Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Da Roma_ex_Yugoslavia
Strasburgo, 26 giugno 2009: Ieri, la Corte Europea dei Diritti Umani ha emesso il suo giudizio sul caso Beganović contro la Croazia, riguardo il violento pestaggio di Darko Beganović, un Rom, da parte di un gruppo di sette persone e del fatto che le autorità croate non abbiano condotto indagini efficaci e perseguito gli esecutori.
La Corte ha sostenuto che i tribunali e le autorità inquirenti croate non hanno risposto all'esigenza di efficacia dei meccanismi di legge previsti dall'art. 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani e le Libertà Fondamentali (ECHR) che proibisce la tortura ed i trattamenti inumani e degradanti. L'inefficacia da parte degli inquirenti ha fatto cadere la denuncia contro gli esecutori per il tempo trascorso.
La parte lesa fu brutalmente picchiato in compagnia di cinque amici da parte di un gruppo di sette giovani il 24 aprile 2000. I sette lo colpirono fin quando non cadde a terra e poi continuarono a farlo. Quando il pestaggio terminò e Beganović si rialzò, venne colpito alla testa con una tavola di legno, cosa che gli causò la perdita della coscienza. Come risultato del violento pestaggio di gruppo, Beganović sostenne ferite su tutto il corpo, inclusa una commozione.
La denuncia interna del crimine venne compilata il 12 giugno 2000 dalla parte lesa contro i sette individui. Tuttavia, a causa dell'inattività e dell'errata gestione da parte delle autorità inquirenti, la denuncia andò in proscrizione il 23 aprile 2004.
Come risultato, ERRC ed il suo partner, l'avvocato croato Lovorka Kušan, denunciarono il caso alla Corte Europea dei Diritti Umani il 9 novembre 2006, citando, tra l'altro, la violazione dell'articolo 3 della ECHR, basata sulla mancanza da parte delle autorità croate di prendere le appropriate e necessarie misure nel procedimento contro i sette esecutori.
Il signor Beganović è stato risarcito con 1.000 euro per danni non pecuniari; inoltre la corte ha stabilito un rimborso di 6.250 euro per costi e spese.
[...]
For further information, contact:
Lydia Gall , ERRC Legal Advisor, lydia.gall@errc.org , + 36.1.413.2200
Da
Czech_Roma (Se ne era parlato
QUI)
The Prague Post Le vittime dell'incendio doloso ancora senza casa - La
burocrazia impedisce alle famiglie rom di accedere ai fondi pubblici
Posted: June 24, 2009 By Wency Leung, Staff Writer
Kudrik, sua madre Božena Bandurová, la figlia Pavlína ed altri
quattro dividono un piccolo riparo temporaneo. (foto di Vladimir Weiss)
Anna Siváková è scoppiata in lacrime quando ha visto le due stanze che la
città di Vítkov ha assegnato alla sua famiglia.
La famiglia rom aveva perso la sua casa in un incendio apparentemente a
sfondo razziale il 19 aprile. Siváková e suo marito, Pavel Kudrik, hanno avuto
diverse ustioni che li hanno tenuti in ospedale nella vicina Ostrava per quasi
due settimane, mentre la figlia più piccola, Natálka di 2 anni, rimane in cura
intensiva, lottando per sopravvivere.
Per Siváková, è stato come un altro incendio ritornare a Vítkov dopo il
rilascio ospedaliero del 2 maggio, soltanto per raggiungere suo marito, gli
altri tre bambini ed i genitori nell'affollato e misero riparo, situato dietro
una clinica veterinaria accanto allo scolo dei rifiuti canini. Con i suoi letti
metallici a castello e nessuno spazio per muoversi - tantomeno per far giocare i
bambini o per fare i loro compiti - il posto sembra, come dice un membro della
famiglia, "come una prigione".
Dopo più di un mese, la famiglia rimane nel riparo temporaneo, incapace di
trovare una nuova casa, nonostante i versamenti di donazioni per aiutarla a
ricostruirsi una vita. A causa della burocrazia, la famiglia deve ancora
ricevere i fondi donati, e se non ci fossero determinate condizioni, questo
potrebbe anche non avvenire mai.
