Da
Roma_Francais
I rom di "L'Echat" si preparano a fare le valigie
Nell'aspettativa di un'espulsione, la quarantina di rom installati nei pressi di
Créteil L'Echat, vicino all'A86, sperano in un ulteriore prolungamento di
scadenza, sostenuti dall'avvocato Jérome Karsenti, che difende anche i
rom di Sucy-en-Brie. La loro storia è da una parte singolare e dall'altra
similare a quelle degli altri rom installati di qua e di là nel dipartimento.
Testimonianza:
2La mia famiglia è arrivata in più momenti. Mio padre è partito dal nostro
villaggio che si trova a pochi chilometri da Timisoara, da ormai 20 anni. Io e i
miei fratelli, l'abbiamo raggiunto dopo. Poi abbiamo avuto figli. Mio padre ha
provato a ottenere documenti. E' andato al tribunale, ma la sua richiesta non ha
ottenuto nessuna risposta positiva," racconta Christi, padre di due bambini.
Christi, a destra della foto, con suo padre, a sinistra
La scuola gratuita
La scuola gratuita francese è una delle loro motivazioni per restare qui. Delle
43 persone che hanno stabilito il proprio domicilio su questo terreno dismesso,
i sei bambini (tra i 4 e i 9 anni) vanno a scuola. Cinque fratelli provengono
dalla stessa famiglia. "In Romania, lo studio è a pagamento. Siamo qui per dare
la possibilità ai nostri bambini di andare a scuola. Certo, i bambini
percepiscono la differenza con i loro compagni che vivono in appartamenti, ma
sanno anche di non avere la scelta. Mio fratellino che studia al liceo Victor
Hugo è il primo della classe, anche se sono soltanto due anni che si trova in
Francia. Vuole diventare avvocato. Non so se potrà farcela. Ma lo spero."
A Maria e Cassandra, che hanno 10 e 11 anni e che hanno lasciato il loro paese
soltanto due anni fa, la Romania manca, benché dicono di amare anche la Francia.
Mona, 38 anni, sembra persa. E' arrivata in Francia due settimane fa, conosce
soltanto due-tre parole di francese, e non ha lavoro. Marish, 60 anni, è stufa.
"E' la vita che mi ha invecchiata prematuramente. Ho lasciato la Romania dieci
anni fa, a causa della crisi. Guardate dove viviamo... Trovate queste condizioni
decenti? Ho passato la mia vita a elemosinare, e sono passata per una decina di
campi... mi sento stanca di questa vita errabonda!"
E' più di un anno che la famiglia si è sistemata qui. Prima, stavano vicino
all'incrocio di Créteil, nella zona industriale. A ottobre hanno ricevuto un
avviso di espulsione, ma è stato aggiornato. Non hanno ricevuto nessun avviso
fino a questo martedì 15 maggio. "In tribunale, c'è un uomo che dice di averci
visti saltare il muro per andare nel deposito che si trova accanto. Mi ha fatto
ridere. Non siamo mica dei Ninja! Si, c'è gente che chiede l'elemosina, ma
facciamo quel che possiamo. Visto che siamo senza documenti, bisogna lavorare al
nero. La maggior parte degli uomini lavorano con i rottami. Alcuni sono
musicisti di strada. A volte le donne fanno le pulizie a casa della gente, a
volte chiedono l'elemosina. Due settimane fa, quattro di loro sono ritornate in
Romania, mendicavano spesso con i loro bambini. Questo non ci piace, ma è così,"
aggiunge Christi.