Rue89Lyon Quegli abitanti che vogliono tenersi i Rom vicini - par Leïla Piazza
| 3 agosto 2012 (i link sono in francese, ndr.)
I bambini sono onnipresenti nel quartiere. Crédit : Leïla Piazza
Fanno petizioni, ma non per cacciarli. Nel cuore del quartiere della Guillotière
(7° arrondissement di Lione), gli abitanti e associazioni de " l'îlot
Mazagran" si mobilitano per rialloggiare un centinaio di Rom
che vivono in due case occupate, il cui sgombero è imminente. Una
richiesta inedita che fa parte della più vasta mobilitazione contro la "gentrificazione"
del quartiere.
Quando dei Rom occupano un edificio in un quartiere, di solito l'accoglienza
riservata ai nuovi abitanti non è molto buona. Di solito sono rifiutati con
violenza da chi vive intorno, come succede
attualmente in una zona residenziale di Vaulx-en-Velin. Tutt'altra la
situazione nel quartiere della Guillotière. Invece di scrivere al sindaco per
farli sgomberare il prima possibile, molti residenti di un'area del quartiere
conosciuta come "l'îlot Mazagran" si mobilitano per farli restare.
"L'îlot Mazagran", due edifici occupati da un centinaio di persone, è a tutti
gli effetti sotto sgombero. Ma, se l'intervento delle forse dell'ordine può
avvenire da un momento all'altro, le famiglie non sono state ancora sloggiate.
Qua entra in gioco la mobilitazione degli altri abitanti del quartiere. Difatti
a metà luglio un collettivo di loro e di associazioni ha fatto girare una
petizione che ha raccolto un centinaio di firme, inviate alla città di Lione ed
alla Grande-Lione.
Squatter sostenuti dagli abitanti
C'è da dire che i Rom si sono insediati nel quartiere di Lione dove esiste la
più alta concentrazione di associazioni e militanti della città. Associazioni
che hanno preso possesso dei luoghi lasciati vacanti, in seguito al congelamento
del progetto di creare una grande arteria, che avrebbe prolungato l'avenue Félix
Faure sino al bacino del Rodano.
Ci sono aree di compostaggio collettivo, un caffè cooperativo, un'associazione
di messa a dimora del verde, un locale (les Locaux Motiv') che riunisce 17
associazioni ed artisti. Soprattutto è emerso al centro di questo abbandono
urbano, il giardino condiviso di Amaranthe, creato nel 2003. Sostenuto da una
trama boschiva, è diventato "l'îlot Mazagran".
Questo per dire che questa zona della Guillotière è iperattiva a livello
associativo, in un contesto di mixité sociale, composto da immigrati, studenti,
classe media, intellettuali, artisti o SDF (Senza Fissa Dimora, ndr.) da Père Chevrier,
il più grande centro di senzatetto del Foyer Notre-Dame.
La differenza con gli altri quartieri si è fatta subito sentire, rileva Julien,
militante di Demeurant Partout, l'associazione che ha "requisito" un anno fa
il primo immobile, divenuto il primo squat di rue Montesquieu:
"In questo quartiere, la gente non ha atteggiamenti esagerati, come succede da
altre parti. Ci hanno scritto delle mail dicendoci che abbiamo fatto bene e
offrendoci dei mobili."
Conferma
Gilberte Renard, dell'associazione CLASSES (Collettivo Lionese per l'Accesso
alla Scolarizzazione ed il Sostegno ai Bambini degli Squat):
"Qui li aiutiamo. Portiamo loro da mangiare. I bambini partecipano alle
attività. E sono molto discreti. Come risultato, gli abitanti li hanno
accettati."
Così, tra le famiglie rom minacciate di espulsione, sono tante quelle che non
vorrebbero finire troppo lontani dalla Guillotière.
Una delle famiglie nell'appartamento occupate nell'îlot Mazagran.
Crédit : Leïla Piazza
Coesistenza o integrazione?
Qui, si dice che alcuni residenti abbiano tenuto corsi per i bambini, altri
abbiano aiutato i genitori nella gestione delle lettere amministrative e nella
lettura della posta.
Nell'"îlot Mazagran" i bambini rom giocano e non esitano a fermare i passanti.
"Quando passo la mattinata, fuori quasi non ci sono che bambini, racconta
Christian, uno degli attivisti. Mi dicono buongiorno, mi corrono appresso. A
volte mi dicono che vogliono rubarmi la moto, ma il tono è di scherzo."
Grazie i bambini, s'è creato il contatto tra abitanti ed occupanti,
particolarmente nel giardino condiviso di Amaranthe, gestito dall'associazione
Brind'Guill. Emma Lidbury, militante dell'associazione e co-presidente di Locaux
Motiv' - incubatore che comprende 17 associazioni di quartiere, racconta:
"Ho incontrato queste famiglie attraverso il giardino dove i bambini sono molto
presenti. Da quando apre, ci chiedono di andarci assieme. Così, si inizia a
conoscere meglio le famiglie. Sono davvero integrate nel quartiere."
Ed in occasione di avvenimenti nel quartiere, i Rom partecipano sempre di più.
"Durante il Maza'Grand Événement
abbiamo proiettato dei film, racconta Francis dell'associazione Les Inattendus.
I Rom sono venuti e sono stati un pubblico davvero buono. Non c'erano molte
parole ed hanno potuto comprendere, ed essere coinvolti."