I funzionari del municipio di Vítkov, che gestisce le donazioni, dicono che
le esigenze giuridiche impediscono alla famiglia di accedere ai soldi tranne che
per l'assistenza medica di Natálka e la nuova sistemazione. Inoltre, se la
famiglia non dovesse trovare una sistemazione adatta entro la fine dell'anno, il
consiglio comunale sarebbe tenuto, secondo la legge, a cedere i fondi al
distretto della Moravia Settentrionale.
Anche se i funzionari sottolineano che ciò è improbabile, è una prospettiva
che alcuni attivisti trovano oltraggiosa.
"Il conto è [inteso] solo per questa famiglia," ha detto Zdeněk Ryšavý,
direttore esecutivo dell'OnG Romea, che ha trasferito le donazioni da tutto il
mondo alla raccolta pubblica gestita dal comune di Vítkov. Trattenere quei fondi
"non è civile", dice.
Gwendolyn Albert, attivista per i diritti umani, ha aggiunto che di essere
rimasta inascoltata per una raccolta raccolta da spendere in qualcosa che non
fosse lo scopo preposto: "La sola ipotesi è insultante per la famiglia e per
tutti quanti abbiano donato in buona fede fondi per assistere questa gente," ha
detto.
Non solo la sua famiglia non ha visto un soldo delle donazioni, Siváková ha
detto che non è chiaro chi realmente li gestisca.
"Non so chi li controlli. Di certo non noi," ha detto, aggiungendo di non
sapere neanche quanti soldi sono stati raccolti. "[I funzionari cittadini] non
vogliono dirci l'importo esatto".
Da quanto risulta, la raccolta è ora di 757.000 Kč, ha detto Hana
Klapetková, a capo del dipartimento cittadino per gli affari sociali. Secondo la
legge sulle raccolte pubbliche, le autorità della città sono incaricate della
gestione dei fondi.
Nota che il fallimento della famiglia nel trovare una nuova casa non dipenda
dalla mancanza di sforzi dei funzionari.
"Abbiamo trovato diverse soluzioni accettabili che loro hanno rifiutato
perché ritenevano la casa o troppo piccola o troppo grande. Altre volte, prima
che prendessero una decisione, un altro compratore riservava la casa," dice Klapetková.
"La città li sta aiutando, per quanto può".
Šarka Petrtýlová, segretaria del sindaco, ha aggiunto di essere certa che un
alloggio adeguato per la famiglia può essere trovato, a Vítkov o altrove, prima
della fine dell'anno. Altrimenti, ha detto, il consiglio comunale estenderà di
un anno la scadenza, che riconosce essere stata stabilita arbitrariamente
durante un'affrettata riunione all'inizio del mese.
"In realtà non abbiamo ponderato sul termine, che doveva essere a tre mesi da
adesso, così l'abbiamo lasciato sino alla fine dell'anno," ha detto Petrtýlová.
Tuttavia ha notato che, secondo la legge, il consiglio comunale ha dovuto
stabilire un termine, dopo il quale ogni somma non impiegata finirà negli uffici
distrettuali.
Kumar Vishwanathan dell'OnG Vita Insieme, che è stato in stretto contatto con
al famiglia, ha detto di credere che le donazioni non saranno mai trasferite
negli uffici distrettuali.
Anche se concorda sul fatto che i funzionari stiano facendo del loro meglio
per trovare alloggio alla famiglia, ha detto che non è stato facile a causa
dell'opposizione dei futuri vicini e proprietari.
"Penso che ci siano molti pregiudizi sul vivere accanto ai Rom. La gente non
vuole vivere vicino ad una famiglia rom," ha detto Vishwanathan.
Ha aggiunto che, mentre non ha obiezioni sulla gestione cittadina delle
donazioni, la famiglia rimane in difficoltà finanziarie, dato che i genitori
hanno bisogno di denaro per andare e tornare dall'ospedale di Ostrava per
visitare Natálka. Secondo i funzionari cittadini, la famiglia vive di previdenza
sociale.
"Sinora hanno sostenuto un sacco di spese," ha detto Vishwanathan. "Per loro
è un drenaggio di risorse."
Nel contempo Kudrik, il padre di Natálka, ha detto che la sua preoccupazione
più grande è di curare la figlia, che avrà bisogno di trattamenti medici per il
resto della vita. L'assicurazione di stato sta coprendo la maggior parte delle
spese mediche per Natálka.
