Ebrei, musulmani, gay, russi, zingari: l'odio corre in rete - di
Rudolf Stefanicki - Articolo pubblicato su Il manifesto il 2 luglio 2011
VARSAVIA, 4 luglio 2011 (IPS) - «Quello che ha cominciato Hitler lo porteremo
fino in fondo. Che finiscano nelle camere a gas, nei forni». Quando il ministro
degli esteri Radek Sikorski ha letto questo e altri commenti simili in un foro
di discussione di Internet, ha deciso di andare dal giudice. «Il grado di
razzismo e di odio sui siti Internet polacchi è incredibile. Chiunque può
leggerli e farsi un'opinione sulla Polonia», ha detto.
Il ministro ha denunciato due gruppi mediatici, Ringier Axel Springer,
proprietaria del giornale Fakt, e Bonnier Business Polska, padrone di Puls
Biznesu. Ha chiesto un indennizzo di circa 7mila dollari e delle scuse pubbliche
sui siti Internet coinvolti.
Sikorski si è sentito personalmente colpito perché alcuni commenti attaccavano
in modo volgarissimo lui (i più leggeri erano «traditore» e «manovrato a
distanza da ebrei statunitensi») e sua moglie, Anne Applebaum, editorialista del
quotidiano Usa Washington Post. La legge prevede, per quanto in forma un po'
vaga, che i responsabili siano obbligati a cancellare commenti illeciti o a
rispondere per essi.
La reazione dei responsabili è stata di disabilitare i fori di discussione, ciò
che però ha provocato critiche di censura. Così li hanno rimessi rete, pur
depurati. Hanno anche presentato le loro scuse al ministro, ma Sikorski ha
mantenuto la denuncia alla magistratura.
Dopo la denuncia la procura ha aperto un'indagine. Tuttavia in genere l'80% di
questi casi termina con l'archiviazione perché «è impossibile scoprire gli
autori». Molti utilizzano cybercaffè per conservare l'anonimato e di solito
usano server di paesi stranieri in cui le leggi in materia sono più liberali.
In Polonia su ogni 100 messaggi inviati a un foro di dibattito su qualsiasi
argomeno, uno contiene un atteggiamento negativo verso le minoranze, stando al
rapporto di quest'anno della Fondazione per la conoscenza locale. E il 60% ha un
contenuto discriminatorio.
I più criticati sono gli ebrei, seguiti dai russi, gli omosessuali, gli zingari,
i tedeschi e i musulmani. A volte i commenti che attizzano l'odio sfociano in
episodi di violenza fisica (è capitato contro rifugiati ceceni).
La maggior parte delle persone consultate in un sondaggio del febbraio scorso,
afferma che bisognerebbe controllare Internet. il 72% ritiene che bisognerebbe
eliminare i contenuti che incitano all'odio contro minoranze nazionali,
religiose, sessuali.
Il Rapporto sulle minoranze è un possibile strumento e prevede di realizzare
«una mappa» dei siti che «favoriscono l'odio» che serva per orientarsi e
intervenire. «Quando gli attivisti che difendono i diritti delle minoranze si
presentano dal giudice, questi rifiuta di intervenire con l'argomento che si
tratta di pochi commenti isolati - dice Marek Troszynski, direttore del progetto
-. Bene, adesso ne avrà a disposizione più di 130 mila».
Le autorità polacche ora sembrano più sensibili all'antisemitismo, ma non alla
situazione delle minoranze sessuali. La Fondazione di Helsinki sui diritti umani
ha chiesto al ministero della giustizia riforme legislative.
«Le posizioni discriminatorie sono difficili da sradicare perché non riguardano
solo le minoranze», dice il sociologo dell'università di Varsavia Antoni Sulek.
E non basta una legge per risolvere il problema. © il manifesto