Ricevo da Marco Brazzoduro
Alla fine ce l'hanno fatta.
Il pressing sulla comunità rom, che aveva resistito nella Basilica San Paolo
ed era stata successivamente trasferita a Tor Fiscale in attesa di una soluzione
dignitosa, é riuscito!
Il Comune di Roma e la Caritas hanno messo in campo tutte le loro risorse per
consegnare questa comunità al Centro di via Salaria, un CIE camuffato, un ghetto
lontanissimo dal territorio e dalle scuole, un luogo di segregazione ed
emarginazione, già denunciato dai dossier dell'Associazione 21 luglio (vedi
QUI ndr).
Probabilmente la "soluzione" punitiva di via Salaria vuole essere un monito
per quanti in questi mesi, rom e non rom, hanno deciso di rivendicare i propri
inalienabili diritti umani. Forse qualcuno vuole dimostrare che oltre
assistenzialismo ed emergenze milionarie nient'altro può essere ammesso in
questa città.
E invece le giornate di San Paolo restano un segnale per chi amministra e per
chi mentre con una mano firma accordi di solidarietà, con l'altra consegna i rom
a ghettizzazione certa.
Resta il fatto che non potremo mai obbligarli ad essere davvero solidali, ma
possiamo costringerli ad umiliarsi al punto di operare esclusivamente di
nascosto, in piena estate, lontani dai riflettori.
POPICA ONLUS
Link all'articolo de il Manifesto