Va dato atto a Reggionline di essere l'unica testata che ha
seguito passo passo l'indagine, dando anche più volte
voce ai Rom e ai Sinti
Reggionline.com martedì 2 agosto 2011 - La coordinatrice Carla Ruffini:
"Senza indagati precisi, quelle operazioni hanno infranto la legge italiana"
REGGIO - La
retata dei carabinieri di Reggio e Parma dello scorso 28 luglio in 9 campi
rom di Reggio e provincia ha fatto alzare più di un sopracciglio nel mondo della
politica locale, soprattutto negli ambienti di centro sinistra.
Un commento su quanto accaduto, anche se con qualche giorno di ritardo, è
giunto dalla Sel reggiana: "A ferita ancora aperta - fa sapere la coordinatrice
Carla Ruffini - vogliamo esprimere il nostro deciso disappunto per il
blitz effettuato. Sinistra Ecologia Libertà ritiene che la magistratura
competente e i carabinieri di Parma che hanno condotto l'operazione (insieme a
quelli reggiani, ndr) debbano fornire delle spiegazioni. Non può passare sotto
silenzio l'ingresso forzato in tutte le abitazioni dei nomadi residenti nei
campi a loro destinati. Quando le operazioni di polizia giudiziaria non portano
a indagare persone precise, ma si estendono all'intera popolazione di un
quartiere (come deve essere considerato un campo nomadi), si infrange la legge
sulla inviolabilità del domicilio e della libertà personale di soggetti non
indagati. I nomadi non sono sottouomini e chi lo pensa è un razzista bandito
dalla costituzione italiana. A questo proposito è opportuno che siano resi
pubblici i mandati di perquisizione firmati dal magistrato competente".
Secondo la Sel reggiana, un elemento inviolabile di civiltà è rappresentato
dalla legalità. "Ancor più se costituzionale - aggiunge la Ruffini - Siamo per
la repressione di chi delinque, siamo contro chi ruba nelle abitazioni e attenta
alla libertà degli altri cittadini. Condanna chi spaccia le droghe, senza se e
senza ma, perché alimenta la grande criminalità organizzata. Ciononostante,
pensiamo anche che l'opinione pubblica debba avere delle spiegazioni dalla
magistratura competente e dai carabinieri su quanto accaduto. Non basta
presentare arnesi da scasso o gioielli posseduti da qualcuno per giustificare
una operazione condotta contro una intera popolazione. La cultura muscolare che
appartiene ad una parte delle forze dell'ordine non si può conciliare con la
vita democratica e il rispetto che si deve a tutti i cittadini della nostra
nazione".