Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
COMMISSIONE EUROPEA: Impiego, Affari Sociali e Inclusione 15/04/2013
© 2013 GeoBasis-DE/BKG, Google
La Commissione Europea ha preparato una
mappa interattiva di regioni, città e
comuni impegnati ad integrare la loro popolazione rom e che hanno iniziative di
rete create per sostenerli nel raggiungimento del loro obiettivo.
L'inclusione sociale dei rom è una responsabilità comune delle istituzioni
europee e degli Stati Membri ma, includere le autorità locali risulta cruciale
per mettere a punto misure volte a cambiare la vita delle comunità rom.
Diverse iniziative stanno supportando le autorità locali nel pianificare ed
implementare le strategie perl'inclusione dei rom e per richiedere finanziamenti
europei fornendo loro l'expertise e le opportunità per imparare tra di loro e
condividere esperienze:
- Il sito
Network dei sindaci che ricevono il maggior numero di fondi europei per
l'inclusione dei rom (MERI) dell'Open Society Fundation riunisce comuni dalla
Bulgaria, dall'Ungheria, dalla Romania e della Slovacchia e, in un secondo
momento includerà anche comuni dalla Macedonia, dalla Croazia, dalla Serbia e
dalla Repubblica Ceca, al fine di scambiare buone pratiche, di creare servizi
rivolti ai rom e di usare al meglio i fondi europei dati alle comunità locali.
- La
task force per l'inclusione dei rom di EUROCITIES promuove lo scambio di
buone pratiche, la crescita di consapevolezza sulla prospettiva cittadina sulla
mobilità europea e l'inclusione dei rom e l'accesso ai fondi per le politiche
locali volte all'inclusione dei rom. MERI ed EUROCITIES forniscono supporto
anche ad un programma di scambi est-ovest per trasferire buoni esempi di
inclusione e accessibilità dei servizi locali dall'Europa occidentale a quella
orientale e per migliorare i servizi rivolti ai rom conducenti uno stile di vita
nomade.
- L'Alleanza Europea delle Città e delle Regioni per l'Inclusione dei Rom fornisce
supporto alle autorità locali e regionali nel campo dello scambio di esperienze
e di pratiche, organizza workshop tematici, corsi e visite sul campo e scambia
informazioni sulle politiche e sulle fonti di finanziamento.
- ROMED (Mediazione interculturale per i rom) è un programma comune del Consiglio
d'Europa e della Commissione Europea per migliorare l'interazione tra le
istituzioni pubbliche locali e le autorità e le comunità rom e, allo stesso
tempo, assicurare l'accesso dei rom ai loro diritti. È implementato in 22 Paesi
europei.
- Il
Forum dei Sindaci per l'Inclusione dei Rom è un'iniziativa del Fondo
Internazionale Visegrad nel quale i sindaci della Repubblica Ceca,
dell'Ungheria, della Polonia e della Slovacchia si scambiano esperienze e buone
pratiche per l'integrazione della popolazione rom.
- Il
Progetto di Rete Urbana Rom è costituito da una partnership di nove città
europee volte ad informare e a fornirsi supporto reciproco per lo sviluppo di
piani d'azione locali per l'inclusione sociale dei giovani rom e la loro
transizione a cittadini adulti attivi.
CORRIEREIMMIGRAZIONE 28 aprile 2013 | di Clelia Bartoli
Le forme del razzismo sono tante e diverse: ve ne sono di chiassose e sfacciate,
ma anche di pudicamente ipocrite, alcune utilizzano la forza bruta, altre si
avvalgano dell'insulto o del semplice sguardo, altre ancora impiegano strumenti
di oppressione più subdoli e sottili.
Tra i razzismi che amano mascherarsi, a mio avviso, va annoverato
l'assistenzialismo: tale agire appare generoso, benevolo, preoccupato di
soddisfare i bisogni dei deboli, ma esso in realtà è offensivo, dannoso e
perfino razzista.
È razzista perché ripropone il mito coloniale del buon selvaggio, del quale
l'uomo bianco deve "prendersi cura", senza che il selvaggio venga però invitato
al tavolo delle decisioni che riguardano la sua vita. L'assistenzialismo dunque
infantilizza l'assistito: lo reputa minore, lo tratta da minore, lo abitua alla
minorità. E ciò, come spiega Kant, reca vantaggio al narcisismo degli aspiranti
tutori e foraggia l'inclinazione umana alla pigrizia e alla delega. Una perfetta
rappresentazione iconografica dell'assistenzialismo l'ha fatta il regista che ha
firmato uno spot (...) per un programma di solidarietà verso le donne
africane Un mese per la vita, promosso dalla fondazione Rita Levi-Montalcini
insieme all'acqua Lete.
Lo spot – alquanto discutibile a sostegno di un progetto probabilmente meritorio
– mostra la mano di una donna nera che iniziava a scrivere con un gesso su una
lavagna la parola "futuro", quando arrivava la mano di un'anziana donna bianca a
guidarla nella scrittura di tale parola. La donna africana è così paragonata ad
una bambina di scuola elementare che l'insegnante europea deve guidare dirigendo
la progettazione del futuro dell'assistita. Viene ad istaurarsi un rapporto
fortemente asimmetrico tra chi guida e chi è guidato, tra chi è autore del
proprio futuro e chi è eterodiretto nel proprio progetto di vita.
L'assistenzialismo ha inoltre un elevato costo per l'intera comunità e questo fa
sì che i "beneficiati", visti come parassiti, non attirino su di sé troppe
simpatie. Ma ciò non sarebbe un vero problema se davvero soggetti svantaggiati
acquisissero un vantaggio e dunque una maggiore uguaglianza. Il problema è che
l'assistenzialismo (cosa diversa da una giusta solidarietà sociale) non reca
grandi benefici ai "beneficiati". Dijana Pavlovic, in un articolo dal titolo
appunto Dall'assistenza alla responsabilità apparso sull'ultimo numero di "Near"
(p. 27), scrive:
"Il mio amico attivista rom Giorgio Bezzecchi mi racconta che nel suo villaggio
di 50 persone (una famiglia allargata) non ci sono particolari problemi. Tutti
sono autonomi e si occupano di se stessi da anni. Lavorano, sono cittadini
italiani, accedono ai servizi come tutti gli altri. Da qualche anno quel campo è
affidato in gestione a una cooperativa. Ci sono alcuni operatori che vengono al
campo per "assistere" le persone. La conseguenza è che i rom che hanno bisogno
di fare una fotocopia o andare in un ufficio per compilare un modulo adesso si
fanno accompagnare dagli operatori. Oltre ai costi materiali di questa
operazione da non sottovalutare e che pesano su tutti i cittadini, il costo più
grande lo pagherà per intero quella comunità rom: sempre più deresponsabilizzata
e sempre meno autonoma".
L'assistenzialismo è una forma di aiuto che tarpa le ali, che non cede potere,
che parte dall'assunto dell'incapacità del debole di risolvere le cose da sé,
che anchilosa la forza e le abilità, che abitua alla dipendenza e alla
deresponsabilizzazione, che produce apatia e fatalismo, che foraggia
l'autocompiacimento di chi vuole controllare per mezzo di un aiuto interessato.
Esso umilia obbligando ad una gratitudine che facilmente si converte in rabbia
verso il solerte salvatore. La rabbia, infatti, si scatena puntualmente verso
quei genitori, insegnanti, operatori sociali, ecc. che "dandoci" in realtà "ci
rubano" la possibilità di essere autori delle nostre vite.
|