21 luglio 2013 | Sergio Bontempelli -
CORRIEREIMMIGRAZIONE
Il comune nega ai bambini del campo rom un mezzo per raggiungere la scuola. Ma
la città insorge.
Ma i bambini rom a scuola ci vogliono andare? Secondo un antico stereotipo, la
"cultura" dei rom e dei sinti non vedrebbe di buon occhio le "nostre"
istituzioni educative. Ricerche più documentate,
come quelle dell'Associazione
21 Luglio di Roma, mostrano invece le numerose forme di discriminazione e di
esclusione nell'accesso alla scuola dell'obbligo (e non solo a quella).
A Pisa, però, è successo qualcosa che rovescia i pregiudizi diffusi: perché qui
è il Comune che ha cercato di impedire la scolarizzazione dei rom, cancellando
il servizio di scuolabus per i bambini del campo "Bigattiera". La vicenda ha
suscitato un'imprevista mobilitazione di associazioni, famiglie e insegnanti.
Vale la pena, dunque, vedere più da vicino quel che è successo.
Il campo della Bigattiera
La "Bigattiera" è la strada che congiunge la città di Pisa al litorale. D'Estate
è molto trafficata, soprattutto nel week-end: le famiglie che non possono
permettersi una vacanza prendono la macchina e se ne vanno sulla spiaggia a
prendere un po' di sole. Con l'arrivo della stagione più fredda, la strada
diventa deserta: anche perché siamo lontani dai centri abitati, non ci sono
negozi né case, tutto intorno si vedono solo campi e terreni coltivati. A
perdita d'occhio.
In fondo alla "Bigattiera" c'è il vecchio campeggio della Polizia di Stato: un
tempo serviva agli agenti delle forze dell'ordine per farsi un po' di ferie.
Poi, alla fine degli anni Novanta, è stato adibito a centro di accoglienza per i
migranti albanesi. Rimasto vuoto per anni, nel 2007 è stato utilizzato dal
Comune per collocarvi alcune famiglie rom, in attesa di una sistemazione
migliore.
Doveva essere un campo temporaneo - "di transito", si diceva - ma come spesso
accade (almeno in Italia) il provvisorio è diventato definitivo. E i rom sono
rimasti lì fino ad oggi.
Nel frattempo lo "statuto" del campo è diventato oggetto di uno strano
dibattito. Il Comune, che pochi anni prima aveva aperto l'insediamento, adesso
lo considera "abusivo". La Regione, nella sua mappatura ufficiale, lo classifica
invece come "ufficiale o riconosciuto". Un pasticcio terminologico che copre
finalità diverse: perché l'Amministrazione comunale, fino a poco tempo fa, non
faceva mistero di voler sgomberare il campo, mentre a Firenze si elaboravano
progetti di inserimento abitativo graduale delle famiglie. Ma non divaghiamo, e
torniamo alla vicenda dello scuolabus.
La soppressione dello scuolabus
Alla fine di ottobre 2011 Guia Giannessi, insegnante nelle scuole dell'obbligo,
si rivolge alla stampa locale per denunciare un fatto che giudica molto grave:
il piccolo autobus (il "pulmino", come lo chiamano i pisani), che accompagnava a
scuola i bambini della Bigattiera, è stato soppresso. "Negli anni",
spiega la Giannessi ad un giornale locale,
"eravamo riusciti a portare i bambini rom a
scuola. Ora gli sforzi degli insegnanti e dei genitori rischiano di andare
perduti".
In effetti, per le combattive maestre del complesso scolastico "Niccolò Pisano"
l'inserimento dei bambini della Bigattiera era un vero e proprio vanto. "I
bambini avevano cominciato a frequentare con continuità", ci racconta Cristina Fontanelli,
"molti avevano ottimi voti, e si era creato un clima di amicizia con
i loro compagni di classe...".
Dopo la denuncia della Giannessi, la Giunta comunale interviene per spiegare i
motivi della sua decisione. "Nel momento in cui avevamo detto che il campo sulla
Bigattiera doveva essere chiuso -
dice l'assessore alle politiche sociali, Maria
Paola Ciccone, alla fine di ottobre 2011 - non potevamo attivare il servizio,
sarebbe servito solo ad illudere chi invece deve andarsene". Per "non illudere",
insomma, è meglio impedire ai bambini di andare a scuola...
