A due mesi dal blitz nell'Asi nessuno ha provveduto a risistemare la
comunità che da 30 anni vive in quei luoghi. Giugliano, dopo lo sgombero 3 nuovi
accampamenti su terreni privati. Le associazioni mettono sotto accusa il sindaco
Pianese e la prefettura - di TIZIANA COZZI
Li hanno mandati via due mesi fa dall'area industriale Asi di Giugliano, con
la promessa di sistemarli altrove. Con le ruspe hanno buttato giù le loro
baracche vecchie di trent'anni ma i nomadi sono rimasti lì. Per sessanta giorni
hanno dormito nelle automobili, nei furgoni. Sono circa 500, 466 per
l'esattezza, hanno occupato terreni e campagne private, non si sono mossi di un
millimetro dall'area dove hanno vissuto più di un trentennio: la loro casa, più
provvisoria che mai, è intorno al centro commerciale Auchan di Giugliano, una
porzione di terreno praticamente invasa dai senzatetto nomadi. Lì vivono i rom
rimasti fuori dalle assegnazioni del piccolo campo nato nell'area industriale
Asi. Una tribù di senzatetto, tra cui 275 minori (147 tra 0 e 5 anni, 128 dai
sei ai 16 anni) costretti a sopravvivere in difficili condizioni. Nessun
servizio igienico, immersi nel fango e nella sporcizia, vivono come vagabondi
accampati in mezzo alle campagne, senza un minimo di tutela. Tre gli
accampamenti di fortuna nati su aree private che adesso i proprietari legittimi
reclamano. Due intorno all'area del centro commerciale, uno nei pressi della
stazione ferroviaria.
Una situazione di emergenza più volte segnalata al Comune e al prefetto, che
però stenta a trovare una via d'uscita. Venerdì è previsto l'incontro con il
sindaco Giovanni Pianese e con il prefetto Andrea De Martino, alla presenza di
una delegazione di nomadi e di padre Alex Zanotelli.
"Č una situazione davvero grave - dice Alexander Valentino del comitato "Con i
rom" - restano lì perché ci hanno vissuto trent'anni e non sanno dove andare. Ma
ogni giorno le pattuglie di polizia li controllano, ripetono di continuo che
devono andarsene. Come è possibile che non ci sia una soluzione?". Nemmeno un
mese fa, un bimbo ha perso la vita in uno dei tre accampamenti: viveva nel
furgone con i genitori. E ora, con il caldo la situazione può soltanto
peggiorare.
La soluzione ci sarebbe: un territorio confiscato alla camorra a Quarto. "Lo
abbiamo visto assieme all'Opera Nomadi e ad una delegazione di rom - racconta
Valentino - loro erano entusiasti. Ma alla fine l'accordo non c'è stato anche
perché il terreno individuato si trova proprio al centro di una zona
residenziale con villette private. Non è esattamente il posto adatto per 500
nomadi".
Nell'attesa, ognuno si arrangia come può. Chi ha lavoro e soldi ha comperato un
camper. Gli altri hanno provato a costruirsi una baracca in legno ma la polizia
gliel'ha impedito. In tanti si sono procurati vecchie roulotte, prestate da
parenti o amici. Una situazione tale non può andare avanti per molto. In due
mesi, però, nessuno ha trovato una soluzione. "Ci incontreremo con il prefetto e
i proprietari dei suoli - spiega il sindaco di Giugliano Giovanni Pianese - ma
non ci sono molte soluzioni sul tavolo. C'è l'ipotesi Quarto oppure si può
temporeggiare nell'attesa dei provvedimenti giudiziari di sgombero. I
proprietari si sono rivolti alle autorità per far liberare i loro terreni". Un
progetto forse esiste: l'ennesimo sgombero.