INTERNO GIORNO:
Glielo giuro, signor colonnello, non è colpa mia!!!
Non sono colonnello, sono commissario...
Ecco, giusto... commendatore! Stavolta sono innocente!!!
Vabbè, lasciamo perdere. Non urli e mi illustri la dinamica precisa dello
svolgimento dei fatti.
Mi può ripetere tutte le ultime parole? Sa, son foresto...
Cos'è successo! E lei, appuntato, scriva...
Aahhhh, ecco. Vede, due sere fa ero in giro con mia zia, a cercare un po' di
citofoni che non ci avessero scritto sopra. E' una nostra tradizione, sempre gli
stessi segni da anni, ma ormai di citofoni puliti non ne troviamo più...
Scusi la curiosità, perché sempre gli stessi segni?
Così... come lo chiamate voi? Copyright?
Continui. Scusi l'interruzione.
Insomma, lei conosce le case e io so scrivere, così lavoriamo in coppia come
i carabinieri. Ma per non farci riconoscere, lei aveva la gonna lunga, era senza
scarpe e col foulard. Io ero bellissimo: avevo arricciato i baffi col lardo, e
suonavo il violino. Sull'archetto avevo montato uno scalpello, è così che si
fanno i segni... vuole che le faccia vedere?
No! Vada avanti. Appuntato, sta prendendo nota?
Certo, ma le assicuro che non è facile. C'era gente che andava, veniva, sa...
non hanno niente da fare, e così ci chiedevano: "Chi siete? Cosa fate?" E io,
mostrando la tessera della mensa: "CENSIMENTO!"
Sì, ma poi?
Così in nove secondi e sette decimi (come Bolt a Mosca, faccio notare) ci
siamo trovati circondati da tutto il quartiere. forse, erano tutti lì per il
censimento... Noi gli abbiamo detto che avevamo terminato i moduli, ma quelli,
non so perché, ci hanno riempito di mazzate.
Finito?
No, signor ingegnere. La sera dopo, che mi facevano ancora male tutte le
ossa, tornano mio cugino con suo figlio e un amico. Guardano i citofoni,
sorridono alle telecamere a circuito chiuso, chiedono in giro se c'è qualcuno
che incideva dei segni. Niente, non riuscivano a trovare il citofono giusto! Per
fortuna avevano l'IPHONE, così hanno scaricato l'applicazione per ritrovarlo,
tanto, non lo sanno adoperare, l'IPHONE intendo. Nel
frattempo, s'era fatto notte, e han tirato fuori la torcia elettrica; ma loro,
furbi, mica l'accendevano, col rischio di farsi trovare. Insomma, era buio pesto
e non ci si vedeva niente, vallacapì se un segno significava una cosa o quella
opposta!
Dobbiamo stare qui ancora tanto???
Nooo. Le dico subito tutto, ma io non c'entro. Alla fine hanno suonato i
citofoni, svegliando tutto il palazzo, che li ha creduti dei testimoni di Geova
e ha mazzolato anche loro. Sono scappati, e trovano una porta aperta, proprio
dove eravamo passati noi la sera prima. Entrano e... l'appartamento è
completamente vuoto. La "concorrenza" aveva visto i segni prima di loro... A
questo punto, siete arrivati voi. Che vitaccia, signor commodoro!
SIGLA!