Segnalazione di Stojanovic Vojislav
Uno sgombero forzato non è mai la soluzione a un problema: è esso stesso un
problema. Lo sgombero disperde e disgrega le famiglie, lo sgombero costa: in
termini economici – perché si devono mobilitare uomini e mezzi – e soprattutto
in termini umani e sociali.
Rifiutiamo la politica degli sgomberi ciechi – tanto amata e tanto
strumentalizzata (specie in campagna elettorale e in questi giorni) da
alcune forze politiche – siamo per una soluzione condivisa e partecipata al
problema abitativo dei Rom. Di qui la proposta di un tavolo per risolvere la
questione abitativa in maniera non emergenziale e non semplicemente "spostando
il problema" in qualche altra area della città
L’ovvia ed elementare pratica igienica di bruciare le immondizie per tenere
lontani i topi o di accendere fuochi per riscaldarsi è vista da taluni come
elementi di ulteriore degrado. I fumi: certamente da condannare ma è altrettanto
criminale chi per aggirare la spesa sui rifiuti speciali consente ciò.
A questo si aggiunge lo sciacallaggio di molti che utilizzano da anni
impunemente la zona come discarica abusiva e che seguitano tuttora a rovesciare
rifiuti, amianto e macerie nell’area Scordovillo – rifiuti che vengono poi
ovviamente ingenerosamente addebitati alla comunità Rom.
Per noi, abituati a vivere in solide abitazioni, meglio se di proprietà, con
reddito certo, è facile sentenziare su come e dove dovrebbero vivere gli altri,
i diversi, "quelli che non sono come noi". E per accentuare la distanza fra noi
e loro li etichettiamo come zingari, rom, extracomunitari.
Una volta etichettati, diventano altro da noi (dove altro significa inferiore):
ne consegue che possiamo pensare noi cosa è meglio per loro.
"La strumentalizzazione della popolazione rom e la generalizzazione dei fatti
negativi hanno raggiunto livelli inaccettabili di pregiudizi e di
discriminazione razziale, il reato è personale, mai di etnia, La cancellazione
(come qualche politico grida) di un programma politico d’integrazione culturale
con la minoranza rom è un vantaggio per l’illegalità".
E per dirla come F. Ciattoni (coordinatore regionale dei giovani Udc - Abruzzo):
"Se usciamo dai luoghi comuni, radicati nei secoli, che mossi dall’istinto ci
portano a puntare il dito contro il diverso, possiamo compiere il lungimirante
passo di riconoscere la diversità come qualcosa che arricchisce la comunità e il
nostro territorio. Vanno risolte le problematiche di degrado ed emarginazione
che spingono alla devianza: vanno rafforzati gli sforzi per la scolarizzazione
dei bambini, vanno offerte possibilità concrete di inserimento degli adulti nel
tessuto sociale ed economico".
Esistono alternative possibili. La principale resta, naturalmente, quella di
mettere in campo politiche e fondi per garantire a tutti il diritto all'abitare.
Tali politiche dovranno superare gli attuali "campi nomadi" – luoghi di
segregazione e di limitazione delle libertà fondamentali – e in generale tutte
le forme di marginalità abitativa.
Ma anche quando queste politiche non siano immediatamente praticabili, si
possono cercare e trovare soluzioni provvisorie, concordate con i diretti
interessati, che non producano emarginazione. Si tratta soprattutto di non
inseguire il senso di allarme, spesso diffuso da irresponsabili, e di
individuare percorsi concreti e partecipati di governo del fenomeno.
Chiediamo che si apra, finalmente, un tavolo di discussione che coinvolga le
associazioni, ma soprattutto la comunità interessata, impegnandoci a lavorare
insieme, tutti, per ottenere questi obiettivi.
Vogliamo lavorare anzitutto perché si apra un dialogo con l’amministrazione con
gli enti locali e con enti preposti alla politica della casa: perché per noi il
dialogo e la ricerca di soluzioni condivise sono uno strumento imprescindibile
per ottenere risultati concreti; e perché riteniamo che in larga parte il
problema debba essere affrontato a livello politico, con decisioni e con lo
stanziamento di risorse idonee ad affrontare il problema.
Ai partiti, ai consiglieri e alle consigliere Comunali, agli uomini e alle donne
impegnate nelle istituzioni o nelle forze politiche, chiediamo di adoperarsi
nelle rispettive sedi affinché questi obiettivi possano diventare politiche
concrete.