Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 11/09/2008 @ 23:34:26, in Italia, visitato 1781 volte)
Con preghiera di diffusione:
Roma, campo Rom Casilino 900. Dalle 6:30 di stamattina i vigili urbani
setacciano il campo nel giorno in cui era previsto il censimento della Croce
Rossa. L'operazione, nata in seguito ad una denuncia di furto nel quartiere di
Centocelle diventa pretesto per requisire gruppi elettrogeni usati come unica
fonte di energia elettrica e materiali riciclati dalla spazzatura destinati a
essere rivenduti nel mercatino. Si aggrava così una situazione
igienico-sanitaria già precaria data la sospensione della fornitura di energia
elettrica dallo scorso aprile e la chiusura dell'accesso al campo ai mezzi di
trasporto. I vigili portano via circa venti persone per accertamenti.
Venezia. Alle 17.00 i portavoce delle diverse etnie del campo Casilino
900 presentano al Padiglione Italiano della Biennale di Architettura, in
occasione dell'inaugurazione della mostra "l'Italia cerca casa, il progetto -
Savorengo Ker - la casa di tutti", un'abitazione sperimentale realizzata in
autocostruzione dai Rom in collaborazione con Stalker / Osservatorio Nomade ed
il Dipartimento di Studi Urbani dell'Università di Roma Tre. (reterom.blogspot.com)
Ovada. Alle 21.00 una delegazione del campo e di Stalker accompagna il
portavoce Najo Adzovic a ricevere il premio speciale "Rachel Corrie" in
occasione della terza edizione del premio "Testimoni di pace" indetto dal Centro
per la Pace e la Nonviolenza di Ovada.
Il premio, conferito dalla presidenza della Repubblica e dalla regione Piemonte
è stato assegnato a Najo Adzovic per essersi rifiutato di fucilare quindici
sottoposti musulmani durante la guerra nella ex-Jugoslavia e per aver animato il
progetto "Savorengo Ker". Il premio verrà trasferito domani nell'installazione
alla Biennale.
Di Fabrizio (del 11/09/2008 @ 17:07:28, in Italia, visitato 1726 volte)
Comunicato stampa
La "Federazione Rom e Sinti insieme" nel manifestare il proprio plauso al
lavoro di tutte le forze dell’ordine Italiane impegnate nel garantire la
sicurezza di tutti i cittadini e nel prevenire ogni forma di illegalità,
ESPRIME TOTALE CONDANNA verso quelle persone che illegalmente a Bussolengo
(VR) nel pomeriggio del 5 Settembre 2008 si sono resi responsabili di una
crudele violenza e di una vera e propria pratica della tortura verso persone
appartenenti alle minoranze Rom e Sinte, disonorando la nobile divisa che
indossavano.
La "Federazione Rom e Sinti insieme", a fronte di un fatto tanto grave e per non
lasciare alcuna ombra di perplessità o interpretazione, nociva ad una cultura
della legalità, CONSIDERA opportuno che il Governo Italiano prenda l’iniziativa
di riferire subito al Parlamento Italiano quando accaduto nel pomeriggio del 5
Settembre 2008 a Bussolegno (VR) e SOLLECITA la Magistratura a fare immediata
chiarezza sulle responsabilità per condannare i colpevoli.
La "Federazione Rom e Sinti insieme" esprime la propria amarezza per
l’ennesimo grave comportamento di molti Media Italiani che ancora una volta nei
giornali e nelle televisioni hanno ignorato la violenza, gli abusi di potere, la
pratica della tortura verso persone appartenenti alle minoranze Rom e Sinte,
evitando così di far conoscere all’opinione pubblica un gravissimo atto
razzista.
Il presidente della "Federazione Rom e Sinti insieme" ringrazia le associazioni
aderenti Nevo Gipen di Brescia e Sucar drom di Mantova per
l’immediato soccorso umanitario alle persone vittime delle violenze e per il
supporto legale.
Informazioni dettagliate, le interviste, le denuncie ed altro sulla vicenda nel
blog:
http://sucardrom.blogspot.com/
Federazione Rom e Sinti insieme
Il Presidente
Nazzareno Guarnieri
Da
Romanian_Roma
Il budget per finanziare il Programma di Sviluppo Comunitario ad
Hadareni, contea di Mures, è stato aumentato a 2,16 milioni di
RON, secondo una decisione adottata dall'Esecutivo nella sessione di
mercoledì 27 agosto.
[...] Così, l'Esecutivo intende incontrare gli impegni presi con l'Unione
Europea riguardo i diritti umani, specialmente per la minoranza Rom, prevenendo
e combattendo la discriminazione, stimolando la partecipazione dei Rom nella
vita economica, sociale, educazionale e politica.
I fondi verranno stanziati dal Fondo di Riserva del Governo, come previsto
nel budget statale per il 2008.
Nel villaggio di Hadareni ebbe luogo nel settembre 1993 un conflitto
interetnico, iniziato con una discussione tra un Rom ed un cittadino rumeno, con
quest'ultimo pugnalato ed ucciso in mezzo alla strada. L'uccisore e suo
fratello, che era stato temporaneamente rilasciato di prigione, si barricarono
in una casa abbandonata. Quando vennero a sapere dell'uccisione, gli abitanti
del villaggio circondarono la casa e le diedero fuoco, per stanare i due.
L'autore dell'uccisione fu catturato dalla folla e nonostante l'intervento del
capo della polizia locale, venne colpito con diversi oggetti acuminati. Lo
stesso successe a suo fratello. Furono portati in ospedale, e morirono entrambi.
