Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(segnalazione precedente ndr.)Il 5 gennaio 2006 Francesco Rutelli, dalle pagine di Europa, ha fatto il suo esordio elettorale su una problematica vissuta dai Sinti e dai Rom. O meglio ha espresso il suo personale pensiero, purtroppo condiviso da molti leader politici italiani, sui problemi dei minori rom che partecipano all'economia familiare. Naturalmente, come aveva già fatto in passato da Sindaco di Roma, ha affrontato la questione nel peggiore dei modi o come molti commentatori hanno affermato si è allineato e ha sorpassato le più becere posizioni dei leghisti alla Borghenzio.
Ma cosa ha detto il Presidente della Margherita? Si è chiesto, "con una nota politicamente scorretta”, “perché ammettiamo aree di esclusione dei diritti umani universali?” Fino qui tutto bene e anzi abbiamo esultato: finalmente un politico italiano si accorge che in Italia alle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom non vengono riconosciuti i diritti sanciti dall’ONU.
Ma è stato solo un momento perché Rutelli ha immediatamente preso la tangenziale leghista.
Il ragionamento di Rutelli segue questo percorso: “conosco un giustificazionismo sociale che invece non si può giustificare: è la loro cultura, fatta anche di espedienti. Costringere centinaia di bimbi ad andare per strada a rubare sarebbe un espediente? Quei ragazzini hanno gli stessi diritti dei nostri figli.” E continua imperioso: “Devono andare a scuola.”
Ma bene Rutelli, peccato che l’Italia nega l’applicazione della Raccomandazione n. R (2000) 4 del Consiglio d’Europa sulla scolarizzazione dei fanciulli sinti e rom. E questa condizione porta a pratiche di tentata assimilazione e continuata segregazione sulle Minoranze Etniche e Linguistiche Sinte e Rom (Raccomandazione n. 1557/2002 del Consiglio d’Europa, ripresa dall’ultima Risoluzione dell’Unione Europea).
Il Presidente della Margherita, crogiolandosi nella sua ignoranza, continua: “E se è comprovato che vengono schiavizzati e sfruttati, vanno sottratti ai loro padroni”.
Naturalmente la notizia ha fatto il giro d’Italia, ripresa da tutti i giornali nazionali, offrendo ottime uscite soprattutto ai giornali più schierati. Il messaggio lanciato in Italia che capeggiava su tutte le testate nazionali era: “basta ipocrisia, liberiamo i bambini rom”.
Anche un bambino capirebbe che il messaggio lanciato da Rutelli è: i rom sfruttano i bambini, liberiamoli.
Ma Rutelli è un fiume in piena e non si fa attendere una nota di compiacimento: “Avevo varato [da Sindaco di Roma] delle ordinanze con cui assicuravamo servizi prima inesistenti alle comunità rom”.
È tutto da ridere o meglio da piangere. Ricordiamo a tutti i lettori che la Giunta Rutelli ha creato quel mostro che prendeva il nome di Casilino 700, dove ha ammassato più di un migliaio di Rom Europei (ex Yugoslavia e Romania) lasciandoli senz’acqua, senza luce e con ben diciotto bagni chimici. Non contento ha osteggiato per mesi, nel 1997, l’organizzazione Medici Senza Frontiere che aveva il progetto di portare l’acqua potabile a centinaia e centinaia di bambini rom. Veramente da non credere… Invitiamo tutti i nostri lettori, quando sono a Roma, di farsi un giro al Casilino 900 che ha fatto inorridire il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Alvaro Gil-Robles. Ma gli esempi sono molteplici.
Torniamo alla problematica sollevata da Rutelli: la partecipazione dei minori rom all’economia familiare.
Se siamo d’accordo con il Presidente della Margherita che lo sfruttamento dei minori deve essere combattuto siamo però consapevoli che tale odiosa pratica riguarda per fortuna un’esigua minoranza di bambini rom e che nella maggior parte dei casi sono le stesse comunità rom che mettono fine a tale pratica.
Diversa è la questione della partecipazione dei minori rom europei all’economia familiare. Parliamo di minori rom europei perché per quanto riguarda i minori sinti e rom italiani è da diversi decenni che non partecipano più all’economia familiare. Il fenomeno, secondo la nostra esperienza, può essere semplificato con una parola: povertà. Aggiungendo che la povertà è accompagnata da gravi negligenze dello stato e delle amministrazioni locali.
