Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 09/05/2005 @ 19:23:41, in casa, visitato 2510 volte)
Terminata la tornata elettorale, è nuovamente all'ordine del giorno la questione dello sgombero di Dale Farm. Centinaia le famiglie coinvolte, mentre il team legale che appoggia il Comitato dei residenti ha già preparato i primi 25 ricorsi.< BR> Mentre si avvicina la data della Marcia per i Diritti Umani, si susseguono anche gli incontri pubblici che il comitato ha promosso. Tra questi ce ne sono anche con gli ufficiali della polizia distrettuale e col consiglio comunale di Basildon, che ha promosso lo sgombero del villaggio, nel tentativo di scongiurarlo. "Continuaiamo a sottolineare la complessità legale" dice Grattan Puxon di Ustiben, "come pure la questione dei diritti umani. Almeno, abbiamo strappato la concessione che lo sgombero sarà rimandato a dopo la manifestazione del 14 maggio." Continua Puxon: "Non si tratta di rimuovere dei caravans: Dale Farm è un villaggio comunitario di case e bungalows. Sono almeno 150 i bambini che frequentano la scuola." Desta preoccupazione, non solo nella comunità dei Viaggianti, la decisione comunale di appaltare lo sgombero alla compagnia privata Constant & Co, che ha già ottenuto dal comune la somma di £. 20.000 per presentare un piano di sgombero (che il Comune non ha ancora approvato) e al termine della distruzione del villaggio dovrebbe ricevere in saldo £. 1.500.000 (circa 2 milioni di euro). La compagnia si è già occupata nel recente passato di simili azioni, a Oak Lane, Chelmsford, Borehamwood, collezionando diverse cause legali per violenza privata, furti e distruzione di proprietà personali. Il caso "Dale Farm" ha raggiunto notorietà perché il contenzioso col comune di Basildon e la comunità viaggiante si trascina da anni e per il gran numero di famiglie coinvolte, ma è solo l'ultimo di altri casi simili, che sta trasformando l'intera comunità in "Cittadini Rifugiati Interni", come le comunità Rom in Kossovo. Dopo aver sollevato reazioni contrastanti in patria, tra cui numerose espressioni di solidarietà, questa vicenda ha in seguito mobilitato uno studio legale inglese. Ora la notorietà travalica i confini e manifestazioni di solidarietà e offerte di assistenza legale stanno arrivando da diversi paesi nel mondo.
Riferimenti: Gruppo British_Roma
Di Fabrizio (del 12/05/2005 @ 01:35:05, in casa, visitato 1882 volte)
Un soggetto sempre attuale: LO SGOMBERO Qui a Podgorica (già Titograd) in Montenegro.
Segnalazione da: Vanja Calovic Executive director MANS Tel/fax: + 381 81 656 050; 656 060 Mobile: + 381 69 446 094 E-mail: mans@cg.yu
Riferimenti Gruppo Roma_Yugoslavia
Di Fabrizio (del 31/05/2005 @ 17:16:33, in casa, visitato 3316 volte)
Informa Romani Baxt che settimana scorsa (24 maggio) un piccolo di 13 mesi è morto per un incendio che si è sviluppato nell suo appartamento, nel quartire di Fakulteta a Sofia. Il quartiere ha sempre contato una forte presenza di popolazione Rom.
La famiglia aveva ricevuto ultimamente una bolletta dell'elettricità di 428,81 leva (circa 200.00 €u), quando di solito le altre bollette erano sui 20-25 leva. La famiglia non poteva pagare il conto, e all'inizio di aprile il comune aveva interrotto la fornitura di energia. Molte case nel quartiere si sono trovate in situazioni simili durante l'ultimo anno.
