Si chiamano "Ercolini": settanta bambini nomadi esordienti che si allenano
a calcio tra sgomberi e indifferenza. Presto ci sarà anche una squadra femminile
da Redattore Sociale
Nel campo rom di via Salone, c'è una nuova sfida da affrontare: fornire
magliette e scarpini alla nuova squadra di pulcini ed esordienti. Sono i nuovi
"Ercolini" una squadra di calcio composta dai ragazzi rom del campo di Tor
di Quinto, che oggi estende il suo potenziale anche ai giovani e giovanissimi
del campo di via Salone.
Avventura iniziata nel 2004, che deve il nome al presidente della squadra don
Giovanni D'Ercole (Segreteria di Stato del Vaticano) e il vigore a Salvatore Paddeu, arbitro ma anche allenatore, gli "Ercolini" sono per i promotori e i
sostenitori dell'iniziativa, «una valida alternativa» per chi non ha altra
possibilità di vita che non sia un campo rom. Iscritti regolarmente al
campionato giovanile, gli "Ercolini", per lo più giovanissimi compresi tra i 14
e i 16 anni, provengono dalla Macedonia, dall'ex Jugoslavia, ma anche dalla
vicina Romania.
«Dopo 7 anni di attività al campo di Tor di Quinto, prossimo allo sgombero –
spiega Paddeu – siamo ancora qua. Inizia una nuova sfida al campo di via Salone
in zona Tiburtina». Sono 70, ad oggi, i giovani e giovanissimi che hanno aderito
alla squadra. Quello che manca è il personale sportivo (allenatori, volontari) e
il materiale (scarpini, magliette, palloni). «Presto si aggiungerà, a grande
richiesta, anche la squadra femminile – scrive ancora Paddeu – allenata dal
sottoscritto a causa di assenza totale di volontarie e allenatrici. Siamo sempre
alla ricerca di materiale sportivo, ma il passaparola è sempre molto efficace.
Inoltre, sarebbero molto utili due porte da calcio, perché le attuali sono poco
stabili e molto pericolose».
La squadra degli "Ercolini", oggi è una realtà sportiva che gode di piccoli
sponsor e tanta solidarietà ed è la dimostrazione pratica di come regole,
educazione e normalità possano passare anche attraverso lo sport.
4 aprile 2011