I Rom Europei che arrivano in Italia subiscono oltremodo politiche discriminatorie, emarginanti e segreganti che già sono applicate con metodo scientifico verso i Sinti e i Rom Italiani.
Famiglie intere scappano dai loro paesi d’origine per i conflitti etnici e le guerre civili e l’Italia nega a loro i più elementari diritti.
Segregati nei “campi nomadi” delle grandi città italiane, e non solo, i Rom Europei vivono situazioni inumane senza acqua, luce, servizi igienici e sono costretti a mendicare per le strade il sostentamento giornaliero.
Esplicativa è la situazione dei Rom provenienti dalla regione di Craiova in Romania, ultimi arrivati in Italia (per inciso, tutti i Rom Romeni in Italia arrivano dalla zona di Craiova).
In quella regione sono continue azioni di pulizia etnica, supportate sia dalle amministrazioni locali sia dagli organi di polizia (fonte, Dipartimento di Stato Americano) che hanno portato ad una situazione drammatica le popolazioni rom presenti. Il Sindaco di Craiova, Solomon, in un’intervista rilasciata il 4 maggio al giornale rumeno Gardianul ha dichiarato: "Io ci piscio su questi figli di puttana, zingari vagabondi …". Solomon, nel suo discorso di trecento parole, esprime il suo giudizio sui Rom così: "merde" "idioti" "imbroglioni" "puzzolenti". Si consideri che i Rom sono l’otto per cento della popolazione. È naturale che intere famiglie scappino da questa situazione ma arrivano in Italia e la situazione anche se migliore è pur sempre molto drammatica. Anche grazie alla Legge Bossi-Fini. Il risultato è il vedere i bambini che insieme ai genitori cercano di sbarcare il lunario ogni giorno, nella maggioranza dei casi suonando per le nostre strade o nelle metropolitane.
Come intervenire per i Rom Romeni?
1) Riconoscendo a loro il diritto di asilo e lo status di profughi.
2) Offrendo una casa e facendoli uscire dalle logiche ghettizzanti dei “campi nomadi”.
3) Facendoli partecipare alle decisioni sul loro futuro, alla stesura e realizzazione dei progetti e a tutte quelle iniziative che li vedano coinvolti.
4) Imporre alla Romania, tramite l’Unione Europea, il riconoscimento dello status di Minoranze Etniche Linguistiche alle diverse Comunità presenti e l’attuazione di programmi contro la xenofobia, la discriminazione e la segregazione razziale.
Il tutto lo possiamo riassumere con tre parole chiave: interazione, partecipazione, mediazione culturale.
In ultimo, chiediamo al Presidente della Margherita, Francesco Rutelli, di informarsi e di approfondire i problemi, smettendola di gareggiare con i leghisti su chi la spara più grossa contro le ventinove Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali ed Europee Sinte e Rom.
Di Fabrizio (del 13/02/2006 @ 01:47:11, in Europa, visitato 1773 volte)
Budapest, 10 febbraio (MTI) - Secondo quanto pubblicato venerdì
scorso dal quotidiano Nepszabadsag, i sentimenti anti-immigrati
rimangono sostanzialmente invariati in Ungheria, tendendo anzi a
diminuire rispetto all'anno precedente, ma cresce l'attitudine più
propriamente razzista.
Il 25% degli Ungheresi rifiuta del tutto che il paese accolga i
richiedenti-asilo, il 70% considererebbe ogni caso singolarmente e il
6% non opporrebbe alcun problema. Questi i dati emersi da un
sondaggio della società Tarki.
Nel merito di quanti valuterebbero singolarmente ogni richiesta,
l'83% non accetterebbe “Arabi”. Il 75% non accetterebbe
Cinesi, Zingari e Russi e due terzi non gradirebbe Rumeni.
La maggior parte degli intervistati ritiene sbagliato rifiutare
l'asilo, ma nella pratica rifiuterebbe qualsiasi richiesta
dall'estero – esclusi quanti di etnia ungherese, in altre
parole, dice la ricerca, la xenofobia aperta viene mascherata..
Le precedenti inchieste di Tarki, condotte annualmente, mostrano
che il sentimento anti-immigrati raggiunse il picco nel 1990,
decrescendo poi gradualmente sino al 2003.