Una candela accesa ha attaccato il fuoco alle tende e poi all'appartamento. Il fuoco si è sviluppato rapidissimo. Il padre del bambino, Dimitar Metodiev (22 anni), ha provato a salvarlo, senza riuscirci e rimanendo lui gravemente ustionato. Attualmente, è ricoverato in pericolo di vita.
fonte: http://it.groups.yahoo.com/group/Bulgarian_Roma
Di Fabrizio (del 19/06/2005 @ 04:13:49, in casa, visitato 5886 volte)
Da: USTIBEN
Riassunto del rapporto Ustiben di Grattan Puxon - venerdì 17 giugno 2005
La lunghissima vertenza attorno all'abbattimento del villaggio di Dale Farm (cfr. http://sivola.blog.tiscali.it/ah1984296/) potrebbe avere risvolti inaspettati per il governo di Tony Blair, che pure con l'approssimarsi delle scorse lezioni, aveva mitigato i toni delle polemiche, mostrando di venire incontro alle esigenze dei Rom e Viaggianti che abitano il villaggio.
Sinora le politiche comunali di sgomberi forzati, sono costate allo stato la bellezza di otto milioni di euro. Ma all'orizzonte si profila per il Governo la messa sotto accusa da parte della Comunità Europea, dopo che 300.000 Rom greci hanno vinto una causa simile contro il loro governo, col sostegno di ERRC.
I circa 800 abitanti di Dale Farm e della vicina Hovefield (i più grandi insediamenti stabili di nomadi in Gran Bretagna), assistiti dllo studio legale McCarthy, intendono fare un ricorso simile per violazione dell'art. 16 della Carta Sociale Europea, che garantisce alloggio e tutela della famiglia a tutti i cittadini europei.
Altri processi sono in corso in tutta la Gran Bretagna, contro la comapagnia Costant & co, resasi responsabile di violenze private e danneggiamenti a proprietà durante le ttività di sgombero avute in appalto dai consigli comunali.
Mentre Dale Farm è da un mese assediata dai bulldozer, a Bulkington alcune famiglie hanno ri-occupato l'area da cui erano state sgomberate. Sono oltre 300 le aree di soste sgomberate negli ultimi 18 mesi.
Recentemente, gli "occupanti" hanno potuto incontrarsi col commissario europeo per i Diritti Umani, Alvaro Gil-Robles. Hanno anche ricevuto la solidarietà dalla comunità ebraica inglese, per voce di Ruth Barnett, scampato alle persecuzioni naziste del secolo scorso. Dal punto di vista politico, sono diversi i parlamentari che si sono impegnati ad unirsi agli occupanti, se le ruspe dovessero entrare in azione.
Nello stesso consiglio comunale di Basildon, che ha promosso la causa di sgombero e coerentemente prosegue questa politica da anni, si registrano ora prese di distanza da parte dei consiglieri eletti. Nel contempo, nella cittadina è in corso una raccolta di firma a sostegna di Dale Farm.
Lo sgombero di questa comunità sarà affrontato anche nella sessione del parlamento di International Romani Union che si terrà il 1 e 2 luglio a Belgrado, ed è stato condannato da diverse organizzazoni Rom in Francia, Germania, Serbia, USA, Canada e Australia.
Di Fabrizio (del 21/06/2005 @ 03:22:02, in casa, visitato 3769 volte)
Grazie alla collaborazione di Karin Waringo e di Valery Novoselsky, l'appello contro i rimpatri forzati in Kossovo è ora in 7 lingue:
- italiano
- inglese
- tedesco
- francese
- serbo
- albanese
- romanès
per firmare online basta collegarsi al link http://www.sivola.net/download/kossovo.htm La petizione è stata ripresa da tutto il network europeo.
Ora, si sa, una firma non si nega a nessuno. Poi (si sa anche questo) una firma non significa molto, a meno che non si riesca a raccoglierne tante. Il fatto che la petizione possa circolare in tutta Europa, è un vantaggio innegabile.
