by John Feffer
Spesso è stato fatto il paragone tra i Rom dell'Europa centro-orientale e gli
Afro Americani negli Stati Uniti. Allo stesso modo i Rom hanno patito la
schiavitù, la segregazione, una discriminazione rampante, assimilazione forzata.
Hanno anche svolto campagne per i diritti civili in quasi tutti i paesi dove
vivono. Tuttavia, sinora sono state campagne dall'effetto limitato. Anche se
alcuni Rom hanno raggiunto successo sociale, economico o politico, la comunità
nel suo complesso resta ai margini.
Nel 1995, partecipai ad uno scambio tra attivisti romanì e veterani afro
americani del movimento civile, a Szentendre vicino a Budapest. I due gruppi
condivisero molte storie sulle rispettive storie ed esperienze. Erano storie che
si muovevano spesso in un pensiero parallelo a distanza di anni. Un partecipante
afro americano, ad esempio, descriveva il sit in di Greensboro del 1960, a
Woolworth in Carolina del Nord. Un partecipante rom dalla Repubblica Ceca ha
raccontato una storia suoi suoi recenti sforzi per organizzare dei sit-in nella
sua città natale, dove diversi ristoranti hanno posto agli ingressi dei cartelli
che vietano l'ingresso ai Rom.
Ricorda: "Quando proposi questo sit-in la prima volta, molti amici mi dissero
che non c'era ragione per farlo." Infatti, la prima protesta si presentarono
solo in dieci ai tavoli chiedendo di essere serviti. La voce si sparse in
fretta. La seconda protesta le persone erano di più. "Alla terza protesta, si
mostrò anche mio padre," continua l'attivista. "E vennero anche persone bianche
in solidarietà."
L'organizzatore dello scambio di Szentendre era Michael Simmons, che aveva
condotto il programma Est-Ovets dell'American Friends Service Committee (AFSC).
Veterano dei movimenti dei diritti civili USA, Simmons andò anche in prigione
per le sue prese di posizione. Lì, entro in contatto con i quaccheri e poi
iniziò a lavorare per AFSC sulla relazioni USA-URSS. Gradualmente, il programma
si allargò all'Europa Centro-Orientale.
Fu anche il primo che mi assunse una volta che uscii dal college, come
assistente amministrativo nel 1987. Più tardi, nel 1990, viaggiai attraverso
l'Europa Centro-Orientale, proprio per intervistare le persone su cosa doveva
essere fatto nella regione dal programma Est-Ovest. In cima alla lista dei miei
compiti era il lavoro sulle tematiche rom. Il programma di scambio a Szentendre
nel 1995 fu soltanto una della serie di iniziative di AFSC per favorire un
approccio da diritti civili nelle comunità rom.
Dopo aver lasciato AFSC, Michael Simmons decise di rimanere a Budapest e
continuare nel suo lavoro sui diritti umani. Lo ricontattai a Filadelfia, dove
aveva fatto ritorno per prendersi cura di alcune questioni personali. Parlammo
di parecchie cose, ma fui particolarmente interessato al suo punto di vista sul
lavoro coi Rom 20 anni dopo. Nel corso degli anni era diventato piuttosto
pessimista.
Da un lato, la situazione dei Rom non era migliorata significativamente. "La
situazione dei Rom è peggio di quella degli Afro Americani - non in termini di
schiavitù o di mezzadria, ma in termini di realtà attuale." sottolineava. "Ci
sono un paio di ragioni. Una è che in questo paese, gli Afro Americani furono
capaci di costruire una società alternativa. Nella comunità Afro Americana era
possibile studiare dalle elementari al dottorato, senza avere troppi contatti
con i bianchi. Incontravi tutte le tue necessità all''interno della comunità, i
Rom non hanno niente del genere."
Dall'altro, l'organizzazione politica non è realmente penetrata nella società
rom. "Ci sono formazione, conferenze e seminari rom, come avevo fatto altre
volte, non sapendo fare di meglio. Ma non significano niente," dice. "E così i
Rom - non voglio dire che siano opportunisti, perché non hanno nessuna
possibilità di lavoro - aspirano ad arrivare in una OnG a Budapest, Bruxelles,
ora anche in Polonia, all'OCSE, Ginevra, New York, o una borsa di studia a
Cambridge o da qualche altra parte. Ma non esiste una sforzo organizzativo sul
locale. Non c'è un senso di un'organizzazione democratica comunitaria. A livello
base non c'è nessun cambiamento. La condizione odierna dei Rom è la stessa del
1989, al di là delle cifre che sono state spese."
Abbiamo parlato della prima visita in Unione Sovietica, della crescita
dell'estremismo di destra, e del perché si fosse trasferito a Budapest, dopo
avermi detto tempo fa che non avrebbe mai potuto vivere se non a Filadelfia.
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