Dopo questo incidente, 400-500 persone, Rumeni e Ungheresi, si riunirono nel
centro del villaggio, e aizzati dalle vecchie incomprensioni avute con i Rom a
causa della loro aggressività e dei recenti eventi, si diressero verso il
quartiere Rom, abitato da circa 150 persone in 32 case, e diedero fuoco a 11
case. Furono accusate 11 persone per il cso "Hadareni", e la sentenza venne
emessa nel luglio 1998.
Opponendosi alla soluzione proposta dal tribunale rumeno, le famiglie di 3
delle vittime e quelli a cui furono bruciate le case fecero ricorso nel 2001
alla Corte Europea per i Diritti Umani (CEDO).
Il 5 luglio 2005 , il CEDO stabilì che il caso era da considerarsi chiuso per
18 dei richiedenti dopo aver raggiunto un accordo, dichiarando che l'impegno
delle parti rappresentava un'equa soluzione per il caso, secondo gli standard
della Corte Europea. Il Governo rumeno si impegnò a ripagare i 18
richiedenti con una somma tra gli 11.000 e i 23.000 €u come compensazione
materiale e morale.
Lo stato rumeno venne sentenziato dopo che il tribunale raggiunse la
conclusione che, nel caso dei Rom di Hadareni, le autorità violarono diversi
articoli della Convenzione Europea sui Diritti Umani. La Corte Europea stabilì
che rappresentanti della polizia presero parte al rogo alle case dei Rom e che
tentarono di nascondere i fatti. Considerando la reazione in ritardo delle
autorità ed il fatto che i tribunali rumeni rifiutarono di fornire una
compensazione, la Corte Europea decise che era stato violato il diritto dei
reclamanti alla famiglia e alla privacy.
La Corte ha anche stabilito che l'origine etnica delle persone coinvolte in
questo caso fu il fattore decisivo nello sviluppo del processo e ha sanzionato
le autorità rumene per discriminazione.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 11/09/2008 @ 09:28:56, in Europa, visitato 2320 volte)
Da
Roma_Daily_News, molto lungo - da sorbirsi con calma (niente che non sia già
stato scritto, ma così vi risparmiate di rileggere un centinaio di articoli)
I Rom dei Balcani, un popolo senza stato (Le Monde diplomatique,
settembre 2008)
La caduta del comunismo e la rottura dell'ex Yugoslavia hanno lasciato il
popolo Rom, da lungo insediato nei Balcani e formando una forte parte
dell'identità della regione, con pochi protettori. Molti scappano come rifugiati
dalle persecuzioni e dalla disoccupazione, altri rimangono, sotto-privilegiati e
minacciati. Di Laurent Geslin
Il giovane ci guida con cautela sulla strada irregolare da Sofia, la capitale
bulgara, a Fakulteta, dove vivono oltre la metà dei 30.000 Rom di Sofia. Sarebbe
impossibile entrare in quest'area, dove i blocchi di appartamenti socialisti
cedono il passo alla vegetazione e all'immondizia, senza una guida, da quando
l'area è sotto sorveglianza dopo le violenze dell'autunno scorso. Il guidatore
ci dice: "Sto facendo questa deviazione per evitare la polizia. Non ho la
patente."
Baptiste Riot, un giovane insegnante francese che insegna fotografia al
bambini della Mahala, il distretto Rom, ci aveva spiegato: "Gruppi di estremisti
bulgari vengono regolarmente a provocarci, e dopo la morte di un Rom lo scorso
settembre gli abitanti si sono dovuti organizzare. L'unico posto dove le due
popolazioni si incontrano è il mercato al limite del quartiere Rom. La gente ci
va perché i prezzi sono più bassi che nel centro di Sofia."
Ma i commerci non sono abbastanza per fornire di che vivere alla popolazione.
I giovani devono lavorare a 15 o 16 anni, non possono permettersi di studiare,
così raccolgono la spazzatura dalle strade di Sofia per riciclarla. Ci ha detto
una casalinga del posto: "Siamo fortunati, perché lavoro nella scuola, e visto
che i miei figli sono abbastanza grandi, lavorano nelle costruzioni con i
bulgari." Altri fanno lavori anomali. Secondo Ilona Tomova, dell'Istituto di
Sociologia di Sofia, nel 2001 soltanto il 18% della popolazione rom attiva era
registrata come impiegata. Le statistiche sono un po' migliorate da allora, ma
la situazione rimane seria.
"Affrontano una discriminazione costante nel lavoro, nella scuola e nella
sanità. Ogni buon cittadino bulgaro ha pochi amici Rom con cui avere
occasionalmente un caffè o un bicchiere, ma lo stesso vede gli Zingari incarnare
tutti i vizi del mondo," ha detto Marcel Courthiade, insegnante Romanì
all'Istituto nazionale di lingue e civiltà orientali (Inalco) di Parigi.
Nella storia
I primi Zingari vennero dal nord dell'India ed arrivarono in Europa tra il
XIV e il XV secolo; nel 1348 un gruppo chiamato Cingarije fu osservato a Prizren
nel Kosovo e dal 1385, alcuni testi menzionano famiglie che vivevano in
schiavitù in Valacchia e Moldavia. I gruppi vennero sparpagliati nella prima
metà del XV secolo, talvolta con la benedizione delle autorità. Nel 1417
l'imperatore tedesco Sigismondo diede una lettera di raccomandazione e
protezione a un gruppo di Rom della Boemia (da cui la parola bohemian). Nei
Balcani, i Rom si unirono al sistema amministrativo, economico e militare sotto
l'impero Ottomano. Alcuni hanno accompagnato le armate ottomane come fabbricanti
di armi da fuoco. Altri si stabilirono e lavorarono come artigiani o mezzadri in
tutto il territorio, e gradualmente costruirono le Mahala, i quartieri Zingari,
in molte città dell'Europa sud-orientale, incluse Prizren e Mitrovica in Kosovo.