Gli attentatori non sono ancora stati identificati. Ciononostante, Kudrik
dice di volere che la famiglia resti a Vítkov, dove i suoi bambini vanno a
scuola. D'altra parte è a conoscenza che se non verrà trovato nessun alloggio in
città, la famiglia dovrà cercare una sistemazione da qualche altra parte.
"Non c'è niente di chiaro su questo punto," dice.
- Martina Čermáková contributed to this report.
Da
Roma_Daily_News
ISTANBUL - Un progetto intitolato "Giovani Cineasti Internazionali",
promosso l'anno scorso dal Consolato Generale USA ad Istanbul e che fornisce
istruzione sulla cinematografia a studenti di sei città turche. sta dando i
primi risultati. Gli studenti di Edirne, che partecipano al progetto, hanno
girato un film che presenta la vita dei cittadini rom nella loro città.
26/06/2009 - I giovani registi del futuro hanno preso parte al progetto
[...] iniziato a luglio dell'anno scorso.
Lo scopo di questo programma era di promuovere una maggiore comprensione e
consapevolezza tra i giovani di Turchia sulle questioni relative alla
democrazia, diritti umani, tolleranza e diversità, questione femminile e
crescita economica attraverso film e video creati da giovani. Quindi agli
studenti è stato chiesto di fare dei film su questi argomenti. Gli studenti
della città nord occidentale di Edirne, che in futuro vorrebbero diventare
registi, hanno scelto i Rom che vivono nella città come tema dei loro film.
I giovani, che hanno ignorato tutti gli ammonimenti di tenersi lontano dai
quartieri rom perché pericolosi, hanno girato due film che presentano la
posizione dei cittadini rom nella vita sociale ed i problemi che affrontano
nella vita giornaliera in città.
Parlando con l'agenzia di notizie Anatolia, Nefin Dinç membro del
dipartimento comunicazioni della New York University e responsabile per il
progetto, ha detto che è comune alla Turchia e agli Stati Uniti ed è stato
supportato dal Dipartimento di Stato USA. Ha detto che la città nord
occidentale di Edirne, Artvin sul Mar Nero, le città nel centro dell'Anatolia di
Sivas e Konya, e quelle sud orientali di Mardin e Hatay sono state scelte tra
altre città turche per lo sviluppo del progetto. "72 studenti di queste sei
città anno frequentato le classi del progetto. Attualmente i film sono in fase
terminale. Abbiamo iniziato l'anno scorso a luglio e fatto un totale di 21
giorni di lezione in ogni città. Gli studi riguardavano argomenti come la
sceneggiatura, la fotografia, il suono, le luci e l'editing", ha detto Dinç.
Sezen Çobanoğlu, membro della squadra che ha girato i film sul quartiere
di Edirne più popolato dai Rom, Menzilahir, ha detto che come parte del
progetto, hanno voluto fare un film che porti un messaggio sociale e per questo
hanno scelto la gente che vive nel quartiere rom.
Abbiamo scoperto un mondo differente
Ha detto che hanno tentato di rimuovere i pregiudizi della società contro
quella gente. "I cittadini rom sono esclusi dalla società, e noi abbiamo voluto
mostrare questo fatto nei film. Ci siamo focalizzati sul concetto degli ALTRI
nei nostri film, per mostrare l'effetto degli ALTRI nella società. Abbiamo
programmato di rimuovere i pregiudizi sociali. Anche se la gente lì intorno ci
ha ammonito dicendo che il quartiere era pericoloso, e che non potevamo entrarci
senza avere lì amici tra i 15 e i 20 anni, siamo andati là e abbiamo fatto
amicizie. All'inizio avevamo paura, ma là abbiamo scoperto un mondo differente,"
ha detto Çobanoğlu.
Un altro studente della squadra, Batuhan Kurt, ha espresso la propria
felicità per essere parte del progetto. "Ero appassionato sul dirigere un film e
questo progetto mi ha incoraggiato. Abbiamo imparato le scale della ripresa e la
sceneggiatura durante il corso, e le abbiamo applicate. Ci siamo fatti degli
amici nel quartiere dei Rom. Ci hanno aiutato, ci siamo davvero divertiti," ha
detto Kurt.
Alcuni di quei 72 studenti [...] andranno negli Stati Uniti per apprendere
ancora. Inoltre, gli studenti delle sei città si riuniranno il prossimo gennaio
e valuteranno le loro produzioni.
I film girati saranno esposti nei festival filmici di Istanbul e Diyarbakir.