Quindi, pigrizia a parte, quale può essere l'impedimento a firmare? Dal "basso" della mia esperienza, penso che un grosso problema potrebbe essere la fama di bugiardi e di vittime che i Rom si portano appresso. Insomma: farebbero finta di essere scappati dal Kossovo, mentre in realtà la regione è un'isola di pace e progresso. Il fatto che solo un anno fa, il Kossovo per tre giorni sia stato scosso alle fondamenta di una colossale caccia all'uomo, che tuttora le forze UNMIK non assicurino la sicurezza degli abitanti, sarebbe una gran menzogna.
Cicciosax nel suo Burekeaters, azzarda l'ipotesi che si stia procedendo al rimpatrio forzato dei richiedenti asilo, per pura convenienza politica: dimostrare che il Kossovo è finalmente pacificato e che sono maturi i tempi per iniziare i negoziati sullo status della regione.
Ma, se davvero anche lui fosse vittima di un'allucinazione collettiva, e in realtà il Kossovo non avesse niente di meglio da fare che aspettare il ritorno dei suoi rifugiati?
Direi: dimentichiamo tutte le storie così zingare e strappalacrime sulle persecuzioni, gli incendi, le cacce all'uomo... proviamo un approccio razionale e per niente sentimentale. Ho cercato informazioni sulla mailing list Kosovo_Roma_News, una fonte documentata che spesso riporta articoli della stampa estera. I Rom della diaspora kossovara sono tra i 100 e i 120.000, e questo è il paese che sarebbe pronto a riprenderli:
- MITROVICA: E' una lunga storia: nella città che l'anno scorso s'è spaccata in due tra Serbi nella zona nord e Albanesi in quella sud, il quartiere Rom è stato il primo a farne le spese. Dato alle fiamme e poi sgomberato armi in pugno. Gli abitanti si sono rifugiati in un campo profughi nella zona nord. Il campo profughi sorge su una discarica di materiale tossico. Se va bene, i Rom che sopravvivono potranno lasciarlo tra settembre e inizio anno prossimo.
- NOVI PAZAR: un immondezzaio ospita da sei anni 22 famiglie di profughi Rom. Ogni tanto le baracche prendono fuoco. Ultimamente, le tubature che portano l'acqua al campo sono state sabotate da ignoti vandali. Le famiglie sopravvivono grazie agli aiuti della Croce Rossa. D'accordo con la giunta comunale e l'UNHCR, si sta progettando per trasferire le famiglie in un posto meno insano della discarica. A tale scopo sono già pronte 24 tende. In seguito, il governo svedese si è incaricato di fornire dei container come soluzione a medio termine.
- BERANE (Montenegro): il campo profughi ospita 200 Rom ed Egizi, rifugiati interni e dal Kossovo. Le autorità hanno comunicato che il campo sarà sgomberato e le famiglie dovranno trovare un'altra sistemazione. La situazione si era già presentata l'anno scorso, ma la Caritas era intervenuta coprendo le spese di gestione del campo. Ora non può più farlo, e il governo montenegrino, che già patisce l'embargo occidentale, ha problemi anche nel trovare una sistemazione per i propri profughi interni.
- BELGRADO: Nella repubblica Serba i problemi sono simili a quelli del Montenegro. Sono 200.000 i profughi dal Kossovo. Durante un'indagine svolta dallo stesso capo dell'UNMIK, Soren Jesen-Petersen, molti dei profughi kossovari di Gnjilane hanno mostrato foto e documenti delle loro proprietà. Nella sola capitale, ci sono oltre 100 accampamenti illegali. Il più grande consta di 250 baracche sulla riva sinistra della Sava, che ospita 2000 Rom. L'accampamento è in via di demolizione.
- ISTOK: 28 famiglie (60 componenti in totale) di Rom erano tornate in città, fidandosi delle "garanzie dell'UNMIK che le loro case sarebbero state ricostruite a breve. I fondi erano già stati stanziati. Ma a distanza di mesi, i lavori non sono iniziati e le famiglie sono ospitate in un campo profughi, senza libertà di movimento. Movimento o no, la Serbia ha già fatto sapere di non essere disposta a riprendersi quei rifugiati.