Una "gara di solidarietà"
Non basta. Nell'Estate 2012, il Comune taglia la luce e l'acqua corrente: il
campo rimane al buio, privo dei servizi essenziali che consentono la
sopravvivenza. La situazione delle famiglie, che tra l'altro restano sotto
minaccia di sgombero, è letteralmente disperata.
Per loro fortuna, però, i rom non sono soli: l'accorata denuncia delle maestre e
la mobilitazione dei genitori lasciano il segno nell'opinione pubblica. Molte
associazioni e volontari si mobilitano. E così, per un intero anno succede
quello che difficilmente accade quando si parla di rom. I compagni di classe
vanno a trovare i bambini al campo, i genitori portano la loro solidarietà alle
famiglie, mentre la Pubblica Assistenza del Litorale Pisano organizza uno
"scuolabus autogestito" con i propri volontari. Tutto questo non risolve i
problemi, ma è un sostegno concreto a famiglie in difficoltà.
Ritorno di fiamma
Il resto è cronaca dell'oggi. Il 26 e 27 maggio 2013 si tengono anche a Pisa le
elezioni amministrative. Il Sindaco uscente Marco Filippeschi - di
centro-sinistra - viene riconfermato, ma qualche volto nuovo fa capolino nel
Palazzo Comunale. L'assessore Ciccone - quella che aveva cancellato lo scuolabus
- non c'è più, e tra i nuovi consiglieri comunali vi sono alcuni che hanno
seguito da vicino la vicenda della Bigattiera.
Pochi giorni dopo le elezioni, arriva però una notizia che sa di beffa: i
Carabinieri hanno aperto un'indagine contro alcune famiglie della Bigattiera,
per evasione dell'obbligo scolastico. Come dire: prima si impedisce la
scolarizzazione dei bambini, poi si denunciano le mamme perché non portano i
figli a scuola... Ed è proprio questa notizia che riattiva la mobilitazione di
associazioni, insegnanti e volontari.
Comincia così a circolare un appello che chiede l'immediato ripristino
dell'energia elettrica, dell'acqua corrente e dello scuolabus: nel giro di poche
ore, vengono raccolte 250 firme di altrettante personalità note a livello locale
(tra cui quella dell'allenatore della squadra di calcio cittadina).
Incoraggiati da questo primo successo, i promotori dell'iniziativa decidono di
fare il secondo passo:
scrivono una mozione che obbliga il Sindaco a riattivare
i servizi tagliati, e la consegnano al Consiglio Comunale, chiedendone
l'approvazione. Due gruppi di minoranza - il Movimento Cinque Stelle e la lista
civica di sinistra "Una Città in Comune", in coalizione con Rifondazione -
firmano il testo e lo presentano formalmente al Consiglio. I gruppi della
maggioranza, pur non firmando la mozione, si dicono interessati a muoversi: e la
Presidente della Commissione sociale convoca un'audizione con le associazioni
promotrici.
In bilico
La vicenda non è ancora chiusa, e i suoi esiti sono tutt'altro che scontati. La
prossima settimana la mozione approderà in Consiglio Comunale, e le intenzioni
della maggioranza non sono ben chiare. Da una parte, sono molti i sostenitori
del Sindaco che intendono voltare pagina rispetto al passato, e che sono decisi
a garantire almeno i diritti fondamentali alle famiglie rom. Dall'altra parte,
vi sono fortissime resistenze: la riattivazione dei servizi al campo della
Bigattiera viene interpretata da alcuni come una pericolosa delegittimazione
dell'operato della "vecchia" Giunta.
Intanto, fuori da Pisa si discute di "strategia nazionale di inclusione dei
rom", e in alcune città toscane si sperimentano forme innovative di superamento
dei campi. Può darsi che questo vento di novità porti qualche folata anche nei
pressi della Torre Pendente. Staremo a vedere.