Ricevo da Roberto Malini
Bruxelles, 30 settembre 2010. Oltre ad aver aperto una procedura di
infrazione* contro la Francia, riguardo alle espulsioni dei
Rom, la Commissione europea prepara nuove iniziative per affrontare il problema
della discriminazione dei Rom e Sinti in alcuni Stati del nostro continente.
L'ha dichiarato l'onorevole Viviane Reding, vicepresidente della Commissione e
responsabile per la giustizia e la cittadinanza. Si prepara un non meglio
precisato - al momento - quadro europeo per le strategie di integrazione dei
Rom, che sarà basato sulle conclusioni dei lavori della Task force sui Rom
annunciata pochi giorni fa nel corso di una riunione informale del Consiglio
dell'Unione europea dei capi di Stato e di governo. Per comprendere la natura
della Task Force e le basi del nuovo quadro europeo, è necessario ricordare
quanto si è discusso proprio in quel meeting, passato quasi inosservato.
Il 17 settembre scorso, infatti, il Consiglio dell'Unione europea ha deciso
di dare corpo a un piano per combattere pregiudizi, discriminazioni e azioni di
repressione del popolo Rom. Il segretario generale Thorbjorn Jagland ha definito
quali basi del piano la definizione giuridica dei diritti e dei doveri delle
comunità Rom in Europa. Sembra uno dei soliti progetti confusi, che
comporteranno investimenti miliardari per risultati risibili. Di buono, però,
almeno stavolta vi è l'attenta valutazione da parte del Consiglio dello Statuto
Quadro del popolo Rom nell'Unione europea (http://www.rroma-europa.eu/it/sc_it.html)
elaborato dall'organo internazionale di studio denominato Ranelpi, formato da
giuristi, studiosi e difensori dei diritti umani Rom e non Rom. Lo Statuto
Quadro è fra i documenti che verranno, secondo le prime informazioni di cui
disponiamo, esaminati e adottati: una scelta che ci auguriamo sarà confermata
nelle fasi in cui si definiranno le nuove politiche Ue sui Rom. La Francia ha
promesso di attenersi a tale piano Ue per bocca del ministro Lelouche. La Task
Force è politica e tecnica e sarà formata da membri del Parlamento europeo, del
consiglio d'Europa e degli Stati membri, con consulenza di organizzazioni per i
diritti umani. La sua composizione verrà definita prossimamente in un incontro
ai massimi livelli per stabilire gli standard del Consiglio d'Europa e
dell'Unione europea per quanto concerne i diritti delle comunità Rom.
*Che cos'è una procedura di infrazione. La procedura di
infrazione è un procedimento a carattere giurisdizionale diretta a sanzionare
uno Stato dell'Ue che abbia violato norme comunitarie. E' disciplinata dagli
articoli 226, 227 e 228 del Trattato di Roma. Si svolge in tre fasi:
Fase pre-contenziosa (in cui si trova attualmente la Francia)
La fase pre-contenziosa compete alla Commissione europea, che può avviarla
d'ufficio (art. 226 del Trattato CE) o su richiesta di uno Stato membro (art.
227 del Trattato CE) o da una denuncia di privati cittadini.
In via preliminare il Collegio dei Commissari della Commissione europea, dopo
aver constatato l'effettiva violazione di una norma comunitaria, concede allo
Stato membro sottoposto alla procedura un termine di due mesi per presentare le
proprie osservazioni sugli addebiti ricevuti, tramite l'invio di una lettera di
messa in mora. Se lo Stato interessato non risponde entro i termini fornendo
chiarimenti soddisfacenti, la Commissione emette un parere motivato con cui
rivolge al Paese sotto procedura una formale diffida ad adempiere gli obblighi.
Fase giurisdizionale o contenziosa
Quando lo Stato soggetto a procedura non si conforma al parere nel termine
fissato dalla Commissione, la stessa Commissione o lo Stato membro che abbia
eventualmente avviato la procedura, possono proporre ricorso per inadempimento
alla Corte di giustizia dell'Unione europea. Se la Corte riconosce la violazione
del diritto comunitario da parte dello Stato in contenzioso, quest'ultimo ha
l'obbligo di riparare immediatamente alla violazione accertata. Se la
Commissione, successivamente, ritiene che lo Stato membro non abbia preso i
provvedimenti che l'esecuzione della sentenza emessa dalla Corte comporta, può
avviare un'altra procedura di infrazione, con un nuovo giudizio davanti alla
Corte di Giustizia per l'esecuzione della sentenza, chiedendo il pagamento di
una somma forfetaria e di una penalità di mora (art. 228 del Trattato CE).
Sanzioni
Le sanzioni pecuniarie per l'esecuzione delle sentenze emesse in seguito a
procedura di infrazione sono state fissate recentemente dalla Commissione con la
Comunicazione SEC 2005 n. 1658.
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