'Italia.

Molte persone continuano a legittimare gli atteggiamenti del Piano Nomadi con il luogo comune che, essendo nomadi, non hanno bisogno di un'abitazione fissa e le amministrazioni che si succedono non possono far altro che trovare soluzioni provvisorie in campi sempre meno attrezzati e sempre più lontani dalla città. Alcuni mettono avanti l'esperienza di persone che hanno subìto dei furti in casa da parte di Rom.

A questi due differenti livelli di pensiero ha provato a rispondere il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi parlando di "superamento dei campi rom". In effetti è un tòpos diffuso che i Rom siano nomadi. Oramai in Italia vi sono famiglie stanziali da più di tre generazioni. Detto questo potremmo aggiungere che il primo limite del Piano Nomadi sia proprio nella dizione: non si tratta affatto di nomadi. Ha affermato il Ministro: "io non credo che bisogna santificare il popolo Rom. Ma non si può criminalizzare un'intera comunità!". Il Ministro è convinto che "bisogna uscire da una logica di emergenza verso i Rom" e che bisogna "passare ad una logica di costruzione del futuro". Questo disegno non sarebbe nuovo per la città di Roma. La Capitale ha già vissuto periodi di emergenza abitativa ai quali ha saputo dare una risposta nel corso degli anni. Non tutti ricordano i baraccati del Mandrione o del Cinodromo; emigranti per la maggioranza del sud della Penisola in cerca di una vita migliore. Vivevano in abitazioni di fortuna, arrangiate a ridosso di un acquedotto o issate dalla lamiera. In condizioni miserevoli crescevano i propri figli e sognavano un futuro diverso per sé e le generazioni a venire. I piani di edilizia popolare degli ultimi decenni del '900 hanno provato a dare una risposta a queste persone. Ancora oggi, recandovi a Spinaceto nella periferia sud di Roma, è possibile che bambini e ragazzi di via Lorizzo chiamino ancora "il Mandrione" quella fascia di palazzoni popolari dove, oramai tre generazioni fa, sono stati trasferiti i loro parenti proprio da via del Mandrione, dove avevano issato un'abitazione di lamiera a ridosso dell'acquedotto Felice dopo essere fuggiti dalla miseria della loro provincia di provenienza.

Esiste un riscatto per tutti! Perché non può essere vero anche per i Rom, esigua minoranza nella nostra città?

Alla luce di questo, insieme al Ministro Riccardi possiamo affermare che "una delle più grandi battaglie per l'integrazione sia cambiare mentalità".

 
Di Fabrizio (del 17/11/2012 @ 09:09:32, in Italia, visitato 1249 volte)

Il tema di questa quarta edizione è "Diverso da chi? Suoni, parole e immagini della discriminazione in Italia".

In Europa milioni di persone sono ancora sottoposte a esclusione sociale, povertà, maltrattamenti e violenza, per quello che sono, quello che si presume siano o ciò in cui credono. Fino a quando l'Europa non affronterà seriamente l'esclusione sociale, la violenza e i maltrattamenti, la povertà e il pregiudizio, le persone continueranno a essere discriminate e a vedere violati i loro diritti umani. Amnesty International, attraverso la campagna "Per un' Europa senza discriminazione", chiede ai governi, alle organizzazioni e ai privati cittadini di impegnarsi pubblicamente per rendere i Diritti Umani una realtà per tutti.

Il tema di quest'anno è fortemente legato all'urgenza di visibilità di quanto succede quotidianamente, in un momento in cui, anche in Italia, vediamo acuirsi fenomeni e atti di violenza verso individui e gruppi di persone sulla base dei pregiudizi più disparati.

Ed è a questi episodi che richiama l'attenzione il sottotitolo del concorso di quest'anno:

"Suoni, parole e immagini della discriminazione in Italia".

Tutti gli artisti non professionisti in gara sono chiamati a ragionare sul tema in maniera personale sul proprio territorio e a renderlo visibile attraverso la loro arte.

Obiettivo del concorso, che si chiuderà il 10 Febbraio 2013, è che anche l'arte, attraverso Amnesty International, possa fare la sua parte nella denuncia di queste forme di discriminazione.

La premiazione del concorso si terrà il 23 Marzo 2013.

Per maggiori informazioni sulla campagna di Amnesty International "Per un'Europa senza discriminazione"

 

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