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Qualche giorno fa, leggevo su un sito che più serio ed affidabile non si
potrebbe (Agenzia Parlamentare del 21 febbraio), questo titolo:
TORINO: RICCA-SCIRETTI (LNP), UNICO MODO PER SUPERARE I CAMPI ROM E' FARLI
SPARIRE
Il contesto è dato da un
intervento del sindaco di Torino, volto a rilanciare la strategia
cittadina su Rom e Sinti. Intervento che, a parte i plausi per il coraggio
dimostrato a parlarne nel pieno della campagna elettorale, ha
(ovviamente) anche risvegliato le voci di chi è contrario: da una sommaria
lettura di altri siti web mi pare che i punti più criticati sono i ritardi
rispetto agli impegni già presi tempo fa, oltre alla solita domanda "Con quali
soldi??"
Dibattiti simili stanno fiorendo un po' in tutte le città, e anche le
modalità si somigliano. Dell'opinione del capogruppo leghista, mi interessa la
parte finale: FARLI SPARIRE. Mi chiedevo (linguaggio a
parte) in cosa si differenziassero le sue parole dall'altro mantra che
viene ripetuto dall'opposto schieramento: IL SUPERAMENTO DEI CAMPI.
I campi (parlo per esperienza personale) so come sono fatti: un insieme
di strutture dall'aria provvisoria ma che spesso durano decenni, abitati da gente
abbastanza strana. Li si SUPERA, come si supera un semaforo, un'indicazione
stradale ecc. andando oltre, oppure li si supera perché li si ignora. Come
qualsiasi cosa materiale, farli SPARIRE è impossibile: puoi usare la ruspa ma il
campo, beffardo, si ricrea qualche centinaio di metri più in là.
Così, magari per puro divertimento, entro in una storia trattata già tante
volte e da diversi punti di vista.
- La questione dei Rom e' un problema complesso da
governare... dice il sindaco torinese.
- Il tema dei rom è molto complesso e va affrontato nella
maniera opposta... risponde l'opposizione.
Consolante, direi. Altro tema che accomuna i due interventi è l'inciviltà
che regna in questi campi, che secondo l'esponente leghista è dovuta ai Rom
stessi, che non vogliono (lo si intuisce dal pensierino finale) andare a
lavorare, accendere un mutuo o pagare un affitto. Inciviltà che c'è
anche per il sindaco, ma non
si capisce di chi sia la colpa (dei Rom, del comune, della società malvagia?).
Come lettore, sono già disorientato da questo politichese, mi sembra di
nuotare nella marmellata. Per il momento:
PIERO FASSINO: 0 - FABRIZIO RICCA: 1
Sulla complessità, in effetti, l'opposizione tenta di fare pressing su
tempo
e soldi già passati. Ma, chiede il solito lettore, voi opposizione cos'avete
fatto? E qua, ci sta un clamoroso autogol, perché disorientato dal termine, il
capogruppo e la sua squadra rilanciano vecchie parole d'ordine che con la parola
complessità fanno a cazzotti: far scomparire tutti i campi nomadi, rimpatriare
gli zingari tramite i centri di identificazione ed espulsione e trasformare gli
spazi attualmente occupati abusivamente in aree di transito, da usare come sosta
temporanea previo pagamento dell'occupazione del suolo pubblico.
PIERO FASSINO: 1 - FABRIZIO RICCA: 1
Può sembrarvi generoso il punto a Fassino (che di suo ci ha messo poco), ma
parliamo di complessità e di saper governare (non di noccioline del
Piemonte!):
- quanti "zingari" finirebbero nei CIE? Per quanto tempo?
Rimpatriati quando?
- domanda ingenua: i CIE funzionano? A cosa servono?
- campi sosta a pagamento? Chi mi da la garanzia che i
sostanti possano pagare? Se non hanno soldi e continuano a
vagare, cosa cambia rispetto a oggi?
Lasciamo perdere (ahi che guaio la complessità!) che ci sono
"zingari" italiani, stranieri comunitari, stranieri extracomunitari. Lasciamo
anche perdere che i CIE altro non sono che posti dove i diritti sono meno
rispettati che nelle prigioni (non sto facendo il solito estremista, sto
leggendo
Wikipedia). La domanda, piatta-piatta, è: sinora i CIE hanno
influito sull'afflusso di migranti irregolari (o di migranti che hanno perso
i titoli legali di restare in Italia), oppure questi arrivi sono
proseguiti (aumentati addirittura)?
Il più grande deterrente all'arrivo di migranti (regolari o meno), non sono i
CIE, non sono neanche i nipotini di Borghezio. Gli arrivi in Italia stanno
diminuendo, per il solo motivo che qua non ci sono più soldi, e visto che i migranti (tra
cui i Rom) non sono stupidi, se possono cercano altre mete. Quanti tra loro
continuano il gioco eterno di rimpatrio-ritorno, sono quelli che sono stati
espulsi nonostante avessero qua una famiglia, un lavoro, qualsiasi interesse,
che fosse o meno riconosciuto dalla legge. Insomma, sto dicendo, finché non
risolveremo il problema NOSTRO della crisi, è fuorviante prendersela con i Rom.
A meno che, non si voglia iniziare da loro per prendersela in futuro con gli
altri stranieri (FALLO DA AMMONIZIONE).
Il fallo da ammonizione suscita (al solito) vivaci contestazioni dalla
panchina. Volendo (anche se non capisco come) si potrebbe rimpatriare TUTTI GLI
ZINGARI, italiani o meno, in India da dove sono arrivati qualche vagonata di
secoli fa. Ricca, ad esempio, è un cognome diffuso nell'imperiese ma che è
originario della Sicilia, non è che in caso di secessione nordista (sempre
di fantapolitica si parla), sarebbe rimpatriato anche il capogruppo leghista?
