Antefatto: dato che in questo periodo le parole Rom e
Francia assieme tirano parecchio, a inizio settimana girava la notizia che
Besson, ministro francese degli Interni, se l'era presa con Fidel Castro per il
giudizio che questi aveva dato sulla politica antigitana francese. E' notorio
che Fidel di solito "non le manda a dire", ma l'unica cosa che ero riuscito a
capire è che al ministro francese non andava giù la parola "Olocausto" usata da
Fidel, il cui discorso non veniva citato. Comunque, l'agenzia cubana
Prensa Latina da un po' esce anche in versione italiana. Ecco dunque il
testo che ha fatto arrabbiare qualche francese:
Benché ci fossero articoli sul tema prima e dopo il 1º settembre 2010, quel
giorno, il giornale La Jornada, del Messico, ne ha pubblicato uno di gran
impatto, intitolato "El holocausto gitano: ayer y hoy" (L'olocausto zingaro:
ieri ed oggi) che evoca una storia davvero drammatica. Senza aggiungere né
togliere una sola parola dell'informazione, ho scelto le righe testuali del
suo contenuto che riflettono fatti veramente commoventi, dei quali, Occidente e,
soprattutto, il suo colossale apparato mediatico, non dice nemmeno una parola.
"Nel 1496: auge del pensiero umanista. I popoli rom (zingari) della Germania,
sono dichiarati traditori nei confronti dei paesi cristiani, spii a pagamento
dei turchi, portatori della peste, stregoni, banditi e sequestratori di bambini.
"1710: secolo delle luci e della ragione. Un editto ordina che gli zingari
adulti di Praga siano impiccati senza giudizio. I giovani e le donne sono
mutilati. A Boemia, gli si taglia l'orecchio sinistro. A Moravia, l'orecchio
destro.
"1899: climax della modernità ed il progresso. La polizia di Baviera crea la
Sezione Speciale per le questioni sugli zingari. Nel 1929, la sezione passa alla
categoria di Centrale Nazionale, e viene trasferita a Munich. Nel 1937, si
stabilisce a Berlino. Quattro anni dopo, mezzo milione di zingari muore nei
campi di concentrazione dell'Europa centrale e dell’Est."
"Nella sua tesi di dottorato Eva Justin (assistente del dottor Robert Ritter,
della sezione di indagini razziali del Ministero di Salute tedesco), affermava
che il sangue zingaro era oltremodo pericoloso per la purezza della razza
tedesca. Ed un certo dottor Portschy ha inviato un memorandum a Hitler
suggerendogli di sottoporre loro a lavori forzati e sterilizzazione in massa,
perché mettevano in pericolo il sangue puro dei contadini tedeschi.
"Qualificati da criminali inveterati, gli zingari incominciarono ad essere
fermati in massa, ed a partire dal 1938 loro sono stati reclusi in blocchi
speciali nei campi di Buchenwald, Mauthausen, Gusen, Dautmergen, Natzweiler e
Flossenburg.
"In un terreno della sua proprietà di Ravensbruck, Heinrich Himmler, capo della
Gestapo (SS), ha creato uno spazio per sacrificare le donne zingare che erano
sottomesse ad esperimenti medici. Sono state sterilizzate 120 bambine zingare.
Nell'ospedale di Dusseldorf-Lierenfeld sono state sterilizzate zingare sposate
con non zingari.
"Migliaia di zingari sono stati deportati dal Belgio, Olanda e Francia e inviati
al campo polacco di Auschwitz. Nelle sue Memorie, Rudolf Hoess (comandante di
Auschwitz), racconta che tra gli zingari deportati c’erano degli anziani quasi
centenari, donne incinte e numerosi bambini.
"Nel ghetto di Lodz (Polonia) […] nessuno dei 5.000 zingari ha sopravvissuto."
"In Iugoslavia, si eseguiva nello stesso modo agli zingari ed agli ebrei nel
bosco di Jajnice. I contadini ricordano ancora i gridi dei bambini zingari
portati ai luoghi d’esecuzione."
"Nei campi di sterminio, solo l'amore degli zingari per la musica è stato a
volte l’unico sollievo. Ad Auschwitz, affamati e pieni di pidocchi, si univano
per suonare ed incoraggiavano i bambini a ballare. Ma era anche leggendario il
coraggio dei guerriglieri zingari che militavano nella resistenza polacca, nella
regione di Nieswiez."
La musica è stata il fattore che ha mantenuto loro uniti e che gli ha aiutato a
sopravvivere, così come lo è stato la religione nel caso dei cristiani, ebrei e
musulmani.
La Jornada, in successivi articoli pubblicati dalla fine agosto, ha rinfrescato
la memoria su avvenimenti quasi dimenticati a proposito di quello che ha
successo con gli zingari in Europa, i quali, vittime dal nazismo, sono stati
dimenticati dopo il giudizio di Norimberga nel 1945-1946.
