Da
Roma_Francais
Coulisses-tv.fr
Lunedì 21 marzo alle 00.30, France 3 diffonderà nella programmazione di "La
case de l'oncle doc" un documentario intitolato "Roms, premier peuple européen".
Sei secoli dopo il loro arrivo in Europa, i Rom, a seconda delle frontiere
conosciuti come Manouches, Gitans, Sinti…continuano a vivere, tra carovane e
bidonville, alle porte delle nostre società. Ma in Francia a luglio 2010, una
semplice notizia riguardante un cittadino francese di origine gitana, dava fuoco
alle polveri.
Discorsi sicuritari infiammati, amalgama tra delinquenza e "gens du voyage",
regna la confusione, e designa un capro espiatorio per l'insicurezza del
momento: i Rom. Tra i 10 e i 12 milioni di suoi cittadini vivono ai margini dei
diritti più fondamentali, dalla sanità all'istruzione. Tra i 10 e i 12 milioni
di uomini, donne, bambini marginalizzati che vogliamo tenere a debita distanza,
ma a quale distanza, visto che sono europei? Lo stigma, per non dire il rifiuto
di "Gitani, Zigani, Manouches..." è ancestrale. Evidente la loro paura
dell'integrazione o dell'assimilazione. Il loro posto in un'Europa ufficialmente
senza frontiere interne, ma che resta un'Europa delle Nazione, è difficile da
definire. A meno che i Rom stessi non aprano una prima breccia. A marzo 2011,
Romania e Bulgaria, membri dell'Unione Europea entreranno nello spazio Schengen
garantendo la libera circolazione a tutti i loro membri.
Questo film ci fa viaggiare, da Montreuil dove si espellono i Rom rumeni o
bulgari, a Budapest dove le milizie nazionaliste incendiano le case delle
famiglie rom. Un itinerario di paria abbandonati dai loro stati e che convergono
verso Strasburgo e Bruxelles, capitali legislativa e amministrativa dell'Unione
Europea, dove giovani studenti rom tentano di far intendere la voce dei 10-12
milioni di cittadini europei che non vogliono più vivere rifiutati e
marginalizzati. Un viaggio per raccontare la lunga e difficile gestazione di una
nazione senza territorio nazionale. Una prima tappa verso un'Europa dei popoli?
Forse no, ma una questione centrale: quale status perché 10-12 milioni di
cittadini europei non siano più rigettati ai margini dei diritti fondamentali?