Fonte: Hungarian_Roma
Invitamo tutti giovedì 23 febbraio 2006, alle ore 17.30 al Palazzo del Plenipotenziario in piazza Sordello n.43 a Mantova alla presentazione del libro Porrajmos, altre tracce sul sentiero di Auschwitz Istituto di Cultura Sinta, Mantova, 2006
Intervengono: Bernardino Torsi, Presidente Associazione Sucar Drom; Fausto Banzi, Assessore Provinciale alle Politiche Sociali; Albino Portini, Presidente del Consiglio Comunale a Mantova; Yuri Del Bar, Consigliere Comunale a Mantova; Barbara Nardi, Istituto di Cultura Sinta.
Per informazioni, ics@sucardrom.191.it
Il Porrajmos fu messo in atto in un periodo in cui la civiltà occidentale era al culmine del suo sviluppo culturale ed economico. È stato generato dalla stessa Europa cristiana e cattolica in cui viviamo oggi. Ecco perché ci appartiene intimamente. Negare questo evento equivale a legittimare un’oltraggiosa indifferenza segno di una cecità pericolosa e potenzialmente suicida per l'Europa.
In Italia le popolazioni sinte e rom non hanno ancora ricevuto nessun riconoscimento ufficiale per le persecuzioni su base razziale subite durante la dittatura fascista. La Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che istituisce il Giorno della Memoria non ricorda lo sterminio subito dalle popolazioni sinte e rom. Nel 2005, per la prima volta dopo sessanta anni, un’amministrazione statale, il Comune di Mantova, chiede ufficialmente perdono a tre sinte sopravvissute al Porrajmos, riconoscendo la persecuzione razziale subita. I fondi destinati alla ricerca storiografica sono inesistenti. La raccolta dei documenti e delle testimonianze nella maggioranza dei casi sono addirittura ostacolati. Pochissime sono le risorse offerte per le pubblicazioni frutto di lavori supportati in modo volontario da ricercatori e studiosi.
Fare educazione significa non accettare più nessuna manifestazione di razzismo, discriminazione e segregazione.
Questo libro intende essere strumento per le scuole, rivolto sia agli insegnanti sia agli studenti, per conoscere un pezzo della nostra storia italiana ed europea, ascoltando la voce dei testimoni diretti.
Ciò che accade oggi in Italia alle popolazioni Sinte e Rom è anche il risultato di questo oblio, di questa ipocrita indulgenza nei confronti della memoria storica. I Rom e i Sinti sono scacciati, mal tollerati e rinchiusi nei “campi nomadi”. A queste popolazioni, italiane da generazioni, viene ancora negato il diritto di essere parte integrante e interagente del nostro Paese.
(testo tratto dall'introduzione del libro)
I testi del volume sono tratti dal lavoro dello storico Luca Bravi.
La pubblicazione del volume è stata curata da: Barbara Nardi, Stefano Liuzzo, Davide Gabrieli, Luca Dotti e Carlo Berini.
Un ringraziamento a: Denis Gabrieli, Ilaria Ferretti, Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani, Tiziana Gavilli, Maika Ecezzimbergher, Rita Scapinelli, Fabio Norsa e Maria Bacchi.
Di Fabrizio (del 13/02/2006 @ 11:06:56, in Italia, visitato 1941 volte)
Su Romanolil alcuni interventi e riflessioni prese dal convegno di Padova di sabato scorso. Intanto frego due foto, gli articoli li leggete QUI & QUI
Di Fabrizio (del 14/02/2006 @ 00:41:16, in Regole, visitato 1824 volte)
Vi ricordate di Alessandra Genovesi-Bogicevic? Dovreste!(scusate, di solito ho un approccio + soft) Comunque ha scritto:
Ciao, volevo segnalarti questa importante sentenza: Con una sentenza del 6 febbraio 2006 il tribunale di Sabac (Serbia) ha condannato un dipendente del centro ricreativo "Krsmanovaca" di Sabac colpevole di aver impedito nel 2000 l'accesso al centro suddetto a tre giovani rom proprio a causa della loro appartenenza etnica. La sentenza è importante perchè si tratta della prima condanna comminata per atti di razzismo nel territorio di Serbia e Montenegro. Saluti Alessandra
Premessa: una delle mie difficoltà
ricorrenti, è l'immagine associata alla parola “Zingari”.