Questa è l'attualità impietosa del Kossovo. Sono solo gli ultimi aggiornamenti, l'elenco sarebbe più lungo. Come sia possibile un ritorno e chi siano i bugiardi, decidetelo voi. Nel caso leggete la petizione e firmate per non farvi prendere in giro.
Di Fabrizio (del 05/07/2005 @ 03:00:00, in casa, visitato 5256 volte)
La campagna lanciata per evitare lo sgombero di Dale
Farm continua, anche con sollecitazioni inviate al Consiglio Distrettuale.
Di seguito una selezione di alcune lettere che stanno arrivando:
DALE FARM: CHIEDE A Mr BUCKLEY
PERCHE' VUOLE
DISTRUGGERE LE NOSTRE CASE, VITE E SPERANZE
To: Mr Malcolm Buckley, leader of Basildon District Council
and all members of the council and officials
From: Grattan Puxon, secretary,
Trans-European Roma Federation
01206 523528
*************************************
ULTERIORI DOMANDE possono essere sottoposte a:
*************************************
Signore,
Notifichiamo al consiglio da Lei presieduto che le seguenti persone intendono
porre le seguenti questioni durante l'incontro che si terrà al Basildon Centre,
alle 19.30 del 14 luglio.
Copia delle seguenti sarà inviata ai media nazionali e internazionale, come
pure alle organizzazioni: Amnesty International, UN Commission on Human Rights, COHRE, CRE, ERF, OPPM etc
1 Kathleem McCarthy, presidentessa del comitato Dale Farm: 07799332832
"Se saremo sgomberati, dovete volete mandarci?"
2 Michael Sheridan, comitato: 07747417711 "Quale sistemazione
verrà data a quanti verranno privati della casa e che sono registrati come
senza-casa nel vostro comune?"
3 Nora Egan, comitato: 07775527141 "Quale possibilità
per i miei figli, e per tutti gli altri bambini, di poter continuare la scuola,
se ci sgomberate?"
4 Anita Sheridan, residente: 07778800623 "Se verremo
sgomberati, cosa accadrà a quei bambini, come mia sorella, che hanno bisogno di
cure mediche specialistiche?"
5 Kathleen Slattery, residente: 07931379640 "Ho denunciato in
passato il consiglio distrettuale di Hertsmere per violazione dello Human Rights Act,
e vorrei che foste a conoscenza che se sarò sgomberata intendo farlo anche col
vostro comune"
6 Margaret Egan, residente: "Il Vostro consiglio è a conoscenza
che mia madre, Ann Egan, ha già subito uno sgombero da Twin Oaks, vicino
Borehamwood, è seriamente malata e avrebbe il diritto di trascorrere in pace il
tempo che le resta da vivere?"
7 Bridget Quilligan, residente: "Il consiglio mi dica cosa
intende fare del mio prefabbricato se voterà lo sgombero. Dove potrò
sistemarlo e come farò ad riaverlo indietro?"
8 Nora Gore, residente: 07780512466 "Il consiglio mi dica se
ha esaminato la mia richiesta di residenza e quando sia la scadenza, o se invece
le diverse richieste verranno esaminate in blocco."
9 Jimmy Slattery, residente: 07796123201 "Ho partecipato
recentemente a una conferenza con ufficiali della polizia. Voglio sapere chi di
voi consiglieri sarà presente se deciderete di incaricare Constant & co.
dello sgombero."
10 Nora Gammell, residente: 07931379640 "Ai tempi di Twin
Oaks ero incinta di otto mesi e gli incaricati di Costant & co. mi
sbatterono a terra durante lo sgombero. Voglio sapere se potete garantire che
questi episodi non si ripetano e che i miei bambini non siano terrorizzati
un'altra volta dalle persone che avete assoldato"
11 Cathleen Qulligan, residente: 07771557345 "I miei
parenti hanno visto bruciare da Costant & co proprietà ed effetti
personali, inclusi i vestiti dei bambini. Sarete in grado di controllare il loro
comportamento e che queste cose non si ripetano a Dale Farm?"
