A Nantes i taxiphone per ascoltare i Rom hanno suonato più di 700 volte
- 14 febbraio 2013
Installazione tanto artistica quanto militante, "Lo strano taxiphone"
dell'associazione "Etrange Miroir" mira a far cadere i luoghi comuni sui Rom.
Ritorno su un'esperienza che ha saputo interrogare il pubblico sulla tematica
dell'altro e dei pregiudizi.
Circa 700 persone, da febbraio 2012, hanno ascoltato nelle cinque cabine
telefoniche create dall'associazione "Etrange Miroir", documenti audio destinati
a fare cadere i luoghi comuni e i timori circa la popolazione Rom.
"All'origine, si trattava di un progetto allestito nel quartiere "Montaigu",
dove dimorano dei Rom sedentarizzati", spiega Marie Arlais, incaricata di
progetti in seno all'associazione. "Benché siano installati da due anni a Montaigu, restano ancora confrontati a tabù, timori, perfino reazioni non sempre
comprensive".
Essendo destinato inizialmente a un pubblico giovane (15-17 anni), spostato in
seguito in due festival ("Spot" a
Nantes, e "L'oeil du bouillon" a
Clisson), poi
durante una quindicina di giorni a "L'espace international nantais Cosmopolis"
nello scorso ottobre, l'ingegnoso taxiphone ha fatto sentire dei suoni che hanno
permesso di fare, o rifare, il legame sociale con questa popolazione sempre poco
o per nulla ostracizzata.
Abbelliti con delle musiche originali di Raphael Rialland e David Rambaud, i
documenti audio della durata di 3 a 7 minuti, comportano tanto delle
registrazioni di suoni ambientali – momenti di vita – quanto testimonianze o
spiegazioni "pedagogiche" formulate da una collaboratrice sociale.
Un mezzo di espressione per i Rom
Questo progetto di esposizione audio, da voce a una decina di queste persone. I
montaggi audio approcciano non solo le discriminazioni subite da questa
popolazione (economiche, sociali, culturali, civiche) ma permettono di apportare
uno sguardo umano sulla vita quotidiana di questi nuovi residenti, il loro
itinerario particolare e il loro paese d'origine.
Il progetto ha beneficiato di un aiuto della Regione, di 1.000 euro. Una fiducia da
quel momento rinnovata per l'associazione, la quale da allora, si è lanciata in
un altro progetto, forte di un ulteriore aiuto di € 5'000: "Mother Border", un
documentario muto che deve essere "diffuso e recitato in live", da quattro
musicisti e una lettrice. Una creazione sempre situata in mezzo all'ambizione di
"legare la pratica artistica a una riflessione sociale e cittadina, vicina a una
strategia di educazione popolare". Si tratta questa volta di un lavoro sulla
condizione dei giovani tunisini arrivati in Francia, in seguito alla "Rivoluzione
dei Gelsomini" del 2010-2011.
Per saperne di più:
http://etrangemiroir.org/