Da
Czech_Roma
Prague, 23.11.2012 20:46, Per avere successo studentessa rom
deve lasciare le scuole ceche
Il portale di notizie Novinky.cz
ha pubblicato (in lingua ceca, tradotto in inglese da Gwendolyn Albert ndr.))
la seguente intervista con Magdaléna Karvayová, una donna rom che ha frequentato
le superiori, nonostante la perdurante discriminazione a causa del colore
della sua pelle. Sin da giovane si è trovata di fronte odio, non ha mai avuto
molti amici a scuola ed era disprezzata dagli insegnanti, anche se i voti che
prendeva dimostravano che era un'alunna di talento. Si è iscritta ad una scuola
superiore internazionale per sfuggire da quell'ambiente sgradevole, ed anche là
ha ottenuto successo. Per lungo tempo nessuno ha creduto che potesse farcela, ma
alla fine è riuscita a segnare un percorso praticabile per i suoi fratelli più
piccoli.
Cosa faceva tuo padre per vivere?
Si guadagnava da vivere come indovino. Aveva una laurea, che dopo la
rivoluzione non è stata riconosciuta. Mia madre faceva le pulizie.
Sei cresciuta in una vasta comunità rom?
Allora a Jince u Příbrami c'erano solo tre famiglie rom, ma avevamo sempre
dei parenti in visita, quindi di volta in volta mi trovavo in una specie di
comunità rom.
Incontravate intolleranza e pregiudizi?
All'inizio. Ho avuto dei conflitti con dei bambini che avevano qualche anno
più di me, e non solo a scuola. Ad esempio, una volta era andata in negozio ed
un ragazzo che era in agguato mi ha afferrato la gola. Era è più tranquillo,
perché tutti ci conosciamo.
Quanto, i tuoi genitori ti hanno motivato a studiare?
Mi hanno appoggiato, ma la motivazione veniva soprattutto da me stessa. Avevo
due fratelli e sorelle più piccoli e dovevo prendermi cura di loro, ma quando
uscivo dicevo loro che dovevo studiare.
Com'era a scuola?
Una catastrofe. In tutta la scuola eravamo soltanto due studentesse rom. Non
avevo amiche e le mie compagne mi perseguitavano. Se solo camminavo nel
corridoio, i ragazzi mi spintonavano dicendo "Fuori di qui grassa zingara!". Mi
avrebbero spinto la testa nella tazza del gabinetto. Se mi lamentavo con
l'insegnante, lei mi accarezzava il viso rispondedomi "Facendo così, ti
succederà di nuovo". Così mio padre veniva a scuola tutti i giorni per
lamesso.entarsi, ma il direttore si limitava ad annuire ed il giorno seguente
era lo stesso.
Com'erano i tuoi voti?
Non ho mai preso meno del massimo dei voti. Facevo del mio meglio per
combattere, per mostrare loro - posso studiare anche meglio di voi, allora
perché mi trattate così? Poi è scattata una reazione e ho iniziato io stessa a
diventare una persona aggressiva, cosa che non piaceva a me né alla mia
famiglia. Decidemmo che avrei studiato alla Scuola Superiore Internazionale (Mezinárodní gymnázium),
dove c'erano sol studenti stranieri. L'ambiente multiculturale mi attraeva. Ci
sono andata a 12 anni.
Il tuo ambiente come ha reagito quando ti hanno accettata?
Gli insegnanti delle elementari mi hanno detto che non dovevo nemmeno
provarci, nessuno di loro credeva in me. Quando ho ottenuto un premio come
miglior studentessa del mese, mio padre l'ha portato alla scuola elementare per
mostrarlo. Dopo, anche i miei fratelli minori sono andati alle stesse mie
elementari, Anche loro hanno incontrato problemi, ma mai quanto me.
Com'era alle superiori?
Esattamente all'opposto. Il personale mi ha baciato e abbracciato per tutti i
miei sei anni di scuola. Il mio inglese non era del livello richiesto lì, ma gli
insegnanti mi aiutavano. Mi sono integrata in pochi mesi. Non c'era nessuna
ragione perché gli stranieri mi discriminassero, al contrario: ero qualcosa di
speciale per loro. Gli altri studenti venivano da tutto il mondo, ma io ero la
prima romanì.
Perché hai deciso per l'Anglo-American College?
Quando volevo iscrivermi alla Charles University, la prima domanda che mi
hanno fatto, guardando la mia carta d'identità, è stata: "Tu non sei Ceca,
vero?" Quell'approccio mi ha spento, avevo paura di ritrovarmi quella roba
daccapo. Dato che l'istruzione individualizzata funzione anche meglio per me, ho
scelto di frequentare l'Anglo-American.
Come fai fronte alla retta, che è piuttosto alta?