Nelle discussioni, nei ragionamenti, si passa dall'estremo del
“ladro, rapitore di bambini” a quello della
“povera vittima, un po' tonta” ... alla fine,
anche le persone di mentalità più aperta, quelli che
“vorrei tanto aiutarli, ma devono collaborare” mi
fanno cadere i ...sentimenti con le loro lodi a dei poveracci che
sanno suonare magnificamente il violino.
Premesso che conosco tra Rom e Sinti, sia
gente povera (ma povera sul serio!) che fior di musicisti; quanti
pensate che siano? Cosa sapete degli altri che sono la maggioranza,
se non il sentito dire?
Leggevo di recente un commento su
ImmagineAfrica:
ad un convegno di un oratore africano si diceva: “Che tipo,
che simpatico! Però è intelligente!!”... come
se l'intelligenza non fosse un dato scontato (sto parlando
dell'oratore africano e non di Calderoli, se non si fosse capito).
Tra gente di origine nomade e no, i rapporti sono ancora più
primitivi: si vive a fianco a fianco da secoli, ci si incrocia, si
vede l'altro, ma neanche ci si parla o tantomeno si da ascolto
all'altro. Insomma, non si è neanche sfiorati dal dubbio che
l'altro possa avere qualcosa da dire o condividere.
Questi i ragionamenti che facevo mentre
leggevo lo scambio di opinioni su Allgypsies
tra Zafar, un gajo del Pakistan, e Mengro, capocantiere della Florida
di origine romanì. L'argomento è di quelli trattati in
un mare di blog, e trovo affascinate come Mengro usi tutti gli
stereotipi che ci fanno paura della sua origine (sentirsi emigrati a
vita, non appartenere ad una patria, la diffidenza verso l'autorità,
un diverso codice linguistico e morale) per dare un senso compiuto e
positivo al suo discorso. Facendo patrimonio della propria
differenza.
Ciao Zafar,
Anche se non sei Rom, viene dalla stessa parte del mondo da dove
arrivarono i nostri antenati: il Pakistan. Parli una lingua che è
vicina al romanès. Abbiamo un DNA e tratti genetici simili.
Citavi un articolo sulla guerra in Iran (QUI,
in inglese ndr), che non è un tema specifico del nostro
gruppo, e che però da una descrizione accurata di dove tutti
siamo diretti.
Probabilmente si arriverà ad una guerra con l'Iran ed
inoltre, visto che sei Americano di discendenza pakistana, entrambi
perderemo nel contempo la “libertà” della nostra
nazione. I fascisti sembra che abbiano quasi completato il cambio di
gestione. Hanno “tarato” le macchine elettorali (Dibold)
così non avrà più importanza come potremo
esprimerci col voto. Hanno il possesso del Congresso, perché
gli stessi banchieri internazionali che muovono Bush, controllano
virtualmente anche il Congresso. La Corte Suprema è ormai
complice. I media sono proprietà degli stessi banchieri. Sono
tutti quelli che investono in “fondi elettorali”, non
come noi che ci restano i “fondi comuni”.
Poi ci sono quelli non possono o non vogliono votare, e il loro
voto finisce appannaggio di quei “fondi elettorali”,
perché la cosiddetta democrazia US si è ridotta a
comperare e pagare i voti.
Cosa potrà fare uno dei nostri ragazzi zingari?
Nascondersi, suppongo, mischiarsi agli altri e sperare per il meglio.
Cos'altro fare? Lo sapevi che un gran numero di persone
dell'amministrazione US ha simpatie per i nazisti? Prescot, il padre
di Bush, durante la guerra riciclò i fondi di Hitler, soltanto
che poi quei fondi vennero congelati per altri 10 anni. Se l'avessimo
fatto tu o io, ci avrebbero sparato. Il padre di Karl Rove (ndr.)
era un nazista e suo nonno, che di nome allora faceva Roverer,
costruì Buchenwald. Suo padre fabbricava lo Zyklon B che gassò
i nostri antenati. E quanto altro si potrebbe scoprire!
Dopo la guerra, molti nazisti riparono qui e offritrono i loro
servigi in cambio di una nuova identità e documenti personali.
C'è da sorprendersi: i nazisti stanno terminando ora il loro
lavoro, dopo essersi tramutati in American neo-cons/Republicans.
Tempi spaventosi, amico mio.
