Da
Roma_ex_Yugoslavia
La Macedonia non ha alcuna base giuridica per vietare ai Rom di viaggiare
9 agosto 2011, by Karin Waringo - Quasi 800 persone, soprattutto Rom, sono
state rimandate a casa dalle autorità di frontiera macedoni
Sembra un brutto scherzo. Cinque componenti di una famiglia macedone sono in
viaggio dalla loro città natale verso Belgrado, per partecipare al matrimonio di
un parente stretto. La macchina è carica di abiti tradizionali da sposa e
regali per la giovane coppia. Eppure, all'attraversamento del confine a Tabanovce,
una guardia di frontiera macedone ritira i loro passaporti, dicendo che sono
diretti a Surcin, l'aeroporto di Belgrado, per imbarcarsi su di un aereo diretto
verso l'Unione Europea.
La guardia li accusa di essere falsi richiedenti d'asilo, di quelli che
stanno mettendo la Macedonia nei guai con la UE. La famiglia nega. Dopo tutto,
hanno lasciato dietro a loro due bambini a scuola, così certo che torneranno in
Macedonia dopo il matrimonio. Ma le loro proteste non hanno sortito risultato,
se non i francobolli apposti dalla guardia di frontiera sui loro passaporti, ad
indicare il divieto a viaggiare. La famiglia è stata rispedita a casa.
Casi come questo - che è stato riportato dal network di OnG ARKA - sono
diventati frequenti da quando ai cittadini macedoni sono stati concessi visti
per viaggi di breve durata verso la UE. Un mese fa, la rivista internet
Balkan Insight ha citato il portavoce della polizia macedone, Ivo Kotevski,
che affermava che 80 persone erano state respinte alla frontiera.
Gordana Jankulovska, ministro dell'interno, è stata persino più specifica. In
un incontro al Forum di Salisburgo, dove si riuniscono i ministri di otto paesi
dell'Europa centrale ed orientale, ha annunciato che a 764 persone è stato
impedito di lasciare la Macedonia tra il 29 aprile ed il 27 giugno. Ha affermato
che lo scopo di questa "energica misura" era di prevenire l'abuso del regime
senza visti - nel 2010, 7.550 macedoni fecero richiesta di asilo nella UE.
Il problema è che le autorità macedoni non hanno alcun fondamento legale per
emettere un divieto a viaggiare. Rispondendo ad una nostra richiesta, ci è stato
detto che la misura si basa sull'art. 15 della legge sulla sorveglianza di
frontiera, che prende a prestito elementi del cosiddetto codice delle frontiere
di Schengen. Ma mentre il secondo definisci i criteri secondo cui ai cittadini
di paesi terzi può essere rifiutato l'ingresso nell'area Schengen, la Macedonia
ha effettivamente iniziato ad impedire ai suoi cittadini di lasciare il proprio
paese, cioè tutt'altra cosa.
Ciò che è ancora più preoccupante in queste misure è il fatto che, come nel
caso sopra riportato, sembrano riguardare principalmente i Rom. I Rom macedoni
sono spesso di pelle scura, per le guardie di frontiera è facile identificarli
ed isolarli. Al tempo della nostra indagine, uno dei pochi incaricati consolari
che aveva accettato di rispondere alle nostre domande senza far finta di non
sapere, ci raccontò di un caso, un esempio di manifesto abuso nel regime della
liberalizzazione dei visti per la UE - che diversi Rom viaggiassero in bus alla
volta di un matrimonio, ma si suppone che furono in grado di informare la
guardia di frontiera sull'esatta destinazione. Pudicamente riferì anche in
qualche modo di "problemi che abbiamo in alcune zone del paese" e sul fatto che
la Macedonia non fosse capace di fare di più per combattere la povertà.
Di conseguenza, per i Rom poter viaggiare è diventato una specie di lotteria.
Molti di quanti vengono fermati al confine, ci riproveranno. E' per questo che
le autorità macedoni hanno iniziato a bollare i loro passaporti. Ma non ci sono
basi giuridiche per questo divieto, che in realtà viola le leggi internazionali
sui diritti umani. E' per questo che la mia organizzazione, assieme ad altre, ha
scritto al governo macedone per esortarlo ad abbandonare questa pratica.
Governo che da parte sua non ha ancora sviluppato completamente la propria
strategia.
Il mese scorso Antonio Milošoski, ex ministro della giustizia, ha presentato
una proposta di riforma del codice penale, che renderebbe l'abuso del regime di
esenzione dei visti un reato penale. Mentre l'attuale proposta è rivolta alle
imprese di viaggio, che possono essere sanzionate anche in assenza di prove sul
loro coinvolgimento in presunti abusi, un'altra proposta intende sanzionare
quanti hanno fatto domanda d'asilo "sulla base di false ragioni", secondo quanto
riportato dall'agenzia di stampa macedone INA che cita fonti vicino al governo.
Queste sanzioni potrebbero includere la confisca temporanea dei passaporti.
Come ha spiegato l'ex ministro della giustizia in un incontro con Cecilia Malmström,
commissario UE agli affari interni, il governo macedone "si aspetta che queste
misure possano sradicare questi fenomeni non voluti e spiacevoli". Questo è,
alla fine, l'elemento più preoccupante dell'intera storia: il fatto che queste
violazioni dei diritti umani fondamentali accadano sotto gli auspici e
probabilmente il coinvolgimento della UE. Che a sua volta ha già inviato propri
rappresentanti nella regione.
Martellano nella testa dei governi: "Le migrazioni di Rom potrebbero
condizionare il processo di allargamento", come citato dai media serbi a
proposito di Pierre Mirel, direttore della commissione per i Balcani
Occidentali. O, nel caso di due settimane fa, di Robert Liddell, capo della
sezione politica della delegazione UE a Skopje: "Se nel clima attuale le
prossime adesioni saranno associate alle questioni migratorie,
allora aumenteremo il rischio di rifiuto."
Consapevole delle implicazioni, il governo macedone, al pari di quello
serbo, sta già negoziando con la commissione sulle misure da prendere senza
interferire con gli standard sui diritti umani. Sarebbe bene se questi negoziati
fossero aperti e se fossero condotti per una reale salvaguardia e non per
protezioni fasulle.
Dr Karin Waringo è presidente di Chachipe, un gruppo di pressione e
consulenza per il rispetto dei diritti dei Rom
NDR - Ho chiesto un parere a Francesco,
nostro redattore: ha sposato una ragazza macedone e conosce da tempo i
meandri kafkiani della burocrazia e della politica macedone. Questo il suo
parere:
"Questa storia la conosco dai media macedoni, fondamentalmente dipende dal
fatto che alcuni stati europei hanno minacciato alla Macedonia il ritiro del
regime no visa, perché molti rom ne hanno approfittato per espatriare. Ecco
perché adesso la Macedonia blocca l'espatrio in assenza di requisiti molto
rigidi per la popolazione rom. La mia opinione è che è un ricatto folle, si
parla di poche migliaia di persone (considerate che in tutto i macedoni saranno
circa due milioni) che vengono usate come strumento di pressione per politiche
razziste."