Da
Baltic_Roma
WindowonEurasia By Paul Goble [1]
Staunton, 04/05/2011 - Le crescenti tensioni tra i Rom e le nazionalità titolari
dell'Unione Europea hanno suscitato reazioni a Mosca, sull'ipotesi che
componenti di questa comunità spesso disprezzata stiano per trasferirsi nella
Federazione Russa, sia per conto proprio che in base ad un accordo tra UE e
Russia, perché in questo paese ci sarebbe bisogno di più immigrati
possibile.
Ieri la
Komsomolskaya Pravda ha riferito di questa possibilità, raccogliendo una
storia riportata in precedenza dal portale
Tolkovatel.ru.
Secondo Tolkovatel.ru, la possibilità di un accordo sulla cui base i Rom
europei sarebbero inviati nella Federazione Russa ed eventualmente in Ucraina,
sarà oggetto delle prossime discussioni tra la UE e la Federazione Russa, , un
passo appoggiato dalla Francia e da diversi paesi dell'Est Europa, ma sembra
osteggiato dalla Germania.
La prima menzione pubblica, secondo Tolkovatel.ru, venne fatta da un
programma radio di
Komsomolskaya Pravda,
quando Roman Grokholsky, leader della comunità rom nella Federazione Russa,
disse che secondo lui, "per ragioni economiche la Russia potrebbe accettare [i
Rom d'Europa]. E' una terra enorme."
Come riportato da Yuri Filatov sulla Komsomolskaya Pravda di ieri, "l'Europa
sembra aver trovato una soluzione radicale al problema dei propri Rom [il cui
numero si aggira tra i nove e i dodici milioni] - semplicemente prendendoli e
reinsediandoli in Russia."
I paesi europei non possono certo vantare buoni rapporti con i Rom. L'anno
scorso, per esempio, il presidente francese Nicolas Sarkozy espulse "diverse
migliaia" di loro in Bulgaria e Romania, azione che fu denunciata dai gruppi
internazionali dei diritti umani ma venne generalmente appoggiata dal popolo
francese e dai residenti di molti altri paesi UE.
Ma nonostante questo appoggio i governi europei hanno concluso, continua
Filatov, che non è "tecnicamente o economicamente" fattibile "deportare tutti i
Rom in Romania e Bulgaria come è stato fatto nel passato: le dimensioni di
questi paesi non lo permettono e ci sono le proteste sempre più forti dei
nazionalisti locali" a quella idea.
Come risultato, gli Europei hanno scoperto la nozione "perché non
reinsediarli in Russia (ed anche in Ucraina)," che hanno spazio e lavoro per
sistemarli e che, secondo il punto di vista degli Europei, hanno una tradizione
di tolleranza verso i Rom, come si evince dai romanzi e dalla musica russa.
Si prevedeva, così il documento, che "ogni famiglia rom avrebbe ricevuto
dall'Unione Europea i soldi del viaggio e per il reinsediamento." Non è stato
determinato l'ammontare esatto, ma probabilmente sarebbero stati 500 euro a
persona, cioè quanto ricevuto in precedenza dei Rom deportati dalla Francia.
"In questo modo," dice Filatov, "contando sul nostro spirito di accoglienza e
ospitalità, la -tollerante- Europa vuole a nostre spese risolvere il problema
della sua intolleranza. Ed è interessante notare che nei circoli di potere in
Russia, la notizia sia stata attivamente preparata per decisioni simili."
Difatti, dice il giornalista della Komsomolskaya Pravda, l'elite russa non
sta pensando solo ai Rom europei. Specificamente, pensa anche a Cinesi ed
Africani per affrontare il sempre più grave declino demografico della
Federazione Russa.
Filatov cita i commenti di
Zhanna Zayonchkovskaya,
capo del laboratorio migrazioni dell'Istituto di Pronostici Economici
all'Accademia delle Scienze, durante una riunione di settimana scorsa dedicata
alle dimensioni demografiche del documento strategico di Mosca per il 2020.
Tenuto conto del declino della Russia nella sua popolazione totale e
specialmente tra quanti in età da lavoro, Zayonchkovskaya ha detto che la Russia
dovrà attrarre almeno 20 milioni di migranti maggiori di 15 anni. I paesi
dell'Asia Centrale possono fornirne non più di sei milioni, e quindi la maggior
parte dovrà arrivare dalla Cina.
I lavoratori cinesi stanno già migrando in Russia ed il loro numero è
destinato a crescere negli anni a venire, ha detto Zayonchkovskaya, notando che
"tanto più metteremo la testa sotto la sabbia, tanto più [il risveglio] sarà per
noi inatteso." Ed è in corso un gran cambiamento: entro la metà del secolo, ha
detto in Russia ci saranno più Cinesi che Tatari.
Simili flussi migratori avrannol'effetto di aumentare le attitudini xenofobe
tra i Russi, come si riflette e cerca una via d'uscita il recente caso del
proibito (il caso ora è in appello) Movimento Contro l'Immigrazione Illegale (DPNI).
E non sorprende che il portale del DPNI presenti queste storie sui Rom d'Europa.
Ma i commenti di Zayonchkovskaya riflettono il dramma in cui si trova il
governo russo: se permette più immigrazione, aumentando la percentuale di popoli
non slavi, si troverà di fronte ad una popolazione sempre più antagonista. Ma se
non lo fa, ne soffrirà l'economia, ed il regime dovrà affrontare la rabbia di
classe invece di quella etnica.
____________
[1]
Paul Goble è da lungo tempo uno specialista in questioni etniche e religiose
dell'Eurasia. Recentemente, è stato direttore di ricerche e pubblicazioni presso
l'Accademia Diplomatica dell'Azerbaijan. In precedenza aveva lavorato come vice
preside per le scienze sociali e umane all'Università Audentes di Tallin e come
ricercatore anziano associato all'EuroCollege dell'Università di Tartu in
Estonia. Mentre era lì, lanciò la serie "Finestre sull'Eurasia". Prima di
entrare là in facoltà nel 2004, prestò servizio a vario titolo nel Dipartimento
di Stato USA, nella Central Intelligence Agency e all'International Broadcasting Bureau,
come pure a Voice of America e Radio Free Europe/Radio Liberty e al Carnegie Endowment for International Peace.
Scrive frequentemente su tematiche etniche e religiose e ha pubblicato cinque
volumi su etnia e religione nell'ex spazio sovietico. Formatosi all'Università
Miami nell'Ohio e all'Università di Chicago, è stato premiato dai governi di
Estonia, Lettonia e Lituania per i suoi lavori nel promuovere l'indipendenza
baltica e il ritiro delle forze russe da quelle terre occupate in precedenza.
Può essere contattato direttamente a
paul.goble@gmail.com