Un'altra cosa che accomuna fascisti ed estremisti di destra è
di cercare capri espiatori per giustificare le loro azioni. Durante
la II guerra mondiale identificarono i pubblici colpevoli negli
Ebrei, continuando poi con gli Avventisti del 7° giorno, gli
omosessuali, Zingari, Massoni e tanti altri. Hitler ha rappresentato
quello che la mitologia di Thule e il compositore Wagner intendevano
per eroe. Ed è vivo tuttora.
Adesso l'America fondamentalista e neo-con/Republicans ha fatto
dei musulmani nel loro complesso il nuovo terrore ovvero, i capri
espiatori di oggi. E chi sarà il prossimo? Le pulizie etniche
hanno un grande fascino sulle masse. Così mi chiedo, i
prossimi saranno quelli con la pelle scura? Gli Asiatici? Gli
Zingari? I Nativi Americani? Non lo so, ma so che questo può
succedere ancora e che... non c'è niente di nuovo sotto il
sole.
La solita vecchia storia con un nome diverso.
Abbi cura di te,
Mengro, the Road Scholar
Di Fabrizio (del 14/02/2006 @ 10:52:48, in casa, visitato 3155 volte)
Sempre un problema l'inverno... soprattutto se è inverno davvero. L'anno scorso era andata meglio.
Da: Egle Kucinskaite su Baltic_Roma
Aleksandras Stankevicius (Unione delle Comunità Rom della Lituania 'Roma Mission') con altri Rom di Lituania ha ricevuto indiscrezioni sulla demolizione di case abitate da Rom nel villaggio di Dorozhny (Guryevo) nella regione di Kaliningrad (Federazione Russia).
Su internet ho trovato altre informazioni. Risulta che l'azione sia iniziata già in novembre e continui tuttora. Ci sono similitudini con quanto fece l'anno scorso il comune di Vilnius (LT), interrotto grazie alle pressione esercitata dalla società civile; come allora lo scopo è colpire “i trafficanti di droga” ma si concentra sulle case Rom costruite senza i dovuti permessi. Richiamo poi l'attenzione sulle temperature che qui raggiunge l'inverno.
I nostri contatti a Kaliningrad sono molto timorosi nell'esporsi, nessuno di loro ha accesso ad internet o in è in grado di comunicare via sms.
Oleg Kozlovsky (delegato di International Roma Union per gli stati baltici e la CSI) ci ha informato su una sua recente visita nella località, dove ha potuto incontrare le autorità. A breve dovrebbe tor are a Minsk e darci più notizie.
In Lituania i Rom pensano che i media e le organizzazioni dei diritti umani dovrebbero prestare attenzione a questo caso.
Riferimenti (dalla stampa russa)
Di Fabrizio (del 15/02/2006 @ 00:01:40, in media, visitato 1724 volte)
La notizia è del mese scorso. E' che il "Grande Fratello" non l'ho mai visto in italiano, figuriamoci in croato! "I cant believe. This is real racial tragedy. Im shocked to see gypsy on TV in the 1st place . To see him wins, make my stomach turn." (non c'è bisogno di tradurre, vero?) Questa perla e altre variazioni sul mal di stomaco, le ho trovate stasera, su un forum di discussione di neonazisti suprematisti bianchi. SHOCCANTE: UNO ZINGARO MUSULMANO (NON BIANCO) VINCE IL GRANDE FRATELLO CROATO. Sarà, ma per me questi purissimi ariani che perdono il tempo a guardarsi il grande fratello e lo commentano pure su internet, in una specie di seduta di autocoscienza, son meglio dei MONTY PYTHON. Consigliato se volete farvi due ghignate alle spalle altrui. Immaginateli col busto di Wagner sulla mensola, in pantaloncini corti e la lattina di birra in mano... in preda al sacro furore per quel rom (musulmano) che ha violato la sacralità del loro teleschermo.
Firenze, 10 febbraio 2006 - Per i fiorentini i soldi vanno spesi non per i Rom e i Sinti, ma per i portatori di handicap, gli anziani, gli sfrattati e i disoccupati. Insomma, i Rom non sono considerati tra le priorità delle politiche dell’assistenza e l’80% non vede di buon occhio che siano state costruite gratuitamente per loro delle case al ‘Masini’. Questo perché la stessa fetta di popolazione giudica la loro presenza direttamente correlata alla microcriminalità. Più di un fiorentino su quattro ritiene infatti i Sinti e i Rom responsabili di almeno un episodio di furto ai danni della propria famiglia. E più di un fiorentino su 8 addebita invece ai Sinti e ai Rom molteplici azioni malavitose. Sono alcuni dei dati che emergono dall’ultimo sondaggio che il capogruppo Udc Mario Razzanelli ha commissionato all’Istituto ‘Freni’. ‘La presenza dei nomadi a Firenze e le condizioni della legalità’, questo il titolo del sondaggio, è stato presentato stamani in Palazzo Vecchio.
