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Valeriu Nicolae - 12 marzo 2013
L'errore economico
Analisi superficiali sui costi economici dell'inclusione sociale sono diffuse
tra le classi politiche dell'Europa Centrale e Orientale (ECO). In questo
articolo cercherò di individuare un errore economico riguardo un gruppo
immaginario di Rom che chiamerò "Frankestein", termine che intende sottolineare
la confusione e l'archetipo semplicistico sui Rom che è largamente diffuso tra i
decisori politici.[1]
Molti politici e decisori pensano alla parola "Rom" come ad un eufemismo per
tutti i piccoli criminali (inclusi naturalmente quei criminali che non sono
Rom). Come per qualsiasi stereotipo, la percentuale di Rom che corrispondono
alla descrizione di "Frankestein" è appena una frazione sul numero totale dei
Rom. I professionisti rom di successo tendono ad essere invisibili a politici e
decisori, in quanto non si adattano alla tipologia, razzista ma diffusa, del
"vero" Rom. Nei fatti, esistono più professionisti Rom di quelli "Frankestein".
L'errore economico sui Rom "Frankestein" è ritenere che i loro paesi siano
migliorabili, in termini economici, senza di loro. Questa convinzione giustifica
tanto l'inazione nella madrepatria (mancanza di sforzi e fondi per l'inclusione
sociale), che lka riluttanza a lavorare per arginare l'immigrazione verso
l'Europa Occidentale.
I governi ECO pensano che la maggior parte dei Rom che lasciano i loro paesi
siano, nella migliore delle ipotesi, cantanti, ballerini o lavoratori non
qualificati (nel campo delle pulizie o della ristorazione), ma che la maggior
parte viva di assistenza sociale, furti, o operando sul mercato nero.
Indipendentemente da ciò, i Rom sono una perdita economica significativa per le
economie dei loro paesi.
Credono anche che una volta partiti i Rom "Frankestein", i paesi ospitanti
(Europa Occidentale) debbano assumersi i costi del welfare, del controllo,
dell'istruzione, della sanità, dell'alloggio - mentre quegli stessi Rom
invieranno la maggior parte dei loro risparmi in patria. E' un messaggio crudo e
sbagliato, ma semplice, da mandare alla maggioranza dei votanti, che comunque
non amano o odiano apertamente i Rom.
I Rom "Frankestein" devono essere incentivati e resi responsabili sulla loro
cittadinanza. Ciò richiederebbe un'aggressiva campagna per far capire ai Rom che
sono una parte importante della loro nazione, attraverso investimenti massicci
nell'inclusione sociale, combattendo l'antiziganismo e promuovendo la
cittadinanza attiva tra le comunità e i ghetti più problematici.
Un simile piano d'azione richiede misure strategiche a lungo termine (oltre
20 anni), prevede budget significativi e sarebbe da moderatamente ad altamente
impopolare. Richiede un impegnativo lavoro a livello di base, attività
disprezzata non soltanto dai politici ma anche dalle maggior parte delle OnG
attive nel campo dei Rom e dell'inclusione sociale.
Perché uno stato dovrebbe farlo? La risposta è semplice - non c'è un'altra
soluzione.
La maggior parte dei governi dei Rom "Frankestein" vuole sbarazzarsi di chi
non si insedierà stabilmente in altri paesi. Continueranno a vivere di welfare
nei paesi di origine come in Occidente. Alcuni useranno le loro esperienze
criminali in occidente per rafforzare la rete criminale nei loro paesi. Sta già
succedendo: nel ghetto dove opero, negli ultimi anni ho visto salire alle stelle
il numero di tossicodipendenti. Arrivano sempre più soldi da traffico di droghe
e prostituzione. Le bande criminali controllano un numero significativo di
persone, attraverso denaro o minacce, e sono in grado di influenzare le
elezioni. La corruzione è rampante. I collegamenti tra questi criminali e
politici di alto livello sono talvolta pubblici. Tutto questo porta a costi
significativamente più alti di quanto le misure di inclusione sociale possano
costare.
Un'altra ragione per lavorare verso l'inclusione sociale è la situazione
catastrofica dei bambini e della gioventù rom, nei gruppi inclini a migrare.
All'inizio degli anni '90 alcuni Rom fecero fortuna andando in Europa
Occidentale coi loro figli. Questi bambini divennero la prima di tante
generazioni perdute. Bambini ed adulti erano coinvolti nell'accattonaggio,
alcuni nella piccola criminalità, alcuni suonavano in cambio di denaro e altri
compravano e rivendevano metalli. Alcuni di questi si misero in affari con
vestiti e macchine di seconda mano. Spendono il guadagnato in patria, per lo più
come stridente segno di benessere.
Per molti Rom, fare soldi è diventato molto più importante dell'istruzione o
di cercare un lavoro stabile. I Rom furono tra i primi a perdere il lavoro,
durante la transizione dal socialismo alla democrazia all'inizio degli anni '90.
Il successo di pochi nel fare soldi facili all'estero, fu molto più visibile del
"normale" ma più a lungo termine successo di quanti avevano investito nella
propria istruzione. Successo a lungo termine reso ancora meno visibile dal fatto
che la maggioranza di quanti erano riusciti a completare gli studi avevano
lasciato i ghetti o le loro comunità. Professionisti rom, istruiti e prosperi,
si trovano a dover scegliere tra il nascondere le proprie radici e cercare di
fondersi con la popolazione maggioritaria (personalmente conosco almeno un
centinaio di casi), oppure affrontare il razzismo strutturale a tutti i livelli
(vedi i miei precedenti articoli sul razzismo strutturale). I loro risultati non
sono mai così visibili come le "conquiste" di chi ha fatto soldi "facili".