Lì c'è una borsa di studio per gli studenti rom - copre il 100% della retta
se si mantiene una certa media di valutazione. Così finora non ho pagato nessuna
tassa scolastica.
Perché stai studiando diritto comparato?
Dopo le esperienze che ho passato, ho deciso di aiutare gli altri, perché
sono sicura che non è capitato solo a me. Dovevo scegliere tra diritto e
psicologia, e diritto mi è sembrato più confacente. Voglio dedicare me stessa
all'istruzione, ai diritti umani e soprattutto alla minoranza romanì.
da
Czech_Roma
Ostrava, 24.11.2012 20:16,
Gli insegnanti cechi affermano che la comunità romanì non è interessata
allo studio Deník.cz, translated by Gwendolyn Albert
I genitori di alcuni studenti rom di Ostrava sono recentemente scesi in strada a
manifestare davanti al Municipio Nuovo. Tra i problemi che li preoccupano, il
fatto che ai bambini romanì non siano offerte le stesse condizioni educative
degli altri bambini, che vengono discriminati ed esclusi dall'istruzione
regolare, per essere mandati in scuole e classi per soli rom. Il portale di
notizie Deník.cz ha ora pubblicato un rapporto sulle esperienze negative e
positive di quanti insegnano hai rom nella scuola pubblica. Romea.cz ne presenta
qui la traduzione.
Esperienze negative
Gli insegnanti contattai da Deník.cz e quanti lavorano nella scuola con i
bambini romanì, dicono che la situazione è un po' differente da come è stata
dipinta dai suoi critici. Dicono che i genitori rom non partecipano spesso alle
riunioni di classe e non mostrano interesse nell'istruzione dei loro figli, e
spesso, neanche lo mostrano i bambini stessi.
Il punto è che l'istruzione non è importante nella loro cultura. Un altro
problema è che i genitori di questi bambini non hanno mai completato
l'istruzione primaria, quindi per loro è difficile aiutare i loro figli con le
responsabilità scolastiche, questi è la reale situazione," dice
árka Honová, direttrice dell'elementare Trnkovecká a Slezská Ostrava. Molti
degli alunni sono rom.
Honová dice che un altro problema è che i bambini romanì spesso non hanno il
materiale scolastico che serve. "E' stato annullato il beneficio per le matite e
le famiglie semplicemente non hanno i soldi per comperarle, o li usano per
altro," ritiene Honová.
Barbora (36 anni) è un'insegnante con parecchi bambini romanì in classe. Dice
che non è facile interessarli nell'istruzione. "Funziona quando sono più
giovani, ma già a 13-14 anni non hanno più alcun interesse nell'istruzione. Non
ho il tempo per focalizzarmi solo su di loro, specialmente quando le famiglie
non cooperano," dice Barbora, che non vuole rivelare il suo vero nome, per paura
che dei genitori si vendichino su di lei. "I genitori di questi studenti non
sono mai venuti alle riunioni di classe.
Secondo Jolana marhovyčová, un'assistente sociale, sarebbe d'aiuto contare
più mediatrici scolastiche romanì, che aiuterebbero i bambini nell'uso del
materiale scolastico e nel rapporto con le insegnanti. Anche la direttrice
Honová è dello stesso parere.
Aggiunge: "Sfortunatamente, nessuno ci da il denaro che servirebbe. Però, se i
genitori non hanno interesse nell'istruzione dei figli, neanche gli assistenti
potranno servire."
Esempi positivi
Markéta (26 anni) lavora per un'organizzazione che assiste i bambini romanì ad
Ostrava. Dalla sua esperienza ha appreso che a molti di loro piace andare a
scuola.
"Ho visitato la famiglia di un bambino di 10 anni. Durante il periodo in cui
l'ho aiutato, i suoi voti sono migliorati di molto. Occorre pazienza," dice la
giovane.
marhovyčová sottolinea che spesso i bambini romanì vivono segregati dalla
società maggioritaria. Anche se ufficialmente classi e scuole per soli rom non
esistono, dice che nel pratico ci sono queste divisioni.
Chiede: "Come possono questi bambini essere sufficientemente motivati, quando
mancano di esempi positivi? Quando i loro compagni di classe sono tutti nella
loro stessa situazione?"
Recentemente si è tenuta ad Ostrava una conferenza sull'istruzione per le
minoranze. Vi hanno preso parte autorità locali e organizzazioni non-profit,
oltre a genitori e dirigenti scolastici.
"Abbiamo proposto che l'ente legale incaricato delle scuole, monitori la
percentuale dei bambini romanì che le frequentano. Se la percentuale dovesse
raggiungere una data cifra, lì non si dovranno più iscrivere bambini romanì,"
dice marhovyčová, aggiungendo che dev'essere aumentato anche il numero di
mediatrici scolastiche. "Penso che le parti si apriranno tra loro e che la
situazione migliorerà."