Dallo studio si evidenzia una netta ostilità dei fiorentini verso le popolazioni sinte e rom: quasi l’80% è convinto che, appena vengono da noi, i rom ‘hanno troppe pretese’, mentre il 75% afferma che, anche quando vengono arrestati in flagranza di reato, tornano troppo presto in libertà. Con la conseguenza che possono reiterare il reato senza troppi problemi.
Il 25% dimostra una certa tolleranza: ‘anche loro devono pur sopravvivere’, rispondono alcuni, mentre poco più del 10% si considera ‘molto’ o ‘abbastanza’ d’accordo con chi dice che, in fin dei conti, i Rom rappresentano una ricchezza per la nostra città, in quanto consentono il confronto tra culture diverse.
Insomma, se circa un fiorentino su 7 apprezza il sistema dei valori a cui si ispira lo stile di vita dei Sinti e dei Rom, sono ben 3 su 4 a giudicare inadeguato l’operato della Magistratura nei loro confronti.
Per quanto concerne l’attenzione concessa in questi ultimi tempi dalla stampa cittadina alle notizie relative a reati che hanno visto coinvolti Rom e Sinti, oltre 3 fiorentini su 4 la ritengono ampiamente giustificata.
L’immagine negativa si estende anche all’atteggiamento dei Sinti e dei Rom, che si presentano, nella percezione di gran parte degli intervistati, come portatori di diritti senza corrispettivo di doveri, sottratti ad ogni forma di controllo e protetti da una sostanziale impunità. Per quanto riguarda la decisione di dare ai Rom abitazioni costruite apposta per loro, in pochi, appena un fiorentino su 9, si sono dimostrati a conoscenza del fatto. Il 41% ha detto di averlo sentito dire, mentre quasi la metà (48%) ha risposto di essere completamente all’oscuro. Ma sono d’accordo i fiorentini con questa decisione del Comune di Firenze? Quasi l’80% è contrario. Questo vuol dire che la scelta di assegnare loro delle abitazioni è stata approvata da un fiorentino su 5 e che hanno espresso il proprio dissenso dall’operazione, anche in termini molto aspri, più di 3 fiorentini su 4.
Il principale motivo di avversione all’iniziativa deriva dal suo aspetto ‘discriminatorio’ verso i fiorentini: “le case devono essere offerte a chi non ce l’ha, anche se non appartengono a quel gruppo etnico”, “ci sono persone che hanno molto più bisogno di loro”, “i nostri concittadini senza casa hanno una precedenza assoluta”, sono state alcune risposte.
Frequentemente gli intervistati hanno poi richiamato le tante situazioni di disagio vissute dalle famiglie fiorentine, costrette per trovare un’abitazione a emigrare o a devolvere gran parte delle proprie risorse economiche per pagare ingenti affitti: “ci sono tanti giovani che vorrebbero sposarsi ma non hanno casa, potrebbero fare più cose per loro”, “ci sono tante persone in lista per le case prima di loro: è vergognoso”.
Un ulteriore motivo di critica all’iniziativa dell’Amministrazione Comunale è rappresentato dalla scarsa credibilità del progetto i “stanzializzazione” dei "nomadi": “se sono nomadi non si stanziano, non è la loro cultura”, “non le usano nemmeno e quindi sono soldi sprecati”, “è un popolo che non cambierà mai”, sono state le riflessioni.
Non mancano anche atteggiamenti di ostilità pregiudiziale: “sono persone spietate, non hanno rispetto”, “li manderei via! non li voglio!”, “questa gente non si merita niente: ho un figlio disabile al 100% e ho lo sfratto”.
Chi invece ha apprezzato la soluzione del Comune di Firenze, l’ha motivata con la necessità di rimuovere uno spettacolo di degrado che comprometteva l’immagine della città: “bisogna pur fare qualcosa davanti ad una emergenza”, “almeno c'è più ordine”, sono state alcune delle risposte.