In periodi di pace e benessere, gli Zingari erano tollerati per le loro
abilità di artigiani ed allevatori, ma ogni deterioramento nella situazione
economica o politica significava repressione e persecuzioni. Attraverso i
secoli, le espulsioni li obbligavano a migrare. Molti arrivarono in Bulgaria
alla fine del XVII secolo, fuggendo dalla guerra tra l'Austria e l'impero
Ottomano. Quando la schiavitù fu abolita nei principati rumeni nel 1860, ci fu
una nuova diaspora di Rom in Europa. Il genocidio nazista nella II guerra
mondiale uccise centinaia di migliaia di Rom, ma il tribunale di Norimberga
ignorò la loro tragedia. Non sappiamo in quanti morirono nel campo di
concentramento di Staro Sajmiste vicino a Belgrado, e la lista di vittime
Zingare nel campo di Jasenovac in Croazia fu elaborata solo nel 2007.
Secondo le stime del Consiglio d'Europa, vivono in Europa tra la Bretagna e
la Russia dai sette ai nove milioni di Rom, la più grande minoranza
transnazionale. I Rom dei Balcani, spinti da guerre o povertà, si sono stabiliti
in gran numero in occidente, raggiungendo gli Zingari locali con cui hanno
generalmente pochi contatti.
Negli ultimi 20 anni, le istituzioni internazionali, specialmente l'Unione
Europea e il Consiglio d'Europa, sono diventati coscienti di ciò. Ma nonostante
i loro sforzi nel fornire scolarità ai bambini Rom, i Rom continuano a soffrire
discriminazioni e sono diventati più poveri. Nel 2005 fu lanciato il Decennio
dell'Inclusione Rom sotto gli auspici della Banca Mondiale, del Programma di
Sviluppo delle Nazioni Unite e della UE, per facilitare l'accesso all'istruzione,
al lavoro, alla sanità e alla casa, in nove paesi dell'Europa orientale e
balcanica. Ma dopo tre anni del progetto, gli esperti trovano i risultati
deludenti. Mentre l'opinione pubblica sta diventando cosciente della natura
transnazionale del problema, i singoli stati ritardano le misure per facilitare
l'integrazione.
Il dissolvimento dell'ex Yugoslavia
I Rom balcanici furono i primi a soffrire della rottura dell'ex Yugoslavia e
della caduta del blocco sovietico nei primi anni '90. I nuovi governi li
trascurarono e furono le vittime della transizione economica. Diventati più
poveri, divennero l'obiettivo degli emergenti aggressivi movimenti nazionalisti
e capro espiatorio delle dispute intra-comunitarie, e le comunità Rom vennero
marginalizzate e fatte oggetto di violenze e persino di pogrom.
Secondo Ilona Tomova: "Nel 1989 l'83% della popolazione adulta aveva un
impiego ed i Rom avevano il più alto tasso di occupazione in Bulgaria; ma nel
1993 era sceso a solo il 30%. Alcuni Rom non hanno più avuto accesso al mercato
lavorale dai primi anni '90. Ed ora abbiamo una seconda generazione senza un
lavoro stabile." E' peggio nei ghetti urbani che si erano generati alla fine
degli anni '70 e sono cresciuti dopo la caduta del regime comunista.
"Prima, non avresti potuto distinguere lo stile di vita Zingaro," ha detto Antonina
Zelyazkova, del Centro Internazionale per gli Studi sulle Minoranze e le
Relazioni Interculturali (Imir). "Lavoravano, mandavano i bambini a scuola,
avevano accesso al sistema sanitario. La marginalizzazione è iniziata con la
transizione. Quanti vivevano nelle piccole cittadine non beneficiarono della
redistribuzione della terra e dovettero migrare nelle città più grandi."
Nella città settentrionale di Kumanovo in Macedonia, 5.000 Rom vivono in una
baraccopoli in una zona alluvionale tra i fiumi Lipkovska e Kojnasrka. Le loro
case sono fatte di mattoni e materiali riciclati. Ci sono pochi negozi, un paio
di carretti di angurie, e gruppi di giovani senza via d'uscita. Milan Demirovskim
che guida un'OnG chiamata Khan (sole in romanes) che insegna a leggere, dice:
"Circa il 95% vive del salario minimo. La loro unica strada è di mettersi in
proprio, perché le compagnie assumeranno su basi comunitarie e non c'è mai posto
per i Rom."
Nonostante la decentralizzazione iniziata nel 2001, è cambiato poco. Gli
accordi di Ohrid firmati il 13 agosto 2001 dopo il conflitto tra le milizie
albanesi dell'Armata di Liberazione Nazionale (UCK-M) e l'esercito macedone,
garantì diritti sociali e politici a tutte le minoranze. Erduan Iseni, sindaco
di Suto
Orizari (Sutka), che ha la maggior percentuale di Rom dell'area di Skopje,
è ottimista. "Per i Rom qui è meglio che in molti altri paesi della regione. La
Macedonia è uno degli stati più avanzati d'Europa da questo punto di vista." La
sua municipalità di 40.000 abitanti sembra abbastanza prospera con le sue
colorate officine, i commercianti e i clienti. Ma anche qui i Rom hanno di
fronte le solite discriminazioni, pregiudizi ed un muro politico di mattoni.
"Abbiamo un budget più piccolo dalla legge di decentralizzazione rispetto agli
altri comuni," si lamenta il sindaco. "Non abbiamo abbastanza soldi per riparare
le strade e modernizzare le infrastrutture. Si stava meglio sotto Tito."