Quanti finiscono in prigione tentando di fare denaro "facile" vengono
ignorati, in quanto il carcere è considerato parte del normale ciclo della vita
in queste comunità.
I bambini che negli anni '90 facevano soldi con le elemosine o rubando, sono
diventati adulti che usano i loro figli per elemosinare o rubare. Questi
bambini, a loro volta, lo faranno coi loro figli quando ce ne sarà
l'opportunità. I bambini che rubano non possono essere messi in prigione, ed
alcuni di loro diventano fonti di reddito per i genitori, parenti o reti
criminali che li sfruttano. Gli stessi principi si applicano quando si tratta di
prostituzione o spaccio di droga.
La molla di far soldi distrugge generazione dopo generazione, quei giovani
che vivono di questi "mestieri". E' un'economia "di nicchia", una volta molto
produttiva, ed in alcuni casi lo è ancora. Conosco un buon numero di famiglie
che viaggia in aereo per mendicare.
Mentre l'istruzione richiede disciplina e non ha un ritorno immediato,
elemosinare o rubare porta ad un minorenne centinaia di euro al mese. Spacciare
droghe diventa il nuovo "lavoro" sempre più produttivo nei ghetti delle grandi
città nell'Europa Centrale e Orientale.
E' quasi impossibile stimare il danno psicologico patito dai bambini
coinvolti in questi "traffici", e nella maggior parte dei casi è completamente
ignorato dai genitori, che pensano al beneficio economico dei loro figli. Questi
bambini diventano adulti che non avranno alcuna possibilità di competere nel
mercato del lavoro, ma hanno le competenze, le reti, l'appoggio e la motivazione
per fare bene nell'economia criminale. Spaccio, prostituzione, furto ed
accattonaggio, per un giovane non istruito (e di solito analfabeta) pagano
comunque meglio di qualsiasi lavoro legale possibile.
Una prostituta su cento è fortunata e riuscirà a pagare i trafficanti,
fuggire da droga e protettori, fare ritorno col denaro necessario ad aprire un
centro di massaggi erotici, che è l'unico modello in questione nel ghetto dove
lavoro. Le storie di quante muoiono di overdose, sono picchiate a morte da
clienti o trafficanti, o contraggono l'HIV o altre malattie, sono semplicemente
ignorate dalle ragazze che vivono in condizioni di abbietta povertà e vedono la
prostituzione come l'unica possibilità per uscirne.
Inoltre, le peggiori condizioni in Europa Occidentale, sono meglio sotto
quasi ogni aspetto del vivere nei ghetti delle misere comunità in Europa
Orientale. Migliori l'assistenza e i servizi sociali, migliore il sistema
scolastico. Per criminali, mendicanti e prostitute (che siano Rom oppure no) più
ricco è il paese e più si guadagna. Prostitute e mendicanti a volte guadagnano
dieci volte di più che nei loro paesi. Le condizioni carcerarie sono di gran
lunga migliori e le pene detentive più brevi.
E' vero che ci sono immediati benefici economici se i Rom "Frankestein"
lasciano il loro paese. Ma tutto ciò ha effetti disastrosi nel lungo termine,
distruggendo i propri figli generazione dopo generazione. Possono esserci
ripercussioni a lungo termine: i Rom hanno la percentuale di giovani più alta di
qualsiasi gruppo etnico in Europa; questi giovani devono completare gli stuidi
per poter competere sul mercato del lavoro. La sostenibilità di molte pensione
negli stati membri UE potrebbe dipendere da ciò.
I benefici economici derivanti dall'accattonaggio o dalla microcriminalità
sono già di molto inferiori a quanto erano negli anni '90, e presto non ci
saranno più "nuovi mercati" da sfruttare. La crescita dell'antiziganismo è già
un effetto diretto della migrazione e renderà più difficile e costosa
l'inclusione sociale. Il risultato finale sarà un pericoloso effetto a spirale
di rifiuto sempre più generalizzato da parte della società maggioritaria. L'antiziganismo
rampante può risolversi in conflitti interetnici - i cui costi economici sono
impossibili da stimare.
L'attuale flusso delle migrazioni dei Rom "Frankestein" dev'essere
indirizzato meglio. E' impossibile bloccarlo completamente, ma usare in maniera
più efficiente i fondi UE può portarne ad un significativa riduzione
(specialmente di bambini) che lasciano i loro paesi.
La responsabilità di molti di quei bambini, giovani e adulti di queste
generazioni perdute, ricade non solo sugli irresponsabili genitori e gli inetti
amministratori e politici locali, ma anche sui burocrati rinchiusi a Bruxelles o
nelle capitali europee.
Una valutazione responsabile ed indipendente di tutte queste burocrazie e di
come siano spesi centinaia di migliaia di euro sulle tematiche rom è necessaria
se vogliamo successo con l'inclusione sociale dei Rom. Valutazioni che sono un
normale requisito che queste organizzazioni impongono alle OnG - non c'è ragione
per cui loro non debbano sottostare agli stessi controlli.
[1] Contrariamente alla credenza popolare. Frankenstein
non era un mostro, ma il creatore pieno di speranze di quello che si è rivelato
un mostro. Victor Frankentein è descritto come molto intelligente ed istruito.
Il problema è che il suo orgoglio e la sua arroganza circuirono le sue
responsabilità.