Segnalazione di Paolo Teruzzi
Progetto Cuccagna
Tutto ha inizio da un vino un po' speciale... vino R.O.M. per l'appunto,
ovvero Rosso di Origine Migrante. Da qualche settimana i restauratori del
Consorzio hanno dei nuovi collaboratori: tre papà rom, il cui lavoro è stato
reso possibile grazie all'encomiabile impegno di un gruppo di genitori e maestre
di alcune scuole primarie di Zona Rubattino e della Comunità di Sant'Egidio di
Milano che hanno finanziato borse di avviamento al lavoro attraverso la vendita
del vino. Un'esperienza che per Sandu, Marco e Christian porta la speranza di
una vita diversa: la possibilità di avere una fissa dimora e di mandare
finalmente i propri figli a scuola
Il campo rom di Rubattino
Tutto ha inizio due anni fa nel campo rom di via Rubattino, una vera e
propria favela cresciuta ed rganizzatasi autonomamente negli spazi di in un ex
centrale Enel abbandonata. Le famiglie di rom romeni sono molte, moltissimi i
bambini in età scolare che non hanno accesso alla scuola.
Vista la stabilità del campo di Rubattino, la Comunità di Sant’Egidio prende
l’iniziativa ed iscrive una trentina di bambini in tre scuole primarie della
zona: Toti, Morante e Munari.
Per i bambini è la prima volta a stretto contatto tra i “gagè”, sconosciuti e
temuti. Anche per le famiglie italiane è il primo incontro con i bimbi rom e le
loro famiglie, altrettanto sconosciute e temute. Questa semplice esperienza da
subito sovverte i pregiudizi: i bambini rom ora hanno nomi, storie, sorrisi, si
sentono parte dell’esperienza scolastica, nasce un rapporto di amicizia con
maestre e compagni di classe.
Lo scorso novembre, poi, arriva lo sgombero. Per un mese oltre settanta bambini
sono costretti a vivere per strada con le rispettive famiglie, senza neanche più
il tetto di una baracca sulla testa: molti spariscono da scuola per intere
settimane.
Un gruppo di genitori italiani e di maestre affezionati ai piccoli alunni e
compagni di gioco dei figli prendono in mano la situazione, aprendo le loro case
e ospitando le famiglie rom per periodi più o meno lunghi.
Rosso di origine migrante
Negli ultimi mesi, lo stesso gruppo di genitori e maestre hanno fatto il
possibile per sostenere le famiglie dei bambini rom e permettere a questi ultimi
di tornare a scuola. Con l’appoggio di Gas Feltre e Intergas hanno progettato
un’iniziativa per raccoglie fondi e sostenere con borse di studio e lavoro le
famiglie rom. Un viticoltore toscano, che con i rom avevano in comune una storia
di sgombri, mette a disposizione del vino: da questa iniziativa il vino prende
il nome di "R.O.M.", Rosso di Origine Migrante. Il vino "R.O.M." ha raccolto la
solidarietà di tantissime persone, tanto che gli incassi hanno consentito di
approntare le prime borse-lavoro, grazie anche al supporto della Comunità di
Sant’Egidio e alla sua esperienza nell'ambito di percorsi di integrazione e di
autonomia per le persone rom senza tetto in Italia.
Le borse lavoro al Cantiere Cuccagna
Ed è proprio nel cantiere Cuccagna che da qualche settimana hanno iniziato a
lavorare due papà rom, un terzo invece arriverà a giugno. Si tratta di una
collaborazione lavorativa part time della durata di due mesi.
Se l'esperienza sarà positiva, il responsabile del restauro, Juan Carlos
Usellini, ha dato la disponibilità nel riconfermare la collaborazione in
cantiere.
Per Christian, Garofita e i loro tre bambini che da un anno sono ospiti di una
comunità, questo lavoro rappresenta un reale percorso verso l’autonomia. Per
Sandu, che insieme ad Alina - donna molto coraggiosa ed intelligente - ha
quattro figli, è l’inizio di una nuova vita. Pochi giorni fa ha firmato un
contratto per una casa a Truccazzano. Finalmente non dovranno più dormire per
strada: il lavoro gli permetterà di ottenere la residenza e di mandare i due
bimbi più piccoli a scuola l'anno prossimo. Per Marco l'esperienza in Cuccagna è
la speranza di una vita diversa: da anni vive per strada con moglie e figli,
costretti a frequenti sgomberi e con il dolore di una bambina di quattro anni
persa in una roggia di Chiaravalle.