Anche se la Repubblica di Macedonia ha l'unica costituzione al mondo che
include i Rom, questo non si traduce in realtà. "I Rom sono esclusi dalla vita
politica," ha confermato Marcel Courthiade. Gli accordi di Ohrid sancivano che
le lingue minoritarie devono essere usate nell'amministrazione di ogni comune
dove le minoranze sono il 20% della popolazione. Ma questo è servito agli
albanesi (che sono il 25% della popolazione in Macedonia) più che alle altre
comunità (Rom, Serbi, Torbesh, Aromanians, Turchi, ecc.)
In Kosovo
Restano solo 30.000 Rom dei 120.000 che vivevano in Kosovo prima del 1999.
Sono sparsi nell'area serba nel nord del paese ed in alcune enclave nel settore
sud albanese del fiume Ibar. La scala delle distruzioni a Mitrovica e Pristina
rende evidente la violenza della pulizia etnica. Gli estremisti dell'Esercito di
Liberazione del Kosovo (UCK) dicono che i Rom lavoravano per l'esercito serbo,
per giustificare la loro espulsione dopo i bombardamenti NATO e il ritiro
dell'esercito serbo.
Ad Orahovac/Rahovec nel Kosovo del sudovest, tra i tetti delle case è steso
del filo spinato e tutto è pronto per bloccare le strade al primo allarme. Una
famiglia ha protetto la sua casa sulle colline, nel mezzo della terra di nessuno
che segna il confine tra la città albanese ed il ghetto serbo ( ma questo non ha
impedito gli estremisti albanesi dal bruciare diverse case nel quartiere serbo
durante i disordini del marzo 2004). "Siamo rigettati da entrambe le comunità.
Mio figlio ha smesso di andare a scuola per la violenza dei suoi compagni di
classe albanesi," ci ha detto un Rom. "Prego ogni giorno che non gli succeda
niente e che possa raggiungere suo cugino in Germania." Ma fuggendo da questi
attacchi, i Rom del Kosovo finiscono nuovamente nella miseria, come
confermeranno le migliaia arrivati nella bidonville di Seine-Saint- Denis vicino
a Parigi.
Prizren è un'antica città mercato nel Kosovo meridionale, dove Albanesi,
Serbi, Rom Bosniaci e Turchi coabitavano prima della guerra. Oggi circa 6.000
Rom stanno tentando di sopravvivere ad una situazione economica paralizzata.
"Prima del 1999 avevamo buone relazioni con le altre comunità," ci ha detto un
imprenditore. "Da bambino parlavo in romanes ai miei vicini Bulgari, e serbo e
turco con i miei compagni di classe. Ho costruito la casa con le mie mani e
tuttora vivo in Kosovo. Questa è la mia terra."
Nella Yugoslavia socialista i Rom (specialmente quelli in Kosovo)
beneficiavano di vantaggi sociali e culturali. I primi programmi radio e TV in
romanes furono trasmessi a Prizren e Pristina. I Rom svolgevano il servizio
militare, erano integrati nel sistema politico ed avevano rappresentanti nel
governo della repubblica. Rimane ancora un procuratore pubblico Rom in Kosovo.
Si è formato nell'era di Tito e lavora a Prizren. Un giornalista, Kujtim Pacaku,
ha paura per il futuro: "Non so cosa porterà l'indipendenza. Tutto quel che
vogliamo è vivere in pace. Vogliamo che i nostri bambini lavorino sulla terra
dove sono nati. E che i Rom cessino di essere bersaglio di un nazionalismo
cieco."
Si diffonde il risentimento
Il movimento ultranazionalista emerso nella regione nei primi anni '90 non ha
problemi nel mobilitare il risentimento tra quanti sono stati lasciati indietro
nella transizione economica. "Quando molti bulgari sotto la linea di povertà
scoprono che la UE ha finanziato speciali programmi di aiuto per gli Zingari,
come l'assistenza medica gratuita, quando loro non possono permettersi di
comprare le medicine o di riscaldare le loro case in inverno a causa dei costi
del carburante, allora sono disposti ad ascoltare un partito estremista come
Ataka," ha detto François Frison-Roche, esperto bulgaro e ricercatore presso il
CNRS.
Agli occhi dei poveri bulgari i Rom, senza lavoro o risorse più poveri di
loro, sono saccheggiatori che rubano l'elettricità attaccandosi illegalmente
alla corrente elettrica. I media sono contenti di focalizzarsi sui traffici e
sui crimini attribuiti alla comunità Rom. Durante le elezioni residenziali del
2006, la coalizione Ataka ed il suo leader Volen Siderov ottennero quasi un
quarto del voto bulgaro. Nel corso della campagna chiesero che gli Zingari
fossero "tramutati in sapone". Ora vogliono un "programma di governo per
combattere il crimine Zingaro".
L'aggressiva campagna di Ataka sta attraendo molti, convinti che tutti i
problemi siano dovuti ai Rom e delusi che i partiti tradizionali non stiano
affrontando il problema. In Serbia, qualche intellettuale Rom sta tentando di
contenere la crescita dei nazionalisti. "Siamo i più fieri oppositori del
Partito Radicale," ha detto Rajko Djuric, presidente dell'Unione Romanì
Internazionale, che ricorda che 28 membri della sua famiglia furono uccisi dai
cetnici (l'esercito realista yugoslavo) durante la II guerra mondiale.
