Ancora scuola, stavolta buone notizie. La segnalazione è di Stefano Pasta
Incrocinews.it 12.09.2011 di Silvio MENGOTTO
Dopo un percorso di studi e di integrazione sostenuto dalla Comunità di
Sant'Egidio, ora è stato inserito in una scuola di formazione professionale
Nello scorso febbraio la Commissione straordinaria del Senato per la tutela e la
promozione dei diritti umani ha approvato il Rapporto conclusivo
dell'indagine sulla condizione di rom, sinti e caminanti in Italia, con una
particolare attenzione al rapporto tra minori e scuola, istruzione e formazione
professionale. Il Rapporto documenta l'importanza della frequentazione
scolastica per i bambini rom, incentivandone lo studio anche attraverso borse di
studio. Un progetto che raccomanda «un forte radicamento civico, rifacendosi
all'art. 34 della Costituzione: "La scuola è aperta a tutti. L'istruzione
inferiore è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di
mezzi, hanno diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
provvidenze"».
In un documento dello scorso ottobre ("Rom, comunità cristiana e pubbliche
amministrazioni"), la Curia ambrosiana affermava che «il miglior risultato è
l'inserimento scolastico di tanti minori rom: l'integrazione passa da questa
strada». Per dare un segnale propositivo alla propria esperienza trentennale,
nel 2008 la Comunità di Sant'Egidio ha dato vita al programma "Diritto alla
Scuola, Diritto al futuro": tra gli obiettivi la «prevenzione e il contrasto
dell'evasione scolastica». Su questo diritto universale all'istruzione la
Comunità ha organizzato a Milano una rete di solidarietà e sensibilità concreta,
con risultati importanti nell'ottica della sicurezza e dell'integrazione.
Sono 15 i bambini rom e adolescenti che, grazie a borse di studio, hanno
continuato con profitto a frequentare le scuole del quartiere Feltre. Insieme
alla Comunità di Sant'Egidio, anche maestre e cittadini milanesi. Sono gli
stessi genitori dei compagni di banco a sostenere queste borse di studio. Una
solidarietà che dura da oltre due anni, da quando nell'ex palazzina di via
Rubattino furono sgomberati i bambini rom e le loro famiglie.
Questo legame ha fatto nascere conoscenze reciproche, cammini di integrazione
e storie come quella, del tutto particolare, di Marius Draganestj, «uno studente
sedicenne al centro di un progetto piuttosto avventuroso», spiega Elisa
Graziano, insegnante e all'occorrenza anche insegnante di strada. Un anno fa,
grazie al coinvolgimento paziente di volontari e insegnanti, Marius ha seguito
un percorso di studi ritagliato sulle sue particolari esigenze e situazione.
Data l'età non poteva frequentare le scuole elementari e risultava analfabeta
per le scuole medie. Parlava esclusivamente la lingua romanes. Nell'arco di otto
mesi bisognava prepararlo e istruirlo. «Questo era il tempo massimo per non
perdere il treno dei corsi di formazione professionale», continua Elisa.
La determinazione di Marius era così radicata che spesso rinunciava
volontariamente allo svago per studiare. Dall'ottobre del 2010 sino a giugno del
2011, per dieci ore pomeridiane settimanali, sotto la spinta della Comunità di
Sant'Egidio i volontari hanno organizzato una scuola itinerante tra la sede Acli
di via Conterosso e la biblioteca di via Valvassori. «La determinazione di
questo adolescente ci ha aiutati a proseguire - continua Elisa -. Infatti non
abbiamo faticato a fargli rispettare i nostri appuntamenti di studio: ricordo
che un pomeriggio si è presentato bagnato fradicio, ma con i quaderni asciutti,
per aver dormito in un giardinetto sotto l'acqua scrosciante di novembre, dopo
l'ennesimo sgombero». Lezioni continuate regolarmente anche se negli ultimi due
mesi Marius si era spostato a Pavia per abitare in una casa abbandonata.
Sostenuto dall'affetto dei volontari e da una borsa di studio Marius «ha potuto
proseguire sulla strada della sua personale emancipazione, fino a tagliare il
suo primo personalissimo traguardo: l'inserimento in una scuola di formazione
professionale a settembre».