12 Kathleen Buckley: 07796825614 "Il Vostro consiglio è
a conoscenza che la mia mobilhome è stata bruciata a Chelmsford da Costant
& co. e che per questo li ho denunciati? Se darete mandato a quella
compagnia, rischiate di venir sommersi da centinaia di denunce simili, per
l'ammontare di una cifra spropositata."
13 Lorraine Sheridan, residente: 07961941569 "Se il
comune di Basildon è tenuto al rispetto dei diritti umani e dello Human Rights Act,
perché avete votato lo sgombero?"
14 Ruth Barnett, sopravvissuta ebrea ai progrom in Germania negli anni
'30: 0207 431 0837 "I membri del consiglio sono a conoscenza che
questa azione è stata paragonata in Zimbabwe
alle pulizie etniche in atto in quel paese?"
15 Sue Conlon, Peace and Progress: 07791991756 "Mr Buckley, consiglieri -
se la vostra casa e tutto il vostro quartiere fosse per essere demolito,
stareste a guardare o protestereste contro un'azione così estrema e devastante?
E sei voi protestaste, rispettereste i residenti di Dale Farm per lo sforzo che
stanno compiendo e tornereste a votare per lo sgombero?"
16 Grattan Puxon, segretario Dale Farm Housing Association: "I
signori consiglieri sono stati avvertiti che con la demolizione di Dale Farm
distruggete il futuro di 200 bambini innocenti e che questa macchia peserà sul
nome di Basildon in tutto il Regno Unito ed in Europa?"
17 Joe Jones, Gypsy and Traveller Affairs: 07765174141 "Il
consiglio è a conoscenza che per lo sgombero di Dale Farm dovranno operare
veicoli e macchine pesanti in presenza di bambini piccoli, contravvenendo alla Health and Safety Regulations
- e nel caso che precauzioni intende adottare e far adottare da Constant &
co. e subcontractors?"
18 Bridie Jones, G&TA: 07765174141 "Sono preoccupata
soprattutto per i 150 studenti. I consiglieri mi dicano come intendono agire
perché continuino la frequenza scolastica durante e dopo lo sgombero, inoltre
a) come credano sia possibile evitare loro dei traumi b) nel caso probabile che
questo sgombero dovesse causare loro la non frequenza scolastica, se il
consiglio intende rivalersi sui loro genitori per non aver mandato i figli a
scuola. [...]"
19 Hazel Sillitoe, media: 0794641725 "Nel corso dello
sgombero di Twin Oaks, Costant & co. e la polizia tentarono di impedire la
presenza dei mezzi di informazione. Ne seguì una formale protesta tramite Sky
News.Mr Buckley può dirmi se alla luce di quanto accaduto i media avranno
libero accesso a Dale Farm, o nel caso quale pretesto giuridico sarà adottato
per impedirne la presenza."
20 Sylvia Dunn, G&TA:
"Mi rivolgo a Voi come componente di Human Rights Monitors, per sapere se
il consiglio può assicurare che la mia presenza a Dale Farm in caso di sgombero
non venga impedita da Costant & co. o dalla polizia"
Fonte http://groups.yahoo.com/group/British_Roma
Di Fabrizio (del 05/07/2005 @ 22:03:24, in casa, visitato 2105 volte)
Fonte http://groups.yahoo.com/group/Roma_Shqiperia
AMNESTY INTERNATIONAL PRESS RELEASE http://web.amnesty.org/library/print/ENGEUR250112005
AI Index: EUR 25/011/2005 (Public) News Service No: 181 1 July 2005
Grecia: I Rom albanesi bersaglio di sgomberi ed attacchi
A Patrasso i Rom sono stati sgomberati e le loro case demolite dalle autorità greche. Si sono verificati anche attacchi a sfondo razzista, su cui le medesime autorità non hanno indagato. Bersaglio particolare sono quei Rom provenienti dall'Albania.