PER DIRLA CHIARA: se volevate chiudere le frontiere (o crearne di nuove), ne avete avuto tutto il
tempo. Non ne siete stati capaci (meglio così, ma resti tra noi...)?
Come succede in qualsiasi paese civile (e anche in quelli incivili), fatevene
una ragione. E date tempo e risorse a chi è arrivato qui QUANDO ERAVATE ANCHE
VOI AL GOVERNO, per sistemarsi e organizzarsi, perché adesso il problema è
questo e l'avete creato voi.
A parte ciò, sinora FAR SPARIRE un campo ha significato solo spostarlo di
poco, un po' come nascondere la polvere sotto il tappeto. I rimpatri, sono un
gioco simile, soltanto giocato su grande scala: i Rom vengono "deportati" in
paesi che non li vogliono, e che faranno di tutto a spingerli ad emigrare
nuovamente, Un eterno ping-pong. Sono quegli stessi paesi dove da un lato
investiamo per ridurre i costi della manodopera nostrana (ahi la crisi!), e dove
rimandiamo gente disinteressandoci di cosa succede loro dopo. E così, ritornano.
Dimenticavo, a proposito dell'autogol di prima: il capogruppo Lega Nord provi
a spiegare cosa deve fare un Rom per andare a lavorare, accendere un mutuo o
pagare un affitto, visto che, anche se fosse italiano, gli viene risposto
PRIMA NOI.
FINE PRIMO TEMPO
SUPERAMENTO: sentite com'è un termine più civile ed elegante? Fassino e tutta
la sua squadra giocano sicuramente un calcio più signorile, ma "semanticamente"
mi sfugge la differenza. E' un difetto molto italiano: ad un certo punto
qualcuno scopre una parola fortunata, che altri riempiono di una serie di
concetti tutti da dimostrare e valutare, dimenticando vincoli molto pratici come soldi e
tempi... e talvolta persino l'avversario!
Si è partiti il giugno scorso con
il piano del ministro Riccardi. Da allora, e non solo a Torino, ho letto un
susseguirsi di buone intenzioni, con pochissimi fatti. Perché, se la politica
del "chiudere e mandare via" ha i suoi costi (nonostante le semplificazioni
leghiste), che vengono ripagati solo in chiave ideologica (avremo
comunque nuovi arrivi e ritorni: l'inefficacia del risultato crea nuovi bersagli),
anche per superare i campi occorrono fondi e investimenti. Che, guarda caso, non
si trovano, sono bloccati, qualcuno li ha usati per altro... C'è addirittura chi
non si è posto il problema!
Il discorso, se ascoltiamo anche la controparte che si oppone, è: LI VOGLIAMO
O NO? Perché se non li vogliamo questi "zingari", allora a cosa serve investire
in casa, lavoro, sanità ecc? Magari salterà fuori qualche spicciolo che farà
gola a qualcuno, e si inizierà timidamente a fare qualcosa, per bloccarsi alla
prima difficoltà. E, se non li vogliamo, cosa ne facciamo? ATTENTI, se non
sappiamo che farne di questi zingaracci, c'è l'altra squadra pronta a segnare
in contropiede.
Il secondo ragionamento è: chi è il soggetto che attua il SUPERAMENTO? Per
essere chiari: chi gioca nella formazione di capitan Fassino? Al momento, posso solo
intuirlo: mediatori culturali (mi sa che sono i soliti),
associazionismo dal bel nome (mi sa che sono i soliti), imprese e
cooperative che qualche lavoretto - anche in tempo di crisi - lo chiedono (mi
sa... ops, l'ho già detto). Schierata sul campo di gioco, vedo la stessa
formazione che sino a qualche anno fa sui campi ci ha marciato alla grande (grandi
insuccessi, intendo). Come
sempre in panchina Rom e Sinti.
No, non parlo di qualche Rom e Sinto autoproclamatosi rappresentante di tutta la
galassia, parlo di quella massa che in quelle COSE SCHIFOSE CHE VORREMMO (forse)
SUPERARE ci vive, che lo
voglia oppure no. Vedete, se superiamo i campi con le stesse precondizioni con
cui li abbiamo ideati, cioè limitandoci a sentire gli autoproclamati ESPERTI e
consorterie,
non saremo (ancora!) in grado di superare la marginalità creata da
questi campi. Perché chi ci vive o chi lo lascia, viene trattato come un bravo
giocatore, anche indispensabile, ma da tenere in panchina.
Inoltre i campi, che piacciano o no, ci sono ancora. Ma il messaggio
che le tutte le amministrazioni (destra e sinistra) si sono trasmesse
sottotraccia è che non ci sono più i soldi per il loro mantenimento (manutenzione
elettrica e idraulica, sgombero delle fogne, supporto sanitario e scolastico),
Così il paradosso è che mentre si parla (si parla, ricordatelo: non che nei
fatti sia cambiato nulla) del loro superamento, anche il campo, anche
quello regolare, diventa sempre più invivibile, difficile e oneroso da gestire.
Chi vi abita, che sino a qualche anno fa aveva speranza e capacità per alzarsi
dalla panchina, in questa situazione ha sempre più problemi, URGENTI QUOTIDIANI
BASILARI, e di giocare non ci pensa, perché TUTTO GLI SEMBRA
LONTANO E ASTRATTO.
UNA PARTITA GIOCATA SENZA DI LUI.
Qui termina la telecronaca.
1-1, secondo me. Se avessi dimenticato qualche
bel
momento di gioco, fatemelo sapere. GRAZIE, PER IL MOMENTO E' TUTTO DAL VOSTRO
SANDRO CIOTTI.