In ogni caso, anche coloro che concordano con l’amministrazione disapprovano l’ipotesi di un ingresso nell’abitazione a titolo completamente gratuito (questa è stata l’opinione di 9 fiorentini su 10). Se ci spostiamo poi sul fronte dell’’accoglienza dei nomadi’, scopriamo che quasi la metà degli intervistati crede che ‘i rom andrebbero rispediti nel paese d’origine’.
E anche da parte dei fiorentini meglio disposti nei confronti dei Sinti e dei Rom è stato comunque sollecitato un maggiore controllo sugli ingressi e sui comportamenti successivi. Infatti, quasi il 15% li vorrebbe il più lontano possibile dalle città, mentre il 10% sarebbe disposto ad accoglierli solo se rispettano le leggi. Il 5% sostiene poi che sarebbe bene integrarli nel mondo del lavoro.
Ma quali sono, secondo i fiorentini, le fasce di popolazione verso cui le politiche di assistenza dovrebbero dimostrare più attenzione? 3 fiorentini su 4 hanno risposto i ‘portatori di handicap’, più del 60% gli ‘anziani non autosufficienti’, quasi la metà gli ‘anziani con pensione minima’ e, a seguire, gli sfrattati (quasi il 30%), i disoccupati (più del 20%), i giovani, la famiglia, gli extracomunitari e, in fondo, i Rom, che occupano quindi la penultima posizione (davanti ad ‘altre priorità’) di questa speciale classifica.
Segno che, nella percezione di larga parte dei fiorentini (anche quelli che hanno apprezzano l’iniziativa dell’amministrazione comunale), i Sinti ed i Rom non rappresentano una categoria che necessiti realmente di assistenza.
“Razzanelli non sa neanche di cosa parla”. L’Arci di Firenze risponde al presunto inequivocabile risultato del sondaggio commissionato dal capogruppo dell’UDC in Palazzo Vecchio all’Istituto di Ricerche Freni, secondo cui l’80% dei fiorentini sarebbe contrario alla decisione del Comune di Firenze di costruire.
“Le casette sono al Poderaccio e non al Masini” – afferma l’Arci Firenze, che ricorda come “le politiche sui Rom dell’amministrazione fiorentina hanno cominciato il loro percorso incentrato sul superamento dei campi da oltre 10 anni e l’operato delle maggioranze di centrosinistra è passato dal vaglio dell’elettorato più volte”. “Inoltre – sottolinea l’Arci Firenze – Razzanelli dimentica che le persone di cui si sta parlando sono tutte con regolare permesso di soggiorno, alcune residenti dal almeno due generazioni, e come tali hanno tutta la legittimità ad entrare nelle graduatorie del Comune”. Oggi il capoluogo toscano può essere considerato una delle punte avanzate delle politiche sui Rom: non ci sono più campi illegali. Chi si ricorda dei campi alle Piagge o alle Draghe?
Cari amici e compagni, siete tutti invitati il giorno 20 febbraio alle ore 19,30 presso la sede di Mani Tese a P. Cavour per discutere la fondazione di un Comitato Civico Pro-rom, per rilanciare da un punto di vista culturale e politico la questione dei diritti calpestati dell'etnia rom nella provincia di Napoli, in Italia e in Europa. Da qualche anno è infatti peggiorata la già difficile situazione dei Rom sul nostro territorio (sia degli Slavi, profughi di guerra non riconosciuti, sia dei Rumeni, che fuggono dalla fame nel loro paese) e si é scatenata una vera e propria caccia all'uomo sul territorio napoletano,nell'indifferenza generale e nella distorsione pressoché generalizzata dei media. Questa caccia all'uomo, ripresa di una più antica condotta contro i nomadi, si concretizza ultimamente nei continui episodi di sgomberi drammatici, come quello di Casoria del 3 nov. scorso o come quelli annunciati di Caivano e Torre del Greco; nei rastrellamenti di minori ai semafori, che sulla scala di un intero popolo significano un vero e proprio genocidio culturale e nelle continue discriminazioni cui sono sottoposte queste persone. Nell'incontro del 20 discuteremo la piattaforma politica del Comitato e le strategie di intervento che intenderemo adottare (campagne di contro-informazione; manifestazioni di piazza per la pressione sulle istituzioni, presidi, etc.). Alla riunione organizzativa sono invitate quante più realtà associative, politiche e culturali, sensibili al tema. Si invita a diffondere il più possibile. Marco Nieli, Opera Nomadi di Napoli
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