Amnesty International ha chiesto assicurazione alla Grecia perché non si verifichino ulteriori sgomberi o demolizioni senza la presenza delle organizzazioni coinvolte, perché siano salvaguardati i diritti umani dei Rom o delle altre nazionalità coinvolte.
In una lettera al Ministro degli Interni - Amministrazione Pubblica e Decentramento, Amnesty International esprime anche la sua preoccupazione per la mancanza di indagini sulle violenze compiute ai danni della comunità rom.
"Le autorità greche sono legalmente responsabili del diritto a un alloggio adeguato di quanti risiedano nel paese, indipendentemente dalla loro nazionalità o gruppo etnico.Solo circostanze eccezionali possono motivare la decisione di sgomberi di massa; che devono avvenire dopo aver consultato i diretti interessati e garantendo loro una sistemazione alternativa." dice Nicola Duckworth, Direttore del programma Amnesty International per l'Europa e l'Asia Centrale.
Il 23 e 24 giugno 2005, 11 ripari appartenenti a Rom albanesi legalmente residenti a Patrasso sono statti demoliti, mentre i loro occupanti erano assenti. La cosiddetta operazione di pulizia è stata condotta congiuntamente dal Comune e dalla Prefettura, motivandola come azione antiderattizzazione. Già nel 2004, più volte decine di Rom albanesi sono stati traslocati di forza, senza fornire loro indennizzo o sistemazioni alternative.
"Emerge una PRASSI nel demolire i ripari dei Rom albanesi. Le autorità greche devono estendere le misure di rilocazione a quei Rom che non sono di nazionalità greca, soprattutto per quanti siano residenti legalmente nel paese. La mancanza [di una simile politica] contravviene agli impegni assunti per eliminare tutte le forme di discriminazione razziale." continua Nicola Duckworth.
Come si accennava, si sono verificati anche attacchi fisici contro la comunità, tre volte di seguito dal 22 giugno - attacchi confermati dalle autorità, che però non hanno ritenuto opportuno investigare in merito. Secondo gli stessi Rom, nessun ufficiale di polizia si è fatto vivo sulle scene del crimine.
"Rifiutandosi di investigare, le autorità di fatto incoraggiano queste violenze e la discriminazione verso i Rom, in particolare contro quelli di origine albanese"
[...]
Public Document ****************************************
-
For more information please call Amnesty International's press office in London, UK, on +44 20 7413 5566 Amnesty International, 1 Easton St., London WC1X 0DW. web: http://www.amnesty.org
-
For latest human rights news view http://news.amnesty.org
Causa contro la Grecia
Di Fabrizio (del 19/07/2005 @ 23:58:57, in casa, visitato 3414 volte)
Riferimento: http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=137
Ustiben report
Minacce di violenze dopo il voto sullo sgombero By Grattan Puxon
Sarà una operazione senza precedenti, che coinvolgerà un'intera comunità, con corollario di conseguenze per donne e bambini - così il consiglio del partito laburista descrive il voto della maggioranza conservatrice del consiglio comunale di Basildon la sera del 14 luglio.
Con una maggioranza risicata, dopo un dibattito infuocato durato due ore, Malcolm Buckley può vantarsi di aver liberato la contea da 220 caravan "senza permesso" e di aver ottenuto quanto voleva. Il costo di quest'operazione, cinque milioni di euro escluse le spese legali, sembra non abbia svolto alcun deterrente.
Il blocco conservatore, per buona parte del dibattito è rimasto in silenzio e senza rispondere alle interrogazioni che erano state rivolte, incluse quelle sui comportamenti della famigerata Constant & Co., che si è guadagnata il nome di "specializzata sugli Zingari" con una lunga serie di violenze e distruzioni in azioni simili condotte in passato.
