Da
Bulgarian_Roma
Blog.soros.org 8 novembre 2010 | by Violeta Naydenova
Apparso originariamente in bulgaro su
Dneven
Trud e
24
Chasa.
Siamo contemporaneamente una "tribù nomade" o un "incubatore per generare
crimine". Questi commenti fatti dal primo ministro Boyko Borisov e dal vice
ministro e ministro degli interni Tsvetan Tsvetanov il mese scorso a Bruxelles
danno uno sguardo a come ci sente ad essere Rom nel mio paese. Nonostante
Tsvetanov si sia lamentato che i media abbiano travisato le sue parole, il danno
è fatto per me, per la mia famiglia e per gli 800.000 Rom che vivono in
Bulgaria.
La Commissione Europea ha giudicato il commento del ministro degli interni
"inaccettabile", ma mi chiedo se le sue osservazioni siano inaccettabili anche
per il Bulgaro medio. Ci si rende conto che il modo in cui i Rom sono trattati
nel nostro paese non è giusto? Perché siamo così svelti nel difenderci dagli
attacchi alla nostra identità nazionale e ancora silenti sul trattamento
alla più vasta minoranza etnica del paese? Invece di dibattere sulla validità di
queste dichiarazioni, potremmo semplicemente pensare a come trattiamo i nostri
connazionali Rom?
Nel 2009, gli eletti ed il pubblico di massa bulgari reagirono con
indignazione quando il paese venne ritratto come una "latrina" dall'artista
David Cerny. Ci si sentiva male a sedersi ed accettare un simile stereotipo.
Lo stesso vale per la nostra immagine in Italia. I Bulgari sono ritratti nei
media come criminali e la grande maggioranza delle notizie sui Bulgari si
focalizza sulla criminalità. Naturalmente, il Bulgaro medio mai accetterebbe
questa generalizzazione. Ma quando si tratta dei nostri stereotipi sui Rom, in
qualche modo dimentichiamo cosa vuol dire essere trattati in maniera
dispregiativa. E' facile per noi semplificare i nostri pensieri su di un certo
gruppo di persone quando leggiamo solo brutte notizie su di loro. Ma non è
corretto, semplicemente non è giusto.
Tsvetanov ha fatto le sue dichiarazioni senza pensare alle conseguenze delle
sue parole. In seguito ha anche affermato di essersi basato sui risultati
riguardo al numero dei crimini registrati nel paese. Bene, si potrebbe
facilmente chiedere a Tsvetanov se conosce o meno il numero reale dei Rom in
Bulgaria, così potrebbe fare una buona analisi comparativa sul numero di crimini
commessi da diversi gruppi etnici. Ma ignoriamo questo punto.
Perché quando un Rom commette un reato viene lui solo etichettato come tale,
ma quando vince un campionato europeo di boxe, come Boris Georgiev, viene
etichettato semplicemente come Bulgaro? La criminalità non ha etnia, e gli
stereotipi criminali negativi non servono a nessuno se non ai politici
populisti. Sì, abbiamo bisogno di aprire gli occhi e guardare in faccia i nostri
problemi, ma stigmatizzare i Rom e rimproverare i governi precedenti per aver
fallito nell'integrazione non è una via d'uscita.
Invece, dovremmo cercare soluzioni su come i Rom possano avere le stesse
opportunità, diritti e doveri del resto della società bulgara. I Rom non
dovrebbero vivere come emarginati nei ghetti e/o segregati in quartieri ai
margini delle nostre città. I Rom dovrebbero vivere con la maggioranza, e questo
succederà soltanto quando non sarà più accettabile che i nostri eletti possano
fare questa sorta di dichiarazioni.
Tsvetanov ha mai visto coi suoi occhi come vive una singola famiglia in un
quartiere rom? Ha mai chiesto loro dei loro problemi o sulle opportunità che
hanno avuto nella loro vita, prima di fare simili affermazioni? I Rom, come
molti altri Bulgari, lasciano il paese per ottenere una vita migliore. La
maggioranza delle persone in Bulgaria sono espulsi dal paese a causa della
povertà. Per i Rom la situazione è ancora peggiore dato che il tasso di
disoccupazione è il più alto in tutta la Bulgaria. I Rom lasciano la Bulgaria
perché si trovano di fronte alle discriminazioni e sono in cerca di una vita
migliore.
Dobbiamo svegliarci e guardarci attorno per vedere cosa sta succedendo.
Viviamo in un paese che dal 2007 è membro dell'Unione Europea. Il nostro governo
ha concordato di essere parte di un'Unione sulla base di valori come il rispetto
della dignità umana, libertà ed uguaglianza. Ognuno ha il diritto di vivere con
dignità in condizioni di vita normali e pari accesso ad un'istruzione di
qualità, assistenza sanitaria ed occupazione, ma la maggioranza dei Rom in
Bulgaria non usufruisce di questi diritti.
Insistiamo nello stereotipare i Rom perché sono visti come "stranieri" dalla
popolazione maggioritaria. Questi stessi stereotipi hanno portato i genitori
bulgari di Pazardjik a ritirare i loro figli dalle classi con studenti rom.
Questo non è come immagino la mia vita o quella dei miei figli. Non voglio
cercare opportunità in un altro paese. Voglio godermi i miei diritti e vivere in
dignità come Bulgara, Europea e Rom. Tsvetanov, dovremmo aprire un dialogo e
parlare ai Rom. Sia il governo che i Rom devono lavorare assieme per
un'integrazione di successo ed una strategia inclusiva dove i Rom diventino
cittadini a pieno diritto. Oggi, l'Unione Europea ci sta dando una mano. Tsvetanov,
lavoriamo assieme per costruire una società aperta e giusta, dove il nostro
governo sia responsabile per tutti i Bulgari - Rom e non-Rom.