Segnalazione di Erica Rodari
Nasce Romagazine.eu, un portale europeo curato da giovani provenienti
dalle comunità di tutta Europa. Un mosaico di 10 milioni di persone che oggi,
grazie al web e alle nuove tecnologie, possono conoscersi e farsi conoscere più
facilmente di Andrea Gerli da Rassegna Sindacale
Un'idea interessante, un vuoto da colmare, un popolo che vuole farsi conoscere e
tanti, tanti giovani ansiosi di imparare e lavorare per abbattere
pregiudizi, creare un dibattito e progettare un futuro. Così nasce
www.romagazine.eu, un
magazine online per tutte le comunità Rom d'Europa, frutto dell'impegno di
GSI Italia, ong dal '97 attiva con progetti di cooperazione internazionale e
solidarietà territoriale, con la collaborazione di Informatici Senza Frontiere.
Il progetto si chiama "Let the roma youth be heard!", ed è stato
finanziato dalla Commissione Europea per decisione del vicepresidente Viviane
Reding: "Io credo ha detto la Reding - che la comunità Rom rappresenti una
parte importante della popolazione dell'UE, ed è di primaria importanze che gli
stessi siano bene integrati in tutti gli Stati membri. L'integrazione di
circa 10 milioni di Rom è una priorità degli Stati membri, delle Istituzioni
europee, dei suoi Programmi, e dei soggetti che operano all'interno dei singoli
Stati."
Così i rappresentanti delle maggiori associazioni per la difesa della cultura
Rom di tutta Europa si sono riuniti a Spoleto, in provincia di Perugia, per un
breve corso di giornalismo e per creare il nuovo magazine online. Tanti giovani
da Spagna, Grecia, Germania, Francia, Romania, Italia, Ungheria, Turchia.
"Dobbiamo unire le nostre forze, lavorare insieme per creare un dibattito sul e
nel nostro popolo afferma Israel, referente del gruppo spagnolo . E'
l'occasione per fare qualcosa di nuovo, per far sì che scompaiano i pregiudizi,
per farci conoscere e partecipare alla vita sociale e politica dei paesi in cui
viviamo. Dobbiamo unire i nostri sforzi".
Sono tanti, sono giovani, e hanno voglia di imparare, di conoscere, di lavorare
insieme per il proprio futuro. In un attimo i 40 rom della quattro giorni di
Spoleto spazzano via pregiudizi lunghi un'eternità. Come il nomadismo o le
difficoltà ad integrarsi: la maggior parte di loro vive in case normali,
studia e vuole integrarsi. Merve, ad esempio, studia business administration
nella più rinomata università di Istanbul. Beatrìs, invece, è Ungherese, vuole
fare la giornalista e da tempo studia e lavora per diventarlo. Tutti hanno
partecipato con grande interesse alla quattro giorni di Spoleto, e scrivono ora
su Romagazine.eu.
Si tratta forse di un'avanguardia, dei giovani più interessati e più
appassionati a queste tematiche, che vive in condizioni diverse dagli altri
giovani rom, spesso nell'impossibilità di ricevere un'istruzione dignitosa.
Giovani in lotta contro le difficoltà economiche e sociali che trovano nei loro
Paesi, ma anche contro alcuni esponenti delle loro comunità che stentano ad
aprirsi alle altre culture, che non ritengono l'istruzione importante e non
vedono di buon occhio progetti e attività di questo tipo, secondo loro inutili
alla comunità. Ma questi giovani sono il sintomo di un'energia nuova, capace di
diffondersi in tutte le comunità Rom d'Europa. Sono giovani cittadini europei.
Vogliono viaggiare, conoscere e crearsi un solido retroterra culturale moderno,
magari riunificando le tradizioni rom di tutte le comunità europee.
"Let the roma youth be heard!", il titolo del progetto, pone l'accento su due
aspetti fondamentali: l'ascolto e la gioventù. Così www.romagazine.eu diventa un
portale di informazione per intessere relazioni, favorire progetti, riunificare
virtualmente le tradizioni e le aspirazioni di un popolo, i Rom, la più
grande minoranza etnica d'Europa. Una minoranza che affonda le proprie
radici in una tradizione antica, che nei secoli è stata sparpagliata per il
Vecchio Continente e non solo. Un mosaico di migliaia di comunità che oggi,
grazie al web e le nuove tecnologie, possono conoscersi e farsi conoscere più
facilmente.