Il Partito Radicale Serbo (SRS) guidato da Tomislav Nikolic da quando Vojislav Seselj
è stato messo sotto processo dal tribunale dell'Aia per crimini contro l'umanità
nella guerra croata del 1991-1995, ancora si richiama all'eredità ideologica
cetnica. Erano leali al re Pietro II di Yugoslavia, e si opponevano tanto alle
forze dell'Asse che ai partigiani di Tito tra il 1941 e il 1945. Furono anche
responsabili di massacri di Croati, Musulmani e Rom.
Ardenti difensori della "grande Serbia", i nazionalisti estremisti dell'SRS
vogliono unire tutti i Serbi dei Balcani in uno singolo stato e negare i diritti
politici e culturali delle minoranze. La loro piattaforma è inaccettabile per
lUnione Romanì. "Vogliamo diventare un partito importante nel parlamento serbo,
un gruppo di cittadini democratici, aperto a tutte le comunità," ha detto il
presidente. "Abbiamo ottenuto un seggio e 18.000 voti nelle elezioni legislative
del 22 gennaio 2008, il 33% da votanti non-Rom."
Sembra un risultato deludente. La Serbia ha oltre 200.000 votanti Rom, ma ci
sono divisioni nella comunità. "I partiti al potere hanno sempre compratovoti
con promesse fraudolente o soltanto con qualche bottiglia di rakija (brandy di
prugne)," dice Djuric. Ora Marija Serifovic, la vincitrice del concorso canoro
Eurovision 2007, si è esposta molto con l'SRS e guadagnato molti voti Rom,
nonostante il razzismo del partito. A Vranje, nel sud, i Rom hanno sempre votato
in massa per il Partito Socialista Serbo (SPS) di Slobodan Milosevic.
Uno sconosciuto vicino
In Serbia, nonostante le discriminazioni, i Rom prendono ancora parte alla
politica. Sono corteggiati durante le elezioni, usati per ottenere i sussidi
europei e stigmatizzati per galvanizzare l'opinione pubblica. Gli Zingari
rappresentano la diversità, lo straniero vicino. Quale famigli di Belgrado
celebrerebbe la sua slava (il santo patrono di famiglia) senza musicisti Rom?
Uno degli eventi nazionali più importanti è il festival annuale di Guca, che
mette insieme le migliori orchestre Zingare di Serbia. Li i nazionalisti vendono
T-shirt con immagini di Milosevic e del generale
Ratko Mladic (leader militare dei Serbi di Bosnia tra il 1992 e il 1995) e
ascoltano musica che nessuno potrebbe identificare con certezza come Serbe o
Rom.
Come le altre minoranze senza territorio, gli Aromanians o i Torbesh, i Rom
dei Balcani sono una parte essenziale nell'identità balcanica, con le sue
differenze comunitarie, linguistiche e territoriali. Un Rom di ovi Pazar, nella
Serbia meridionale, potrebbe essere un cittadino serbo, sentirsi culturalmente
legato alla regione del Sangiaccato (tra la Srbia e il Montenegro) essere
musulmano e parlare albanese perché la sua famiglia ha relazioni da lungo tempo
con il Kosovo. I Rom di Prizren possono esser musulmani sunniti o appartenere
all'ordine sufi Rifai Derviscio.
Diversamente dal modello di stato-nazione alla francese seguito da alcuni
paesi nella regioni dopol'impero ottomano, non c'è una singola identità. Le
identità fluttuano nelle strutture linguistiche, territoriali, religiose e
socio-professionali. Si spostano secondo i vincoli economici. I Rom bulgari
erano musulmani sotto gli Ottomani, ma oggi sono per la maggior parte ortodossi.
E quanti ancora parlano turco, spesso pretendono di essere Turchi, così da poter
emigrare facilmente a Istanbul.
Il dissolvimento della ex Yugoslavia ed i movimenti della popolazione dopo le
guerre del 1990 hanno accelerato la semplificazione identitaria e la
standardizzazione culturale. La Croazia e il Kosovo non hanno più comunità
serbe.
Due gruppi simili ora si dividono la Bosnia-Herzegovina, e gli Ungheresi
stanno lasciando la
Voivodina in Serbia. I Rom e le altre minoranze, che non hanno un territorio di
base d mantenere, saranno capaci di mantenere il loro posto in questi stati
balcanici che mutano costantemente? Niente è meno certo, a meno che le
organizzazioni Rom acquisiscano forza sufficiente per far sentire la loro voce
regionalmente, nazionalmente e internazionalmente.
Bussolengo (VR), la versione di Georgeowistch Anna di 40 anni
Durante la patita aggressione, nel frangente mi trovavo con i miei figli
rispettivamente mia figlia di anni dieci e mio figlio di tre anni e mezzo.
Mentre i miei famigliari e parenti venivano aggrediti dai Carabinieri, dicevo a
quest’ultimi di finirla. Interveniva un militare in borghes...
Bussolengo (VR), la versione di Hudorovich Cristian di 37 anni
Alle ore 13.00 circa del 5 settembre 2008, in Bussolengo, io con i famigliari e
con altri parenti, sostavamo con roulotte presso il piazzale delle giostre.
Dopo una ventina di minuti che eravamo in quel luogo sopraggiungeva una
pattuglia della Polizia Municipale di Bussolengo che invitava tutti ad
allontanarsi entro tre ore come previsto da ordinanza comunale. Veniva detto al
personale della Polizia Municipale che sostavamo solo per pranzare e poi ci
saremmo allontanati...
Bussolengo (VR), la versione di Paolo Campos di 20 anni
Intorno le ore 15.00 del giorno 5 settembre 2008, in Bussolengo, appena giunto
in auto presso il piazzale delle giostre, dove si trovavano i miei parenti con
roulotte, vedevo i miei fratelli Campos Marco e Johnny e mia nipote di dieci
anni, che stavano piangendo. Chiedevo cosa ero successo e mi veniva riferito che
erano arrivati i Carabinieri che avevano picchiato i parenti e poi portati in
caserma...
