di Emilia Trevisani | 24 luglio 2013
Il Fatto Quotidiano
Associazioni e volontari presentano una mozione. Il Comune chiede che
alle famiglie di impegnarsi di più a mandare i figli a scuola. L'assessore al
sociale: "I bambini non devono fare le spese dell'insolvenza degli adulti"
A meno di due mesi dall'inizio dell'anno scolastico 47 bambini rischiano di non
poter andare a scuola perché non esiste più un servizio di scuolabus. Succede
alla periferia di Pisa: i bimbi coinvolti fanno parte della
comunità rom del
campo di via della Bigattiera, strada che congiunge la città con il litorale.
Non mancano solo gli scuolabus: al campo rom non c'è acqua corrente e luce dal
2012. "Il diritto alla sopravvivenza viene ancora prima del diritto allo studio,
alla Bigattiera abbiamo fatto un salto all'indietro di 20 anni" denuncia padre
Agostino Rota Martir, sacerdote del campo di Coltano. Associazioni cittadine,
volontari e insegnanti hanno dato la loro solidarietà alla comunità rom della
Bigattiera attraverso una mozione dove si chiede al Comune di Pisa di
ripristinare al più presto il servizio di scuolabus e fare in modo che il
diritto allo studio non venga negato ai bambini del campo rom. Dal canto suo
l'amministrazione comunale chiede alle famiglie rom di impegnarsi maggiormente
nel mandare i figli a scuola. "I bambini non devono fare le spese
dell'insolvenza di nessun adulto - afferma Maria Luisa Chiofalo, assessora
comunale al Sociale e all'Istruzione - Il problema deve essere risolto entro
settembre, per questo è stato aperto un tavolo con la Regione Toscana per
gestire quella che per noi è un'emergenza".
Lo scuolabus che non c'è più
Il servizio attuale prevede tre pulmini impegnati nel trasporto degli studenti
provenienti dai campi rom di Coltano e Oratoio. Ma dal 2011 non è più previsto
il collegamento con la Bigattiera: il Comune lo ha tagliato perché classifica il
campo rom e i suoi abitanti come "abusivi". Ma la storia appare più complessa.
Di proprietà del Demanio l'area era stata data in concessione al Comune con un
contratto di tre anni (dal 2007 al 2010) affinché fossero regolarizzate le
posizioni abitative di 8 nuclei familiari. Circa 40 persone che, secondo il
Comune, non potevano usufruire delle abitazioni consegnate alla comunità rom di
Coltano nell'ambito del progetto per l'integrazione creato dalla municipalità
pisana "Città Sottili".
Allo scadere del triennio la concessione non è stata rinnovata e il numero degli
abitanti del campo è cresciuto: ad oggi vivono alla Bigattiera 150 persone, un
terzo sono bambini. "Per quanto riguarda le bimbe e i bimbi al campo non
autorizzato della Bigattiera - si legge in una nota del Comune di Pisa - solo
tre dei circa 50 appartengono a famiglie che sono residenti a Pisa e che
contemporaneamente sono nel comprensorio della scuola scelta: a questi è stato
regolarmente assegnato il servizio come in tutti gli altri casi cittadini (il
regolamento approvato dal consiglio comunale prevede che le famiglie richiedenti
debbano essere residenti a Pisa e coloro che scelgono la scuola fuori dal
comprensorio di residenza vengono serviti solo a riempimento di scuolabus
parzialmente pieni). Quella delle bimbe e dei bimbi del campo della Bigattiera,
che lo scorso anno hanno avuto frequenze in larga prevalenza basse o nulle,
assume dunque i contorni di un'emergenza".
L'assessora Chiofalo assicura: "Città Sottili è un progetto che ha prodotto
buoni risultati. I suoi limiti sono dovuti al fatto che non sempre c'è stata
collaborazione da parte delle famiglie per il proprio inserimento sociale e
lavorativo e soprattutto per l'impegno riguardo all'inserimento scolastico dei
proprio figli. In ogni caso l'equazione scuolabus-scolarizzazione non esiste".
Peraltro, nel caso della Bigattiera, a causa della scarsa frequenza degli alunni
i carabinieri hanno fatto scattare una denuncia per abbandono scolastico nei
confronti dei genitori e questo ha scatenato l'indignazione di associazioni e
volontari. Alcuni cittadini hanno deciso di presentare una mozione per il
ripristino del servizio di scuolabus che sarà discussa dal consiglio comunale di
Pisa nei prossimi giorni con il sostegno di alcuni gruppi consiliari.
Un campo senza acqua ed elettricità
Ma alla Bigattiera c'è un problema ancora più grave della mancanza dello
scuolabus: mancano acqua ed elettricità. Di fatto si va avanti con i generatori
e l'acqua corrente, anche se il sistema idrico è stato riallacciato
all'autoclave, è scarsissima. Come fanno sapere dalla direzione della Società
della Salute di Pisa entrambi i servizi sono stati tagliati nel 2012 in seguito
alle segnalazioni della Protezione Civile e dei vigili del fuoco che avevano
denunciato il deterioramento (anche a causa di manomissioni) e la pericolosità
degli impianti. E anche in questo caso a farne le spese sono soprattutto i
bambini.
Come spiega Milorad Petroski dell'Asifar, associazione per lo sviluppo
interculturale dei rom: "I bambini hanno detto di vergognarsi quando sono in
classe con i loro compagni perché sono sporchi, non possono lavarsi. Le madri
stesse non vogliono che vadano a scuola in quelle condizioni e mi hanno anche
detto che sarebbero disposte a farli andare a scuola a piedi se prima almeno
potessero lavarli. Qui non c'è nemmeno la possibilità di avere un frigorigero e
ogni volta che piove il campo si trasforma in un lago di fango". Sara Cozzani,
insegnante e presidente della sezione pisana di Opera Nomadi, aggiunge: "Come si
fa a vivere senza luce e acqua? Questa è un'emergenza umanitaria. Il Comune
insiste sull'autonomia delle famiglie ma in molti casi non è possibile. Oltre a
mancare lo scuolabus i bambini sono costretti ad andare a scuola sporchi. E'
degradante ed in alcuni casi, anche se isolati, perfino le insegnanti hanno
fatto degli apprezzamenti sull'odore dei bambini".
Anche se di elettricità e scuolabus ancora non si parla, l'amministrazione
comunale ha aperto un tavolo di confronto con la Regione Toscana per dare il via
ad un micro finanziamento finalizzato alla scolarizzazione dei bimbi rom della
Bigattiera che dovrebbe garantire la frequenza scolastica a settembre ma di
deciso non c'è ancora niente. "Sono stato al campo della Bigattiera venti giorni
fa - spiega l'assessore regionale al Sociale Salvatore Allocca - Queste persone
vivono senza i mezzi minimi. La Regione deve occuparsi di tutti e non lasciare
indietro nessuno. Per quanto riguarda il campo della Bigattiera stiamo pensando
ad un progetto di finanziamento leggero". Nel frattempo a pagare il prezzo più
alto sono i bambini.