Anarres Riprendiamo, dal sito di Radio Blackout, questo articolo sulle radici profonde
del razzismo contro i rom
Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato due ultras juventini accusandoli per
il pogrom che lo scorso dicembre mandò in fumo le miserabili baracche dove
vivevano i rom nel quartiere Le Vallette di Torino.
I due arrestati sono del gruppo "Bravi Ragazzi", una delle poche formazioni
ultas juventine di sinistra.
Ricordiamo i fatti.
L'attacco incendiario che il 17 dicembre ha mandato in fumo il campo rom della
Continassa a Torino è l'emblema del disprezzo diffuso verso stranieri e
immigrati poveri che si allarga ogni giorno di più. Spesso a farne le spese sono
i rom.
Siamo alle Vallette. Un quartiere popolare, di quelli dove campare la vita non è
mai stato facile. Da un lato il carcere, la discarica sociale dove tanti nati
qui finiscono con trascorrere pezzi di vita; dall'altra parte c'è il nuovo
stadio della Juve, dove le tensioni sociali si stemperano tra tifo e ginnastica
ultrà.
In questo quartiere si è consumato un pogrom.
Una ragazzina racconta un bugia, uno stupro mai avvenuto, punta il dito su due
rom, i rom che vivono in baracche fatiscenti tra le rovine della cascina della
Continassa.
In questa bugia è il nocciolo di un male profondo. Una famiglia ossessionata
dalla verginità della figlia sedicenne, al punto di sottoporla a continue visite
ginecologiche, incarna un retaggio patriarcale che stritola la vita di una
ragazza. Lei, per timore dei suoi, indica nel rom, brutto, sporco, puzzolente,
con una cicatrice sul viso l'inevitabile colpevole.
In pochi giorni nel quartiere cominciano a girare i soliti volantini anonimi dei
"cittadini indignati". Da anni in città i comitati più o meno spontanei animati
da fascisti, postfascisti e leghisti, soffiano sul fuoco, promovendo marce per
la legalità, contro lo spaccio, contro gli zingari. Tutte manifestazioni dalla
cui trama sottile emerge la xenofobia, la voglia di forca .
La segretaria dei Democratici torinesi, Brangantini, ha preso le distanze dal
corteo indetto per "ripulire" la Continassa, ma quella sera sfilava in prima
fila. Con lei c'era tanta "brava gente" accecata dall'odio razzista.
All'arrivo dei vigili del fuoco la folla inferocita li ha fermati a lungo. Ci
hanno impiegato tutta la notte a spegnere le fiamme che hanno distrutto il
campo.
Quando si punta il dito su un intero popolo, quando tutti sono colpevoli perché
due sono sospettati di aver stuprato una ragazza, il passo successivo sono le
deportazioni, i lager, le camere a gas. La pulizia etnica. Se sei diverso e
povero la tua vita diventa sempre più difficile.
L'estendersi del razzismo e della xenofobia allarga una frattura sociale sulla
quale si incardina il consenso verso leggi che annullano anche nella forma
l'assunto liberale dell'eguaglianza.
I media fanno la loro parte nel creare un clima di emergenza permanente,
accendendo i riflettori sugli immigrati, cui cuciono addosso lo stereotipo del
criminale.
I fascisti sguazzano in questo pantano, consolidando la propria presenza attiva,
specie in certe zone del paese, ma sarebbe miope non vedere che il male, nella
sua terrificante banalità, è ben più profondo. Investe a fondo il sentire comune
di interi quartieri, anche tra la gente di "sinistra", come i Bravi Ragazzi
della Continassa.
Da anni i pogrom incendiano l'Italia. Bruciano le baracche e corrodono la
coscienza civile. Qualcuno agisce, troppi plaudono silenti e rancorosi, certi
che saranno più sicuri. Al riparo dalla povertà degli ultimi.
Radio Blackout ne ha discusso con Paolo Finzi della redazione di A, curatore del
DVD e libretto "A forza di essere vento" dedicato allo sterminio nazista di rom
e sinti.
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