Bussolengo (VR), la versione di Michele Campos di 15 anni
Alle ore 14.00 circa del 05 settembre 2008, in Bussolengo in piazzale delle
giostre, dove mi trovavo con i miei, famigliari e parenti intento a pranzare,
vedevo sopraggiungere due pattuglie dei Carabinieri, i quali, scesi dalle
macchine, e indossati i guanti, iniziavano a picchiare i miei famigliari ed i
miei parenti. Un Carabiniere senza capelli gli cascava a terra la pistola, la
riprendeva e gli cascava nuovamente. Io, mio zio Hudorovic Cristian, mentre
venivamo caricati ...
Bussolengo (VR), la versione di Giorgio Campos di 17 anni
Intorno alle ore 14.00 del giorno 5 settembre 2008, in Bussolengo, mentre
ritornavo alla roulotte in sosta nel piazzale delle giostre, dove si trovavano i
miei parenti, vedevo gli stessi che venivamo picchiati da dei Carabinieri in
divisa, un Maresciallo alto sui 180 cm circa, corporatura media, ed un
Brigadiere alto sui 170 cm circa senza capelli, corporatura media...
Verona, lettera/esposto al Comandante Provinciale dei Carabinieri e al Prefetto
Nella giornata di sabato 6 settembre siamo stati informati, da attivisti per i
diritti civili dell’associazione Nevo Gipen, di un grave fatto successo a
Bussolengo (VR) venerdì 5 settembre 2008 che sembra configurarsi di matrice
razzista. Il racconto degli attivisti è agghiacciante. Prima in piazza Vittorio
Veneto e poi all’interno della Caserma dei carabinieri di B...
Nasce l'Osservatorio permanente della giurisprudenza della Corte europea dei
diritti dell’uomo
L’Unione forense per la tutela dei diritti dell’uomo informa che di recente ha
creato un Osservatorio permanente della giurisprudenza della Corte europea dei
diritti dell’uomo. L’importanza crescente assunta dalla Convenzione europea dei
diritti umani nel nostro ordinamento, specialmente a seguito delle note sentenze
della Corte costituzionale del 24 ottobre 2007, n. 348 e n. 349 ha, infatti,
imposto l’esi...
Di Fabrizio (del 10/09/2008 @ 16:36:01, in Italia, visitato 2431 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Il Comune di Ovada (Al) e il Centro per la Pace e la Nonviolenza “Rachel
Corrie” conferisce ogni anno, in ricorrenza dell’11 settembre un premio “a una
personalità che si sia particolarmente distinta per l’impegno e l’azione
nell’ambito della pace e della nonviolenza”.
Il prossimo 11 settembre il premio per il 2008 verrà conferito a Najo Adzovic,
rom, profugo dalla ex Jugoslavia, scrittore, una delle anime del progetto "Savorengo
Ker: la casa di tutti".
Insieme a Najo Adzovic parteciperà alla serata di premiazione anche Francesco
Careri, architetto, docente presso la Facoltà di Architettura di Roma Tre,
membro fondatore Laboratorio di Arte Urbana Stalker.
Di Sucar Drom (del 10/09/2008 @ 11:37:39, in blog, visitato 2244 volte)
Sucar Drom: 350mila grazie
L’Istituto di Cultura Sinta sviluppa dalla fine degli Anni Novanta iniziative,
pubblicazioni e mezzi di comunicazione, come questo spazio web, che incoraggiano
la conoscenza e il confronto per le comunità sinte e rom e per tutte le persone
che si vogliono cono...
Ue, l'Italia non discrimina i Rom
La Commissione europea ha detto ieri pomeriggio che, dal rapporto ricevuto dal
governo italiano, non sembrano esserci state discriminazioni nelle misure prese
nei confronti di soggetti appartenenti all'etnia Rom che vivono in Italia...
L’Europa dei governanti approva la politica discriminatoria del Governo italiano
Già nel maggio scorso le dichiarazioni dei rappresentanti della Commissione
Europea sul provvedimento che stabiliva il rilievo delle impronte digitali
ai bambini rom apparivano assai deboli e semb...
Retroscena: perché la Commissione europea giudica le misure adottate dall’Italia
non discriminatorie
Decisive per il parere favorevole di Bruxelles le Linee guida del Ministero
dell’interno del 17 luglio che hanno attenuato la portata delle Ordinanze di
maggio. Per la Commissione europea non sembrano esserci discriminazioni nelle
misure prese dal governo italiano nei confronti di soggetti appartenenti all...
Mohacsi, strano giudizio della Commissione su impronte rom
“Trovo davvero strano che la Commissione ritenga conforme alla legge dell’UE la
procedura della raccolta delle impronte digitali, che sembra essere stata
applicata solo ai rom. Fatto che non può...
Ue, in Italia "non c'è nessuna raccolta sistematica delle impronte digitali"
Questa mattina i maggiori quotidiani italiani sparano in prima pagina le
dichiarazioni del portavoce di Jacques Barrot, Commissario per Giustizia e
gli Affari interni dell’Unione europea. Dopo le polemiche durissime di giugno e
luglio l’impressione che potrebbe avere l’italiano medio è il via libera della
Commissione europea al rilievo...
Il presidente romeno in udienza dal Papa: non sempre facile l'integrazione
Al cardinale Tarcisio Bertone ha portato la “Stella di Romania”, la più alta
onorificenza del suo stato, al Papa ha presentato i problemi dell’integrazione,
ma anche un'identità di vedute sui temi europei. Traian Basescu, presidente
della Romania, sabato ma...