"Con questa decisione impietosa" ha affermato il consigliere Sultan Nandanwar, "si da via libera a dei verie propri banditi di strada per minacciare donne e bambini". Un altro membro del partito laburista ha descritto quello del 14 luglio come il giorno più nero dalla fondazione di Basildon Newtown, aggiungendo che il comune aveva il dovere morale di individuare una sistemazione alternativa e praticabile per le 120 famiglie di Dale Farm. Ha poi ricordato che il governo, anche se all'ultimo momento, aveva detto di essere pronto a finanziare il comune per l'acquisizione di un'area alternativa. La risposta dei conservatori è che così il governo "intende lavarsene le mani".
Il locale partito conservatore si è allineato ai recenti proclami elettorali del suo leader Michael Howard, cercando la contrapposizione anche contro il volere dei contribuenti [...] che hanno minacciato uno sciopero delle tasse, se il consiglio comunale darà luogo a uno sgombero tanto costoso e impopolare.
Il consigliere Geoff Williams (Lib-Dem) ha ricordato che sono diversi i gruppi e le associazioni, in Gran Bretagna e altrve, che hanno criticato la decisione e intendono ricorrere alle istituzioni internazionali Ha po definito i mertodi di Buckley come uno "scenario alla Lewis Carol" dove lo spreco delle risorse si risolve in manicomio.
Un altro rappresentante laburista ha concluso "Abbiamo appena ricordato le vittime del terrorismo e con la stessa voce chiediamo di votare per distruggere la vita delle persone".
Di Fabrizio (del 20/07/2005 @ 02:11:54, in casa, visitato 1787 volte)
PHOTO: TV NOVA
Nova TV riporta che i proprietari di un ostello a Trutnov, Boemia Orientale, vogliono mandare via quei Rom non in regola col pagamento dell'affitto, circa 400, i primi dovrebbero lasciare a giorni la struttura. Da parte loro, i Rom reclamano sugli affitti troppo alti e chiedono che il tribunale si pronunci per interrompere l'esodo forzato.
Il proprietario, Tomas Karnet, intervistato da Nova TV, reclama "che è nostro diritto e intendiamo applicarlo. Semplicemente, non intendiamo alloggiare gruppi problematici". I Rom replicano che gli affitti sono cresciuti continuamente e sono esagerati [...] Inoltre, di recente sono state tagliate l'acqua e la corrente elettrica. Non intendono traslocare, perché non hanno altro posto dove andare.
"Non è possibile ottenere un contratto d'affitto ragionevole, neanche in ostello" ha detto Lubomir Panny, rappresentante del comune. Ha aggiunto che i proprietari intendono trarre profitto dalla difficile situiazione sociale dei Rom.
Il tribunale, il cui parere è stato richiesto, valuterà la situazione ed entro 48 ore deciderà se pronunciarsi per il blocco degli sfratti.
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Di Fabrizio (del 21/07/2005 @ 01:11:52, in casa, visitato 3784 volte)
RADIO ripresa da Dzeno
Il comune di Belgrado sta provando a risolvere il problema della numerosa comunità Rom, che vive in baracche sotto il Ponte di Gazela (vedere http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=113 ndr) Dovrebbe sorgere un nuovo complesso edilizio a Nuova Belgrado, che soddisferà i criteri civili di abitabilità, comprenderà anche strutture scolastiche e un presidio di polizia.
Di fronte alle proteste dei cittadini, il portavoce del comune ha affermato: "Probabilmente non basteranno un mese o sei, ma è tempo che anche i Rom facciano parte del tessuto urbano e civile. Se non offriamo loro la possibilità di vivere in condizioni decenti, saranno sempre più esclusi".
I cittadini del quartiere per il momento sono in agitazione. I Rom, dal canto loro, dicono di non essere stati interpellati da nessuno in proposito, e di non avere argomenti su cui esprimersi. [15 luglio 2005]
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