23/05/2012
Nei periodi di crisi sembra che tutto crolli, ogni certezza, ogni verità, e
basta poco per cadere nella psicosi, cercando il colpevole di un male che non
c'è dato vedere, ma solo temere.
Ci risiamo, Il 12/12/12 s'avvicina, i profetici maya incombono, la terra trema,
riaffiorano i Gog e Magog del terrorismo di stato e il tutto in un clima per
niente tranquillizzante per la crisi economica in atto. In questo scenario
d'altri tempi, di quelli dove si bruciavano le donne solo perché avevano i
capelli rossi o si perseguiva chi solo voleva essere libero, ritroviamo
l'atavica paura nei confronti dei diversi, dei nomadi, dei Rom.
È successo nei giorni scorsi a San Sebastiano al Vesuvio. Un gruppo di madri si
è presentato presso la locale scuola primaria, al plesso Capasso di Via degli
Astronauti, chiedendo ad alcune maestre le ragioni di un presunto accesso di
"zingari" nei locali scolastici. Le insegnanti cascano dalle nuvole e
rassicurano le donne che a scuola non entra nessuno senza permesso e tanto meno
si è riscontrato l'accesso di sconosciuti più o meno ascrivibili all'etnia in
questione. Le mamme, non paghe della spiegazione, insistono: "Voi volete ce lo
nascondere!" e una di queste spiega che la figlia, lo scorso venerdì, era stata
graffiata da un bambino "zingaro" accompagnato dalla madre nella stessa scuola.
Le insegnanti trasecolano ma rassicurano che nulla di tutto ciò è accaduto,
aggiungendo la probabilità del fatto che la bambina abbia frainteso l'accaduto,
confondendosi, magari anche guidata dalla reiterata usanza di minacciare i
nostri bambini col fatidico sopraggiungere degli "zingari", per portarli via
chissà dove e come.
Già la scorsa primavera avevamo sottolineato di come stesse circolando ancora
una volta il presunto "codice segreto degli zingari" (leggi) e di come questo
non fosse altro che una leggenda metropolitana. Ma sta di fatto che questo, in
un modo o nell'altro, gode ancora di una notevole reputazione "lo hanno detto
anche le Iene!" e questo basta a metter da parte ogni logico e opportuno dubbio,
legato a un sempre più raro buon senso. I forum dei social network sono pieni di
dispute a riguardo, dove si formulano le ipotesi più improbabili e fantasiose;
testate nazionali come la redazione palermitana di Repubblica non evita di dare
man forte a questo luogo comune e non manca su facebook chi augura le bombe di
Brindisi ai campi Rom (vedi).
La crisi crea anche di queste cose e nel momento in cui vengono a cadere le
nostre certezze, sul nostro benessere, sulla nostra sicurezza, aumentano quelle
sul nemico occulto che ci ascolta, che ci controlla per colpirci alle spalle e
quando meno ce l'aspettiamo. Chi meglio di uno "zingaro" può toglierci quello
che ci è più caro? Chi meglio di uno "zingaro" si presterà all'irriducibile odio
di massa e non troverà quasi nessuno a prenderne le parti?
E intanto loro continuano nella minuziosa opera di decompositori del nostro
pattume, come instancabili formiche vanno avanti laboriosi, anche quando li
cacciamo via per colpe mai commesse o non differenti dalle nostre. Ritornano e
riprendono la loro instancabile opera di riciclaggio, si sporcano le mani, là
dove noi non osiamo più metterle, vivono in luoghi che noi non osiamo neanche
più pensare e forse anche questo ce li rende più invisi, forse ci ricordano da
dove veniamo.
Certo che se degli adulti e vaccinati cittadini sansebastianesi, l'anno scorso,
hanno scambiato una pattuglia di carabinieri in borghese per degli "slavi
dall'atteggiamento sospetto", allora possiamo senz'altro giustificare la povera
bambina, purtroppo suggestionata dalle ancestrali paure materne.
Autore: Ciro Teodonno