Roma, Madonna lancia una fiesta gitana
Strepitoso successo allo Stadio Olimpico di Roma per il concerto di Madonna.
Unica data in Italia ha registrato il tutto esaurito già nei mesi passati. Il
concerto prende ha inizio alle 21:18 con 60 mila spettatori in delirio per la
cantante che scende dal trono ed ...
Roma, Nuove Tribù Zulu & Cheja’ Celen in concerto
Insieme per i diritti di tutti i bambini è il titolo del concerto delle Nuove
Tribù Zulu & Chejà Celen che si terrà venerdì 12 settembre 2008, alle ore 21.00,
al Parco di San Sebastiano in via delle Terme di Caracolla, 55. Le Nuove Tribù
Zulu proseguono nel 2008 la collaborazione artistica con le danzatrici Chejà
Celen (in foto), gruppo di bambine e ragazze rom pro...
Bussolengo (VR), picchiati e umiliati dai Carabinieri
Venerdì 6 settembre 2008, verso a mezzogiorno, tre famiglie Rom italiane hanno
parcheggiato le proprie auto con le roulotte in un parcheggio comunale di
Bussolengo (VR). Le famiglie sono formate da Angelo e Sonia Campos con i cinque
figli minor...
Bussolengo (VR), la versione dei Carabinieri
Pubblichiamo la versione dei Carabinieri di Bussolengo sul gravissimo fatto
accaduto venerdì 6 settembre. Nel verbale di arresto e di denuncia non è
menzionato il minore di undici anni, sono menzionati solo due minori sui cinque
presenti. Il verbale indica nelle ore 14.00 l’arrivo dei Carabinieri nel
parcheggio di P...
Romania, rumeni intolleranti, 4 su 10 punirebbero gay e rom
Rumeni capofila dell'intolleranza verso i “diversi”. Da un sondaggio emerge un
aspetto sconosciuto del popolo del paese balcanico: poco aperto verso
omosessuali, persone affette da Aids e Rom, definiti dagli intervistati
“disonesti” e “sfaticati”...
Spagna, guerra tra poveri africani e gitani
E' guerriglia fra poveri a Roquetas de Mar, una cittadina vicina a Almeria nel
sud della Spagna, dove da due notti si sono verificati duri scontri - con
barricate, auto e case date alle fiamme - fra immigrati africani e cittadini
spagnoli di origine rom, nel quartiere degradato delle '200 Viviendas'...
Reggio Emilia, l'Europa e la salvaguardia dei diritti fondamentali
Un convegno che parla di Europa e tutela dei diritti fondamentali. Un convegno
che porterà a Reggio Emilia il prossimo 19 settembre, tra i tanti ospiti
internazionali, anche i rappresentanti della direzione generale giustizia,
libertà e sicurezza della Commissione Europea e del Ministero dell'Interno, in
questi giorni al centro del dibattit...
Modena, il Consiglio comunale dice no al "censimento" con le impronte
No al censimento dei bambini e delle bambine rom nei campi nomadi con la
rilevazione delle impronte digitali: lo ha detto il Consiglio comunale di Modena
approvando, con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e il voto contrario
di An, Forza Italia e Lega, una mozione presentata dal consigliere di Sinistra
Democratica Giorgio Prampolini...
Rom e Sinti, la federazione incontrerà il ministro Maroni
Dopo gli incontri avuti a luglio con il Prefetto Lombardi, commissario per
l’emergenza “nomadi” in Lombardia e con alcuni funzionari della Prefettura di
Roma, la Federazione “Rom e Sinti Insieme” incontrerà martedì 16 settembre il
Ministro dell’Interno Roberto Maroni...
Bussolengo (VR), un incubo
Un incubo. Giorgio Campos, 18 anni a dicembre, nato a Como, di origine rom e con
regolare residenza a Brescia, è ancora sotto shock. Per lui e la sua famiglia
quella di venerdì scorso doveva essere una tranquilla gita per «far visita a
parenti che vivono nei dintorni di Brescia», racconta. E invece una pausa pranzo
a Bussolengo, vicino Verona, si è trasformata in dramma...
Di Fabrizio (del 10/09/2008 @ 09:35:14, in Europa, visitato 1580 volte)
Da
Roma_Daily_News
Il 16 settembre 2008, si terrà a Bruxelles il primo "UE Rom Summit"
della Commissione Europea, sotto l'alto patrocinio di José Manuel Barroso,
Presidente della Commissione e della Presidenza francese del Consiglio d'Europa.
L'evento congiungerà oltre 400 rappresentanti delle istituzioni UE, governi
nazionali, parlamentari e la società civile incluso organizzazioni Rom. La
conferenza avrà luogo nell'edificio Charlemagne, Rue de la Loi 170 (Room "Alcide
de Gasperi" S 3).
Ulteriori informazioni...
Di Fabrizio (del 10/09/2008 @ 09:13:27, in casa, visitato 2054 volte)
Da
British_Roma
SALUTO A DALE FARM
Permettersi una casa è diventato sempre più difficile per innumerevoli
persone il cui reddito continua a scendere. In un paese ossessionato dal
possesso della casa questo sogno è diventato un incubo. Ma oltre a quanti
lottano per pagare le loro ipoteche, c'è un altro gruppo di persone che soffre
di un'insicurezza ancora maggiore. Oltre allo sgombero, c'è ora il rischio di
diventare capri espiatori delle ruggini del paese e del fallimento del governo
locale e nazionale.
Oltre 1.000 Viaggianti di
Dale Farm, Essex, il più grande villaggio Zingaro nella GB, saranno
sfrattati se il Consiglio Distrettuale di Basildon vincerà l'appello contro la
Decisione dell'Alta Corte che impedisce la demolizione del sito in un'udienza
del 5 dicembre.
