Politis.fr Il vero volto della "caccia ai Rom"
Ai limiti di Parigi, un campo di rom è minacciato di sgombero senza
alternative, mentre gli eletti dell'UMP si mobilitano per impedire la
costruzione di un'area d'accoglienza, a 700 metri di distanza. Reportage.
(ULTIMORA: sgombero effettuato il
27 mattina)
Alle prime ore del giorno, già si diffonde il fumo dai
camini di tubi forati che si alzano da una fila di baracche di fortuna. Da
mercoledì 20 marzo, la decina di famiglie rumene accampate su una bretella in
disuso dell'autostrada A4, a lato del bois de Vincennes, attendono di essere
sgomberate in ogni momento. Raccontano tre genitori, intorpiditi ed ansiosi, in
francese rudimentale.
Da un anno e mezzo hanno lasciato la regione di Buzau, Romania, dove
sopravvivevano come braccianti agricoli. Poi si sono installati in questi
rifugi, e vivono di materiali di recupero, cercando nella spazzatura cibo e
oggetti da vendere. Due gruppi elettrogeni e delle stufe a legna forniscono un
principio di confort.
Giovedì 21 marzo: ingresso dell'accampamento -
E.Manac'h
Mercoledì le forze dell'ordine sono venute ad ingiungere di lasciare il
luogo, perché l'intervento era imminente. "Ci hanno dato sino a martedì per
andare - racconta un padre alzandosi dal letto. - Mercoledì, sfasciano
tutto."
"I Rom sono buttati per strada come cani"
Dal 18 luglio 23 di loro hanno ricevuto l'ordine di espulsione dal tribunale
di Parigi. Hanno appoggiato le loro valige su una bretella abbandonata
dell'autostrada A4 che la direzione stradale dell'Île-de-France vuole
recuperare.
"Da uno o due mesi viene sempre la polizia, - racconta Cosmin, 17
anni, che il francese l'ha imparato a scuola in Romania. - Ma non abbiamo
dove andare."
Rientrare in Romania? "Impossibile, - risponde il giovane, - là
non troviamo lavoro, neanche col diploma. Qui, almeno possiamo cercare
nell'immondizia. In Romania non sempre è possibile." Senza alternative, il
gruppo sembra quindi rassegnato a dovere "aspettare l'espulsione".
"Non ci sono mai soluzioni di rialloggio, i Rom sono buttati per strada come
cani," s'intromette Evelyne Perrin, pensionata e attivista iperattiva che
sostiene queste famiglie assieme ad un piccolo collettivo di Joinville-le-Pont
(Val-de-Marne). Da diversi mesi, sta muovendo mezzo mondo - dall'ambasciata
rumena ai difensori dei diritti, passando per sindaci locali e parlamentari -
per tentare di scolarizzare i 12 bambini dell'accampamento. "Ho provato di
tutto, ma non è stato possibile," sospira.
L'UMP vuole salvare il bosco di Vincennes
Nello stesso tempo, a due passi, davanti alla stazione RER di Joinville-le-Pont,
un pugno di militanti dell'UMP distribuisce volantini. A 700 metri dal campo, un
parcheggio dev'essere trasformato in area di accoglienza per "gens du voyage".
Lo prevede la legge ed il consiglio di Parigi ha approvato il 12 febbraio due
progetti dentro i boschi di Vincennes e di Boulogne. Inoltre, il senatore UMP
della Val-de-Marne,
Christian Cambon, assieme ad 8 città, hanno lanciato
una petizione contro questo progetto, che dovrebbe realizzarsi nel primo
trimestre del 2014.
Progettate dal 2010 dal sindaco di Parigi, la costruzione di queste due aree di
sosta è stata accolta dal rifiuto sistematico degli eletti locali. Nell'aprile
2011, la commissione dipartimentale dei siti, presieduta da Claude Goasguen,
sindaco UMP del XVIe arrondissement di Parigi, dichiarava "alluvionale"
la zona del bois de Boulogne. Ed il progetto di Vincennes è stato aggiornato a
novembre 2011, sulla base del solo parere della commissione superiore di siti:
un'area di accoglienza in un bosco non sarebbe conforme ai vincoli
paesaggistici.
Ai limiti del bois de Vincennes, l'area di accoglienza contestata dall'UMP e
l'accampamento minacciato di sgombero (clicca sull'immagine per vederla a
grandezza naturale)
Al giorno d'oggi "l'installazione dei campi non va nel senso dell'ecologia,"
martella Valérie Montandon, consigliera UMP del XIIe arrondissement di Parigi.
Firmatario della petizione sulla "violazione dell'integrità del bois de
Vincennes" il suo collega Claude Goasguen minaccia di portare il caso in
tribunale: "Se il prefetto di Parigi darà nonostante tutto il suo assenso,
la decisione sarà comunque annullata dal tribunale amministrativo."
I primi 60 posti di Parigi
Dal 5 luglio 2000 la legge Besson impone ai comuni di oltre 5.000 abitanti di
predisporre aree permanenti di accoglienza per le popolazioni nomadi. Già a
giugno 2011 il presidente della commissione nazionale consultiva della gens du voyage, Pierre Hérisson,
avvertiva François Fillon dell'inadempienza dei comuni, il 31 dicembre 2010
soltanto il 52% aveva provveduto a mettere in pratica la legge. Il 31 luglio
2012 ripeteva l'allarme al nuovo governo a maggioranza socialista: "Devono
essere create nuove strutture."
Sinora Parigi ha approntato 60 aree, quando un accordo del 2004 col prefetto
fissava a 200 i posti necessari all'area parigina. La cifra è stata abbassata a
90 posti.
Strana inerzia, nello stesso momento in cui il ministro degli interni - che ha
fatto espellere 12.000 Rom nel 2012 - promette di smantellare "più campi
insalubri possibile" e che François Hollande sostiene che "spera che
quando viene sgomberato un campo insalubre, vengano proposte soluzioni
alternative."
Quanti si oppongono al progetto dell'area di accoglienza nel bois de Vincennes,
hanno indetto una manifestazione sabato 23 marzo, nel l'area in questione. I
militanti che sostengono i Rom hanno già annunciato una contro-dimostrazione.
Volantino distribuito giovedì mattina alla stazione di Joinville-le-Pont