La vita del quartiere si è organizzata attorno ad Amaranthe, un giardino
condiviso, creato nel 2003 e ora aperto a tutti, quando è presente un
giardiniere dell'associazione. Crédit : Leïla Piazza
"Niente buonismo"
Gli attivisti delle associazioni che si battono perché le famiglie restino nel
quartiere, non vogliono passare per sempliciotti:
"Non dobbiamo nasconderci, prosegue Francis, che sono in tanti e lo spazio è
piccolo. Non sempre è evidente, ma per forza si creano tensioni."
"Problemi ci sono di sicuro," riconosce Emma Lidbury :
"Ma se si inizia a conoscere bene alcune famiglie, si può parlare. Per esempio,
in giardino sono spartite alcune cose. Se ne è discusso. Di sicuro, direttamente
non sono stati loro, ma questa comunità è un po' come una grande famiglia, le
cose poi sono tornate. E adesso, in qualche modo sono loro che sorvegliano il
capanno degli attrezzi..."
"Quando va bene, c'è un vero scambio. Soprattutto con i bambini che sono molto
intraprendenti. Con i genitori è più complicato, perché c'è la barriera della
lingua," aggiunge la sua collega Maura.
Stesse conclusioni da parte di Elodie, barista del bar cooperativa del posto, il
Court Circuit:
"P., il nonno della famiglia, viene a trovarci, ordina il suo caffè e cerca di
parlare con noi. Ma se non ci capiamo molto. è difficile avere uno scambio."
Il bar cooperativo situato al centro di questo isolato, ha anche dovuto imparare
a far coabitare la sua clientela con i Rom regolarmente presenti in piazza, dove
si trova la sua terrazza.
"C'è una forte precarietà e molta inattività. E' dura la vita, soprattutto per i
più giovani che si annoiano. Vengono a giocare in piazza, senza prestare
attenzione ai clienti. Così non è facile convivere."
Corinne Iehl abita nel quartiere e fa parte dell'associazione Cré'Avenir che
partecipa al tavolo degli abitanti, Sfuma ulteriormente il quadro:
"Dire che i Rom sono integrati, è un po' eccessivo, anche se si è familiarizzato
con molte famiglie. E' complicata. Sono alla sbando, sopravvivono alla giornata.
Spesso ci sono tensioni tra le differentii famiglie. Sono tollerati, accettati.
Di converso, ci sono forme di carità."
Lo spazio al centro dell''îlot Mazagran accoglie numerose feste e il gazebo
del bar cooperativo. Crédit : Leïla Piazza
Lotta contro "l'imborghesimento"
In questa parte del quartiere è forte la paura della perdita delle sue
specifiche sociali. A primavera 2011, il comune di Lione ha riproposto un
progetto di rinnovamento urbano del quartiere. Tenuto conto della sua alta
densità associativa, gli eletti hanno immediatamente
contattato i residenti. Sin dall'inizio, molti abitanti ed associazioni si
sono attivamente coinvolti nella concertazione, particolarmente in seno al
collettivo Mobilizagran.
Soprattutto con una rivendicazione: la resistenza alla
gentrificazione, cioè l'imborghesimento della zona:
"Sin dall'inizio della concertazione, gli abitanti e le associazioni hanno detto
di voler mantenere la mixité sociale. C'è paura della
gentrificazione, che sta già prendendo piede," analizza Corinne
Iehl di Cré'Avenir.
Perciò la partenza dei Rom dal quartiere significherebbe, secondo diversi
abitanti, l'inizio della scomparsa della mixité sociale. Un argomento subito
me3sso in avanti nella petizione degli abitanti agli eletti di Lione:
"Noi, abitanti ed associazioni riuniti dell'îlot Mazagran (Lyon 7e),
siamo stati messi a conoscenza della situazione a riguardo il rialloggio delle
famiglie rom del quartiere. [...] Non vogliamo assolutamente vedere il quartiere
gentrifichizzato con, conseguentemente, l'impennata dei prezzi degli immobili e
l'esclusione delle persone in situazione di estrema precarietà. Non
possiamo accettare che il rinnovamento del quartiere avvenga al prezzo della
rimozione di famiglie già in situazione di esclusione sociale."
I firmatari chiedono quindi che "le famiglie siano rialloggiate nel quartiere,
come (secondo la petizione) aveva promesso Grande-Lione." Contattata,
la Grande-Lione replica che la questione (degli sgomberi di alloggi occupati) è
di competenza della prefettura.
La questione della risistemazione si pone anche per una famiglia rom
rialloggiata da Habitat et Humanisme in un immobile destinato alla distruzione
(nel quadro del rinnovamento urbano) e a cui l'associazione ha promesso il
trasferimento. Ma per ora alla coppia di nonni è stato proposto solo uno studio
a Villeurbanne.
"Preferirei restare qui, suggerisce in francese incerto Léontina, la decana
della famiglia P. Sono in quartiere da 8 anni. Uno dei miei nipoti va alla
scuola Gilbert Dru. E con la gente va bene. C'è chi viene a bere il caffè. E poi
ci portano vestiti, mobili o da mangiare."
altre immagini
Appendice da
Il Giornale: E Hollande fa come Sarkozy: ruspe contro i campi rom
Il presidente demolisce gli alloggi a dispetto del programma elettorale
L’avvento del governo socialista in Francia non ha cambiato la linea impostata
dall' amministrazione Sarkozy sui campi nomadi...
E se in Italia, per il momento la notizia è ripresa solo da
Agoravox: Hollande sgombera i nomadi, le Ong lo attaccano: "Peggio
di Sarkozy"
Diversi campi rom sono stati smantellati in questi giorni in Francia.
Mercoledì, quando le ruspe si sono presentate all'ingresso del più grande campo
nomadi di Parigi non hanno trovato nessuno, gli abitanti allertati si erano già
allontanati verso...
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