13 Agosto 2012 - COMUNICATO STAMPA Comunità sant'Egidio
Quanto costa e a chi costa il gioco dell'oca dei trasferimenti dei rom? Chi
paga le iniziative (pagate anche dal tribunale civile di Roma) del Comune?
Inauguriamo il principio della responsabilità economica degli atti di governo
che comportano spreco di soldi pubblici
I cittadini romani non lo sanno, ma questa è un'estate superattiva per
trasferire i Rom della Capitale da un punto all'altro. In maniera inutile e
costosa. Il percorso è sempre lo stesso: rendere difficile la vita nei campi
attrezzati esistenti, smettendo la manutenzione, invocare il "degrado", e poi
allontanarli oltre il Raccordo Anulare.
Stavolta il gioco è più costoso e sperpero di soldi pubblici. E' anche
imbarazzante, visto che il Tribunale di Roma ha rilevato che: "il «codice
comportamentale» imposto agli abitanti del nuovo «villaggio attrezzato La
Barbuta appare lesivo del diritto della libertà personale, alla vita privata e
familiare e alla libertà di riunione», e ha chiesto di fermarsi.
Intanto si distrugge il "campo attrezzato" di Tor de' Cenci, regolare e
attrezzato dal 2000, con fogne e opere già fatte a carico del Comune. Si decide
di affollare il campo de La Barbuta, fatto con 9 milioni di euro del Fondo
"emergenza rom" nazionale.
Prima di spingere gli abitanti a trasferirsi in modi diversi, sono stati
interrotti i servizi necessari alla manutenzione e gestione del campo. Lo si è
"declassato" da "campo attrezzato" a "campo tollerato". Adesso si procede
all'espulsione di quelli rimasti. Per evitare equivoci, si abbattono con le
ruspe i container comprati con i soldi pubblici e riutilizzabili anche in altri
luoghi. Le macerie restano sul terreno e davvero per chi resta è il degrado.
Sembra bombardato.
C'erano in attesa, comunque, per La Barbuta, già una parte dei Rom che stavano a
Casilino 900, mai ricollocati da tre anni, e quelli che stanno al Salario, più
di 300 persone: in assistenza a carico del Comune a 25-40 euro al giorno a
persona (300 persone fanno 9mila-10 mila euro al giorno che si continuano a
pagare. Una famiglia di cinque persone che costa sui 4, 5 mila euro al mese. Con
molto meno si affittano case decenti. Ma il Comune non lo fa. E non utilizza
nemmeno il nuovo campo de La Barbuta per loro.
Sarebbe stato più semplice e meno costoso in ogni caso riqualificare il campo
attrezzato di Tor de' Cenci e lavorare all'integrazione, invece di lavorare alla
sua scomparsa per inseguire la promessa che i Rom non devono stare a Roma.
La Comunità di Sant'Egidio chiede:
1) Di fermare immediatamente queste operazioni (movimenti per rendere la vita
difficile agli abitanti sono registrati anche nel campo di Monte Mario, con
l'abbattimento delle protezioni dal sole in piena estate), per evitare ulteriori
danni e spreco di denari pubblici.
2) Di quantificare il valore delle opere di urbanizzazione e dei container
regolari distrutti nel campo di Tor de' Cenci e nei casi analoghi precedenti.
3) Di quantificare il costo della mancata ricollocazione delle persone
sgomberate in passato, dal momento degli sgomberi ad oggi, anche considerando
che nel frattempo sono stati realizzati col piano emergenza Rom nuovi campi
attrezzati ma non utilizzati per i primi "sfollati" in assistenza.
E di introdurre il principio della responsabilità personale, economica, nelle
decisioni che comportano evidente spreco di denari pubblici perché non siano i
cittadini a sopportarne il peso.
Sorprende che in tempi di austerità e di spending review si continuino a
prendere decisioni dannose del bilancio della città quando esistono (e erano
state proposte dalla Caritas, dalla Comunità di Sant'Egidio e altri) alternative
ragionevoli.