Il governo tedesco di Konrad Adenauer ha dichiarato che lo sterminio degli
zingari prima del 1943, obbediva a politiche legali di Stato; quelli che sono
stati colpiti quel anno non hanno ricevuto nessuna indennità. Robert Ritter,
esperto nazista nello sterminio degli zingari, è stato messo in libertà; 39 anni
dopo, nel 1982, quando la maggioranza delle vittime era ormai morta, venne
riconosciuto il loro diritto all'indennità.
Più del 75 percento degli zingari, che si calcolano tra 12 e 14 milioni, vivono
in Europa centrale e dell’Est. Solo nella Iugoslavia socialista di Tito gli
zingari sono stati riconosciuti con gli stessi diritti che le minoranze croate,
albanesi e macedone.
L'organo stampa messicano definisce di "particolarmente perversa" la
deportazione massiccia degli zingari a Romania e Bulgaria, ordinata dal governo
di Sarkozy - ebreo d’origine ungherese -.; sono le parole testuali con le quali
la qualifica. Non prenderlo come irriverenza dalla mia parte.
In Romania, il numero degli zingari si stima in due milioni di persone.
Il Presidente di quel paese, Traian Basescu, alleato degli Stati Uniti e membro
illustre della NATO, ha qualificato di "zingara schifosa" una giornalista. Come
può osservarsi, una persona molto delicata, e di linguaggio gentile.
Le website Univisión.com, ha commentato le manifestazioni contro l'espulsione
degli zingari e "xenofobia" in Francia. Circa "130 manifestazioni dovevano avere
luogo in Francia e di fronte ad ambasciate francese nei vari paesi dell'Unione
Europea, con l'appoggio di decine di organizzazioni dei diritti umani, sindacati
e partiti di sinistra ed ecologisti", ha informato l'agenzia stampa AFP.
L'esteso ufficio parla della partecipazione di rinomate personalità del mondo
della cultura come Jane Birkin e la cineasta Agnes Jaoui, ricordando che la
prima "ha fatto parte, insieme all'ex resistente contro l'occupazione nazista
della Francia (1940-1944) Stephane Hessel, del gruppo che ha incontrato
posteriormente gli assessori del ministro d’Immigrazione Eric Besson.
"'E’ stato un dialogo tra sordi, ma comunque è stato bene di averlo fatto per
mostrare loro che gran parte della popolazione si arrabbia davanti a questa
politica nauseabonda ', ha indicato il portavoce della Rete d’Istruzione senza
frontiere."
Altre notizie sullo spinoso tema arrivano dall'Europa: "Il Parlamento Europeo ha
messo in ludibrio [pubblico] la Francia e Nicolás Sarkozy per il rimpatrio di
migliaia di zingari rumeni e bulgari in un teso dibattito nel quale si è
qualificato di scandaloso e ridicolo l'atteggiamento di José Manuel Durão
Barroso e della Commissione per la sua apparente pusillanimità e per non
condannare per illegali e contrarie al diritto comunitario le decisioni di
Parigi", informa El País.com in un articolo a cura di Ricardo Martínez di
Rituerto.
Il giornale La Jornada ha pubblicato in un altro dei suoi articoli,
l'impressionante dato sociale che la mortalità neonatale della popolazione
zingara è nove volte maggiore della media europea e la speranza di vita supera
appena i 50 anni.
In precedenza, il 29 agosto, aveva informato che "benché le critiche non abbiano
mancato – sia da parte delle istituzioni dell'Unione Europea (UE) che dalla
Chiesa cattolica, l'ONU e l'ampio ventaglio di organizzazioni pro emigranti -
Sarkozy insiste nell’espellere e deportare centinaia di cittadini della Bulgaria
e Romania - e quindi cittadini europei - con la scusa dell’ipotetico carattere
'criminale' di questi cittadini."
"È difficile da credere che nel 2010 - conclude La Jornada - dopo il terribile
passato dell'Europa nel terreno del razzismo e l'intolleranza, è ancora
possibile criminalizzare ad un'etnia intera segnalandola da problema sociale."
"L'indifferenza o addirittura il beneplacito di fronte alle azioni della polizia
francese oggi, italiana ieri, ma europea in linea di massima, lascia senza
parole il più ottimista degli analisti."
All’improvviso, mentre scrivevo questa Riflessione, ho ricordato che la Francia
è la terza potenza nucleare del pianeta, e che Sarkozy aveva anche una valigetta
con le chiavi per lanciare una delle più di 300 bombe che possiede. Per caso ha
qualche senso morale ed etico lanciare un attacco sull'Iran, al quale condannano
per l’ipotetica intenzione di fabbricare un’arma di questo tipo? Dov’è la
saggezza e la logica di quella politica?
Ipotizziamo che Sarkozy, all’improvviso, diventa pazzo, come pare che sta
succedendo. Che cosa farebbe in quel caso il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite con Sarkozy e la sua valigetta?
Che cosa succederà se l'estrema destra francese decide di obbligare Sarkozy a
mantenere una politica razzista in contraddizione con le norme della Comunità
Europea?
Potrebbe rispondere il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite quelle due
domande?
L'assenza della verità e la prevalenza della bugia è la maggiore tragedia nella
nostra pericolosa era nucleare.
Fidel Castro Ruz
12 settembre 2010
18.57.