Richard Sheridan, presidente del Consiglio Zingaro e portavoce per il sito,
dice che i Viaggianti di Dale Farm soffrono un grosso errore della giustizia:
"Il governo conservatore ha tolto il diritto di rimanere sul suolo pubblico nel
1994 quando ha abrogato il Caravan Sites Act del 1968, così i Viaggianti l'hanno
comperato da loro. Ora siamo minacciati di sfratto dalla terra che ci siamo
comperati," ha detto in una dichiarazione ad A World to Win.
"Il Consiglio di Basildon ha infranto l'Atto di Protezione dei Dati mettendo
sul suo website pubblico dettagli personali e medici di 86 famiglie di Dale
Farm. Sono preparati a spendere 3 milioni di sterline per sgomberarci, incluso
quasi un milione di spese legali stimate, [...] Costerebbe 30 milioni di
sterline ai contribuenti ottemperare alla legge se ci metteranno sulla strada -
un enorme spreco di denaro."
Sheridan parteciperà il 16 settembre ad un summit Rom a Bruxelles patrocinato
dalla UE, dove porrà il caso di continuare l'esistenza di Dale Farm. La riunione
è stata richiesta quando il governo italiano ha criminalizzato i suoi stessi
Rom. Il governo Berlusconi ha autorizzato incursioni all'alba, sgomberi e
smantellamento dei campi, incluso 40 caravan e tende vicino a Roma.
Guidato dal leader conservatore Malcolm Buckley, il consiglio di Basildon ha
messo da parte 3 milioni di sterline per abbattere le 132 case e sfrattare i
Viaggianti dal loro sito a Crays Hill. Non è riuscito ad effettuare i suoi piani
questo maggio, quando Andrew Collins, giudice dell'Alta Corte, ha ordinato di
fermare lo sgombero per 40 famiglie. Un consigliere laburista ha descritto il
minacciato sgombero come "una somma oltraggiosa di denaro impiegata per imporre
le leggi di progettazione su un ex discarica in una strada anonima."
Ma una riunione del controllo di sviluppo del consiglio di Basildon tenutasi
questo mese intende votare misure che potrebbero includere la demolizione di una
piccola scuola in legno, una cappella e un ritrovo chiamato San Cristoforo.
A Martina McCarthy, moglie di Richard Sheridan, è stata inviata una notifica,
nonostante l'edificio sia stato costruito con la concessione del Consiglio della
Contea di Essex e appartenga al Dipartimento per i Bambini, le Scuole e le
Famiglie.
Il British National Party di estrema destra sta montando una viziosa campagna
razzista di pressione verso i conservatori che attualmente controllano il
consiglio di Basildon in vista di una riunione straordinaria per il 18
settembre. La disputa di fondo su Dale Farm è stata condotta con grida di guerra
dal BNP che contesta tutti i 14 seggi locali.
L'estrema destra sta usando l'immigrazione e le tematiche dello sviluppo
urbano per ottenere consenso in un area che ha visto lo sviluppo industriale
andare e venire, con il declino della fabbrica di trattori Fard (ora della Case
New Holland) e della compagnia Standard Telephone. Dato che Basildon è
considerata un barometro dell'opinione pubblica per le elezioni generali, gli
argomenti non sono solo locali.
A World to Win saluta gli organizzatori di Dale Farm, i leader Richard
Sheridan, Joseph G Jones e Grattan Puxon del Consiglio Zingaro, per la loro
campagna per i diritti di base, alla vita, alla salute, all'istruzione e alla
privacy dei dati. Chiedono ai sostenitori di partecipare ad una manifestazione
per i diritti umani il 16 settembre, in caso di tentativo di sfratto dopo
l'udienza dell'Alta Corte di dicembre.
Corinna Lotz
Secretary, A World to Win
5 Settembre 2008
Di Fabrizio (del 10/09/2008 @ 08:41:41, in scuola, visitato 1610 volte)
Da
La
voix des Rroms
PETIZIONE
da PARADA FRANCE All'attenzione di: Monsieur Olivier Dubault - Sotto Prefetto
di la Seine Saint-Denis
Bianca ha otto anni. L'anno scorso era in una classe CLIN a Saint-Ouen e la
sua insegnante era onorata del suo lavoro. Fa parte delle famiglie rom che si
sono battute perché i loro figli potessero andare a scuola. Bianca doveva
rientrare nel CE1 nella sua nuova scuola di Saint-Ouen. L'accampamento che
abitava fino a lunedì scorso è chiuso ed alcune famiglie sono state selezionate
per essere integrate in un villaggio d'inserimento, la scolarizzazione era uno
dei criteri. Bianca e sua madre sono stati trattenuti, ma la sua famiglia
comprende anche i nonni, che sono troppo anziani per essere integrati nel
villaggio. In conseguenza di ciò, Bianca raggiungerà i nonni in un altro
accampamento che è difficile da raggiungere da qui. La sua scolarità verrà
interrotta e tutti quelli come lei saranno esposti all'obbligo di lasciare
permanentemente il territorio.
A dispetto di tutte le convenzioni internazionali sul diritto all'infanzia,
sulla libertà di circolazione dei cittadini europei, rischia quindi di essere
reinviata in Romania perché la sua famiglia vuole restare unita. Bianca è
arrivata in Francia all'età di due anni, non conosce il rumeno.
BIANCA DEVE RESTARE IN FRANCIA CON LA SUA FAMIGLIA E CONTINUARE AD ANDARE
ALLA SCUOLA DI SAINT-OUEN !
http://www.myspace.com/paradafrance
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