Ladri di brevetti
Di Fabrizio (del 29/11/2013 @ 09:09:43, in Italia, visitato 2115 volte)
Spett. ex vicesindaco di Milano per una vita, per una volta i ladri non sono
quelli che tutti immaginano. Quella che segue non è una storia facile.
Ci eravamo lasciati un paio di anni fa, con 500 sgomberi e passa sul gobbo.
Cioè, sempre le stesse persone che venivano sgomberate e continuavano a girare
lì attorno.
Era un gioco a rimpiattino, tu, polizia municipale e le ruspe da una parte,
2/300 rom con i carrelli della spesa dall'altra parte. E noi, buonisti nostro
malgrado, a ripeterti: "Guarda che questi pezzenti conoscono il gioco meglio
di te, non li caccerai mai!" Lo avessimo detto a un pirla qualunque, magari
ci avrebbe dato retta, ma tu eri "l'eterno vicesindaco" (lei non sa chi sono me,
signor cittadino) e te ne facesti un punto d'onore: continuasti anche quando era
chiaro a tutti (anche a te, non negarlo) che non avresti tirato un ragno fuori
dal buco. Perché:
- alternative non eri capace di trovarle da solo;
- pensavi che, in quanto vicesindaco e pure di destra, tu
dovessi aver ragione "a prescindere", anche al di là dei fatti.
E' finita che le elezioni le hai perse tu, mica noi. E poi, dopo due anni, le
stiamo perdendo anche noi, buonisti nostro malgrado.
(E qua le cose si complicano: perché tra persone civili è sempre un
casino stabilire chi perda le elezioni e perché. Occorre tornare a quella fine
maggio del 2011)
MAGGIO 2011: Certo, il vento arancione, la sconfitta della destra, gli
scandali (ricordate la
casa di Batman?) grandi e piccoli... Sul fronte degli
sgomberi, la gente (quella che vota) dopo anni di "cattivismo", aveva votato
contro l'allora maggioranza perché da un lato s'era resa conto di quanti soldi
andassero spesi in continui sgomberi senza risultati, in secondo luogo perché
cominciava a intuire che, in fin dei conti, anche gli sgomberati fossero
persone, bambini, anziani, malati... come tutti, e con gli stessi diritti di
tante altre persone. Anche criminali? C'erano anche quelli, ma a furia di essere
trattati tutti come CRIMINALI, a furia di essere trattati come pacchi postali,
non c'erano altre prospettive che diventarlo.
Noi, buonisti nostro malgrado, ripartimmo da lì. Mi ricordo quello che ci
raccontava una delle "madri e maestre di Rubattino":
"Non facemmo niente di speciale, se non quello che ritenevano giusto. A
volte eravamo da sole, più spesso c'era gente sconosciuta che ci chiamava, ci
offriva aiuto e solidarietà. Perché quello che accadeva ai compagni di scuola
dei nostri figli e dei nostri alunni era qualcosa che ci faceva vergognare come
cittadine. Fu un momento di uscita da un ghetto mentale in cui si era noi da una
parte e i rom dall'altra. Ci fu chi fece cose simili in passato, questa volta
fummo in tanti, senza essere un movimento, senza altra identità che quella di
cittadini e cittadine di Milano."
Nel frattempo, cosa combinava la macchina comunale, quelle stesse persone con
cui si era affrontato la campagna elettorale spalla a spalla? Sgomberi ce ne
sono stati ancora (in tutto questo tempo) ma si è trattato di una specie di
"terapia a scalare": quello che prima veniva sbandierato ora avveniva
col maggior silenzio possibile; di sicuro non sono stati 500, le famiglie non corrono più
il rischio di essere divise, la polizia fa meno mostra di testosterone... a
cinque mesi dall'insediamento della nuova giunta mantenevo tutta una serie di
dubbi e insoddisfazioni. Dopo oltre due anni
momenti critici continuano.
(Il discorso va complicandosi ancora, abbiate pazienza)
Andando per punti:
- Restando alla faccenda "sgomberi": non sono un tabù, ci sono
dei casi in cui vanno effettuati. Ricordava Ernesto Rossi nel
suo recente intervento che devono essere una misura da prendere
quando non ci sono alternative, e quindi dev'esserci un adeguato
preavviso, assistenza, una destinazione alternativa garantita.
Non si tratta soltanto di trattati internazionali che l'Italia
ha sottoscritto (e che ci indignano se è uno stato estero a non
rispettarli), ma il nodo POLITICO è la gestione: lo sgombero
deve presupporre determinate garanzie date da una trattativa con
i soggetti coinvolti, altrimenti è solo una misura discrezionale
del governante, buono o cattivo che sia.
- Quindi le politiche, anche quelle repressive, devono
presupporre interlocuzione: con i cittadini, con le loro
associazioni, con i rom stessi. Questo è mancato assolutamente
con l'amministrazione passata, con quella attuale, dopo un primo
periodo di incomprensioni reciproche, il dialogo è stato una
costante doccia scozzese. Da un lato si è certamente allargato
il ventaglio dei soggetti coinvolti, dall'altro cittadini,
associazioni, rom sono stati cooptati in singoli momenti
periodici, escludendoli poi al momento delle decisioni e delle
scelte. Certe volte il dialogo è avvenuto solo con circoli
ristretti, rischiando di rompere le forme associative comuni che
si erano formate. A parte questo, la costante dell'approccio
alle richieste della "società civile" (se vogliamo usare un
termine di moda) è stato di una sequela infinita di promesse,
quasi mai mantenute. Rileggevo una sobria
lettera inviata dalla comunità rom di via Idro (sì, proprio
quella che impazza nelle cronache attuali) a giugno 2011: non
una delle loro richieste è stata, non dico risolta, ma iniziata
ad affrontare. Non c'è da stupirsi se ad un certo punto la
situazione è precipitata O era quello per cui qualcuno lavorava
in segreto già da allora?
- Si è partiti, quindi, con speranze e promesse, già cassate a
luglio 2011 dal famigerato "Patto di stabilità". Non ci sono
soldi, ci è stato ripetuto in tutte le salse e anche un bambino
lo capisce che senza palanche le promesse rimangono sogni. Però,
ridurre le scelte e la progettualità ad una questione di FONDI
DISPONIBILI è stato per questa maggioranza un lampante ERRORE
POLITICO: da un lato perché il messaggio che ne deriva è che
senza soldi non si possono fare scelte, e che siamo tutti
MENDICANTI alla mercé del benefattore di turno (insomma, la
solita politica classista); dall'altro
perché esisteva (e forse esiste ancora) un capitale politico
UMANO (lo stesso che ha deciso l'esito delle precedenti elezioni
comunali) che poteva essere speso. Da questa impostazione
politica comunale derivano alcune scelte: ad esempio sin
dall'inizio si erano ventilati colloqui tra comune e
famiglie residenti nei campi comunali; per quanto fosse
un'operazione a costo quasi zero, non sono ancora stati avviati;
l'anno scorso è pure stata messa la cifra (spropositata, secondo
la mia opinione) a bilancio nell'iper pubblicizzato PIANO
COMUNALE, ebbene, tutto è ancora fermo.
- Ma quando i soldi c'erano, che fine hanno fatto? De Corato
ha potuto finanziare parte dei suoi infiniti sgomberi (ma la
questione di dove provenissero i fondi è ancora misteriosa), dai
29 milioni circa del piano Maroni. L'altro grosso intervento fu
la chiusura del campo comunale Triboniano-Barzaghi, con la
campagna elettorale ormai in pieno svolgimento.
- Alcuni degli
sgomberati dei campi Brunetti e Montefeltro sono dei profughi di
quell'altro sgombero di oltre due anni fa, tanto per dare una
misura dell'efficacia di allora. Altra maggioranza, e il
problema si ripropone. Differenti i toni:
tutto tranquillo, le operazioni si sono svolte senza
problemi, in 254 hanno accettato l'ospitalità offerta dal
comune.
- Certo, tutto tranquillo, SINORA. Ci sono 300 persone a
spasso nella zona, in cerca di un posto dove rifugiarsi; viene
da chiedersi:
- cosa è cambiato rispetto a due anni fa?
- così la situazione è destinata a rimanere tranquilla?
- Il punto dell'ospitalità è interessante. Perché sembra che
la capacità di ospitare da parte del comune non superasse le 200
presenze (su 600 sgomberati circa). Stabilito che comunque
qualcuno si sarebbe "nascosto" per tempo, forse il comune
offriva un'ospitalità inesistente.
- Ma torniamo a parlare di soldi. Se De Corato (forse)
finanziava i suoi sgomberi coi fondi del piano Maroni, quando il
piano è stato bloccato, non solo sono terminati tutti gli
interventi di sostegno alla comunità (compresi quelli
dell'ordinaria manutenzione dei campi comunali, e non si capisce
il perché) ma, anche volendo, non c'erano più soldi per
sgomberare, dato che anche sgomberare ha un costo.
Sbloccati nuovamente i fondi (ne restavano circa 5 milioni)
ben 2 milioni vengono investiti nel centro do emergenza
(emergenza? A De Corato sono fischiate le orecchie!) di via
Lombroso, contro i 260.000 destinati a scuola e lavoro. La
declinazione di EMERGENZA non si applicava ai nomadi: ma alla
solita compagnia di imprese, cooperative, professionisti della
gestione dei campi, che da tempo non vedevano più un soldo.
- C'è un nuovo soggetto che da un po' di tempo sta facendo
sentire il suo fiato, si chiama EXPO. A volte
in maniera inquietante, altre volte in maniera più civile.
Cioè, da 10 anni sento parlare di "superamento dei campi", senza
vedere atti concreti corrispondenti. Là dove sinora non era
arrivata la politica, stanno riuscendo gli appetiti suscitati da
questo EXPO. Capita l'antifona, va ripetendolo anche il comune:
i campi (comunali o no) s'hanno da chiudere, ed è stato trovato
il sistema più semplice: basta non intervenire di fronte a
qualsiasi urgenza, umana o strutturale che sia. Nel frattempo,
come nel caso di via Lombroso, se ne stanno costruendo di nuovi,
per la gioia degli amici di sempre, che offrano ospitalità a
termine (mascherata da integrazione) e gestiti in maniera
privatistica, come certe carceri USA.
Insomma, niente di facile e di promettente. Sembra che l'amministrazione
attuale abbia scelto per "la riduzione del danno": politiche forse più UMANE di
quelle precedenti (forse più ipocrite), che però non ne mettano in discussione le logiche e gli
interessi.
Può essere, che qualche lettore particolarmente sveglio, noti qualche
somiglianza tra l'approccio municipale alle questioni rom e quello ad altri
punti problematici della città. Qualcuno, forse ragionerà sulla similitudini tra
queste politiche, e la situazione nazionale dove, che si vota per la destra o la
sinistra, ti servono sempre la stessa minestra. Non lo so in Mahalla si
ragiona di rom e di sinti, ma... si è anche ripetuto molte volte che
come si affrontano queste problematiche è uno specchio di come veniamo trattati
noi cittadini di serie A.
PS: e le prossime elezioni? De Corato ed eredi hanno fatto poco o niente
per meritarlo, ma secondo me non ci sarebbe niente di strano se la prossima volta
a vincere fosse la sua banda.
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