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COMUNICATO STAMPA
Milano, 15.4.2013 - Gruppo sostegno Forlanini
Questo pomeriggio, alle 18,30, si è tenuta una seconda manifestazione
promossa ancora una volta da organizzazioni collaterali alla Fiamma Tricolore in
prossimità dell'insediamento di via Dione Cassio, sul lato di viale Ungheria,
dopo quella di venerdì scorso.
La manifestazione non era stata autorizzata, ma è di fatto stata esplicitamente
tollerata dalle forze dell'ordine nel suo avvio e nel suo sviluppo (prima con un
blocco stradale, poi con vari tentativi di corteo, poi con le scorribande
isolate verso il campo dal lato di viale Ungheria e successivamente con un vero
e proprio assalto fino ai confini dell'insediamento, con il lancio di sassi
all'interno del campo, che ha causato il ferimento di un abitante e
comprensibile ansia negli abitanti).
La gestione della piazza da parte delle forze dell'ordine è stata assolutamente
approssimativa e insipiente, lasciando ampio varco alle iniziative dei
manifestanti, tra i quali stavolta hanno fatto ampia mostra di sé slogan
fascisti (“Boia chi molla” ecc.), saluti romani, esibizione di magliette
coll'effigie del duce.
Stigmatizziamo fortemente questa pessima gestione dell'ordine pubblico: ci era
stato assicurato che non sarebbe stata autorizzata alcuna manifestazione, specie
dopo la prima, del 12, che aveva già avuto caratteri molto preoccupanti già
segnalati, e dopo in particolare il tentativo di attacco al campo, con bottiglie
incendiarie, verificatosi nella notte tra il 12 e il 13 aprile, che abbiamo
denunciato.
Ci preoccupa molto la sottovalutazione di questo evento, che sappiamo esser
stato attribuito da alcune interpretazioni, anche delle forze dell'ordine - più
che agli esiti della manifestazione neofascista di poche ore prima, in cui si
era invocato il diritto dei cittadini a farsi giustizia da soli - agli
strascichi di un incidente stradale pur grave che era avvenuto nei pressi del
campo in via Dione Cassio il pomeriggio del 12 e che è stato pretestuosamente
messo a carico di ospiti del campo, mentre neanche dai controlli della Polizia
locale risulta un loro reale coinvolgimento.
Il ripetersi di episodi in cui si tenta, si esibisce o si mette in opera
l'attacco violento fa capire da quale parte, in realtà, vengono l'insicurezza e
la minaccia che si addebitano agli abitanti del campo; ci sono forze razziste e
neofasciste che stanno investendo potentemente sulla questione, soffiando sul
fuoco del disagio e dell'emarginazione, e che non sono adeguatamente contrastate
dalle forze dell'ordine, che pure avrebbero tutti i titoli per intervenire e
prevenire, come anche oggi sarebbe potuto succedere, con la proibizione della
manifestazione.
Ci è giunta notizia che nella giornata del 16 potrebbero ripetersi, anche in
prossimità del campo, nuove manifestazioni. Chiediamo che non vengano
assolutamente autorizzate né tollerate, per evidentissimi motivi.
Per parte nostra, insisteremo - insieme colle altre associazioni che lavorano
nel campo - sulla strada dell'inclusione sociale, della democrazia e
dell'antirazzismo, che sappiamo essere quella che meglio tutela i diritti civili
e sociali di chiunque viva in un territorio, sia esso italiano o straniero.
Sollecitiamo i poteri pubblici - a partire dal Comune, i cui progetti di
inclusione sociale, che stanno per avviarsi, ci sembrano muoversi nella
direzione giusta -, le forze politiche e sociali e i titolari della gestione
dell'ordine pubblico e della convivenza a perseguire insieme a noi, con
fermezza, quella strada.