Nessun accesso ai servizi sanitari ai Rom senza tessere sanitarie
01-10-2013 10:15 by Aleksandar Dimishkovski
Uno studio sull'erogazione dell'assistenza sanitaria a Rom ed Egizi in un
comune albanese, ha trovato che molti membri di queste comunità non hanno
accesso ai servizi pubblici sanitari più richiesti, semplicemente perché non
hanno tessere sanitarie.
Nello studio, commissionato dal progetto Best Practices for Roma Integration
(BPRI), il 79% dei 175 Rom intervistati nel comune di Shushicoe,
nell'Albania del sud-ovest, dicono di non avere una tessera sanitaria, e questo
è identificato come il maggiore ostacolo nel loro accesso ai servizi sanitari,
quindi con un impatto negativo sulla loro salute.
La ricerca è firmata da Bledar Taho, a capo dell'Istituto di Cultura Romanì
di Albania, organizzazione giovanile locale che promuove una maggior protezione
dei diritti umani dei Rom. Taho è tra i sette giovani Rom dei Balcani
occidentali, scelti da BPRI per studiare e identificare i gap tra legislazione e
prassi effettive nell'integrazione delle comunità rom nella regione.
Dice: "Il governo centrale deve modificare la legge per assicurare che ogni
residente nel paese abbia diritto all'assistenza sanitaria universale, anche se
disoccupato o non registrato presso un'agenzia del lavoro governativa."
Lo studio di Taho fornisce anche una panoramica sulle condizioni di vita dei
Rom a Shushicoe, con il 77% degli intervistati che valutano i servizi
di igiene pubblica nel loro quartiere come poveri o molto poveri. Tre quarti
degli intervistati si dicono insoddisfatti del servizio di raccolta dei rifiuti.
"Per molti Rom, un aspetto chiave del processo di integrazione è migliorare
l'accesso ai servizi pubblici, che dovrebbero già comunque essere a disposizione
di tutti i cittadini," dice
Judith Kiers, project manager di BPRI. "Se saremo in grado di individuare e
superare alcuni degli ostacoli che impediscono ai Rom l'accesso a servizi
pubblici come sanità e istruzione, potremo sostenere veramente il loro processo
di integrazione."
Taho, già attivo nell'incoraggiare i giovani Rom a partecipare alla vita
pubblica e ai processi decisionali, dice di sperare che la sua ricerca serva
come strumento di ausilio.
BPRI è un progetto regionale finanziato dall'Unione Europea, sostenuto dai
paesi che partecipano all'OSCE e sviluppato dall'Ufficio per le Istituzioni
Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR). Il progetto sostiene programmi
innovativi per promuovere la maggior partecipazione rom nella vita pubblica e
politica e nel processo decisionale, aiutando a combattere la discriminazione e
contribuendo a migliori condizioni di vita.
Lo studio è disponibile in tre lingue: