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Da quasi due settimane sono senza acqua nelle abitazioni le circa quaranta
famiglie che vivono nell'ex campeggio della polizia. Solo due fonti attive, con
una pressione molto flebile. Le famiglie: "Ci hanno detto che tra poco verranno
a sgomberarci". Africa Insieme: "Dove sono i 400mila euro stanziati dalla
Regione per questo campo?". L'assessore Ciccone risponde e annuncia querele: "I
soldi sono stati destinati a interventi concordati con la Regione"
Quello della Bigattiera è il campo dei bambini. Ne spuntano a gruppi di cinque o
sei da dietro i pini, dall'ombra delle costruzioni che sorgono su quello che un
tempo era conosciuto come il campeggio della polizia. Il mare è lì a due passi,
ma alle dodici non tira un filo d'aria. L'ombra è l'unico rifugio dall'afa, e
per per fortuna gli alberi ne offrono in buona quantità.
I bambini della Bigattiera rappresentano la maggioranza dei residenti, quasi una
"piccola repubblica" tra il vai e vieni delle loro madri. Sono quasi 90 su una
popolazione generale di 120. E considerato che in quel campo vivono circa
quaranta famiglie, si ha una media di poco più di due bambini per famiglia.
Quasi un'isola d'infanzia, se si considera che la maggior parte di questi sono
ultraminorenni.
Chiedono una foto, mostrano l'ultimo arrivato - uno smarrito cucciolo di gatto -
circondano con mille richieste i volontari di Africa Insieme che nella mattinata
di sabato hanno assistito le famiglie a indire una conferenza stampa, durante la
quale hanno raccontato la loro condizione, dopo che da quasi due settimane
vivono senza corrente elettrica, in seguito alla scelta da parte
dell'Amministrazione di disabilitare la centralina che alimentava il n° 13 della
Bigattiera.
Il panorama è presto detto: decine di famiglie private dell’accesso ai servizi
minimi. Un paio di piccole fontane, alimentate da un’autoclave che in assenza di
elettricità non funziona. Uomini, donne e bambini costretti a fare la fila per
lavarsi, utilizzando il filo d’acqua che esce dalla fonte. O ad andare al mare e
usare le docce pubbliche.
La luce, come già accennato, non è stata staccata dall’Enel a seguito del
mancato pagamento delle bollette, o comunque di qualche inadempienza da parte
delle famiglie. L’intervento è stato deciso direttamente dal Comune, che ha
voluto in questo modo avviare le operazioni di sgombero dell’insediamento. "Sono
venuti qui alcuni giorni fa - racconta Kamil, uno dei capifamiglia che abitano
nel campo - c’erano quelli del Comune accompagnati dalle forze dell’ordine.
Hanno staccato tutto senza dare alcuna spiegazione. Qualcuno ci ha detto poi che
tra poco verranno qui a sgomberare".
Le prime vittime di questa situazione sono proprio i bambini. "Ho tre figli
piccoli - racconta una giovane madre - è estate e fa caldo, come facciamo con
così poca acqua?". Oltre tutto, in assenza di luce elettrica i rom sono
costretti a illuminare le loro baracche con le candele: una situazione molto
pericolosa – come fanno notare gli abitanti del campo – perché molte baracche
sono di legno, e il verificarsi di un incendio non sarebbe un fatto
improbabile.
Non a caso proprio un paio di giorni fa ha preso fuoco un container. Una ragazza
del campo ci ha mostrato le pareti annerite della struttura: "Per fortuna
avevamo gli estintori, solo per caso non è successa una disgrazia". Le famiglie
del campo temono ora uno sgombero. "Continuano a dirci che verranno presto a
mandarci via - protestano - ma nessuno ci dice dove andare, nessuno ci propone
una soluzione alternativa".
"La Regione - ha spiegato Sergio Bontempelli, presidente dell’associazione
Africa Insieme - ha stanziato 400mila euro per risolvere le situazioni più
critiche senza ricorrere a sgomberi". I volontari hanno mostrato la delibera
della Giunta Regionale n. 1009 del 21-11-2011, dove alla zona pisana viene
assegnata quella cifra per prevenire e contrastare le situazioni di emergenza
attraverso lo sviluppo di processi di inclusione sociale, con particolare
riferimento alle persone presenti nell’area cd. 'Bigattiera' ".
"Ci chiediamo - hanno concluso i volontari di Africa Insieme - che fine abbiano
fatto questi soldi. Ci chiediamo anche perché si continuano a fare sgomberi, in
contrasto con le politiche della Regione".
La situazione, con tutta evidenza, è di quelle che si presentano di difficile
gestione per l'attuale amministrazione. Tanto che, poche ore dopo la conferenza
stampa delle famiglie rom alla Bigattiera, giunge la smentita dell'assessore
alle politiche sociali e presidente della Società della Salute, Maria Paola
Ciccone: "Tutte le persone presenti alla Bigattiera che ne avevano diritto sono
state sistemate in alloggi, mentre per altri nuclei sono in corso trattative con
altri Comuni della Toscana per il rientro alle condizioni dell'ultimo accordo
siglato che prevede la solidarietà fra Comuni nell'accoglienza ai nuclei rom per
non gravare in modo sproporzionato solo su alcuni Comuni come quello di Pisa".
In particolare, l'assessore Ciccone, replicando ai rom che accusano il Comune di
voler sgomberare il campo senza offrire alternative, ricorda che il "protocollo
d'intesa firmato con la Regione Toscana nel 2009 prevede la chiusura degli
accampamenti abusivi e gli inserimenti abitativi solo per gli aventi diritto, in
regola con leggi" e sottolinea che l'amministrazione, negli ultimi due anni, "ha
consegnato alle famiglie rom 26 alloggi comunali di cui 17 appartamenti nuovi
appena edificati accogliendo in totale 134 cittadini macedoni".
Riguardo al distacco dell'energia elettrica l'assessore sottolinea che "la
fornitura è stata sospesa a seguito di un caso di morte per folgorazione di un
giovane macedone per allacci abusivi alla corrente elettrica e per la
reiterazione di questa rischiosissima pratica malgrado le diffide dalle autorità
competenti" mentre "i servizi idrici sono garantiti e anche i servizi sanitari
di base con il supporto della Asl 5 e del volontariato della Pubblica
assistenza".
Infine, sull'accusa dei volontari di Africa Insieme di non avere impiegato i 400
mila euro stanziati dalla Regione Toscana, l'assessore annuncia querele: "I
soldi erogati sono stati destinati a interventi concordati in sede di cabina di
regia regionale".